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DOMUS DEL MITREO, MERIDA (SPAGNA)

SITO

Localizzazione Cerro de san Albin, Merida, Badajoz (Spagna)

Coordinate 38,85° N 6,3° O Altitudine 217 m s.l.m.

Inquadramento cronologico

La costruzione della Domus del Mitreo può essere fatta risalire al I secolo d. C, in epoca Flavia. L’abitazione, durante il corso del suo utilizzo, fu variamente rimodellata ed in parte ricostruita, ma fu utilizzata con continuità quasi ininterrotta fi no al IV secolo, quando poi fu abbandonata. I primi scavi nell’area furono effettuati nel 1913, a seguito delle operazioni preliminari alla costruzione della Plaça de Toros, che oggi si vede eretta in prossimità dell’area archeologica. In quella occasione furono, però, semplicemente prelevati beni mobili e sculture, destinati ad essere esposti in museo. Solo dopo cinquant’anni, nel 1954, sotto la direzione del Comisario Director de

las Excavaciones del Plan Nacional de Merida, Josè de Calasanz Serra Rafols, si ricominciarono

ad eseguire scavi nell’area della domus, con intento scientifi co. Nel 1964, invece, durante il cantiere per la costruzione di un centro medico, si portarono alla luce i primi resti archeologici delle terme della domus del Mitreo. Da quel momento le operazioni di scavo si sistematizzarono, sotto la direzione di Eugenio Garcia Sandoval. Nel 1994 La Direccion General de Patrimonio

del la Consejerìa de Educaciòn y Cultura del la Junta de Exremadura ha deciso di coprire i resti

archeologici con una tettoia, la cui progettazione è stata affi data agli architetti Rafael Mesa e Jesùs Martìnez, con il molteplice scopo di fornire una protezione per i reperti, di proteggere il lavoro degli archeologi impegnati nel prosieguo degli scavi, e di rendere il complesso visitabile dal pubblico.

Dati dimensionali Area totale della superfi cie scavata : 1500 mq circa

1.Plastico ricostruttivo della Domus del Mitreo

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Consistenza archeologica

La Casa del Mitreo è un importante documento archeologico, oltre che per la ricchezza delle pavi- mentazioni musive e delle pitture murali che vi si conservano, anche per la straordinaria ricchezza tipologica della villa, il cui impianto risulta molto ben leggibile.

L’impianto planimetrico si concentra intorno a tre ambienti: atrio, peristilio e viridarium. Attorno all’atrio si sviluppano le tabernae e il tablinum, gli spazi di convivio e di ricevimento della casa; intono al viridarium, invece, sono situati gli spazi a carattere privato.

Alla Domus si accede attraverso un vestibolo, pavimentato in opus signinum, che conduce ad un atrio. Su entrambi i lati del vestibolo di ingresso sono situate delle tabernae. L’atrio è interrotto, al centro, da un impluvium, sorretto ai quattro angoli da colonne tuscaniche in granito. Al lato dell’atrio si aprono altri ambienti: a est una zona di cucina e un larario, a ovest un ambiente dalla forma allungata. Adiacente al larario è il tablinum, pavimentato con il prezioso “Mosaico Cosmo- gonico” e con pareti decorate con pitture. A sud dell’atrio si apre il peristilio, anch’esso pavimen- tato in opus signinum, e con decorazioni parietali in crustae marmoreae. Il compluvio è sorretto da colonne in granito, a base stuccata, con colore rosso. A nord del peristilio si trova un cubiculum di uso familiare, e uno spazio conosciuto come “abitazione delle pitture”. Quest’ultima, usata come

triclinium, è caratterizzata da pitture parietali in ottimo stato di conservazione.

Dal peristilio si apre un passaggio verso il viridarium: un patio porticato, con al centro un giardino. Le colonne di sostegno del compluvio, coerentemente con quanto accade nel peristilio, sono di granito e poggiano su una base stuccata in rosso. Il pavimento del portico è decorato con mosaici di motivo geometrico. Ad ovest del viridarium vi è una cisterna, sulla quale era probabilmente posizionato un ambiente di ricevimento. A nord si riscontra la presenza di cubicula decorati con pitture murali e pavimentazioni musive del II secolo.

L’area archeologica mostra, a sud-est, un impianto termale. Non è chiaro se le terme fossero in diretto collegamento con la casa, ma, dato l’impianto tipicamente privato e le ridotte dimensioni, sembra l’ipotesi più probabile.

Il lato est del complesso contiene una piscina di forma absidale, pavimentata con un mosaico in tessere bianche. A sud e sud-est ci sono i resti dell’ipocausto e del praefurnium, sopra il quale era ubicato il calidarium. A nord si trova un apodyterium e un’ altra piscina, identifi cabile come il

frigidarium. Lo spazio di distribuzione è riccamente pavimentato in mosaici.

CONDIZIONI DI RISCHIO

Dati climatici Temperatura Inv. 4-16C°; Prim. 11-25C°; Est. 17-33C°; Aut. 7-18C°

Umidità relativa Inv. 76%; Prim. 66%; Est. 50%; Aut. 77%

Precipitazioni Inv. 130mm; Prim. 112mm; Est. 31mm; Aut. 192mm

Tipologia del rischio

I mosaici pavimentali e le pitture murali subiscono un forte deterioramento se sottoposti ad agenti atmosferici diretti.

L’area non ha un’umidità relativa elevata, nè escursioni termiche importanti. E’ soggetta ad un rischio sismico di media entità.

SISTEMA DI PROTEZIONE

Crediti Ente fi nanziatore: Ayuntamento de Merida

Progettazione architettonica e allestimento: Rafael Mesa Hurtado e Jèsus Martìnez Vergel

Data realizzazione 1994

Durata L’intervento risponde a requisiti di reversibilità, ma è a carattere permanente.

Dati dimensionali Superfi cie coperta: 2000 mq circa

2. Un particolare della pavimentazione musiva

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Costo

dell’intervento Dato non disponibile

Linee guida progettuali

L’intervento progettuale si propone di coprire la grande dimensione dello scavo con una struttura diprotezione che interferisca il meno possibile con i reperti: una copertura indifferenziata, mono- cromatica, è sospesa sul un suolo archeologico con il quale volontariamente non dialoga. La co- pertura è costituita da una struttura metallica tridimensionale, a modulo triangolare, che consente il superamento di luci molto ampie; un primo campo copre l’area che si sviluppa intorno all’atrio ed al peristilio, il secondo copre l’area intorno al viridariumun. File di pilastri ordinatamente disposti sui bordi interferiscono pochissimo con i manufatti archeologici, sia dal punto di vista percettivo che dal punto di vista fi sico, tenendosi fuori dall’area di scavo. La struttura metallica è dipinta di rosso, come di colore rossastro sono i pannelli di legno che ne rivestono l’intradosso per tutta la sua estensione. Il tentativo di fondere, attraverso il colore, tutte le parti del manufatto contemporaneo, sottolinea l’intenzione che sia inteso come un elemento plastico giustapposto, un fondale. La com- prensione della spazialità interna della domus, degli spazi aperti e degli ambienti chiusi, è affi data al solo manufatto archeologico, che grazie al suo stato di conservazione, basta a far leggere, a chi lo sappia fare, la distinzione tra gli spazi.

Le grandi luci libere hanno permesso la prosecuzione degli scavi senza condizionamenti dati dalle nuove strutture, permettendo, nello stesso tempo, la fruizione dell’area da parte dei visitatori.

Descrizione strutturale

La struttura, in acciaio, è costituita da una maglia tridimensionale monodirezionale a modulo triangolare, che poggia su fi le di pilastri posizionati alle estremità dei campi di solaio. La struttura di copertura consente il superamento di grandi luci, che liberano le aree scavate dalla presenza di pilastri.

Documentazione grafi ca e fotografi ca

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4-5-.La sezione ricostruttiva del peristilio della domus, sotto la sezione della copertura archeologica, che evidenzia la rinuncia a qualunque intento didattico di riproposizione spaziale. 6. La copertura archeologica inserita nel suo contesto urbano. 7-8. Il sistema di accesso al percorso di visita.

9. La copertura archeologica vista dall’esterno. In evidenza il sistema degli appoggi

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10. Lo spazio compresso deter- minato dalla costruzione della copertura archeologica diventa evidente soprattutto sulle parti originariamente scoperte, come il peristilio. 11. Il triclinium con il mosaico “Cosmogonico”

10. Lo spazio compresso determi- nato dalla costruzione della coper- tura archeologica diventa evidente soprattutto sulle parti originaria- mente scoperte, come il peristilio. 11. Il triclinium con il mosaico “Cosmogonico”. 12. Il sistema di copertura in corrispondenza degli ambienti adiacenti al viridarium e la scarpata che delimita lo scavo. 13. Il peristilio 14. Particolare del giardino del viridarium. 15. La zona del viridarium . 16. Il sistema di appoggi della copertura.

136 VALUTAZIONI TECNICO PRESTAZIONALI Manutenibilità e reversibilità

L’intervento è reversibile, in quanto realizzato con strutture metalliche che si fondano in punti non interessati dai reperti.

La modularità degli elementi che rivestono la copertura e la verniciatura degli elementi in acciaio rendono semplice la manutenzione della struttura.

Effi cacia La copertura continua non permette all’acqua di arrivare agli ambienti interni della casa, dove sono

conservati i mosaici di maggiore pregio. La soluzione adottata, però, non presuppone la possibilità di un controllo ambientale.

Impatto archeologico e ambientale

La struttura si fonda su linee strutturali che ricercano l’indipendenza dal suolo archeologico, e si distingue chiaramente dai reperti che protegge; non preclude la vista al contorno e non fornisce ele- menti che possano confondere nella percezione dello spazio. Deliberatamente tende ad annullare il proprio impatto sul bene protetto.

Contributo alla comprensione/ trasmissione

La copertura non fornisce alcun contributo alla comprensione dei reperti protetti. La totale estraneità della struttura di protezione la stacca completamente dal contesto archeologico nella quale è inserita. La scelta di non suggerire, nè attraverso dei campi liberi dal sistema di copertura, nè attraverso un cambio di materiale, una distinzione fra gli spazi originariamente aperti e quelli originariamente coperti, appiattisce la visione dell’insieme in un’unica condizione di penombra.

BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE

www.tarraconensis.com

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SCHEDA

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