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La III Conferenza tenutasi nel 2001 a Lima (Perù) ha portato all'approvazione dell'Agenda

CAPITOLO 3 Elaborazioni e pratiche di Economia di solidarietà in

3. Il comportamento umano quotidiano sulla via della degradazione, di cui sono sintomo le malattie mentali, la droga, il vandalismo.

3.3 Economia solidale in Perù

Le prime esperienze di economia sociale in Perù risalgono agli anni '70, quando con l'appoggio dei "paesi non allineati77" l'allora presidente Juan Velasco Alvarado78 cominciò a promuovere forme di

autogestione o di cogestione produttiva, con imprese di proprietà sociale o comunitaria e con la partecipazione azionaria dei lavoratori in imprese statali: un modello che fu criticato per essere verticistico e poco efficiente, e che però comportava una politica di ricerca di alternative e di sostegno da parte dello Stato.

Alvarado attuò una grande riforma agraria, espropriando tutti i latifondi delle grandi famiglie peruviane e distribuendoli ai contadini; nazionalizzò le banche e i giornali, confiscò gli impianti petroliferi e le miniere, sollecitò la partecipazione operaia e appoggiò i paesi del Terzo Mondo contro l'avanzata del gigante americano. Ma una dittatura resta sempre tale: la restrizione delle libertà, il controllo delle università, i metodi repressivi e la corruzione portarono a un nuovo golpe militare, che conferì, nel 1975, pieni poteri al generale Francisco Morales Bermùdez.

Il neoliberismo prevalse poi in Perù, ben prima degli anni Novanta: dal 1975, con politiche diverse, i successivi governi di Bermudez79, Belaundè80, Garcia81 e Fujimori82 non incentivarono quelle

esperienze; mentre Sendero Luminoso83 ce la mise tutta per rendere ancora più difficile qualunque

tipo di impegno democratico e solidale.

77 Movimento politico internazionale sorto nei primi anni cinquanta del Novecento che aggregava stati che non appartenevano né alla Nato né al Patto di Varsavia. Si delineò per iniziativa di alcuni governanti (soprattutto lo iugoslavo Tito, l'indiano Nehru, l'egiziano Nasser) raccogliendo adesioni fra paesi del Terzo mondo di recente indipendenza. L'idea nacque nel 1955 a Bandung, cittadina dell'Indonesia, dove 29 paesi asiatici e africani si ritrovarono con lo scopo di tracciare una linea comune di azione e per superare la visione del mondo proposta dai paesi occidentali coalizzati con gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica. La conferenza di Bandung terminò con un documento in dieci punti, poi divenuto la base per varare il Non Allineamento, che si chiamò “Dichiarazione per la promozione della pace nel mondo e la cooperazione”. La prima conferenza ufficiale dei non allineati si tenne a Belgrado nel 1961 e vi parteciparono venticinque paesi sulla base di un programma alternativo ai due blocchi allo scopo di permettere lo sviluppo economico e sociale dei paesi aderenti e la democratizzazione delle relazioni internazionali attraverso il disarmo e una politica di non ingerenza nelle scelte degli stati. Ad Algeri, nel 1973, i paesi Non Allineati, che allora erano 75, posero le basi per un Nuovo Ordine Economico Internazionale, il NOEI. In seguito si svolsero altre conferenze e il movimento si estese fino a comprendere 75 paesi, ma l'aggregazione non assunse mai un carattere istituzionale. I suoi membri mantennero spesso comportamenti divergenti in campo internazionale e non riuscì a evitare i conflitti che si verificarono tra gli stati membri sulla base dei particolari interessi regionali. Con la scomparsa dei suoi prestigiosi promotori e l'accentuarsi dei conflitti locali degli anni settanta e ottanta, il movimento perse la sua originaria influenza.

78 Il generale socialista fu al Governo dal 1968 al 1975. 79 1975-1980.

80 Al suo secondo mandato negli anni 1980-1985. Il primo mandato fu negli anni 1963-1968. 81 Prima mandato 1985-1990.

82 1990-2000.

83 Nome ufficiale completo: Partido Comunista del Perù- Sendero Luminoso, PCP- SL. E' un'organizzazione rivoluzionaria peruviana di ispirazione maoista, fondata tra il 1969 e il 1970 da Abimael Guzmàn Reynoso, in seguito alla scissione dal Partido Comunista del Perù- Bandera Roja, PCP- BR.

Le teorie de "L'altro sentiero" di Hernando De Soto e Mario Vargas Llosa sembravano invece confidare troppo nelle virtù taumaturgiche della deregolamentazione per uno spontaneo e risolutivo "capitalismo popolare". Oggi Vargas Llosa, con Sen e Soros, riconosce che lo sviluppo economico non può essere avulso da democrazia, regole, cultura (Sen parla di "fraternità").

Gli anni Novanta vedono una crescita delle esperienze di economia solidale, nate per necessità come micro imprese di sopravvivenza, comunità contadine, gruppi di donne, e orientate verso uno sviluppo su scala locale e su ampio raggio.

Sorgono così diverse organizzazioni di “economia popolare solidale” in tutti i settori:

● produttivo, con piccole e micro industrie, e imprese produttive autogestite ● commercio, attraverso piccoli commercianti, venditori ambulanti, etc...

● servizi, attraverso laboratori di mantenimento e/o riparazione, servizi di contabilità, etc... ● consumo, con la costituzione di “comedores populares” autogestiti84, club di madri, comitati

per la salvaguardia della salute, comitati del “vaso de leche”85

● finanziario, attraverso programmi di microcredito, gruppi solidali o cooperativi di risparmio

e credito

● educativo, con la creazione di gruppi educativi per adulti e giovani.

Si tratta sicuramente di esperienze molto diverse tra loro, ma accomunate tutte dall'ideale del mutuo aiuto, in modo da poter raggiungere insieme tutto ciò che non risultava possibile ottenere singolarmente.

Globalizzazione della solidarietà

Nonostante le difficoltà (cultura, concorrenza, binomio sfruttamento/reciprocità, tempi di consegna e qualità dei prodotti) oggi è in atto un processo di condivisione di conoscenze e servizi e di negoziazione. Questa vivacità culturale ha trovato il suo apogeo nel simposio di Lima del 1997 (tenutosi dal 1 al 4 luglio), "Globalizzazione della solidarietà", a cui hanno partecipato realtà di 32

84 Si tratta di organizzazioni di donne dei settori urbani popolari; ogni comedor è formato da circa 25 persone che si organizzano per cucinare insieme a rotazione, producendo circa 117 piatti al giorno, da vendersi a prezzi variabili a seconda della condizione economica di ciascuna famiglia. A Lima sono presenti circa 1.400 comedores, mentre in tutto il Perù se ne contano circa 10.000.

85 Nasce a Lima come un aiuto offerto alle madri e ai bambini, per sopperire alle mancanze alimentari ma, in seguito al grosso seguito ottenuto viene trasformato in un Programma di assistenza alimentare materna e infantile, presente in tutte le province del Perù, il 4 gennaio 1985 mediante la legge 24059.

Paesi; mentre un secondo simposio si è tenuto nel 2001 in Canada e un terzo nel 2005 a Dakar.

Nella Dichiarazione di Lima86 viene ribadito come l'economia di solidarietà incorpori la

cooperazione, la condivisione e l'agire comune e metta l'essere umano al centro dello sviluppo economico e sociale. La solidarietà in economia pone le basi per la costruzione di un progetto economico, politico e sociale, capace di produrre un nuovo modo di fare politica e di stabilire le relazioni umane sulla base del consenso e della cittadinanza attiva. Nessun settore risulta estraneo alle iniziative di economia sociale e solidale; essa è presente sia nei centri urbani che in quelli rurali, e interessa tanto il settore formale quanto quello informale.

Inoltre si evidenzia come l'economia solidale cerchi di portare alla luce l'apporto dato all'economia dal lavoro delle donne e “Evidencia también el aporte del trabajo de niños y niñas, adolescentes y

jóvenes; buscando la protección de su integridad y la vigencia de sus derechos”.

La solidarietà nell'economia rappresenta una leva per:

● rendere possibile lo sviluppo di ogni individuo e la sua responsabilità nella realizzazione di

attività socialmente utili

● promuovere una condivisione maggiormente egualitaria delle risorse della Terra in una

prospettiva di sviluppo sostenibile, di rispetto della vita e delle diversità culturali, e di democratizzazione

● rafforzare la capacità delle comunità per poter garantire l'equità

● promuovere, tanto al Nord quanto al Sud, delle campagne a favore del commercio equo, e

sviluppare una coscienza cittadina di consumatori attenti al rispetto di codici etici nell'economia; e promuovere un cambiamento nella produzione e nel consumo non sostenibili.

Il lavoro in questo campo, ormai, più che adesioni acritiche a modelli inesistenti, slogan o scorciatoie in bilico tra l'emotivo e il razionale, richiede uno studio attento della realtà, affiancato al coraggio della ricerca del nuovo. L'economia di solidarietà non si può costruire in tempi brevi ma necessita di progetti di medio e lungo periodo, per questo si evidenzia la necessità di lavorare con le nuove generazioni

Il documento evidenzia una serie di condizioni per consolidare l'economia solidale:

● stabilire un autentico diritto alla creatività e all'iniziativa, accompagnate dall'obbligo della

trasparenza, in quanto la sua forza è radicata nell'interconnessione dei processi di intercambio e di azione cittadina locale

● profilarsi come una proposta per avvicinare l'economia e la società; essere capaci di

promuovere e sviluppare un dialogo tra lo Stato, il settore privato e la società civile

● prendere in considerazione le differenti condizioni degli uomini e delle donne e promuovere

delle relazioni di genere eque, non solamente nella vita quotidiana ma anche in tutti gli spazi in cui vengono prese le decisioni

● promuovere l'uguaglianza di opportunità nell'accesso alle risorse: crediti, educazione,

tecnologia, formazione

● pretendere che lo Stato adempia alle sue responsabilità sociali e garantisca i diritti sociali

universali, affinché la cittadinanza possa realmente esercitarli; questo implica una ristrutturazione dello stato sociale al Nord, che deve rendersi diponibile a collaborare con reti della società civile, e la costruzione dello stato sociale al Sud

● ottenere livelli istituzionali democratici, partecipativi e con capacità di incidenza nell'arena

politica

● articolare in reti le iniziative, rispettando le specificità storiche di ogni Paese e il pluralismo

culturale; ciò richiede un cambiamento nella cooperazione Nord-Sud, e un incremento della cooperazione Sud-Sud e Sud-Nord e di nuove forme di cooperazione decentrata

● rafforzare e sviluppare una società civile con una molteplicità di attori che ricerchino la sua

articolazione tanto sul piano nazionale che su quello internazionale.

Il GRESP

In Perù la più grande associazione che si occupa di economia della solidarietà è il GRESP (Grupo Red de Economia Solidaria del Perù), un'Associazione Civile costituita da un insieme di associazioni, ONG, organizzazioni religiose, associazioni di cooperazione internazionale con sede in Perù, e singoli individui interessati e competenti in materia, che promuovono pratiche di economia associativa e di economia solidale. In realtà il GRESP è stata la prima istituzione che ha cominciato a divulgare l'idea dell'economia di solidarietà attraverso una serie di seminari internazionali.

Il GRESP nasce nel 1994 come un semplice spazio di riflessione sulle tematiche dell'economia solidale e come luogo di scambio di esperienze a livello nazionale e internazionale; nel 1997 -dopo

esser parte stato parte attiva durante il Simposio del 1997- si trasforma in un Gruppo d'iniziativa, con lo scopo di promuovere tutte le iniziative di economia solidale presenti a livello nazionale, e in ultimo nel 1998 si costituisce ufficialmente come GRESP. Il 7 ottobre 1998 viene eletto il primo Consiglio Direttivo, mentre il 12 aprile 1999 viene approvato lo Statuto e il 24 settembre 1999 viene formalizzata legalmente la sua iscrizione ai Registri Pubblici di Lima.

Il GRESP è un integrante del Consiglio d'amministrazione della Red Intercontinental de Promociòn de la Economìa Social Solidaria (RIPESS), che si prefigge di contribuire ad aumentare la coesione tra le pratiche di economia sociale e solidale e di rafforzare il potere d'azione dei vari attori presenti in questo settore. La missione della rete è quella di rafforzare le dinamiche continentali e le differenti forme di concepire l'economia solidale e l'economia sociale.

I principi che reggono la RIPESS sono:

● inclusività, in quanto la rete è aperta a tutte le pratiche che predicano la solidarietà

nell'economia

● pluralità, in quando raccomanda il pluralismo economico in modo tale che il mercato

(economia privata) e lo Stato (economia pubblica) non costituiscano l'unica forma di sviluppo, ma venga inclusa anche l'economia sociale, implementata da una molteplicità di attori della società civile

● diversità, riferendosi sia alle diversità culturali dei suoi membri provenienti dai cinque

continenti, sia alla diversità degli attori dell'economia sociale e solidale, non tralasciando le problematiche delle differenze di genere

● trasversalità ● orizzontalità ● creatività

● cultura della connessione tra reti, raccomandando l'apertura, la flessibilità, la partecipazione

e la sinergia

● valorizzazione dei membri ● interculturalità

L'attuale presidente del GRESP è Humberto Ortiz Roca, uno dei più noti economisti peruviani.

A proposito della diffusione dell'economia di solidarietà in Perù, nel Memorial Annual del 2006-2007 del GRESP, si legge che l'impatto economico delle esperienze di economia solidale è in

aumento, nonostante le condizioni avverse dal punto di vista tributario e dell'indebolimento del mercato interno, grazie all'azione collettiva e al miglioramento della qualità di prodotti e servizi. Viene evidenziato inoltre un maggiore interesse verso lo studio di queste “nuove” tendenze e, in alcuni ambiti locali aumenta l'appoggio dato alle iniziative.

Il GRESP è articolato in 17 GIES (Grupos de Iniciativas de Economìa Solidaria).

I GIES sono spazi di articolazione locale delle esperienze di economia solidale e delle istituzioni di formazione e promozione. Funzionano in modo autonomo rispetto al GRESP, ma in continua coordinazione e partecipano alle assemblee del GRESP e agli Incontri Nazionali.

All'interno del GRESP esistono tre reti tematiche di economia solidale:

● Red Peruana de Comercio Justo y Consumo Etico, costituita nel 2004 e attualmente

impegnata nell'elaborazione di un sistema di certificazione dei prodotti del commercio equo per il mercato nazionale. Ha aperto due botteghe del commercio equo, nelle città di Puno (nel 2005) e Lima (nel 2007) e sta progettando di aprirne una terza nella città di Cusco. Partecipa a numerosi eventi e fiere per promuovere l'idea del commercio equo anche a livello nazionale, in modo da trasformare il Perù da paese produttore a paese anche consumatore di prodotti equi e solidali.

● Red de Turismo Social y Solidario, in via di formazione

● Cooperativa de cooperativas y entidades de Finanzas Solidarias, in via di costituzione.

Le reti tematiche hanno carattere nazionale, ma si trovano articolate ai diversi processi locali e internazionali. Per esempio la Red Peruana de Comercio Justo è parte integrante della Mesa de Coordinaciòn Latinoamericana de Comercio Justo.

Il MANTHOC è parte della Red Peruana de Comercio Justo, in quanto produttore di alcuni articoli di artigianato fatti a mano dai bambini e adolescenti lavoratori.

Questa sua presenza ha portato i promotori del commercio equo e solidale in Perù a scontrarsi con la problematica della ghettizzazione e del rifiuto del lavoro minorile, portandoli ad accettare l'idea che le parole “lavoro minorile” e “dignità” possano coesistere.

CAPITOLO 4