Fra le calamità naturali la g r a n d i n e occupa, come impor-tanza, u n posto assai diverso a seconda delle zone p r o v o c a n d o d a n n i che rivestono spesso un'ec-cezionale gravità in alcune aree e per alcune colture, specialmen-te p e r la vispecialmen-te tanto da costituire u n fattore assai p r e o c c u p a n t e per gli agricoltori. Il Piemonte è u n a regione in cui la viticoltura è am-p i a m e n t e r a am-p am-p r e s e n t a t a in di-verse p r o v i n c e s o p r a t t u t t o in quella di Asti in cui la vite ed il vino costituiscono la f o n t e prin-cipale, se n o n u n i c a , su cui si basa l ' e c o n o m i a di u n a moltitu-dine di piccole aziende. T u t t a v i a il P i e m o n t e si trova in u n a con-dizione di disagio rispetto ad al-tre regioni viticole: infatti il me-ridione sta i n v i a n d o nella nostra regione, di a n n o in a n n o , sempre maggiori q u a n t i t a t i v i di vino da p a s t o o t t e n u t o a costi inferiori a n c h e p e r effetto delle elevate rese ad ettaro, c o m e p u r e i paesi del N o r d A f r i c a , in p a r t i c o l a r e l'Algeria, p r o d u c o n o v i n o a prez-zi concorrenprez-ziali e s t a n n o tentan-do di inserirli nei circuiti com-merciali dei paesi della C E E . A questa s e m p r e più intensa con-c o r r e n z a con-c o m m e r con-c i a l e si aggiun-gono i d a n n i provocati dalla g r a n d i n e p e r r e n d e r e p r e c a r i a l ' e c o n o m i a viticola della z o n a . S e c o n d o u n a i n d a g i n e c o n d o t t a da Q u a g l i n o per l'astigiano ri-sulta che nel p e r i o d o 1 9 6 1 - ' 6 8 gli agricoltori di tale zona h a n n o d o v u t o s u b i r e a causa della
gran-d i n e u n gran-d a n n o m e gran-d i o a n n u o nari Fig' ' ' L a Pr o v i n c i a d i A s t i- ^ Visibito in n e r o la z o n a in cui si è a b b a t t u t a la t r i s t o m o n t o
fa-fa L L mosa g r a n d i n a t a del 1973.
a L. 2 . 2 8 3 . 0 0 0 . 0 0 0 ed un d a n n o per a n n o e per ettaro di superfi-cie coltivata a vigneto che si ag-girava sulle 61 mila lire. Per q u a n t o riguarda il p e r i o d o
del-l ' a n n o in cui tadel-le meteora è par-ticolarmente grave si nota come n o n solo la maggiore f r e q u e n z a , m a soprattutto la maggiore dan-nosità si verifichi nei mesi di
giu-Fig. 2 In p r i m o piano viti colpite dalla g r a n d i n e , in s e c o n d o piano vigneti p r o t e t t i dalle reti a n t i g r a n d i n "
gno, luglio e agosto ed è super-fluo sottolineare come l'evento coincida, nella maggior parte dei casi, con le fasi fenologiche più delicate per la vite q u a n d o cioè si trova in stadi fisiologici quali la fioritura, l'allegagione, il pri-mo sviluppo dei frutticini, la dif-ferenziazione e l'evoluzione del-le gemme necessarie per assicu-rare la produzione d e l l ' a n n o se-guente. Infatti se la g r a n d i n e cade a fine agosto od in settem-bre q u a n d o i tralci sono ormai in avanzato stato di lignificazio-ne e la vite è ricoperta da u n a a b b o n d a n t e vegetazione i danni più sensibili si h a n n o sul « rac-colto p e n d e n t e », mentre se cade in epoca più precoce d u r a n t e la fioritura o c o m u n q u e entro il me-se di luglio possono esme-sere par-ticolarmente gravi anche per le ripercussioni sulla p r o d u z i o n e degli anni successivi.
Q u a l i sono i mezzi finora co-nosciuti per lottare contro la g r a n d i n e ?
È estremamente sentita in Ita-lia la necessità di u n p i a n o me-teorologico di difesa che attenui i danni causati dal m a l t e m p o che a m m o n t a n o , nel nostro Paese,
per la sola grandine a 150-250 miliardi di lire ogni a n n o . È in-d u b b i o che, in-dal t e m p o in cui si utilizzavano i f u o c h i sui colli al-l'avvicinarsi del temporale od i p r i m i cannoni a f o r m a di imbu-to, un g r a n d e progresso è stato c o m p i u t o . Infatti a partire dal
1947 la scoperta del potere gla-ciogeno dello i o d u r o d ' a r g e n t o ha aperto u n a n u o v a via nelle ricerche a n t i g r a n d i n e .
La difesa p u ò essere realizzata con mezzi preventivi t e n d e n d o cioè ad i m p e d i r e l'accrescimento dei chicchi, dissolvendo le n u b i g r a n d i n i g e n e in f o r m a z i o n e o già f o r m a t e s e m i n a n d o nella n u b e temporalesca che si sta f o r m a n d o o è già costituita, con mezzi di-versi e in tempi o p p o r t u n i , par-ticolari sostanze definite « ger-m i n a n t i , nucleanti », c o ger-m u n q u e utili per i m p e d i r e la f o r m a z i o n e della g r a n d i n e p r o v o c a n d o la pioggia o p p u r e m o d i f i c a n d o la g r a n d i n e da d u r a in a c q u o s a . T a l e tecnica si p u ò realizzare o seguendo l'esempio della Russia i n v i a n d o le sostanze n u c l e a n t i nella p a r t e centrale del tempo-rale con batterie di lanciarazzi o p p u r e nella scorta d e l l ' A m e r i c a
per mezzo di aerei appositamente attrezzati. Occorre però tenere "'conto che essendo ogni
tempo-rale diverso dall'altro la difesa deve essere ragionata e basata su accurate cognizioni scientifi-che scientifi-che p e r m e t t a n o di conoscere a f o n d o la « cella » della n u b e grandinigena e di intervenire al m o m e n t o e nel p u n t o ritenuto, per quel temporale, più oppor-tuno. A questo scopo si fa uso di palloni sonda, di appositi os-servatori dislocati in vari p u n t i e soprattutto del r a d a r meteorolo-gico. Si deve riconoscere che sul p i a n o applicativo l'Italia è la na-zione n e l l ' E u r o p a occidentale di a v a n g u a r d i a in q u a n t o h a avuto il coraggio di superare alcune perplessità a livello sperimentale che ancora i n d u b b i a m e n t e ri-m a n g o n o per d a r e corso a cari-m- cam-pagne di lotta antigrandine con u n a metodologia la più m o d e r n a che la scienza, allo stato delle sue attuali conoscenze, consenta. Per la preveggenza di alcuni enti locali in Italia la difesa attiva ha fatto dei grossi progressi sia nel-l'utilizzazione dei più m o d e r n i metodi che lo studio della fisica delle n u b i ha messo a disposizio-ne della meteorologia, sia sul p i a n o dell'applicazione pratica dove utilizzando bruciatori a ter-ra e vettori aerei coordinati da centrali meteorologiche, che di-spongono della s t r u m e n t a z i o n e tecnica più m o d e r n a , si sono rag-giunti livelli applicativi altamen-te qualificati. Il n o t o episodio piemontese della notte tra il 7 e I'8 giugno 1973 con il m a n c a t o intervento degli aerei antigran-dine h a ingenerato, però, nella p u b b l i c a o p i n i o n e alcune per-plessità e vi sono da p a r t e di al-cuni o r g a n i s m i p r o d u t t o r i n o n solo a m p i e riserve sulla difesa attiva in genere, ma si tende a privilegiare la difesa passiva cioè
l'assicurazione. Sarebbe però estremamente negativo che alcu-ni insuccessi fossero determi-nanti nel sospendere l'appli-cazione pratica di metodi di di-fesa che p o n g o n o l'Italia, alme-n o sul piaalme-no della tecalme-nologia applicativa, in u n a posizione di particolare significanza in Euro-pa. L'auspicare l'assicurazione come unico mezzo di difesa n o n sembra un indirizzo da condivi-dere. È quindi necessario persi-stere nelle scelte che con tanta fatica si sono affermate, favori-re l ' a p p r o f o n d i m e n t o delle tecni-che relative ai f e n o m e n i tecni-che ri-g u a r d a n o tale m e t e o r a , c e r c a n d o di coordinare ed a m a l g a m a r e tutte le energie e tutti gli enti a livello scientifico che di questo settore si d e b b o n o o c c u p a r e .
Sull argomento, che i n d u b b i a -m e n t e presenta u n notevole inte-resse da u n p u n t o di vista prati-co ed eprati-conomiprati-co, è stato recente-m e n t e organizzato dalla locale C a m e r a di c o m m e r c i o presso Asti un c o n v e g n o in cui h a n n o esposto, tra gli altri, i risultati di loro ricerche studiosi dell'Istitu-to di coltivazioni a r b o r e e della Università di T o r i n o . Si è tratta-to di ricerche intese a stabilire con rigore scientifico u n a linea di c o n d o t t a p e r i viticoltori nei casi in cui i loro vigneti siano colpiti dalla g r a n d i n e e volte a f a r e con precisione il p u n t o su ogni aspetto tecnico del proble-m a tanto che i dati o t t e n u t i , ol-tre a p r e s e n t a r e un interesse pre-c i p u o p e r i vitipre-coltori dell'asti-giano, p o s s o n o essere trasferiti ad altre z o n e d e l l ' I t a l i a setten-trionale in cui sussistono condi-zioni a g r o n o m i c h e e climatiche a n a l o g h e . Uno degli aspetti da segnalare a p r o p o s i t o di tale ma-n i f e s t a z i o ma-n e è la profìcua colla-b o r a z i o n e che si è i n s t a u r a t a tra studiosi, s p e r i m e n t a t o r i e
viticol-tori. Infatti con lo scopo di for-nire un valido contributo per un sicuro progresso dell'agricoltura tutti gli studiosi, capeggiati dal prof. Italo E y n a r d , p u r essendo appassionati di ricerca e dedican-dosi ad essa con estrema efficien-za, si sono resi realmente conto della situazione reale del pro-blema attraverso ripetute, fre-quenti visite presso le varie aziende agricole. È chiaro che oggigiorno lo scienziato si deve occupare n o n più solo di scien-za p u r a , ma di scienscien-za applicata, evitando di isolarsi dalla realtà che lo circonda, m a c e r c a n d o di risolvere i p r o b l e m i dell'agri-coltore.
Che cosa si deve f a r e in un vigneto colpito dalla g r a n d i n e ?
T a n t o il prof. E y n a r d , che il dott. M o r a n d o e la dott.ssa G a y sono concordi n e l l ' a f f e r m a r e che u n a p o t a t u r a sollecita subito d o p o la g r a n d i n a t a consente di r i d u r r e con a p p r o p r i a t i tagli la vegetazione d a n n e g g i a t a , stimo-l a n d o stimo-l'emissione di p o c h i , m a robusti germogli prossimi al cep-po i quali — se l ' a n d a m e n t o sta-gionale sarà f a v o r e v o l e — po-t r a n n o svilupparsi, lignificare ed
essere disponibili per l'anno se-guente. È pure essenziale inter-venire tempestivamente e conti-nuare fino agli inizi di ottobre con trattamenti anti-crittogamici idonei (all'inizio acuprici a cui va aggiunto lo zolfo ed eventual-mente antibotritici, quindi impie-gando prodotti a base di rame). Sebbene le concimazioni posso-no giocare u n ruolo importante per cui p u ò essere vantaggioso un intervento in tal senso soprat-tutto se il terreno tende al sab-bioso, occorre ricordare che le viti reagiranno più r a p i d a m e n t e ai d a n n i se già al m o m e n t o della g r a n d i n a t a si trovano in b u o n e condizioni nutrizionali. La pota-tura più idonea sembra essere quella a G u y o t con tralci origi-natisi d o p o la g r a n d i n a t a ; infatti m e n t r e questi erano dotati di g e m m e sane e fertili i tralci gran-dinati ne erano quasi privi. La p o t a t u r a ad archetto speronato e ad alberello sono state giudicate nel complesso m e n o soddisfa-centi sia per la scarsa p r o d u z i o n e sia per l'affastellamento della ve-getazione che h a a u m e n t a t o la onerosità degli interventi in verde.
Fig. 3 - Ecco c o m e si p r e s o n c a un v i g n e t o c o l p i t o dalla g r a n d i n o d u r a n t e il p e r i o d o p r i m a v e r i l e . Esso è c o m p l e t a m e n t o p r i v o di v e g e t a z i o n e .