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Il modello formativo integrato: peer education, peer tu toring e outdoor training

MONITORAGGIO E VALUTAZIONE

Sono previste fasi di briefing e debriefing lungo tutto il percorso formativo. Tali fasi implicano il coinvolgimento di tutti gli attori e risultano molto utili an- che ai fini del monitoraggio in itinere delle attività.

Il progetto intende rispondere alle finalità indicate dal MIUR nella Guida ope- rativa per la scuola sull’Alternanza Scuola Lavoro, attuando modalità di ap- prendimento flessibili e equivalenti sotto il profilo culturale ed educativo, ri- spetto agli esiti dei percorsi del secondo ciclo, che colleghino sistematicamente la formazione in aula con l’esperienza pratica; mirando ad arricchire la forma- zione acquisita nei percorsi scolastici e formativi con l’acquisizione di compe- tenze spendibili anche nel mercato del lavoro, e favorendo infine l’orienta- mento dei giovani per valorizzarne le vocazioni personali, gli interessi e gli stili di apprendimento individuali.

Al fine di valutare l’esperienza di alternanza scuola lavoro proposta, è previ- sta la costruzione e somministrazione di strumenti di valutazione della ricaduta del percorso. Sono valorizzati in particolare il diario di bordo, le interviste in profondità, la valutazione della qualità del materiale prodotto, e il gradimento delle attività di disseminazione.

È infine importante riflettere su alcuni punti tecnici chiave del progetto che sono strettamente legati alla complessità del sistema scuola e che possono tra- sformarsi in vere e proprie criticità. È innanzitutto necessario un forte con- senso con i dirigenti e i referenti di ogni istituto per poter contare su una veloce azione amministrativa, su una buona comunicazione interna e su un valido coordinamento delle attività. Difficoltà a far coincidere spazi e tempi possono tradursi in un vero e proprio veto ad alcuni ragazzi imposto dai docenti non ben coinvolti a partecipare a significative fasi del progetto. Particolare attenzione

deve essere prestata alla creazione di un team di insegnanti motivati in grado di garantire la sostenibilità del percorso formativo e delle correlate attività di disseminazione anche negli anni successivi.

Altrettanto importante è dare rilievo alla ricaduta diretta e indiretta in un progetto in cui una componente forte è rappresentata da iniziative attivate tra pari. È un modello di lavoro che sollecita il confronto, che sostiene la centralità dello studente, che rende l’adolescente consapevole divulgatore di comporta- menti e generatori di contaminazione tra coetanei, che contribuisce a costruire la metafora della scuola-comunità come luogo “plurale” di apprendimento e di confronto, luogo dove i conflitti sono riconosciuti come ambienti di apprendi- mento.

Conclusioni

Il concetto di scuola veicolato dal rapporto Delors (1997) è definito nell'idea che l'apprendimento racchiuda un tesoro, come ben esplicitato nel titolo “Lear- ning: the treasure within” (tradotto in italiano con “Nell'educazione un tesoro”). Come è scritto nel rapporto, “di fronte alle numerose sfide della nostra epoca, l’educazione rappresenta uno strumento indispensabile per far sì che l’umanità possa andare avanti verso ideali di pace, libertà e giustizia sociale, ed è una strada al servizio di uno sviluppo umano armonioso, che potrà essere d’aiuto per far retrocedere la povertà, le incomprensioni, l’ingiustizia, le disugua- glianze, l’oppressione e la guerra”.

L’Alternanza Scuola Lavoro è una straordinaria esperienza formativa inno- vativa che consente alla scuola del terzo millennio di connettersi con il mondo del lavoro per capire le nuove esigenze occupazionali, di confrontarsi su tema- tiche globali, come i diritti umani e la cooperazione allo sviluppo, di orientare le aspirazioni degli studenti.

Una scuola e una università, in un’ottica di lifelong learning, più efficaci guardano al territorio, coinvolgendo società e studenti sulle scelte per un fu- turo in continuo movimento, si sintonizzano alle frequenze del mondo del la- voro, pongono le basi per uno scambio di esperienze e di crescita reciproca. Volontariato, enti culturali, ONG/Associazioni no profit sono nuovi partner edu- cativi e formativi in grado di scatenare sinergiche esperienze in un contesto straordinario di cambiamento culturale, che coniuga il tessuto produttivo con quello socio-culturale del paese.

Ed è proprio la particolarità della spinta umanitaria, a stimolare il dialogo nelle diversità culturali e identitarie di una cittadinanza cosmopolita e a favo- rire nei giovani il superamento della logica bipolare “noi e voi”, che contrap- pone identità universale e individuale.

E’ fondamentale che scuola e università interagiscano, si confrontino sui va- lori e collaborino nella realizzazione del processo formativo anche con altri at- tori importanti nella formazione delle persone, in particolare riguardo alle sfide di cui abbiamo parlato, costituiti dall’insieme di quei soggetti della società ci- vile organizzata che operano in contesti geografici, economici, sociali, politici e culturali molto diversi tra loro e che vivono le due facce della medaglia del mondo, in una visione insieme locale e globale. Associazioni/ONG sono da qual- che decennio a supporto dei docenti più impegnati, ma occorre che imparino, in un’ottica di strategia di lungo periodo, a operare sempre più con la scuola e non, semplicemente, nella scuola.

Occorre una alleanza tra questi attori, per affrontare le sfide del mondo in cui viviamo in maniera congiunta e coerente. Una triangolazione tra scuole, università e mondo della cooperazione può, infatti, far comprendere il vero si- gnificato di esclusione, disuguaglianza e ingiustizia, verso la costruzione di una consapevole cittadinanza globale, democratica e sostenibile. Può trasformare le diverse esperienze isolate e pilota in una educazione trasformatrice in grado di rispondere più efficacemente alle sfide della società contemporanea.

Riferimenti bibliografici

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