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Esposizione SACE al 30 giugno 2006 L’esposizione di SACE in Paraguay è nulla

Nel documento Rischio Paese 2006 Africa Subsahariana (pagine 109-123)

altri manufatti 42%

meccanica strumentale 28%

prod. chimici 11%

elettronica e elettrotecnica

7%

carta e stampa 3%

altro prod. alimentari 6%

3%

-100,0 -75,0 -50,0 -25,0 0,0 25,0 50,0 75,0 100,0 125,0

1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005

Importazioni Esportazioni Saldi

Perù

PERU

Executive summary

L’economia peruviana è in una fase di vigorosa espansione e le prospettive a medio termine sono buone.

L’andamento economico del Paese rimane però fortemente dipendente dai prezzi delle commodity che esporta.

Le recenti elezioni hanno portato alla Presidenza Alan García, che ha battuto al ballottaggio il candidato populista Ollanta Humala. I primi passi della nuova Amministrazione sono stati all’insegna della continui-tà con la precedente.

Il settore minerario e quello energetico sono stati recentemente interessati da un aumento degli episodi di violenza, legati alle proteste delle popolazioni locali contro la scarsa attenzione nei confronti dell’ambien-te e della sicurezza. Gli investimenti nel settore non sembrano però aver risentito di questi fenomeni.

Condizioni di assicurabilità SACE Categoria OCSE: 4/7

Rischio sovrano: apertura Rischio bancario: apertura Rischio corporate: apertura

Principali indicatori economici

2003 2004 2005 2006p 2007p

PIL (variazione % reale) 3,9 5,2 6,4 5,5 5,0

Inflazione media annua (%) 2,3 3,7 1,6 2,4 2,5

Saldo Bilancio Pubblico/PIL (%) -1,7 -1,1 -0,3 -0,4 -1,0

Bilancia dei pagamenti

• Esportazioni ($ mld) 9,1 12,6 17,2 21,8 23,4

• Importazioni ($ mld) -8,3 -9,8 -12,1 -14,7 -17,0

• Saldo Bilancia Commerciale ($ mld) 1,8 2,8 5,1 7,1 6,4

• Saldo transazioni correnti ($ mld) -0,9 0,0 1,0 0,6 0,1

• Saldo transazioni correnti/PIL (%) -1,5 0,0 1,3 0,7 0,2

Debito estero totale ($ mld) 29,6 31,2 28,4 27,8 28,2

Debito estero totale/PIL (%) 48,1 44,7 35,8 31,3 29,7

Debt service ratio (%) 31,0 25,4 34,8 16,4 13,8

Riserve internazionali lorde ($ mld) 10,2 12,6 14,1 15,6 16,8

Riserve intern. lorde (mesi import.) 9,7 10,0 9,8 7,9 9,0

Cambio medio PEN/US$ 3,48 3,41 3,30 3,28 3,27

P: previsioni - Fonti: FMI (WEO; 4° e 5° Review Stand by arrangement), EIU

Rating Standard and Poor’s Moody’s Fitch SACE

BB Ba3 BB+

-110

RISCHIOPAESE• AMERICALATINA

Rischio Politico

Politica interna. Il nuovo Presidente, Alan García, è stato eletto lo scorso 4 giugno con il 52,6% dei voti, su-perando al ballottaggio il candidato populista Humala. Le elezioni hanno evidenziato una frattura all’interno del Paese, con la parte costiera e la capitale Lima a favore di García e quella meridionale e povera a favore di Humala. La politica di García sembrerebbe all’insegna della continuità con il precedente Governo, con un’at-tenzione maggiore alle fasce più povere della popolazione ma sempre all’interno di politiche economiche mi-rate alla stabilità economica.

Relazioni internazionali. Le relazioni tra Perù e Cile sono alquanto tese per via della disputa sul controllo delle acque territoriali e per l’immigrazione clandestina dei peruviani verso il paese confinante. Il Perù è mem-bro della Comunità Andina e del Mercosur. Lo scorso dicembre ha firmato un accordo commerciale bilate-rale con gli Stati Uniti, che elimina una serie di barriere allo scambio di beni e servizi tra i due paesi.

Rischio Economico

Attività economica. Il Perù sta attraversando una fase di vigorosa espansione economica. A fronte di una me-dia della regione del 4,3%, la crescita del PIL in termini reali è stata del 6,4%, sostenuta dalla domanda inter-na e dalle esportazioni di commodity (rame, argento, zinco). Gli investimenti sono aumentati considerevol-mente (+8,7%), a conferma di un positivo clima di fiducia.

Bilancio pubblico e inflazione. Gli elevati prezzi delle commodities e la robusta crescita economica hanno con-tribuito a migliorare i conti pubblici, nonostante il governo abbia attuato una politica fiscale espansiva. Nel 2005 il deficit si è ridotto allo 0,3% del PIL, dall’1,1% dell’anno precedente. L’inflazione è sotto controllo (+1,6% la media del 2005) e stabilmente all’interno dell’intervallo stabilito dalla Banca Centrale del Paese.

Bilancia dei pagamenti. Dopo circa venti anni di deficit, nel 2005 le partite correnti hanno realizzato un avanzo pari a circa un miliardo di dollari (1,3% in rapporto al PIL). La bilancia commerciale ha fatto registra-re un avanzo registra-record (pari a 5 miliardi dollari), grazie all’ottima performance delle esportazioni di metalli. Le ri-messe dei lavoratori all’estero stanno assumendo un ruolo sempre più importante: nel 2005 hanno raggiunto la cifra di 1,4 miliardi di dollari, la terza fonte di valuta estera dopo le esportazioni di rame e oro.

Posizione debitoria e riserve valutarie. Nell’agosto del 2004, il governo ha effettuato un prepagamento di 1,6 miliardi di dollari al Club di Parigi, finanziato attraverso l’emissione di bond per un importo equivalente. In questo modo è diminuita la quota di debito pubblico denominata in dollari e si è allungata la durata media.

Il rapporto debito estero/PIL è sceso al 35,8% nel 2005 dal 44,7% nel 2004, ma la dinamica del debito rima-ne fortemente esposta al rischio di cambio, dal momento che il 79% dello stock è denominato in valuta este-ra. A fronte di questa vulnerabilità, il Paese ha accumulato riserve valutarie, pari a 16 miliardi di dollari (cir-ca il 50% del debito estero).

Tasso di cambio. Il Perù adotta un regime di cambio a fluttuazione controllata. La valuta locale è il Nuevo sol, che dopo un’iniziale deprezzamento nel periodo pre-elettorale, si è apprezzato toccando il massimo storico dal 1999.

Perù

Debito estero Crescita del PIL e inflazione

Rischio Bancario

Il settore bancario peruviano è composto da 14 banche, di cui le 3 più grandi controllano quasi i due terzi de-gli asset dell’intero settore. Il peso delle due istituzioni finanziarie controllate dallo Stato è marginale, mentre quello delle nove banche controllate da investitori stranieri è relativamente elevato. È presente uno schema di assicurazione dei depositi ed il settore è regolato e controllato dalla Superintendence of Banking and Insurance (SBS).

Negli ultimi anni i principali indicatori di redditività hanno fatto registrare un notevole miglioramento. An-che la quota dei non-performing loan sul totale dei prestiti è diminuita al 2,1% a marzo di quest’anno dal 9%

di fine 2001. Il rischio principale è rappresentato dal tuttora elevato livello di dollarizzazione del sistema (la quota di depositi denominati in dollari è comunque in costante diminuzione, dal 70% negli anni novanta al 55% di fine 2005) e da procedure di risk management poco efficienti.

Rischio Operativo

Il sistema legale è favorevole agli investitori esteri, che possono operare in tutti i settori dell’economia. Nella classifica Doing Business della Banca Mondiale il Paese figura al 65° posto su 175 Paesi, al terzo posto fra le economie più grandi dell’America Latina, dopo Cile e Messico. Il sistema giudiziario è caratterizzato da len-tezza e corruzione. Il Corruption Perceptions Index di Transparency International colloca il Perù al 65° posto su 159 Paesi. Nel 1994 è stato firmato l’accordo sulla promozione e protezione degli investimenti tra Italia e Perù. Il Paese ha ratificato sia la Convenzione di Washington sia quella di New York.

Il Paese necessita di un ammodernamento delle infrastrutture ferroviarie e stradali. Dal punto di vista della si-curezza, è aumentato il rischio di azioni di protesta e di violenza a causa dell’attivismo ambientalista nel set-tore estrattivo e energetico.

Rapporti con le Istituzioni Finanziarie Internazionali

Fondo Monetario Internazionale. Sono in atto le negoziazioni per un rinnovo dell’accordo stand-by, scadu-to lo scorso agosscadu-to. Dal 2001, il Perù ha in vigore accordi stand-by, ma non ha mai fatscadu-to ricorso ai fondi.

26

2003 2004 2005 2006 2007

mld US$

Debito estero totale (sx) Debito estero/PIL (dx)

0

2003 2004 2005 2006 2007

%

Crescita PIL Inflazione

112

RISCHIOPAESE• AMERICALATINA

258 milioni di dollari. Riduzione della povertà e aumento della competitività sono le principali aree di inter-vento della Banca.

Banca Interamericana di Sviluppo. La IADB al 30 maggio di quest’anno aveva in portafoglio 27 progetti, principalmente nel settore pubblico e in quello tecnologico, per un importo totale di 1,4 miliardi di dollari (di cui circa 700 milioni erogati).

Interscambio con l’Italia

Il Perù è fra i principali produttori mondiali di rame, argento, piombo, zinco e oro. Tali minerali costituisco-no un’ampia quota dell’export del Paese. Il principale partner commerciale socostituisco-no gli Stati Uniti, seguiti da Ci-na, Cile e Spagna.

L’Italia non compare fra i principali partner commerciali del Perù. Nel 2005, le esportazioni italiane di beni nel Paese sono state pari a 169 milioni di euro in aumento del 37,6% rispetto al valore del 2004. I principali beni esportati sono prodotti della meccanica strumentale (44% del totale), altri mezzi di trasporto (15%) e prodotti dell’elettronica e dell’elettrotecnica (9%). Circa il 70% delle importazioni dal Perù sono costituite da minerali e metalli non ferrosi (principalmente rame). L’aumento dei prezzi di queste commodities ha causato l’ampliamento del disavanzo commerciale che l’Italia registra nei confronti del Perù, pari a 136 milioni di eu-ro a fine 2005.

Nei primi sei mesi del 2006, le esportazioni italiane in Perù si sono leggermente ridotte (-0,8%), in netta con-trotendenza rispetto alla dinamica generale dell’export italiano. Le importazioni dal Paese sono invece aumen-tate del 74,% grazie all’ulteriore aumento dei prezzi del rame.

L’Italia occupa il settimo posto in termini di investimenti nel Paese, con uno stock accumulato di 269,6 mi-lioni di dollari nel 2005. I principali investitori esteri nel Paese sono Spagna, Regno Unito e Stati Uniti. Tra le società italiane presenti in Perù troviamo FIAT, Gruppo Intesa, Acea-Impregilo e ENI-Saipem.

Esportazioni italiane in Perù per settori Interscambio commerciale con il Perù

(2005, %) (1996-2005 mln €)

Esposizione SACE al 30 giugno 2006

Gli impegni in essere sono pari a 4,2 milioni di euro. Gli indennizzi pagati da recuperare ammontano a 251 milioni di euro. L’esposizione totale ammonta a 255,1 milioni di euro.

meccanica

1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005

importazioni esportazioni saldi

Suriname

SURINAME

Executive summary

L’eterogeneità della coalizione di governo rappresenta un rischio per la stabilità politica. Il Paese è fra i più divisi al mondo dal punto di vista etnico, religioso e linguistico.

Il Paese sta beneficiando degli elevati prezzi internazionali delle commodities. La forte dipendenza dal set-tore estrattivo resta però un elemento di vulnerabilità economica insieme con le pressioni inflazionistiche recenti.

Il sistema bancario è nel complesso solido, anche se l’elevato livello di dollarizzazione rappresenta un ele-mento di debolezza.

Condizioni di assicurabilità SACE Categoria OCSE: 7/7

Rischio sovrano: chiusura.

Rischio bancario: apertura Rischio corporate: apertura Plafond € 10 mln

Principali indicatori economici

2002 2003 2004 2005p 2006p

PIL (variazione % reale) 3,0 5,3 7,8 5,1 4,5

Inflazione annua (fine periodo, %) 28,4 13,1 9,1 16,7 8,1

Saldo Bilancio Pubblico/PIL (%) -6,6 -0,1 -2,9 -1,0 -0,8

Bilancia dei pagamenti

• Saldo transazioni correnti/PIL (%) -6,3 -13,8 -5,1 -15,8 -11,9

Debito estero totale/PIL (%) 41,6 37,7 33,0 27,9 24,5

Riserve valutarie lorde (mesi import.) 1,9 1,4 1,7 1,5 1,6

Cambio medio SRD/US$ 2,515 2,625 2,735 2,740 —

P: previsioni - Fonte: FMI, Articolo IV, febbraio 2006

Rating Standard and Poor’s Moody’s Fitch SACE

B- B1 B

-114

RISCHIOPAESE• AMERICALATINA

Rischio Politico

Politica interna. L’attuale assetto politico si basa sulla leadership del capo di stato e di governo Ronald Vene-tiaan, rieletto per il secondo mandato quinquennale nel settembre 2005. La coalizione governativa è guidata dal New Front, ma l’inclusione di sette diversi partiti rappresenta una fonte di potenziale instabilità. Ulteriori fattori di tensione politica potrebbero scaturire dalle accuse di corruzione incombenti sul governo, che recen-temente hanno causato le dimissioni di due importanti ministri, e dalla mancata risoluzione giudiziaria dei massacri di attivisti politici avvenuti nel 1982, che vede tra gli altri imputati l’ex dittatore Desi Bouterse, ora leader del Partito Nazionale Democratico all’opposizione. La pluralità di etnie, religioni e lingue può rappre-sentare un aggiuntivo rischio di instabilità sociale.

Relazioni internazionali. Nonostante i recenti tentativi di conciliazione mediante un arbitrato internaziona-le, resta insoluta la disputa territoriale con la vicina Guyana circa la definizione dei reciproci confini, fluviali e marittimi, situazione complicata ulteriormente dalle presunte potenzialità petrolifere individuate in quelle aree. Il Paese è membro della WTO e della Comunità Caraibica. I principali partner commerciali del Surina-me sono Stati Uniti, Norvegia e Olanda.

Rischio Economico

Attività economica. Il PIL reale è cresciuto nel 2005 del 5%, grazie all’aumento dei prezzi delle commodities e alla crescita della produzione nel settore minerario (oro, bauxite e allumina) e petrolifero, dove è in corso anche un’intensa attività di investimenti in nuova capacità produttiva promossa da production sharing agree-ments con compagnie petrolifere internazionali. Le previsioni del FMI per l’anno in corso sono di una cresci-ta sostenucresci-ta intorno al 4,5% con un outlook di medio termine positivo.

Bilancio pubblico e inflazione. Il deficit di bilancio si è ridotto in rapporto al PIL dal 2,9% del 2004 all’1%

del 2005, grazie all’aumento delle entrate dal settore oil che ha più che compensato l’aumento delle spese nel periodo pre-elettorale e la riduzione delle entrate per il ritardo nella rimozione dei sussidi ai prezzi del-la benzina.

Tuttavia, al netto delle entrate petrolifere, la posizione di bilancio si è indebolita e rappresenta una fonte di rischio per la stabilità economica attraverso le pressioni sui prezzi e sul disavanzo con l’estero. L’inflazione, in calo dal 2002, è aumentata nel 2005 al 16,7% a causa del raddoppio dei prezzi petroliferi ma è prevista de-celerare nell’anno in corso se le politiche economiche rimarranno appropriate.

Bilancia dei pagamenti. Il deficit delle partite correnti è aumentato in modo considerevole a causa delle im-portazioni di beni di investimento per il settore minerario/petrolifero. Il deficit è stato compensato dagli af-flussi di IDE.

Posizione debitoria e riserve valutarie. Lo stock del debito pubblico detenuto da creditori ufficiali è in dimi-nuzione. Circa la metà del debito è nei confronti dell’Olanda. Non sono disponibili dati sulla quota di debi-to detenuta dai privati. A fine 2005, le riserve internazionali non arrivavano a coprire due mesi di zioni ma, secondo i dati della Banca Centrale, a giugno di quest’anno erano arrivate a 2,4 mesi di importa-zioni, oltre 200 milioni di dollari.

Tasso di cambio. Il regime del cambio è di fluttuazione controllata. Il Paese ha avuto un processo di

dollariz-Suriname

zazione negli ultimi anni. Il tasso di cambio è sostanzialmente stabile nei confronti del dollaro. Ancora dif-fuso è il mercato nero del cambio.

Rischio Bancario

Il sistema bancario del Suriname è nel complesso solido, anche se caratterizzato da un elevato livello di par-tecipazione statale. A fine 2004, esso comprendeva otto banche commerciali, di cui sei a parpar-tecipazione sta-tale. Le tre maggiori banche del Paese, di cui due parzialmente detenute dallo Stato, controllano oltre l’80%

degli asset totali del sistema finanziario. Il governo è unico azionista delle tre banche più piccole e di una ban-ca di sviluppo e ha espresso l’intenzione di fondere questi quattro istituti. Secondo le modalità di tale fusio-ne, il governo si farà carico dei non-performing loans (NPL) di tutte e quattro le banche e le avvierà verso il pro-cesso di privatizzazione. Il FMI ha apprezzato il progresso compiuto in relazione ai livelli di patrimonializ-zazione delle banche ma ha raccomandato il miglioramento della supervisione bancaria e del contesto rego-lamentare, sottolineando come l’elevato livello di dollarizzazione abbia reso il sistema finanziario più vulne-rabile.

Rischio Operativo

Il Suriname ha adottato recentemente una nuova normativa sugli investimenti esteri, la cui attuazione risul-ta però piuttosto lenrisul-ta. Le Autorità incoraggiano in generale gli investimenti ad eccezione dei settori strategi-ci quali le utilities. Il Paese non ha ratificato le Convenzioni di Washington e New York.

Il contesto operativo è abbastanza favorevole, anche se permangono problemi legati alla lentezza della buro-crazia e alla corruzione. Il Paese è classificato al 78° posto (su 159) del Corruption Perceptions Index, al 129° po-sto (su 157) dell’Index of Economic Freedom e al 122° popo-sto (su 175) della classifica Doing Business della Banca Mondiale.

Le infrastrutture sono adeguate e il Paese non è soggetto a uragani.

Rapporti con le Istituzioni Finanziarie Internazionali

Fondo Monetario Internazionale. Il Paese non ha finanziamenti in essere; i rapporti con il Fondo si limita-no alle consultazioni periodiche (Articolo IV).

Interscambio con l’Italia

L’interscambio tra l’Italia e il Suriname è molto limitato.

Nel 2005, le esportazioni dei beni italiani in Suriname sono quasi raddoppiate attestandosi a 6 milioni di eu-ro; le importazioni ammontano a 19 milioni, con un saldo sfavorevole all’Italia.

I settori principali dell’export italiano sono costituiti da: “meccanica strumentale”, con un’incidenza del 37%

sull’export totale; “prodotti alimentari” (17%); “metallurgia e prodotti in metallo” (14). Le importazioni si concentrano quasi interamente su “prodotti delle miniere e delle cave” (67% del totale) e “prodotti energeti-ci raffinati” (28).

116

RISCHIOPAESE• AMERICALATINA

Esportazioni italiane in Suriname per settori Interscambio commerciale con il Suriname

(2005, %) (1996-2005 mln €)

Esposizione SACE al 30 giugno 2006

L’esposizione complessiva di SACE in Suriname ammonta a 9,3 milioni di euro, interamente costituiti da in-dennizzi pagati da recuperare.

Lo scorso 11 settembre è stato firmato un accordo in linea di principio con la Banca Centrale del Suriname per il recupero del credito e a breve dovrebbe essere firmato il bilaterale. L’accordo prevede la cancellazione degli interessi di ritardo e la cancellazione del 50% degli importi insoluti. Il restante importo (circa 5 milioni di euro) sarà rimborsato per il 30% entro fine 2006, mentre il restante 70% verrà rimborsato in 3 anni.

vetro, ceramica e materiali

2%

altri manufatti 3%

prod. in gomma e plastica

3%

autoveicoli 3%

mobili 6%

altro 4%

elettronica ed elettrotecnica

11%

metallurgia e prod. in metallo

14%

prod. alimentari 17%

meccanica strumentale

37%

-20 -15 -10 -5 0 5 10 15 20

1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005

esportazioni importazioni saldi

Uruguay

URUGUAY

Executive summary

Non vi sono particolari rischi dal punto di vista politico. Il Governo sta tentando di approvare una serie di riforme importanti e questo è l’unico elemento che potrebbe minare la solidità della coalizione di Go-verno, caratterizzata da una certa eterogeneità.

Il Paese si sta riprendendo velocemente dalla crisi del 2002 e l’economia è tornata a crescere a ritmi sod-disfacenti. Tuttavia permangono alcune debolezze: il debito con l’estero, la dollarizzazione della liquidità interna (in particolare bancaria), l’inefficienza della banche pubbliche e i crescenti disavanzi commerciali e correnti.

Condizioni di assicurabilità SACE Categoria OCSE: 5/7

Rischio sovrano: apertura (nel rispetto dei limiti del FMI) Rischio bancario: apertura

Rischio corporate: apertura

Principali indicatori economici

2003 2004 2005 2006p 2007p

PIL (variazione % reale) 2,2 11,8 6,6 4,6 4,2

Inflazione media annua (%) 19,4 9,2 4,7 6,1 4,3

Saldo Bilancio Pubblico/PIL (%) -3,2 -2,2 -0,7 -0,9 -0,5

Bilancia dei pagamenti

• Esportazioni: f.o.b. ($ mln) 2.281 3.145 3.758 4.140 4.487

• Importazioni: f.o.b. ($ mln) -2.098 -2.992 -3.826 -4.936 -5.069

• Saldo Bilancia Commerciale ($ mln) 183 153 -69 -796 -582

• Saldo transazioni correnti ($ mln) -56 43 -88 -798 -627

• Saldo transazioni correnti/PIL (%) -0,5 0,3 -0,5 -5,6 -4,3

Debito estero totale ($ mln) 11.012 11.594 11.441 11.505 11.346

Debito estero totale/PIL (%) 98,2 87,4 67,8 61,9 57,4

Debt service ratio (%) 52,3 44,8 47,0 54,8 41,9

Riserve valutarie lorde ($ mln) 2.087 2.512 3.438 3.963 4.113

Riserve valutarie lorde (mesi import.) 9,2 8,0 8,7 8,0 8,0

Cambio medio UYU/US$* 28,21 28,70 24,48 23,79 22,98

S: stime - P: previsioni - Fonte: FMI (2006 Article IV); *IIF (Country Report May 2006)

Rating Standard and Poor’s Moody’s Fitch SACE

B+ B3 B+

-118

RISCHIOPAESE• AMERICALATINA

Rischio Politico

Politica Interna. Le elezioni di fine 2004 hanno segnato la vittoria, per la prima volta nella storia del Paese, di una coalizione composta da partiti di centro-sinistra (Frente Amplio) guidata dal Presidente Tabaré Vázquez.

La congiuntura economica favorevole ha accresciuto il sostegno popolare e la credibilità del Governo, non-ostante alcune divisioni che attraversano l’ampia coalizione. Restano ancora da approvare alcune riforme strutturali fondamentali (in particolare la riforma fiscale, pensionistica e del settore finanziario). L’approvazio-ne di tali riforme rappresenta il principale elemento di incertezza, in particolare per la tenuta della coalizio-ne.

Relazioni Internazionali. L’Argentina ha fatto ricorso alla Corte Internazionale di Giustizia dell’Aja per bloc-care la costruzione due impianti per la produzione di cellulosa a Fary Brentos, sostenendo che il progetto po-trebbe provocare un danno ambientale al fiume che segna il confine tra i due Paesi. La Corte ha dato ragio-ne all’Uruguay in primo grado. Tuttavia l’Argentina è ancora intenzionata a bloccare il progetto (che compor-ta un investimento di 1,7 miliardi di dollari, pari al 10% del PIL dell’Uruguay) e questo causa una cercompor-ta ten-sione tra i due paesi. Inoltre l’Uruguay è insoddisfatto del MERCOSUR a causa della debolezza delle istitu-zioni (in particolare nel risolvere la questione degli impianti), della diminuzione del livello di esportaistitu-zioni uruguaiane nei paesi membri e di alcune misure protezioniste prese dal Brasile nei confronti dei prodotti agri-coli dell’Uruguay. Tale insoddisfazione ha portato l’Uruguay a prendere in considerazione la proposta degli USA per la creazione di una Free-Trade Area of the Americas (FTAA). I partiti della coalizione, tuttavia, hanno opinioni discordanti in merito.

Rischio Economico

Attività economica. Dalla crisi economica e bancaria del 2002, l’economia dell’Uruguay ha ripreso a cresce-re in maniera sostenuta, arrivando nel 2004 a cresce-registracresce-re un tasso di ccresce-rescita del PIL del 11,8%. Grazie ad un cospicuo aumento nelle esportazioni e investimenti anche il 2005 ha fatto registrare un alto tasso di crescita (6,6%). Il settore manifatturiero è cresciuto del 9,5% (rispetto al 20,8% dell’anno precedente) soprattutto gra-zie ad un aumento nelle esportazioni di beni agricoli trasformati e di prodotti in metallo. Il settore agricolo è cresciuto del 3,2%, il commercio e il turismo del 12%. Per il 2006 e il 2007 si prevede un ritorno ai livelli di crescita del 1998 (4,6% e 4,2%, rispettivamente), prima delle crisi, grazie anche agli alti tassi di crescita di Argentina e Brasile (principali partner economici del Paese).

Bilancio pubblico e inflazione. Il forte aumento delle entrate fiscali e il contenimento delle spese ha permes-so al Governo di raggiungere un avanzo primario del 3,8%, superiore al target concordato col FMI. Il deficit di bilancio è notevolmente migliorato, passando dal 2,2% del PIL nel 2004 allo 0,7% nel 2005. Nel 2006 e nel 2007 il deficit dovrebbe mantenersi intorno allo 0,5% grazie ad una politica fiscale prudente e all’appro-vazione di una profonda riforma fiscale (attualmente in fase di elaborazione). Nonostante il calo della produ-zione e l’aumento dei prezzi internazionali del petrolio, l’inflaprodu-zione media è diminuita, dal 9,2% nel 2004 al 4,7% nel 2005, in virtù di un apprezzamento del peso sul dollaro del 12%, del miglioramento fiscale e di una politica monetaria restrittiva.

Bilancia dei pagamenti. Nel 2005 la dinamica delle importazioni (+27,9% rispetto l’anno precedente) ha

Bilancia dei pagamenti. Nel 2005 la dinamica delle importazioni (+27,9% rispetto l’anno precedente) ha

Nel documento Rischio Paese 2006 Africa Subsahariana (pagine 109-123)