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L’ITS MAKER in Emilia-Romagna: i tirocini nell’istruzione tecnica superiore148

Nel documento I MODELLI DI SUCCESSO DELLA FORMAZIONE DUALE (pagine 164-170)

Contesto istituzionale e normativo

L’ITS MAKER è un Istituto Tecnico Superiore tecnico nato nel 2013 con

l’o-biettivo di realizzare percorsi post diploma altamente professionalizzanti149,

finalizzati all’inserimento di tecnici specializzati nelle principali aziende

Emiliane150. Nasce dall’unione delle Fondazioni ITS di Modena, Bologna e

Reggio Emilia, a cui si aggiunge successivamente una nuova sede a Fornovo (PR), con l’obiettivo di strutturare dei percorsi biennali di meccanica e mecca-tronica, strettamente legati al tessuto produttivo emiliano. La mission istitu-zionale è assicurare la formazione di figure altamente specializzate in grado di rispondere alla domanda di occupazione proveniente da settori strategici dell’economia del territorio in cui operano.

Attualmente l’ITS offre 6 corsi151 in 4 città:

• Corsi per Tecnico Superiore in motori endotermici, ibridi ed elettrici e Tec-nico Superiore in progettazione meccanica e materiali a Modena;

• Corsi per Tecnico Superiore dei sistemi di controllo nella fabbrica digitale e Tecnico Superiore per l’automazione e il packaging a Bologna;

• Corso per Tecnico Superiore in sistemi Meccatronici a Reggio Emilia; • Corso per Tecnico Superiore per i materiali composti e l’additive

manu-facturing a Fornovo Taro (PR).

Alla Fondazione, oltre ai soci partecipanti, aderiscono più di 45 aziende, 11 scuole superiori di II grado, 3 università (Università di Bologna - Dipartimento di ingegneria industriale; Università di Modena e Reggio Emilia - Diparti-mento di ingegneria meccanica e civile e DipartiDiparti-mento di scienze e metodi dell’ingegneria; Università di Parma).

L’ITS Maker fa parte del progetto nazionale di sperimentazione di Industry 4.0 sugli ITS, che coinvolge altre 6 Fondazioni in Italia, finalizzato a formare soggetti con Diploma Tecnico Superiore nell’ambito dei settori del Made in Italy, attraverso l’adozione di metodiche didattiche per costruire competen-ze di alto profilo tecnologico, anche trasversali, che sappiano interpretare il fabbisogno di innovazione delle imprese. In particolare nell’ambito del pro-getto Steering to the TOP, l’ITS Maker Meccanica Meccatronica Motoristica e Packaging di Bologna ha sviluppato un prototipo di volante per migliorare la performance di guida della monoposto del team di formula SAE Unipr, com-petizione internazionale tra gruppi di studenti universitari.

I tirocini nei percorsi ITS e l’alternanza scuola lavoro

I tirocini formativi che caratterizzano i percorsi ITS non si possono definire propriamente di alternanza scuola lavoro, ma più che altro sono classificabili come una metodologia avanzata di apprendimento duale. Il tirocinio è obbli-gatorio per il 30% delle ore complessive e almeno il 50% dei docenti fa parte del mondo del lavoro. L’esperienza lavorativa in azienda può essere svolta anche con contratto di apprendistato di alta formazione e di ricerca152. Nel fornire una valutazione sull’introduzione dell’obbligatorietà dell’alternan-za del ciclo di istruzione secondaria superiore, i direttori dell’ITS evidenziano l’elevata quantità di lavoro aggiuntivo che sta ricadendo sui docenti, che vo-lontariamente si sobbarcano spesso il peso organizzativo di questi percorsi, e sulle imprese, che si trovano a dover accogliere grandi numeri di studenti per periodi relativamente brevi. Dal loro punto di vista sono indispensabili figure di raccordo tra scuola e aziende: per questo l’ITS si adopera, non solo per ero-gare una formazione in linea con i profili aziendali richiesti, ma per costruire un dialogo strutturato e costante con le imprese del territorio.

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148. Per la realizzazione dello studio di caso sono state effet-tuate due interviste:

• un’intervista al Direttore ope-rativo di ITS Maker; • un’intervista al Direttore

Cor-porate Communications di Industria Macchine Automa-tiche SpA e Direttore di ITS Maker.

149. Possono accedere agli ITS, dopo un percorso di selezione, i soggetti in possesso di diplo-ma di istruzione secondaria superiore e chi è in possesso di un diploma quadriennale di istruzione e formazione profes-sionale e che abbia frequentato un corso annuale integrativo di istruzione e formazione tecnica superiore. I percorsi possono avere una durata biennale o triennale. Gli ITS permettono di acquisire un Diploma Tecnico Superiore con la certificazione delle competenze corrispon-denti al V livello del Quadro europeo delle qualifiche (Euro-pean Qualification Framework). 150. Gli Istituti Tecnici Superiori (ITS) sono la prima esperien-za italiana di offerta formativa terziaria professionalizzante: il Ministero dell’Istruzione, in accordo con le Regioni, li ha costituiti attraverso il D.lgs. del 25 gennaio 2008. La natura giu-ridica degli ITS è quella della Fondazione di partecipazione, in collaborazione con impre-se, università/centri di ricerca scientifica e tecnologica, enti locali, sistema scolastico e for-mativo. Sono nati a partire dal 2010 e hanno come finalità principale quella di formare tec-nici superiori in aree strategiche per lo sviluppo economico del Paese, tra cui la mobilità soste-nibile, l’efficienza energetica, le tecnologie innovative per i beni e le attività culturali – Turismo, Tecnologie dell’informazione e della comunicazione, le nuove tecnologie della vita, le nuove tecnologie per il Made in Italy (Sistema meccanica, Sistema moda, Sistema agro alimentare, Sistema casa, servizi alle impre-se).

151. I corsi solitamente sono or-ganizzati in 4/6 semestri, per un totale di 1800/2000 ore. 152. I percorsi si concludono con verifiche finali, condotte da commissioni d’esame costituite da rappresentanti della scuola, dell’università, della formazio-ne professionale ed esperti del mondo del lavoro.

La mancanza di queste figure di raccordo nelle pratiche di alternanza svolte nel ciclo secondario superiore crea un’inversione di prospettiva rispetto ai tirocini svolti attraverso l’ITS. Nel primo caso sono le scuole a dover contatta-re le aziende per costruicontatta-re percorsi, che spesso pcontatta-revedono la partecipazione di gruppi numerosi di studenti contemporaneamente per periodi limitati di tempo, con l’obiettivo di svolgere un’esperienza di apprendimento nei luoghi di lavoro. Nel secondo caso è l’azienda a richiedere un limitato numero di studenti con precise professionalità e competenze, da poter introdurre nel proprio contesto aziendale e assumere al termine dello stage. L’alternanza scuola lavoro, inoltre, ha una finalità orientativa e didattica, mira a far com-prendere ai giovani il significato del termine “lavoro”, per periodi relativa-mente modesti e in un’età in cui non ci si aspetta che un giovane produca redditi o vantaggi concreti all’azienda. È un progetto di relazione culturale tra due mondi che hanno lingue, tempi, ritmi diversi. Attraverso i propri tirocini, invece, l’ITS costruisce dei percorsi lavorativi professionalizzanti, altamente specializzati, per rendere i giovani attivi e produttivi nel mondo del lavoro. Inoltre, a livello di certificazione, il diploma fornito dall’ITS è di un livello superiore rispetto a quello acquisito con l’esame di stato al termine della scuola secondaria. È un diploma superiore di livello terziario che va a fare concorrenza alle lauree brevi, poiché vi si accede con lo stesso titolo, ma le differenze di percorso sono notevoli. L’ITS offre una formazione ampia che in-clude numerose competenze tecnico-pratiche del mondo del lavoro che l’u-niversità non prende in considerazione. Anche i tirocini sono molto diversi tra loro, durante le lauree brevi nel caso siano previsti dei tirocini, sono fatti sulla stessa scia delle attività di alternanza scuola-lavoro dell’istruzione seconda-ria: brevi esperienze lavorative svolte per acquisire un determinato numero di crediti, attraverso l’osservazione e la messa in atto di alcune competenze apprese durante gli studi. Non sono monitorate costantemente, non sono in-serite nel curriculum dello studente universitario adeguandone i contenuti e le competenze da acquisire e non sono considerate come un periodo di formazione finalizzato all’assunzione una volta ottenuto il diploma di laurea.

Avvio dell’esperienza di tirocinio

Motivazioni e obiettivi

L’elemento chiave per l’attivazione dei corsi ITS è stata la presenza di nume-rose imprese legate alla metalmeccanica avanzata nel territorio e l’assenza di un’offerta formativa in grado di formare i profili innovativi richiesti. L’Emi-lia- Romagna si basa su una tradizione meccanica, evoluta poi in meccatroni-ca, e ha un sistema industriale in grado di generare i tre quarti della ricchezza della regione. I corsi sono stati attivati in stretta relazione con le industrie circostanti. Ad esempio a Modena, sede della Ferrari, è stato costruito il corso per motori endotermici; a Fornovo, dove ha sede la Dallara, azienda impe-gnata nella costruzione dei componenti per le macchine di Formula1, è stato attivato un corso specifico sulla costruzione di materiali composti.

Le aziende hanno avuto un ruolo fondamentale nella costruzione dell’offerta formativa dell’ITS Maker, poiché nell’aderire come socie o partner, si sono im-pegnate a dedicare risorse e tempo alla formazione sul campo degli studen-ti, a fornire del personale docente per svolgere didattica laboratoriale nella scuola e a supportare le attività anche attraverso il finanziamento di stru-mentazione e materiali. L’attivazione dei tirocini è avvenuta in simultanea rispetto alla nascita dei percorsi formativi ITS, in quanto elemento fondante e imprescindibile da essi.

152. I percorsi si concludono con verifiche finali, condotte da commissioni d’esame costituite da rappresentanti della scuola, dell’università, della formazio-ne professionale ed esperti del mondo del lavoro.

Difficoltà specifiche della fase di avvio

Dal punto di vista dei direttori dell’ITS Maker, la difficoltà principale riscon-trata nella fase di avvio dei percorsi di formazione è legata allo scarso coin-volgimento e alla limitata adesione da parte degli studenti. Ciò è dovuto principalmente alla scarsa conoscenza di questo tipo di offerta formativa, che è stata istituita solo di recente e ha ancora una limitata diffusione nei territori. Molti studenti, una volta ottenuto il diploma di scuola secondaria superiore, dovendo scegliere tra proseguire gli studi attraverso un percorso universitario della durata di tre anni o uno di istruzione terziaria non uni-versitaria, magari di durata inferiore, preferiscono la prima soluzione. Ancora oggi, essere in possesso di una laurea, benché triennale, è sinonimo di qua-lifica superiore rispetto a qualsiasi altro diploma di simile livello. Le stesse famiglie spesso insistono nel convincere i propri figli a conseguire una laurea, anche se dagli esiti occupazionali incerti, se paragonati alle maggiori oppor-tunità offerte al termine di un percorso ITS.

Allo stesso modo, rispetto ad altri competitor, come ad esempio gli IFTS (Istruzione e formazione tecnica superiore), gli ITS hanno una durata maggio-re e, dunque, sono meno attraenti per tutti quei giovani che vogliono entramaggio-re rapidamente nel mondo del lavoro. Gli IFTS hanno solitamente la durata di 2 semestri per un totale di 800/1000 ore complessive, dunque offrono la possibilità di ottenere una qualifica in tempi minori rispetto agli ITS, organiz-zati in 4/6 semestri per un totale di 1800/2000 ore, anche se si tratta di una qualificazione di livello inferiore.

Il reclutamento non è semplice, prevede molta attività di comunicazione e promozione sia nelle scuole che nelle università, in quest’ultimo caso per coinvolgere tutti quegli studenti che hanno cominciato un percorso universi-tario, ma hanno dei problemi nel portarlo a termine. A seguito di una grande attività di promozione dei corsi e di reclutamento, l’ITS si adopera per fare una selezione rigorosa dei partecipanti.

La seconda difficoltà segnalata dall’ITS Maker è la precarietà organizzativa, gestionale e di risorse finanziarie a cui sono soggetti tutti gli ITS. Questa provvisorietà si traduce, ad esempio, nel non avere una sede propria e nel non riuscire quindi a programmare investimenti anche per costruire laboratori stabili. A fronte poi di finanziamenti da parte del MIUR che avvengono con cadenza annuale, è difficile avere la certezza di attivare tutti i corsi previsti, è complesso quindi stabilizzare un’offerta formativa che per la sua recente istituzione avrebbe bisogno di una programmazione di risorse pluriennale e certa. La sfida, anche per avvicinarsi agli standard europei relativi all’istru-zione tecnica superiore è garantire il funzionamento di un solido sistema formativo che non subisca variazioni di anno in anno.

Prossimità geografica e prossimità istituzionale

La costruzione di reti territoriali tra i diversi settori, formativi, industriali, enti pubblici e privati, è il cuore del modello formativo integrato degli ITS che si sta tentando di realizzare in Emilia-Romagna. L’ITS Maker progetta le attività didattico/formative sia sulla base dei profili professionali nazionali indivi-duati dal MIUR, sia sulla base delle esigenze territoriali e di rete. Le 6 spe-cializzazioni attivate sul territorio emiliano, sono stati attivate in base alle richieste delle aziende, in stretta collaborazione con esse durante la fase di progettazione. Oltre alla rete territoriale dell’ITS Maker, vi è anche una rete che mette in comunicazione tutti gli ITS dell’Emilia-Romagna, per concordare strategie comuni di promozione e comunicazione efficace. Vi sono poi delle reti non istituzionali che coinvolgono i diversi ITS nazionali e sono struttu-rate in forme virtuali.

153. Soltanto un percorso dif-ferisce da questa struttura, prevedendo dei tirocini di 120 ore svolti in 4 momenti diversi dell’anno.

Sviluppo dell’esperienza

Co-progettazione tra scuola ITS e azienda

Tra aziende e scuola ITS vi è una stretta collaborazione in tutti i processi, che influenza non soltanto la fase di progettazione e realizzazione del tirocinio, ma l’intero percorso formativo. Non si tratta, dunque, di una co-progettazione limitata alle attività lavorative da svolgere in azienda, ma in tutto il percorso formativo si attua un lavoro di costante interazione tra scuola e mondo delle imprese. Ed è qui che, secondo l’ITS, risiede il valore aggiunto dell’esperienza di tirocinio, ovvero andare al di là dei contenuti e far apprendere al ragazzo tutta una serie di competenze trasversali, soft, e tecnico/specifiche, che la formazione scolastica da sola, per quanto laboratoriale, non riuscirebbe mai ad erogare.

Nello specifico, è la scuola che decide i temi da esplorare nell’ambito del tiro-cinio aziendale in base all’attinenza al programma svolto. L’ITS si fa carico di informare il tutor aziendale su cosa sta studiando il ragazzo che svolgerà con loro l’attività lavorativa, quali sono le competenze che ha acquisito e il tema generico di ciò che dovrà svolgere durante il periodo in azienda. Successiva-mente, sta all’azienda inserire il tirocinante in un’organizzazione interna che svolge attività simili e propedeutiche ai contenuti resi noti dall’istituzione formativa. È, inoltre, l’ITS a stabilire i periodi di tirocinio e a comunicare il calendario alle diverse aziende all’inizio dell’anno, subito dopo la pianifica-zione delle attività.

Per quanto riguarda gli studenti, questi non vengono coinvolti nella scelta dell’azienda in cui essere inseriti, in quanto si creerebbero dei problemi di sovraffollamento nelle aziende più note e poca richiesta nelle aziende meno conosciute. Vengono però interpellati riguardo le loro motivazioni o incli-nazioni rispetto alle diverse fasi lavorative. Ad esempio vi sono ragazzi che preferiscono curare più la parte di progettazione, alcuni le fasi di montaggio e altri il controllo di qualità. Questi temi vengono affrontati tutti in un collo-quio preparatorio al tirocinio.

Caratteristiche dell’esperienza

I percorsi attivati dall’ITS Maker hanno una durata biennale e prevedono 2000 ore di attività formative. Di queste, 800 sono riservate ai tirocini in azienda, circa 300 da svolgere nella prima annualità e 500 nella seconda; vengono solitamente realizzate nella seconda parte dell’anno scolastico

sen-za interruzioni153. Questa scelta di alternare i momenti lavorativi in azienda e

la formazione a scuola, costruendo dei percorsi a tema durante l’anno, è più efficace dal punto di vista didattico, ma più onerosa e complessa da gestire. Al termine del secondo anno, gli studenti sostengono un esame per il consegui-mento del diploma superiore con votazione in centesimi che viene rilasciato direttamente dal MIUR.

Tutti i percorsi attivati dall’ITS Maker puntano al raggiungimento delle se-guenti finalità:

• orientamento dei giovani verso le professioni tecniche;

• ricognizione dei fabbisogni formativi per lo sviluppo economico del ter-ritorio, a partire dalle esigenze di innovazione scientifica, tecnologica ed organizzativa delle imprese;

• progettazione e realizzazione di percorsi di istruzione tecnica superiore relativi alle figure di riferimento nazionale;

• accompagnamento al lavoro dei diplomati a conclusione dei percorsi; • realizzazione di attività di aggiornamento destinate a docenti e formatori

del-la formazione professionale;

• ogni altra attività che risponda alle linee guida della programmazione regionale riferita alla specializzazione tecnica superiore.

Aspetti da ricalibrare

L’ITS opera principalmente su settori innovativi e in via di sviluppo. In questo quadro ha promosso un tavolo di approfondimento con le Università per ana-lizzare quali siano gli elementi tecnologici che possano fare da traino per lo sviluppo innovativo dei sistemi industriali locali. Sulla scia di questi incontri e con il confronto con le imprese ha revisionato alcuni corsi, come quello relativo alla meccatronica e il packaging per renderli costantemente al passo con il mondo del lavoro e funzionali ad esso.

Esiti dell’esperienza

Per quanto riguarda gli esiti degli studenti, l’ITS è ancora troppo giovane per poter fornire analisi longitudinali relative all’impatto di questo tipo di offerta formativa anche in chiave differenziale rispetto ad altri percorsi di studi. Vi sono, però, alcune prime evidenze che riconoscono una validità della propo-sta formativa dell’ITS Maker: l’altissimo tasso di assunzione dei neodiplomati, pari quasi al 100% ogni anno, e il loro riconoscimento all’interno dell’azienda sono elementi significativi della ricaduta di questo tipo di formazione per gli studenti.

L’elemento chiave che dà valore all’operato dell’ITS è che, attraverso i pro-pri percorsi, gli studenti non solo vengono introdotti in tempi brevissimi nel mondo del lavoro, ma acquisiscono una consapevolezza di cosa significa “es-sere un tecnico altamente specializzato” e lavorano sulle competenze tra-sversali quali il lavoro di gruppo, l’orientamento agli obiettivi, il controllo dei tempi, la comprensione del contesto, l’organizzazione aziendale, etc. L’acquisi-zione di queste competenze è evidente nel passaggio tra il primo e il secondo anno: mentre all’inizio per i ragazzi si tratta di continuare ad andare a scuola e si comportano di conseguenza, a seguito del periodo di tirocinio maturano una consapevolezza diversa. Sono più produttivi, più seri, sono motivati ad apprendere per colmare il gap con il mondo del lavoro, sono più determinati, poiché hanno compreso il loro percorso professionale e lavorano nell’ottica di realizzare i loro obiettivi.

Da un punto di vista quantitativo l’ITS Maker è monitorato costantemente da enti come INDIRE e MIUR, che si occupano delle rilevazioni su queste tipologie di istituzioni formative. L’ITS è chiamato ad inserire periodicamente alcuni dati nel portale gestito dall’INDIRE. L’INDIRE valuta i diversi percorsi attivati ed assegna dei riconoscimenti economici agli ITS che raggiungono performance positive. Attraverso questi riconoscimenti, l’ITS Maker è riuscito ad attivare laboratori e organizzare attività aggiuntive, come le borse estive e i viaggi all’estero.

Valutazione del tirocinio

Durante il tirocinio i ragazzi sono costantemente monitorati attraverso scam-bi dal vivo e a distanza tra i tutor. Al termine del tirocinio è prevista una va-lutazione finale da parte del tutor aziendale che influisce nella vava-lutazione finale.

Al termine dell’esperienza i ragazzi producono una tesi relativa alle attività svolte durante il tirocinio e la discutono in aula con i docenti delle materie tecniche e la docente che cura la parte di comunicazione. Nella valutazione finale viene data molta importanza a come viene tematizzata la parte

tec-nica, alle capacità di presentazione della tesi e al valore professionalizzante dell’esperienza.

Replicabilità e sistematicità

Diverse esperienze di ITS sono presenti già in tutta Italia; complessivamente ci sono 93 ITS per circa 120 corsi attivati. Replicare questo tipo di percorsi è, dunque, possibile in vari contesti. Lo stesso Piano nazionale Industria 4.0 del Ministero dello Sviluppo Economico indica la formazione tecnica superiore e gli ITS come uno degli ambiti strategici su cui puntare per sostenere processi produttivi innovativi nel nostro Paese. Anche per questo sono state aumenta-te nell’ultima legge finanziaria le risorse complessive da destinare a questa offerta formativa, con l’obiettivo di rafforzarla e svilupparla.

I Master di Apprendistato di Alta Formazione in Additive

Nel documento I MODELLI DI SUCCESSO DELLA FORMAZIONE DUALE (pagine 164-170)

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