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Gli elementi costitutivi di una scuola pensata verso l’Apprendimento Differenziato: una mappa operativa

In un’osservazione storica del percorso dell’IC Mariti, la lettura dei bisogni dei soggetti del territorio si è intrecciata negli anni con una visione di scuola e con pratiche di ricerca-azione per raggiungere gli obiettivi di ospitalità, co- munità e responsabilità (Pampaloni, 2008). Di seguito vengono presentati al- cuni elementi fondamentali per una corretta implementazione di AD.

In primis vi sono il lavorare sul senso di comunità dei docenti e dei sogget- ti-scuola perché è nella comunità che possono essere valorizzati i talenti indi- viduali, e il potenziare la progettazione comune fra docenti.

• La condivisione da parte dei docenti facenti parte del team e il cambiamento di ruoli: la condizione primaria per l’implementazione di attività di innovazione di- dattica è che queste siano condivise dai docenti. Il collegio dei docenti può defini- re alcune priorità di lavoro culturale e didattico per delle scuole in contesti territo- riali diversificati (oltre naturalmente quelle definite dalla legge e dalle Indicazioni nazionali), ma è l’intero gruppo dei docenti che deve attivarsi affinché quelle scel- te vengano tradotte in azioni didattiche sottoposte anche a valutazione formativa. • Il motore del cambiamento per aiutare i docenti a diventare comunità di buone

pratiche è il DS, che può attuare alcuni passaggi fondamentali nell’organizzazione delle scuole, favorire incontri incentrati sulla didattica, lavorare sulla comunica- zione interna all’Istituto, sulla definizione di responsabilità precise interne a ogni plesso e sulla valorizzazione dei risultati di apprendimento dei discenti.

• La formazione dei docenti, attuata in modalità AD, è una leva fondamentale per il cambiamento in quanto risponde a loro esigenze specifiche e suscita in- teressi particolari, aumentando la motivazione di ognuno. Soprattutto con i docenti è da privilegiare una formazione differenziata anche di piccolo grup- po, che sia improntata al lavoro di ricerca-azione e che abbia momenti di dif- fusione dei risultati all’intero gruppo dei docenti. Oltre alla formazione ob- bligatoria, formale e basata su inclinazioni individuali, la scuola e il DS in particolare possono promuovere anche stimoli e iniziative più aperte e la creazione di un substrato culturale comune per i docenti e per la comunità scuola nel suo complesso.

• Il ruolo del territorio: non solo enti locali e genitori degli studenti, con i quali è sempre necessario stipulare un patto educativo per la comunità, ma bisogna coin- volgere anche le attività economiche del territorio, le associazioni culturali, ricrea- tive e sportive per accrescere le potenzialità di apprendimento dei ragazzi.

Fondamentali risultano essere l’allestire gli spazi d’aula in modo da consen- tire lo sviluppo di attività didattiche differenziate, l’organizzare le attività in classe attraverso forme di differenziazione didattica e il dare rilevanza alla progettazione di contenuti, processi e prodotti.

tempo dello studio a scuola escono dal format della lezione frontale tradizionale e dei compiti a casa standardizzati. La scuola che decide di stimolare e guidare i ra- gazzi ad apprendere rispettando i tempi e i modi di ciascuno, organizza gli spazi scolastici e l’uso di materiali didattici per favorire tutto ciò, e permette ai ragazzi di scegliere le attività che preferiscono, controllandone i risultati e sollecitando i giovani anche a fare nuove e diversificate esperienze di apprendimento. È perciò necessario prevedere un lavoro costante di accompagnamento dei genitori all’innovazione didattica per rispondere al bisogno/diritto di apprendere di ogn studente, affinché i genitori condividano e sostengano la filosofia di fondo di AD. • La produzione attiva di artefatti: nella produzione di artefatti si concretizza la sfi-

da per arrivare all’Apprendimento Differenziato. La lezione frontale viene sosti- tuita da svariate attività che vedono i ragazzi protagonisti del loro agire, si costrui- scono oggetti, si parla, si compone musica, si pratica il nuoto, si usa la zappa, si programma e, tramite forme di cooperative learning, prendono vita prodotti cultu- rali originali, nati dall’inventiva e dalla creatività degli studenti.

• L’uso delle tecnologie. Le tecnologie sono strumenti di lavoro importanti per do- centi e studenti per motivare, per comunicare, per favorire l’apprendimento e per ampliare le informazioni, ma sono sempre strumenti “a servizio” della produzione attiva di artefatti di qualità e volti allo sviluppo delle competenze dei ragazzi in modo differenziato.

Infine, è importante promuovere la valutazione formativa e l’autovalutazione in quanto la differenziazione come modello educativo coin- volge fortemente sia l’autovalutazione/valutazione dalla parte degli adulti che la valutazione dei ragazzi. Si valutano i risultati di apprendimento dei ragazzi, ma sia l’autovalutazione sia la stessa valutazione formativa riguardano l’intera organizzazione della scuola e della didattica.

A livello di contesto classe, i cinque passi dai quali un docente potrebbe partire per mettere in atto l’approccio AD sono:

• condividere con i colleghi del team il significato di Apprendimento Differenziato; • organizzare lo spazio aula come aula laboratorio disponendo i banchi “a isola”,

usare la cattedra addossata al muro come tavolo di appoggio, prevedere piccoli spazi per il lavoro individuale e avere in classe tanto materiale utile all’apprendimento;

• informare preventivamente e supportare i genitori degli studenti nelle loro doman- de/perplessità;

• far lavorare spesso gli studenti in piccolo gruppo o in coppia diversificando le at- tività in modo che si rendano conto che possono fare cose differenti anche stando allo stesso banco;

Conclusioni

Con la differenziazione si guarda agli studenti per ciò che sono, valutando realisticamente le loro conoscenze e le loro competenze in un dato momento. In questa prospettiva, si assume come dato pedagogico lo stato reale degli studenti, non rinunciando, tuttavia, ad offrire loro sfide e opportunità di ap- prendimento. Nel modello educativo di AD permane l’individuazione dello studente, visto come un soggetto unico in termini di esperienze passate, cul- tura, lingua, interessi, preparazione in relazione ai contenuti scolastici, com- petenze possedute, velocità di apprendimento, consapevolezza e fiducia in sé e livello di autonomia. I punti di forza di AD si possono individuare sia negli aspetti del modello riguardanti i contenuti da apprendere, sia nell’autoregolazione dell’apprendimento secondo i tempi propri di ciascun di- scente. I valori di responsabilità, ospitalità e comunità concorrono nel pro- muovere un apprendimento volto a valorizzare i talenti e alla creazione di comunità, mentre lo sviluppo della responsabilità propria e di quella diffusa della scuola-comunità educante sono le leve del cambiamento per far cresce- re l’autonomia dei ragazzi e favorire la cittadinanza attiva. Gli aspetti pro- blematici di AD riguardano la difficoltà di alcuni genitori a comprendere e accettare i cambiamenti legati al metodo AD, come, ad esempio, la perdita d’importanza del voto rispetto a una valutazione formativa costante e la di- scontinuità dell’uso del metodo della differenziazione tra i diversi livelli sco- lastici. I prossimi passi della ricerca saranno orientati a sostenere lo sviluppo e l’implementazione dell’idea AD in modo diffuso nelle scuole italiane.

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processo educativo in un corso