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DOMUS DELLE IERODULE, OSTIA (ITALIA)

SITO

Localizzazione Scavi di Ostia Antica, via dei Romagnoli, Ostia (Roma)

Coordinate 41,72° N 12,27° O Altitudine 10 m s.l.m.

Inquadramento cronologico

Le origini di Ostia risalgono al 396 a.C. quando i romani, conquistarono Veio; poco dopo costruirono un accampamento (castrum), alla foce del Tevere, con lo scopo di presidiare il litorale attaccato da Greci e Siracusani.

A partire dal II secolo a.C, ottenuto il dominio nel Mediterraneo, l’importanza commerciale prevalse, così il vecchio “accampamento”, venne sostituito da botteghe, per la conservazione delle merci scaricate presso il porto fl uviale.

Attorno all’ultimo secolo della repubblica, lungo i lati della città, tranne quello settentrionale che si affacciava sul Tevere, vennero costruite delle mura.

Durante l’impero il complesso andò trasformandosi in una vera e propria città: nel II secolo divenne un centro fl orido e popoloso, e ciò comportò delle grandi trasformazioni dal punto di vista urbanistico.

Si costruì il foro con la ricostruzione del Capitolium, si moltiplicarono gli horrea, nel foro si costruirono la basilica, la curia, le terme. Alle vecchie domus repubblicane si sostituirono ricche case con cortili porticati.

Nel III secolo d.C., incominciò, il declino di Ostia, per l’importanza assunta da Porto, dove ormai erano state trasferite tutte le attività commerciali.

L’insula delle Ierodule ad Ostia fu messa in luce per gran parte della sua estensione da Maria Luisa Veloccia Rinaldi, nel 1967-1970. Dalle prime fasi di scavo emerse l’importanza dei reperti, delle ampie decorazioni ad affresco e dei pavimenti in mosaico contenuti nella domus. I restauri degli affreschi principali vennero cominciati subito, ma furono interrotti qualche tempo dopo. L’interruzione diede luogo, però, a rapidi e signifi cativi fenomeni di degrado.

La Soprintendenza di Ostia, a seguito di ciò, propose un intervento strutturale di recupero e restauro, che vide l’intervento sui reperti e, contemporaneamente, promosse la realizzazione di coperture protettive.

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Consistenza archeologica

L’abitazione è inserita in un isolato che si dispone in modo da avere al proprio centro un giardino. Lo schema geometrico costruttivo della casa è un doppio corpo di fabbrica privo di corte. I vani si distribuiscono intorno ad un nucleo centrale costituito dal tablinum. Sui lati brevi del nucleo di soggiorno si aggregano, separati da due stretti vani, gli altri ambienti, con una chiara distribuzione simmetrica. Ad ovest dell’ingresso si conservano i resti di un ambiente di servizio e di una scala. Sul lato est si addossano alla casa quattro ambienti adibiti probabilmente a magazzini. Tutte le pareti interne erano rivestite di uno spesso strato di intonaco dipinto. Pavimenti musivi decoravano le sale ed i corridoi; un battuto di calce caratterizza la pavimentazione delle zone di servizio e delle scale. Nelle stanze presumibilmente deputate a magazzino sono stati rinvenuti resti di pavimentazione a opus spicatum.

Le murature si conservano ad una altezza minima di 1,5 metri e massima di 3 metri rispetto al piano di campagna.

I muri perimetrali sono realizzati in opera testaceae di 60 cm di spessore; le murature interne sono invece in opera mista con specchiature in opera reticolata e misurano 45 cm.

L’abitazione doveva svilupparsi su due piani, come dimostra la presenza della scala interna, anche se, non conoscendo l’altezza degli ambienti maggiori, non si può stabilire se i vani superiori fossero solo di servizio.

I principali problemi dei reperti sono ascrivibili all’uso massiccio del cemento che negli anni sessanta e settanta è stato utilizzato per i restauri, che ha favorito, e a volte determinato, l’aumento dei fenomeni fessurativi. Un’altra causa del degrado diffuso è attribuibile all’umidità ascendente e dalla non buona protezione dalle acque meteoriche posta in atto fi no ad ora.

L’umidità persistente ha causato il dissolvimento di molti elementi laterizi che hanno generato lacune nei pavimenti, accelerando la fatiscenza delle malte, la diffusione di effl orescenze, la proliferazione di microrganismi, funghi e muschi.

CONDIZIONI DI RISCHIO

Dati climatici Temperatura inv. 2,6-13,3C°; prim. 7,3-19,8C°; est. 16,2-30,4C°; aut. 10,2-22,1C°

Umidità relativa inv. 76%; prim. 72%; est. 68,3%; aut. 75,3% Precipitazioni inv.230mm; prim. 184mm; est. 96mm; 289mm.

Tipologia del rischio

ISCR-Carta del rischio

Pericolosità sismica nazionale(2003): zona 3 Pericolosità ambientale aria:

pericolosità erosione: classe 3 pericolosità annerimento: classe 4 Rischio:

Ambientale aria: elevato Antropico: elevato

Umidità ascendente a causa dei terreni di tipo fl uviale e di riporto.

SISTEMA DI PROTEZIONE

Crediti Ente fi nanziatore: Soprintendenza per il Beni Archeologici di Ostia

Progetto architettonico: Soprintendenza per il Beni Archeologici di Ostia

Data realizzazione

Durata L’intervento risponde a requisiti di reversibilità, ma è a carattere permanente

Dati dimensionali Superfi cie coperta: 450 mq circa

Costo

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1. Planimetria generale del lotto delle case a giardino. 2. Pianta della domus delle Ierodule. 3. Assonometria. 4. I prospetti del progetto del sistema di protezione.

Linee guida progettuali

Il progetto della copertura ha previsto la costruzione di una struttura a due falde, con tetto in policarbonato di colore ambrato, per ridurre l’effetto serra, controllare la luminosità e inserirsi meglio nel paesaggio.

La struttura principale è costituita da sette capriate metalliche, che appoggiano sulle murature perimetrali tramite pilastri. La trave di collegamento delle capriate posizionata ad un’altezza di circa 3 metri, corrisponde alla quota originaria di posa del soffi tto, per suggerire correttamente volumetrie e spazialità. Il tetto, in corrispondenza dei vani accessori, si abbassa, in accordo con quanto avveniva nel manufatto originale. Un ampio sporto del tetto protegge la domus dall’ingresso delle acque meteoriche. Per gli spazi vuoti tra copertura e murature è stata prevista l’apposizione di una fi tta rete metallica, così come per le fi nestre, che da una parete impedirà l’accesso da parte degli animali e dall’altra conserverà la percezione tra interno ed esterno.

Descrizione strutturale

La struttura è costituita da pilastri in acciaio fondati sulle murature esistenti, opportunamente rin- forzate; la copertura è sostenuta da una struttura primaria a capriate e da una struttura secondaria in travetti lignei, ed è controventata con tiranti metallici.

Documentazione grafi ca e fotografi ca

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5-6. a facciata esterna della domus in rapporto con la strttura protettiva e con il sistema grigliato di facciata. 7-8- 9-10. Diversi ambienti della domus, in rapporto con la nuova struttura protettiva

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11. un interno della domus 12-13. i pilastri metallici fi ssati alle murature ed il sistema di protezione verticale, realizzato mediante grigliati metallici.

161 VALUTAZIONI TECNICO PRESTAZIONALI Manutenibilità e reversibilità

L’intervento è stato condotto rispettando criteri di reversibilità e di manutenibilità. La struttura, realizzata quasi completamente a secco, consentirebbe una e facile rimozione. La struttura, pur essendo “in continuità” con quella antica, è dotata di appoggi che si fondano su porzioni di mu- rature reintegrate: un eventuale smontaggio, quindi, non comporterebbe una manomissione della materia antica.

Effi cacia La copertura, grazie anche agli ampi sporti del tetto, garantisce buone prestazioni dal punto di vista

della difesa dalle acque e dalla eccessiva insolazione dei materiali conservati. Non fornisce, però , alcun contributo dal punto di vista del controllo termoigrometrico

Impatto archeologico e ambientale

La struttura si fonda direttamente sulle giaciture delle murature esistenti, opportunamente restau- rate e sopraelevate. Per ottenere questa condizione le murature esterne sono state tutte parifi cate in altezza, modifi cando in maniera abbastanza forte l’immagine del reperto. Le coperture, pur riproponendo la quota originaria del solaio del primo piano, non suggeriscono in alcun modo la presenza di un secondo livello. La percezione che dall’esterno si ha della domus delle Ierodule, di fatto, suggerisce una condizione monopiano, che non corrisponde alla realtà storica.

Contributo alla comprensione/ trasmissione

La quota di imposta del solaio della copertura riproporziona lo spazio interno del primo livello secondo la confi gurazione antica. Manca completamente un rimando alla presenza di un secondo livello.

BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE

M.L. Veloccia Rinaldi , Nuove pitture ostiensi: la casa delle Ierodule, in “RendPontAccRo- mArch”, XLIII, 1970-71 pp. 165-185

S. Falzone, A. Pellegrino, Insula delle Ierodule ad Ostia, in Peinture Funeraire Antique, IV, siecle

av. J.C-IV siecle ap. J.C., VII Colloquio AIPMA (Saint Romain-en-Gal-Vienne 1998), 2001, pp.

267-271.

S. Falzone, F. Panariti, A.Pellegrino, M. Ricciardi , “Il progetto di valorizzazione della casa delle

Ierodule ad Ostia, in “Domus romane: dallo scavo alla valorizzazione”. Atti del convegno di

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SCHEDA

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