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L'economia e la politica del banditismo: la figura dell'antieroe.

6. Banditi sociali o semplici criminali?.

6.4 L'economia e la politica del banditismo: la figura dell'antieroe.

La banda di briganti sta al di fuori dell'ordine sociale. I bisogni e le attività della banda, la sua stessa esistenza la portano ad allacciare relazioni con il normale sistema economico, sociale e politico. Un aspetto fondamentale da analizzare è dunque l'economia del banditismo.

I fuorilegge devono mangiare e rifornirsi di armi e munizioni, devono spendere il denaro che rubano o vendere il loro bottino. I banditi hanno bisogno di poco: si cibano con i prodotti locali, sono spesso gli appartenenti alla comunità che danno loro da mangiare, gli abiti e tutto quel che serve per la loro sopravvivenza. Ma se i banditi hanno tutto il necessario per vivere a cosa serve il denaro?: «servirebbe solo a corrompere la polizia, tutto qui»117.

I banditi comprano e vendono, posseggono molto denaro liquido e questo influisce notevolmente sull'economia locale, in quanto i banditi spendono la maggior parte del denaro sul posto, contrattano con i commercianti e con gli osti e con tutti gli altri bottegai.

I banditi hanno bisogno di intermediari che non facciano troppe domande indiscrete e che li mettano in contatto non soltanto con l'economia locale, ma con una rete commerciale più vasta. Gli intermediari sono utilissimi soprattutto nelle regioni dove i banditi sono specializzati in rapine; forniscono, infatti, informazioni su arrivi e partenze di merci e insieme organizzano come smerciare il bottino, che a volte è costituito da prodotti per i quali non esiste domanda locale.

Gli intermediari sono indispensabili anche in caso di rapimento, saranno infatti essi stessi a richiedere il riscatto.

Quindi i «banditi non sono più i banditi primitivi figli della natura, intenti ad arrostire capretti nel folto del bosco»118. Un buon capo brigante intrattiene relazioni con il mercato e

con il vasto mondo economico, e nelle regioni più arretrate l'essere bandito gli permette di essere alla pari con coloro che viaggiano, comprano e vendono.

La creazione di un capitale locale, economicamente parlando non rende il bandito un soggetto interessante.

Nelle località in cui il bandito si dedica alla rapina sul commercio di transito, le conseguenze economiche della sua azione sono paragonabili a quelle del movimento turistico, che trae anch'esso proventi dai forestieri.

Un capo brigante che rapina i commercianti mentre attraversa la sue regione e acquista monili, munizioni e spade con i proventi della rapina, o le spende per vivere lussuosamente,

117 Cit., Mota L., No tempo de Lampiao, Rio, 1968, pp. 55-56.

apporta soltanto un contributo marginale alle entrate del paese.

Il bandito è inevitabilmente attirato nella rete della ricchezza e del potere, perché a differenza degli altri contadini, accumula ricchezza e di conseguenza esercita più potere.

Maggior successo riscontra come bandito, più diventa il rappresentante dei poveri e, contestualmente entra a fare parte del sistema dei ricchi. Il capo banda, dunque, oltre a stabilire contatti d'affari, costituisce una forza armata che altro non è che una forza politica. Per tali ragioni i signori di buona famiglia, aristocratiche o nobili, devono stabilire relazioni diplomatiche con i banditi. «Tutti devono venire a patti se i banditi sono numerosi e hanno una solida posizione in paese e se sono ben integrati nella società costituita. I cosacchi ottengono terre e privilegi dai signori e dallo Zar affinché cambino il saccheggio con la protezione delle terre agli interessi del signore. I mina, una famosa tribù di ladroni dell'India centrale, erano il terrore dell'Alwar, ma nel Jaipur ricevettero terre per le quali non dovevano pagare l'affitto, in cambio del servizio di scortare i convogli del tesoro e divennero famosi per la loro fedeltà al regià»119.

Gli abitanti delle zone infestate dal banditismo spesso non hanno alternativa. I funzionari locali che vogliono svolgere il loro lavoro tranquillamente devono mantenere contatti, in termini ragionevoli con i banditi, per non provocare incidenti locali che rischierebbero di fare cattiva pubblicità alla zona.

Si deve trattare con i banditi piuttosto di collaborare con la polizia, per non avere problemi. In molte società rurali, le autorità e i notabili locali devono scendere a compromessi con i banditi, ma al tempo stesso anche i banditi hanno interessi ben precisi nel farlo. Infatti, se i banditi offrono protezione ad un nobile, ad un magnate, aumentano il proprio potere e questo tornerà utile per combattere gli avversari. Un buon capo brigante si legherà quindi alla fazione locale predominante, quella che potrà garantire a lui e alla sua banda una protezione effettiva.

La struttura politica rurale nelle condizioni che alimentano il banditismo ottiene, dunque, un duplice effetto. Da un lato incoraggia, protegge e moltiplica i banditi, dall'altro li integra nel sistema politico.

Entrambi gli effetti sono ancora più forti in quelle zone dove è assente o poco presente lo Stato, nelle zone arretrate o periferiche, o nei periodi in cui ha regnato l'anarchia.

Il bandito per tali ragioni si presenta adesso come «l'antitesi dell'eroe, una belva dall'aspetto umano, pronto a profanare tutto ciò che è sacro, ad ammazza, a saccheggiare, a bruciare»120. Tutto ciò lascia sempre meno spazio per la vita alla macchia, sulle montagne,

nella boscaglia o sulle strade aperte.

Il «fuorilegge moderno si avvicina alla vita contadina al massimo quando in una casa di campagna dove è arrivata la delinquenza urbana partecipa ad una festa»121.

Più avanti verrà analizzato nello specifico la relazione tra il banditismo siciliano del cinquecento e il mondo economico isolano, con le sue particolarità.

CAPITOLO II