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LA DIVERSITÀ GENETICA NELLA SPECIE OVINA: IL CONTRIBUTO DELLE RAZZE PIEMONTES

D SOGLIA1, G SARTORE1, S SACCHI1, L DI STASIO2, S MAIONE1, R RASERO1

1 Dipartimento di Scienze Veterinarie, Università di Torino. 2 Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari, Università di Torino.

Parole chiave: pecora, Piemonte, variabilità, razze INTRODUZIONE

Le cause di abbandono delle razze autoctone sono note: il ricorso all’incrocio per ottenere combinazioni rispondenti alle esigenze produttive; la sostituzione con razze cosmopolite dotate di elevata efficienza; l’abbandono dell’attività zootecnica nelle aree marginali per i costi di manodopera e i cambiamenti radicali nello stile di vita della popolazione umana. Tuttavia, la tutela delle razze autoctone potrebbe contribuire a ridurre la crisi dell’occupazione, soprattutto giovanile, mediante la valorizzazione di sistemi produttivi semi-estensivi con modesti oneri gestionali, caratteristici delle aree marginali, e di prodotti tipici legati al territorio. Nel programma di sviluppo rurale del Piemonte (PSR) è previsto un sostegno economico a favore di razze a rischio di abbandono (http://www.regione.piemonte.it/). L’analisi della variabilità genetica esistente è una fase fondamentale perché fornisce criteri di scelta delle razze cui destinare i fondi per la tutela e informazioni utili per i programmi di gestione. L’obiettivo dell’indagine è l’analisi della variabilità genetica di alcune razze ovine allevate in Piemonte.

MATERIALE E METODI

I dati della tipizzazione mediante 13 loci microsatelliti sono stati ottenuti dalle indagini di Di Stasio (2002) e riguardano soggetti di razza Biellese (40), Frabosana (40), Garessina (24), delle Langhe (33), Sambucana (34), Savoiarda (21) e Tacola (26); tutte le razze, eccetto la Biellese, sono incluse nell’attuale PSR. La pecora delle Langhe e la Frabosana sono allevate principalmente per il latte mentre la carne è l’attitudine prevalente delle altre razze. La ricchezza allelica, l’eterozigosi attesa e il coefficiente di consanguineità sono stati stimati con il programma FSTAT (Goudet, 1995). Il contributo alla variabilità globale di ciascuna razza è stato calcolato con il programma MOLKIN (Gutiérrez e coll., 2005). Le differenze fra razze sono state misurate mediante l’analisi delle coordinate principali (PCoA) usando il programma GENALEX (Peakall e Smouse, 2012) a partire dai valori dell’indice di fissazione (FST), e mediante la cluster

analysis eseguita con il programma STRUCTURE (Pritchard e coll., 2000).

RISULTATI E CONSIDERAZIONI

Alleli privati sono presenti in tutte le razze (25% su un totale di 168 alleli) e variano da 8 nella Biellese a 7 in Tacola e Langhe e 3 nella Savoiarda. La maggior ricchezza allelica (7,1) si ritrova in Biellese e Tacola, che forniscono quindi il maggior contributo alla ricchezza allelica entro razze (+1,4%). La conservazione della pecora delle Langhe aumenta invece le differenze di ricchezza allelica fra razze (+2,6%), forse a causa del numero elevato di alleli privati, di cui uno con frequenza 0.136. In media, l’eterozigosi attesa varia da 0,773 nella Frabosana a 0,676 nella Savoiarda e 0,644 nella Garessina. L’estinzione della Frabosana provocherebbe la perdita dell’1,4% di eterozigosi entro razze, mentre a causa della modesta variabilità posseduta l’estinzione di Garessina e Savoiarda porterebbe all’aumento della variabilità entro razze e alla diminuzione delle differenze fra razze. Tutte le razze, tranne Garessina e Savoiarda, presentano significativa carenza di eterozigosi (osservata vs. attesa), probabile indizio di consanguineità. L’FST globale è 0,07, quindi il 93% della variabilità dipende

da differenze fra soggetti, compresi quelli appartenenti alla stessa razza. In tutti i confronti a coppie, eccetto Biellese-

Tacola, le differenze sono significative (P < 0,01). La Savoiarda presenta i valori più elevati (FST  0,09), in

particolare nel confronto con la Garessina (FST = 0,18), e

fornisce quindi il maggior contributo alla diversità genetica fra le popolazioni ovine piemontesi. Nella PCoA il primo asse, che esprime il 38% di variabilità, separa in modo netto Savoiarda e Garessina. Il secondo asse (24%) separa Biellese, Tacola, Sambucana da Langhe, Garessina e Savoiarda, mentre la Frabosana occupa una posizione al centro del diagramma. Il terzo asse (21%) isola in modo netto soltanto la pecora delle Langhe. Biellese e Tacola non risultano geneticamente diverse (FST < 0,01; P = 0,07): la

Tacola è una varietà della Biellese e se ne differenzia solo per la lunghezza del padiglione auricolare. La prima fase della cluster analysis (K = 2) separa un cluster che include [Biellese-Tacola-Sambucana-Savoiarda] da un secondo cluster che include [Frabosana-Langhe-Garessina] (Fig. 1). Per K = 3 il primo gruppo si separa in tre sottogruppi, cioè Savoiarda, Sambucana e [Biellese-Tacola]. Per K = 3 nel secondo gruppo si separano sottogruppi che corrispondono alle 3 razze rimanenti. Tale ripartizione non è mai netta per la presenza di alcuni soggetti attribuiti a un cluster diverso da quello assegnato alla razza d’origine. Gli errori di attribuzione possono dipendere almeno in parte dall’origine comune di alcune razze e da episodi di incrocio avvenuti in passato; per esempio, è noto che arieti Biellesi sono stati usati per migliorare l’attitudine alla produzione di carne della Sambucana. L’entità delle differenze fra le popolazioni di origine influenza l’accuratezza dell’attribuzione dei singoli soggetti. Nonostante la vicinanza geografica e lo scambio di riproduttori, i risultati dimostrano che le razze piemontesi contribuiscono in modo significativo alla diversità genetica della specie ovina.

Fig. 1 Cluster analysis of the 7 Piemonte sheep breeds.

SHEEP GENETIC DIVERSITY: THE CONTRIBUTION OF PIEMONTE BREEDS

KEY WORDS: SHEEP, PIEMONTE, DIVERSITY, BREEDS

BIBLIOGRAFIA

1. Di Stasio L (2002). Popolazioni ovicaprine del Piemonte: la salvaguardia della biodiversità. Scienza e Tecnica Lattiero-casearia 53:235-243. 2. Goudet J (1995). FSTAT (version 1.2): a computer

program to calculate F statistics. J. Hered. 86:485- 486.

3. Gutiérrez JP, Royo IJ, Álvarez I, Goyache F (2005). MolKin v2.0: a computer program for genetic analysis of populations using molecular coancestry information. J. Hered. 96:718-721.

S.I.P.A.O.C.

Società Italiana di Patologia e Allevamento degli Ovini e dei Caprini

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4. Peakall R, Smouse PE (2012). GenAlEx 6.5: genetic analysis in Excel. Population genetic software for teaching and research – an update. Bioinformatics 28:2537-2539.

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CONGRESSO NAZIONALEXXII

S.I.P.A.O.C.

CUNEO

13 - 16 settembre 2016

4. Peakall R, Smouse PE (2012). GenAlEx 6.5: genetic analysis in Excel. Population genetic software for teaching and research – an update. Bioinformatics 28:2537-2539.

5. Pritchard JK, Stephens M, Donnelly P (2000). Inference of population structure using multilocus genotype data. Genetics 155:945-959.

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