• Non ci sono risultati.

Energia, ambiente e sicurezza nucleare

Ci sono innumerevoli ricordi di Lorenzo Natali alla Commissione europea, dove, con la sua autorevole presenza per circa 12 anni, ha lasciato un’impronta indelebile.

Per un funzionario europeo di nazionalità italiana era naturale di avere in lui un riferi-mento solido ed autorevole nello svolgersi delle attività comunitarie. Nel mio quaran-tennale passaggio alla Commissione europea ho svolto la mia attività sotto la respon-sabilità di una diecina di commissari di provenienza geografica e politica diversa. L’at-tività sotto la responsabilità di Natali è stata un’altra cosa, per me ineguagliata.

Quando alla nomina delle nuove Commissioni si attribuiscono i mandati sulle varie politiche comunitarie che spettano ai commissari individualmente, c’é sempre grande attesa fra i funzionari di sapere sotto la responsabilità di quale commissario ci si troverà nei prossimi quattro anni. Alla nomina della nuova Commissione euro-pea che prese incarico all’inizio del 1977 (la Commissione Jenkins), fu deciso, con mia grande gioia, che Natali avrebbe ottenuto nel suo portafoglio la competenza per l’energia, per l’allargamento nonché per l’ambiente e la sicurezza nucleare.

Goffredo Del Bino riceve un riconoscimento dal presidente Delors sotto gli occhi di Natali

Appunto, l’ambiente! Io mi trovavo nell’allora Servizio ambiente e protezione dei consumatori dove avevo come responsabilità le azioni normative del programma am-bientale comunitario concernente i rischi delle sostanze pericolose e i grandi rischi delle attività industriali.

La politica comunitaria in materia ambientale era relativamente giovane, ma com-portava un insieme importante di azioni di natura prevalentemente normativa. Nel portafoglio di competenze di Lorenzo Natali c’era ben inteso quella molto rilevante dell’allargamento, a quel tempo concernente l’adesione della Grecia e si sarebbe po-tuto considerare che la competenza in materia ambientale fosse di secondaria impor-tanza.

Ma non fu cosi. Numerose importanti azioni furono condotte a buon fine o fatte progredire in modo del tutto significativo sotto la sua autorevole guida.

Vorrei ricordare in particolare le sessioni del Consiglio dei ministri dell’Ambien-te che si riuniva in quel periodo una sola volta nel corso di ciascun semestre di pre-sidenza rotante e molto spesso a Lussemburgo dove si tengono tutte le riunioni del Consiglio di aprile, giugno e ottobre di ogni anno. Si trattava molto spesso di sessio-ni dove si negoziavano al fisessio-nish numerose aziosessio-ni normative, principalmente diretti-ve, al fine di ottenere un accordo politico sulla base del quale si sarebbe potuto pro-cedere ulteriormente all’adozione formale. Queste sessioni duravano spesso molto tardi nella notte. In queste occasioni il commissario responsabile ed i suoi servizi si spostavano a Lussemburgo alla vigilia della riunione del Consiglio con tutti i fasci-coli, le note di briefing, le argomentazioni difensive, le indicazioni di strategia, le prospettive di compromessi. In seno ai servizi c’era sicuramente un certo nervosi-smo. Lorenzo Natali, con la sua forza, la sua calma, la sua perspicacia, riusciva a temperare tutto ciò.

Egli invitava tutti i servizi, ad ogni livello, a un pranzo conviviale, naturalmente in un ristorante italiano, non distante dalla zona in cui aveva luogo la riunione. Questo, a mia conoscenza, come nessun altro commissario. Le sedute di briefing mostravano quanto Lorenzo Natali avesse captato perfettamente l’essenza della questione e come indicava chiaramente la direzione da perseguire nel negoziato.

Ricordo particolarmente una sessione del Consiglio dei ministri dell’Ambiente nel giugno 1980. Tra i vari punti all’ordine del giorno c’era anche una discussione su una proposta di direttiva sui rischi rilevanti connessi con determinate attività industriali, direttiva detta Seveso, al fine di giungere ad un accordo politico. Il primo semestre ‘80 era il turno della presidenza italiana e nei lavori preparatori sulla proposta della Com-missione molti sforzi erano stati compiuti per avanzare il più rapidamente possibile verso una possibile conclusione in tempo record. Il parere del Parlamento europeo era sul punto di essere formalizzato, così come quello del Comitato economico e sociale.

Tuttavia sussistevano varie riserve da parte di alcuni Stati membri su alcune disposizio-ni della direttiva.

punti un semplice progress report; per altri si doveva giungere a un accordo politico.

Quando abbordammo la direttiva Seveso, discutemmo le riserve tuttora da levare e le vie per raggiungere un compromesso. Vedo ancora il suo sguardo verso di me e ri-cordo le sue parole:”Ce la possiamo fare su vari punti, ma su uno sarà molto difficile e dovremo batterci” Si trattava di una disposizione che concerneva lo scambio d’in-formazioni tra gli Stati membri qualora l’impianto industriale si trovasse vicino alla frontiera di altri stati membri. C’erano infatti delle riserve di quegli Stati membri che avevano (ed hanno) reattori nucleari in tale situazione. L’attività nucleare era pur esclusa dal campo d’applicazione della direttiva Seveso, ma quella disposizione era ritenuta come un precedente che poteva avere implicazioni anche in quel campo.

Lorenzo Natali con la sua perspicacia mise subito ben in evidenza questo pro-blema. L’indomani i negoziati sulla direttiva Seveso occuparono gran parte della sessione del Consiglio dei Ministri. Natali riuscì a far levare tutte le altre riserve. La riserva sullo scambio transfrontaliero d’informazioni purtroppo persisteva, come predetto. Ci furono varie interruzioni di seduta e vari tentativi di convincere in par-ticolare un Stato membro che continuava a mantenere la riserva. Natali cercò ripe-tutamente di trovare formulazioni alternative che potessero permettere di raggiun-gere un compromesso accettabile per tutti. La seduta andò avanti a notte inoltrata (oltre le tre del mattino). Purtroppo il ministro che poneva ancora riserva era dovu-to partire e non aveva avudovu-to l’accordo dalla capitale per accettare il compromesso, così come in seguito il Rappresentate permanente che lo sostituì in seduta. Ricordo Natali dirci pressapoco così: “Sono molto dispiaciuto, siamo stati vicinissimi alla conclusione, abbiamo fatto il possibile, ci siamo battuti ed è stato in ogni caso utile.

Vi ringrazio comunque. Dovremo continuare ad operare per aprire completamente la strada verso un accordo futuro”. E così fu ancora sotto la sua autorità fin tanto che fu responsabile per la politica ambientale cioè fino al cambiamento di responsa-bilità con la nuova “Commissione Thorn” nel gennaio 1981.

Molti altri ricordi di Natali mi sono tuttora vivi. In questi ricordi non solo la sua grande capacità politica, ma anche il suo profilo umano si delineano sempre ecce-zionali. Con lui i funzionari non erano un numero. Nello stesso periodo ricordo le riunioni al Parlamanto europeo a Strasburgo dove, come si suole, un funzionario si trova seduto accanto al commissario per un aiuto tecnico: Natali faceva sentire la sua calma e la sua autorevolezza ed allo stesso tempo la sua considerazione. In una occasione, ricordo che il dibattito al Parlamento europeo aveva avuto luogo, come spesso, in ritardo rispetto all’ordine del giorno ed io avevo da raggiungere l’aereo-porto per prendere un volo Alitalia per Roma dove l’indomani avrei presentato una relazione ad un convegno. Pensavo di non farcela più. Natali, finito il dibattito, vide la mia premura e saputo del mio programma mi disse: “Del Bino venga con me”. Mi

invitò sulla sua macchina di servizio e andammo all’aereoprto dove il volo Alitalia attendeva Natali per decollare. Giunti a Roma, volle ulteriormente aiutarmi e mi of-frì la macchina di servizio per condurmi sul posto. Ricordo ancora che mi disse: “Se nel fine settimana va in Toscana in Valdinievole (sono natio di Monsummano Ter-me), mi saluti Colle di Buggiano (che dista 6 km) e Don Arturo”.