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L’esperienza di Piazza dei Mestieri a Torino: formazione professionale, percorsi di alternanza e apprendistato

Nel documento I MODELLI DI SUCCESSO DELLA FORMAZIONE DUALE (pagine 113-119)

Contesto istituzionale e normativo: la specificità della formazione professio-nale come caprofessio-nale educativo e le sue difficoltà di attuazione

L’esperienza di Piazza dei Mestieri legata all’alternanza scuola lavoro e all’u-tilizzo degli apprendistati formativi nasce nell’ambito della formazione pro-fessionale e non della scuola. Secondo i referenti di Piazza dei Mestieri, la formazione professionale e in particolar modo l’istruzione e formazione pro-fessionale (da qui IeFP) nasce sin dalle sue origini come una modalità educa-tiva vocata all’alternanza (Laboratori, imprese simulate, stage, tirocini, etc.). Il quadro istituzionale di riferimento è stato definito a partire dalla legge n. 53 del 2003 e sue successive integrazioni/modificazioni, che prevede la possi-bilità per ogni giovane di poter scegliere questo canale educativo al termine della scuola secondaria di I grado. Purtroppo tale diritto in buona parte di Italia è ridotto se non talvolta del tutto negato: come noto, molti giovani sono penalizzati dal fatto che in diverse aree del nostro Paese (soprattutto del Sud) non è presente un sistema IeFP efficace.

Questa residualità e questo divario, ormai storici, non sono stati adeguatamen-te affrontati neanche dal recentissimo decreto delega alla legge 107/2015, che non ha sostanzialmente modificato i nodi problematici di questa offerta formativa, come dimostra il non recepimento dei LEP – Livelli Essenziali del-le Prestazioni e quindi il relativo affidamento esclusivo di competenza aldel-le regioni. Questo ha mantenuto inalterato un assetto gestionale che sancisce ancora una volta un doppio binario dell’offerta di educazione professionaliz-zante, sul versante dei soggetti erogatori - scuole vs enti formativi accreditati - e dei finanziamenti: i percorsi IeFP nelle scuole sono a carico del bilancio dello Stato, quelli erogati dagli enti accreditati sono finanziati principalmen-te dalle singole amministrazioni regionali che spesso ricorrono alle risorse

del Fondo Sociale Europeo98.

Sul versante dell’apprendistato di primo livello, dal punto di vista dei referen-ti di Piazza dei Mesreferen-tieri i numeri in Italia sono stareferen-ti ancora molto bassi, ma la recente sperimentazione sul sistema duale, partita a seguito dell’Accordo del 24 settembre 2015 siglato tra il Governo, le Regioni e le due Province autonome, sta dando a loro avviso risultati molto interessanti. Segnalano l’importanza di incentivare questa direzione di lavoro con sburocratizzazione dei processi e sgravi fiscali e di evitare il dumping di altre forme contrattuali, ad esempio il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti. Rispetto all’apprendistato di terzo livello evidenziano come anch’esso sia poco utiliz-zato in Italia e come una nuova interessante prospettiva sia legata all’evo-luzione degli Istituti Tecnici Superiori e quindi allo sviluppo di un ambito di istruzione terziaria non universitaria.

Sulla capacità di rafforzare l’offerta di formazione professionale, dal loro pun-to di vista si giocano diverse opportunità di rinnovare anche il nostro sistema scolastico: le didattiche innovative e gli apprendimenti di tipo duale, utiliz-zati più frequentemente nei percorsi formativi di stampo professionalizzante, possono contaminare metodologie più tradizionali di trasmissione dei saperi e delle competenze. Occorre però un cambiamento di passo da parte dei diversi soggetti coinvolti. Le Istituzioni Pubbliche devono promuovere dispo-sitivi che ne rendano operativamente più facile l’attivazione. Le scuole e le Istituzioni formative dal canto loro devono diventare sempre più capaci di entrare nel merito dei processi di alternanza strutturando sempre più rappor-ti di co-progettazione con le imprese. Le imprese, pur con lodevoli eccezioni, faticano a considerare l’alternanza e gli apprendimenti duali come una forma efficace per formare e selezionare le risorse da inserire nei propri organici;

2.16

98. Il Piemonte, insieme a Lom-bardia e Veneto, ha sostenuto i percorsi IeFP, soprattutto realiz-zati dagli enti di formazione ac-creditati presso le amministra-zioni regionali. L’area del centro ha investito invece in modo al-terno sui percorsi IeFP e ha pun-tato principalmente a rafforzare l’educazione professionalizzate nella scuola. Nelle regioni del sud, le politiche sulla forma-zione professionale hanno pro-mosso sostanzialmente percorsi riparativi per giovani espulsi dal sistema scolastico e i percorsi IeFP (laddove presenti) hanno trovato spazio solo negli istituti professionali statali in regime di sussidiarietà integrativa. Ma diverse indagini segnalano un calo dei tassi di successo forma-tivo per gli iscritti agli istituti professionali di stato rispetto a quelli degli iscritti agli enti for-mativi accreditati.

questo è un problema culturale, ma anche legato alle citate difficoltà buro-cratiche di attivazione dei percorsi.

In questo studio di caso sono state approfondite le esperienze work-based learning che Piazza dei Mestieri realizza nell’ambito sia della IeFP con l’im-presa Risorgimento che gestisce il Ristorante Del Cambio, sia dell’istruzione tecnica superiore con l’azienda Deltatre.

Le esperienze work based learning nell’offerta di formazione inziale della Piazza dei Mestieri

Motivazioni, obiettivi e caratteristiche dell’esperienza

Le due esperienze specifiche trattate in questo studio di caso vanno

contestualizzate all’interno del più ampio esperimento denominato La Piazza dei Mestieri che nasce a Torino nel settembre 2004, rivolgendosi prevalen-temente ai giovani tra i 14 e i 18 anni che desideravano affrontare il loro percorso educativo “mettendo le mani in pasta”, partendo nella maturazione di conoscenze e competenze da un metodo fortemente deduttivo che dall’e-sperienza risaliva ai saperi generali e da questi ritornava all’edall’e-sperienza. La Piazza nasce dalla motivazione forte di fare in modo che “Nessuno si perda”, cioè che ogni giovane possa trovare modalità di apprendimento adeguate alle sue inclinazioni. L’obiettivo centrale è stato dunque quello di prendere in carico la persona nella multidimensionalità dei suoi bisogni che attengono allo studio e al lavoro, ma anche al tempo libero e alla cultura.

Nel 2009 la Piazza ha aperto anche a Catania e oggi i giovani della fascia di età 14-18 anni che frequentano ogni anno i percorsi di formazione iniziale per il raggiungimento della qualifica e del diploma professionale sono oltre 1.500. Si tratta di percorsi fortemente incentrati sul principio del work-based learning e a ogni allievo è offerto un percorso di alternanza caratterizzato da un forte livello di personalizzazione. Come previsto dalla normativa na-zionale, i percorsi di formazione iniziale sono di durata triennale: all’interno di tutti i percorsi realizzati dalla Piazza dei Mestieri al termine dell’ultimo anno è previsto uno stage di circa 300 ore in cui gli studenti vengono inseriti in azienda. Per i percorsi sperimentali del sistema duale attivi dall’annualità 2016/2017 è prevista l’alternanza già dal secondo anno per un totale nel triennio di 900 ore

Inoltre all’interno dell’esperienza della Piazza dei Mestieri vengono realiz-zati percorsi di alternanza con business unit interne che fanno capo a una cooperativa di produzione (Cooperati¬va La Piazza) che vendono i loro pro-dotti e i servizi sul mercato. Dal cioccolato alla birra (che ha ottenuto grandi riconoscimenti e premi a livello nazionale), dal Ristorante al Pub aper¬ti al pubblico (recensiti dalle guide di settore), alla Tipografia che lavora per l’in-terno, ma anche per clienti esterni. Nelle business unit vengono coinvolti gli allievi in formazione che, affiancati da professionisti, partecipano all’attività produttiva. Il lavoro entra così organicamente all’interno del modello educa-tivo, sviluppando una logica in cui non vi è una fase precedente (lo studio) e una successiva (il lavoro), ma si dà vita a un continuum in cui le competenze maturano e si stratificano attraverso una rielaborazione continua che vede protagonisti insegnanti, tutor e responsabili delle unità produttive. Questa impostazione duale dei percorsi educativi che permette agli studenti di mi-surarsi con i problemi reali (tempi di produzione, soddisfazione del cliente, riduzione degli sprechi, etc.) ne facilita la percezione di trovarsi di fronte a un compito e allora aumentano anche le motivazioni dell’apprendimento delle materie di base, perché trovarsi davanti al cliente genera la consapevolezza dell’utilità di maneggiare bene l’italiano o una lingua straniera.

sviluppo e rafforzamento del sistema duale nell’ambito dell’istruzione e For-mazione Professionale (IeFP), sulla base dell’Accordo del 24 settembre 2015 tra il Governo, le Regioni e le due Province autonome: il progetto è stato rivolto al sistema dei Centri di formazione professionale accreditati per l’e-rogazione di percorsi di IeFP ed è prioritariamente indirizzato ad accrescere le loro capacità di organizzare e gestire percorsi anche utilizzando l’appren-distato di I livello, l’alternanza scuola-lavoro e l’impresa formativa simulata. Nel quadro della programmazione della Regione Piemonte che ha scelto di avviare questa sperimentazione sul proprio territorio, Piazza dei Mestieri ha attivato diversi percorsi, tra cui alcuni in apprendistato di I livello: quasi la metà dei suoi studenti in formazione iniziale (nello scorso anno formativo) hanno raggiunto la qualifica professionale come apprendisti.

Questo ha comportato un’intensificazione delle attività di co-progettazione con le imprese coinvolte, dovuto al numero di ore più elevato di esperienza in azienda, all’esigenza di realizzare una curvatura del curricolo formativo e di certificare risultati di apprendimento e certificazione delle competenze in stretto raccordo. Dal punto di vista dell’istituzione formativa è stato un lavoro intenso e di non semplice realizzazione, a partire dalla condivisione dei lin-guaggi, delle finalità e della strumentazione.

Piazza dei Mestieri da anni ha messo in atto con imprese del territorio colla-borazioni specifiche relative alla co-progettazione formativa che coinvolga-no esperienze in alternanza e coinvolga-non. Tra queste esperienze una delle più signi-ficative è quella con L’impresa eno-gastronomica Risorgimento che gestisce il Ristorante Del Cambio – che, è stata identificata e coinvolta da Piazza dei Mestieri quale partner formativo sul campo, per i propri allievi. Ad oggi si sono attivate collaborazioni per quanto concerne la condivisione di percorsi formativi, l’avviamento di tirocini curricolari, sino alla trasformazione in ap-prendistati professionalizzanti, mentre sono in corso ipotesi di sperimenta-zione del sistema duale. Sperimentasperimenta-zione che invece è già stata avviata con altre realtà e che ha portato all’inserimento nel primo anno di sperimenta-zione di 9 allievi in apprendistato di primo livello. L’impresa Risorgimento evidenzia come il business della ristorazione necessiti di percorsi formativi lunghi all’interno di veri e propri contesti aziendali, sebbene il problema del-le difficoltà di ordine burocratico e organizzativo, quali cadel-lendarizzazione di ore, rientri in aula, argomenti standardizzati codici e qualificazioni appesanti-scano di gran lunga i compiti dell’impresa. Nel caso della collaborazione con Piazza dei Mestieri, tali problemi sono stati risolti in modo rapido e senza grandi difficoltà, mentre nel caso di altre istituzioni formative con cui l’im-presa collabora essi diventano un ostacolo non da poco. Secondo l’azienda, questo riduce le opportunità per gli studenti. Inoltre sempre secondo l’azien-da, talvolta i tirocini curricolari hanno una durata eccessivamente breve per ottenere una formazione di più ampio respiro.

La rete territoriale

Uno degli aspetti più evidenti dell’esperienza della Piazza dei Mestieri è che non è possibile sviluppare modelli così complessi senza la costruzione e la manutenzione di una rete e la strutturazione di partnership stabili.

La prima rete è quella con le imprese che nel tempo si è consolidata e ormai sono oltre 1.000 le piccole imprese che collaborano, con diversa intensità, alla realizzazione dei percorsi della Piazza dei Mestieri (dalla co progetta-zione, all’erogazione di attività di docenza, dallo stage all’inserimento lavo-rativo). Vi sono poi alcune grandi imprese che sostengono anche economi-camente la Piazza dei Mestieri perché ne riconoscono da un lato il valore sociale e dall’altro perché formano persone utili allo sviluppo delle proprie attività. Il rapporto con le imprese permette poi di ridefinire continuamente

i programmi tenendo conto dei disallineanti tra domanda e offerta di lavoro. La seconda rete è quella che si è strutturata con centinaia di scuole di primo e secondo grado del territorio. Dopo una prima fase in cui la Piazza è stata avvertita con un certo sospetto e come potenziale competitor si è consolida-ta nel tempo la percezione che essa era invece partner naturale delle scuole, capace di affiancarle nella gestione dei casi più difficili, nel sostenerne inno-vazioni didattiche, etc.

La terza rete è quella con le Istituzioni Pubbliche e Private. Sin dall’inizio la scommessa della Piazza dei Mestieri è stata quella di dimostrare che era non solo possibile, ma efficace la collaborazione tra pubblico e privato, che da essa poteva nascere un processo virtuoso con importanti ricadute sul territo-rio di riferimento. I rapporti con gli enti locali, con i Ministeri, con le Fondazio-ni Bancarie sono stati presenti sin dall’iFondazio-nizio e si sono consolidati negli anFondazio-ni.

Le esperienze work based learning dell’ITS della Piazza dei Mestieri

Dal 2009/2010 la Piazza ha poi dato vita a un ITS nell’ambito dell’ICT che ha dimostrato che il metodo utilizzato funzionava anche nella parte alta della filiera educativa e che quindi l’approccio work-based learning rappresenta proprio l’elemento centrale su cui costruire la verticalità di un sistema for-mativo efficace e efficiente.

Sul versante dell’istruzione tecnica superiore, in questo studio di caso viene analizzata l’esperienza che l’ITS della Piazza dei Mestieri ha in corso con l’azienda Deltatre, con sede a Torino, leader mondiale per quanto riguarda i contenuti digitali legati al mondo dello sport.

Motivazioni e obiettivi

Tra le motivazioni messe a fuoco dall’azienda, è risultato centrale il loro fab-bisogno di reclutare risorse giovani e competenti per supportare le loro atti-vità produttive. Dal punto di vista dell’impresa sono state importanti le fasi interlocutorie con lo staff dell’ITS per mettere a fuoco un progetto condiviso, che poi è stato promosso dalla Direzione delle risorse umane nell’ottica di sostenere una sistematica capacità aziendale di ‘incubare giovani talenti’. È stato un processo graduale che ha fatto sì che la collaborazione diventasse sempre più costruttiva. L’impresa sottolinea come abbia da sempre sostenuto politiche aziendali finalizzate all’inserimento di studenti in tirocinio: quindi il progetto con l’ITS di Piazza dei Mestieri si è inserito in un percorso già sperimentato, che punta a ampliare le opportunità di crescita produttiva e occupazionale del territorio.

Si tratta di un’esperienza la cui significatività va oltre le motivazioni e gli obiettivi che normalmente informano la mission delle fondazioni ITS. Difatti, è noto come l’integrazione della filiera formativa dell’istruzione professiona-le con l’istruzione terziaria sia tutt’ora incompprofessiona-leta e configura una situazione nella quale gli allievi che ottengono il diploma professionale del ‘IV anno’ devono transitare per l’istruzione secondaria superiore – svolgendo il quinto anno in un Istituto Professionale e sostenendo l’Esame di Stato – al fine di proseguire la carriera formativa verso l’alto.

In tale contesto già da diversi anni la Piazza dei Mestieri ha rapporti con-solidati con le scuole secondarie di secondo in grado grazie ai quali molti allievi che vogliono proseguire gli studi vengono introdotti al quarto anno per raggiungere il diploma.

Nell’ultima programmazione regionale è stata però recepita la Direttiva Mi-nisteriale che prevede l’accesso ai corsi ITS, a seguito di un percorso di Istru-zione e FormaIstru-zione Tecnica Superiore (IFTS) oltre al diploma professionale del “IV anno”, creando di fatto una filiera integrata fra la IeFP e l’istruzione

terziaria professionalizzante. Tale opportunità è però fortemente limitata al momento dall’esiguo numero di allievi che hanno tale diploma. Alla luce di questo elemento di frammentazione l’offerta formativa di Piazza dei Mestieri – declinandosi sia sull’Istruzione e Formazione Professionale, sia sull’Istru-zione Tecnica Superiore – costituisce una buona pratica anche nella prospet-tiva della creazione di una filiera integrata.

Co-progettazione

A partire da una serie di incontri interlocutori, lo staff dell’ITS e l’azienda han-no co-progettato un intero percorso formativo biennale, che vede la parteci-pazione dell’impresa a partire dalla prima definizione progettuale fino alla partecipazione di risorse aziendali alla docenza dei corsi erogati. Vengono coinvolti in questa esperienza circa 60 studenti all’anno.

Dal punto di vista del direttore dell’ITS, la co-progettazione avviene in così stretta sinergia e con una forte impronta dedicata all’alternanza e al work based learning che risulta difficile distinguere nettamente quali sono i mo-menti di work based learning e quali sono i momo-menti di docenza tradiziona-le di tipo frontatradiziona-le. Da un punto di vista metodologico, come specificato dal direttore dell’ITS, l’approccio didattico è molto pratico, fattivo e orientato ai casi reali, con un 68% delle ore svolte in aula e un 32% di tirocinio. Un nume-ro significativo di allievi vengono intnume-rodotti nei pnume-rocessi pnume-roduttivi aziendali in corso d’opera oppure ospitati in fase di stage.

Sempre secondo il direttore dell’ITS, lo sviluppo dell’esperienza è stato un processo di crescita, finalizzato a rendere compatibili e coerenti gli aspetti normativi e amministrativi caratteristici di un’istituzione formativa con quelli che sono i processi produttivi di una multinazionale che si muove su logiche di produttività ed efficienza. È in corso di valutazione l’inserimento di un ap-prendistato in alta formazione presso questa stessa impresa.

Dal punto di vista dell’azienda, il coinvolgimento di proprie risorse sia nella fase di progettazione del percorso formativo che di erogazione delle specifi-che attività in aula ha permesso all’impresa di contribuire a formare l’approc-cio complessivo degli studenti, rispetto alla loro profilazione in uscita e alla loro partecipazione come tirocinanti alla vita aziendale.

Valutazione e esiti

Sul versante della valutazione, il direttore dell’ITS sottolinea come vengano realizzate delle valutazioni congiunte con l’azienda: il confronto sul raggiun-gimento degli specifici risultati di apprendimento e sulla valutazione com-plessiva del singolo studente viene realizzato in stretta collaborazione dai docenti provenienti da Deltatre e dal tutor formativo interno, in una sorta di tutoraggio tecnico congiunto.

L’ITS ha al proprio interno figure di coordinamento e figure di tutoraggio, che facilitano l’interazione con i tutor aziendali. La valutazione viene eseguita anche in fase di stage, quindi l’impresa valuta sia le competenze tecniche che le soft skills, o comunque le competenze trasversali, quali la capacità di relazione, quella di rispettare gli orari, di rispettare le gerarchie e così via. Come ulteriore verifica dell’efficacia della partnership, inoltre, la valutazione viene anche effettuata da parte dell’allievo, il quale (auto)valuta il proprio percorso all’interno dell’impresa e la qualità degli insegnamenti ricevuti. Laddove alcuni ragazzi non raggiungano livelli di apprendimento sufficienti, vengono attivate delle ulteriori azioni di potenziamento formativo.

La valutazione viene realizzata dagli allievi anche rispetto alla qualità offerta dalla struttura, alle metodiche adottate dai docenti, sulla base di Questionari di soddisfazione dell’utenza che vengono poi analizzate dallo staff dell’ITS

per eventuali e opportune correzioni o individuazione di aree di migliora-mento.

In termini di esiti occupazionali, l’azienda sottolinea come alcuni studenti al termine del percorso formativo e del tirocinio siano stati assunti con contratti di apprendistato professionalizzante o a tempo determinato.

Replicabilità e sistematicità delle esperienze

Una rete siffatta deve ricercare continuamente di strutturare partenariati sta-bili e non occasionali perché i processi che deve sostenere sono di media e lunga durata e producono effetti solo se hanno un tempo adeguato per svilupparsi. Questo modello presuppone un elevato livello di trasparenza e di permeabilità. I rapporti con i diversi soggetti coinvolti a vario titolo nella rete devono basarsi su una conoscenza reale dei fatti. Questa impostazione ha portato alla scelta di creare un sistema di monitoraggio continuo in grado di fornire evidenza a tutti dei risultati ottenuti in termini di performances educative, ma anche di sostenibilità economica e finanziaria.

Viene sottolineato come la replicabilità esterna del modello, per mantener-ne l’efficacia in termini formativi e di inserimento lavorativo, debba temantener-nere in considerazione i caratteri distintivi che definiscono l’esperienza nella sua organicità e complessità come la presenza, all’interno del processo educativo (ma anche la coincidenza del luogo fisico) dell’attività lavorativa; la scelta di rispondere alla multidimensionalità del bisogno dei giovani dando vita (di-rettamente o indi(di-rettamente) a un serie di attività e progetti speciali che van-no dall’offerta culturale agli approfondimenti tecnici, fivan-no alla creazione di

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