1901:Venne avviso che la R. Madre era inferma
Costanza Caldara si trovava in Egitto per il terzo inverno consecutivo quando, da Verona, cominciarono ad arrivare notizie poco rassicuranti circa la salute di Maria Bollezzoli. Nel mese di aprile 1901, poi, il bollettino medico divenne sempre più preoccupante finché, il giorno 14, un telegramma di mons. Pighi richiamava suor Costanza a Verona.
Purtroppo, quel telegramma non arrivò in tempo per permettere alla Vicaria generale di prendere il battello che le avrebbe dato la possibilità di intrattenersi per l’ultima con la Madre. Quando suor Costanza poté giungere in Casa Madre, infatti, Maria Bollezzoli era spirata. La Vicaria fece soltanto in tempo ad accompagnarla fino all’ultima dimora.
“Fiat e fiat sempre – scrisse suor Costanza a Matilde Lombardi il 26 aprile 1901 -. Possa il nostro sacrificio essere accetto al SS. Cuore e di benedizione per il Sudan! Certo che per noi fu grande la perdita … Noi qui proviamo un vuoto che solo il pensiero che fu volontà di Dio lo può riempire”… .
Preparazione del Capitolo elettivo del 1901
Il compito di vicaria generale, ricevuto da Costanza Caldara dal Capitolo del 1898, esigeva che ora lei si occupasse della successione di Maria Bollezzoli. Per questo, il 17 maggio 1901, scriveva a Francesca Dalmasso: “Spirato il trigesimo si prenderanno accordi anche per l’elezione”… .
Quindi, il 24 maggio seguente, chiedeva a Matilde Lombardi “una nota delle suore”
da lei giudicate eleggibili “alla carica di assistenti”, dal momento che nel Consiglio generale ne mancavano due. Le elettrici, a quanto pare, sarebbero state soltanto le Superiore delle comunità esistenti in Italia e in Africa. Infatti, il 9 luglio 1901, suor Costanza scriveva a Matilde Lombardi: “Il giorno 15 corrente, dopo aver ricevuto i voti in iscritto delle Superiore di tutte le case … si procedette alla nomina delle due assistenti generali. Riuscirono elette suor Francesca Dalmasso [Sudan] e suor Anna Capraro [Egitto].
Ora poi che è compiuto il numero delle assistenti, si procederà alla nomina della Provinciale [d’Egitto] indi a quella delle superiore locali, essendo scaduto il loro triennio”… .
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Ottobre 1901: Costanza Caldara superiora generale
Il 16 settembre 1901, la Vicaria generale inviava a tutte le comunità la seguente lettera, che cominciava così:
“Sia lodato Gesù e Maria! È già loro noto come … sia stata fatta la nomina delle due assistenti generali, una per rimpiazzare la defunta suor Rosina Zabai, e l’altra per attenersi a quanto è scritto al Capo 2° N. 5 delle Costituzioni. Nello scorso mese di agosto venne pure nominata la Provinciale e a Dio piacendo riuscì eletta suor Matilde Lombardi … .
Ora poi essendo passati … cinque mesi dalla morte dell’amatissima nostra Madre generale, è venuto il tempo di pensare alla nuova elezione. A tale scopo sono tutte invitate a dar principio … alle preghiere ordinate dalla Regola affinché il Signore si degni assisterci in cosa di tanta importanza”… .
Il risultato di quel Capitolo, realizzato in parte per iscritto e concluso il 18 ottobre 1901 con la presidenza del Delegato vescovile, mons. Peloso, fu la nomina di Costanza Caldara come seconda superiora generale. La nuova eletta sarebbe rimasta in carica fino al 1904, cioè “fino a compiere il sessennio incominciato dalla Madre Bollezzoli”.
Il Consiglio generale, che era appena stato completato, non aveva bisogno, ovviamente, di essere rinnovato.
La Congregazione, al momento dell’elezione di Costanza Caldara, contava 8 comunità e 64 suore professe. Le novizie erano 7.
1902: inattesa scomparsa di mons. Roveggio
“Un tristissimo annuncio dobbiamo dare questa volta ai nostri lettori – comunicava “La Nigrizia” di maggio 1902 - … La sera del 3 corrente un laconico telegramma dal Cairo annunziava a questo Istituto di Verona la morte dell’Ill.mo Vicario apostolico della Missione, Mons. Antonio M. Roveggio.
Notizia più dolorosa e meno aspettata di questa non avrebbe potuto arrivare ai Figli del S. Cuore, tanto imprevista essa parve quasi impossibile. Ma purtroppo le circostanze erano tali, da dover escludere tosto ogni dubbio”… (pag. 68).
Per le Pie Madri della Nigrizia, simile notizia non era soltanto dolorosa, ma anche preoccupante. Cosa ne sarebbe stato, infatti, della nuova comunità femminile che il defunto Vescovo intendeva aprire a Lul, nel Sud Sudan?
Costanza Caldara, chiamata da soli 7 mesi a sostituire Maria Bollezzoli, decise allora che la cosa più opportuna da fare era quelle di recarsi personalmente in Africa anche se, almeno per il momento, non avrebbe potuto entrare in Sudan. Però, una volta giunta in Cairo, ella avrebbe potuto parlare personalmente con il padre Angelo Colombaroli, procuratore generale della Missione. Questi certamente sapeva a che punto si trovava il progetto della nuova fondazione, e se le suore avrebbero potuto farne parte.
1903: apertura della comunità di Lul
Da parte sua, la madre Costanza teneva moltissimo alla presenza delle Pie Madri a Lul, fra gli Scilluk, nella regione di Gondokoro e S. Croce. Là, infatti, era andato per la
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prima volta Daniele Comboni con i suoi compagni, e là si doveva ritornare. Fu quindi per lei un sollievo sapere che il Superiore della comunità maschile, padre Banholzer, era favorevole alla presenza delle suore, anche se ne chiedeva soltanto due. Il padre Colombaroli, invece, consigliò di mandarne tre. Fra quelle che già si trovavano in Egitto, quindi, furono scelte Giuseppa Scandola, Santa Zumerle e Mary Erspan.
Lasciata Assuan il 31 maggio 1903, le tre prescelte giunsero a Lul il 21 giugno seguente, accompagnate dal padre Ohrwalder. Per la più anziana, cioè Giuseppa Scandola, si trattava di tornare nella terra amata e così piena di ricordi, per riprendere quella missione che la Mahdia aveva bruscamente interrotto. Non sapeva che, invece, andava ad aprire la prima tomba delle Pie Madri nella terra di Santa Croce.
Per lei, purtroppo, il ritorno a Lul si sarebbe concluso in meno di 3 mesi. Il 1°
settembre 1903, infatti, il padre Banholzer avvertiva suor Francesca Dalmasso che la madre Giuseppa “alla sera al suono dell’Angelus” spirava placidamente. Era morta sorridendo, aggiungeva il padre, poi commentava: “Il giusto muore bene”… .
A Lul, per sostituire la Superiora scomparsa tanto presto, fu inviata suor Maria Bonetti, che si trovava o Omdurman con suor Francesca Dalmasso.
1904: secondo Capitolo generale,
creazione della nuova Provincia del Sudan
Indetto nel mese di ottobre 1903, il 2° Capitolo generale della congregazione si realizzò a Verona nel mese di luglio 1904.
In realtà si trattò di un Capitolo molto breve, iniziato il 19 luglio 1904 e concluso il giorno 29 dello stesso mese. Gli argomenti da trattare, infatti, non erano molti, e quelli importanti si riducevano praticamente a tre:
- elezione della Superiora generale e del suo Consiglio;
- erezione di una seconda Provincia in Africa;
- riesame delle Regole e richiesta dell’approvazione alla S. Sede.
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Alla fine di quel 2° Capitolo generale, il quadro della congregazione era il seguente:
Stato personale 1904 Casa Madre, 2 comunità: Verona e Fumane
Egitto, 6 comunità: Cairo, Gesira, Hélouan, Osp. Rodolfo, Assuan, Osp. Umberto I Sudan, 4 comunità: Omdurman, Lul, Khartum, Halfaya
Suore professe: 80 (61 in Africa) Novizie: 21; postulanti: 6
Incaricate dei servizio generali Superiora generale: Costanza Caldara
Vicaria generale: Anna Capraro (maestra delle novizie) 2ᵃ assistente: Luigia Gandolfi (economa generale) 3ᵃ assistente: Angela Demai
4ᵃ assistente: Teresa Marini
Superiora provinciale Basso Egitto: Alvina Giongo Superiora Provinciale Sudan: Francesca Dalmasso
Le due nuove comunità di Khartum
Come possiamo vedere nel quadro sopra riportato, la neonata Provincia del Sudan poteva contare, nel 1904, con due nuove comunità: Khartum e Halfaya.
Il padre Ohrwalder, che aveva accompagnato le sorelle a Lul, voleva infatti una nuova comunità femminile, per l’educazione delle ragazze, anche a Khartum. Per questo aveva ottenuto nuovi permessi dal governatore generale del Sudan. Così le sorelle Francesca Dalmasso, Erminia Cavaleri e Carolina Lonardi, poterono dare inizio alla “Sisters’
School” (tuttora in attività) il 27 luglio 1903.
La notizia dell’apertura di una scuola cattolica a Khartum aveva fatto sì che Costanza Caldara pensasse a creare una seconda Provincia in Africa, cosa che avrebbe comportato anche una residenza provinciale femminile. Aprire una residenza provinciale a Khartum, infatti, significava per noi avere finalmente una casa nostra nella capitale del Sudan.
Per la Superiora generale questo era importante, perché così le sorelle avrebbero potuto disporre di una base di appoggio, più vicina di quella del Cairo, per le nuove comunità che si sperava poter aprire quanto prima nel Sud Sudan.
Infine, nel dicembre 1904, quando la madre Costanza giunse a Khartum per una visita alla nuova Provincia, venne presa la decisione di effettuare l’apertura di una quarta comunità: quella di Halfaya.
1905: una nuova comunità anche in Italia
Ora che si era riaperto il cammino dell’Africa Centrale, non era certamente intenzione della madre Costanza limitare il numero delle aspiranti che chiedevano di entrare nella nostra congregazione.
Il 31 ottobre 1905, infatti, scrivendo a Francesca Dalmasso, l’economa generale Luigina Gandolfi le diceva che, nella Casa Madre, le giovani informazione già superavano la trentina. Era più che necessario, quindi, che la Congregazione disponesse di un’altra casa di sua proprietà.
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Fu tale necessità a determinare l’acquisto di una casa a Boccaleone (periferia di Bergamo), dove sarebbe stato possibile aprire un’opera che offrisse alla popolazione una scuola materna e dove la comunità avrebbe potuto collaborare anche con la parrocchia.
L’acquisto della nuova proprietà fu realizzato nel novembre 1905, per cui il trasferimento del postulato poté avvenire poco tempo dopo.