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Rischio Paese 2006 Africa Subsahariana

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Academic year: 2022

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“Rischio Paese 2006. Africa Subsahariana” è il quinto volume della collana Rischio Paese, con cui SACE ha avviato un programma di ana- lisi dei paesi di maggiore operatività. Tale programma prevede aggior- namenti periodici per grandi aree geo-economiche: Europa centro- orientale e CSI, Asia orientale e Pacifico, America Latina, Medio Oriente e Nord Africa, Africa Subsahariana.

Con questo prodotto i clienti SACE ed il pubblico interessato potranno avere accesso in modo organico e con aggiornamento annuale alle analisi paese elaborate dall’Ufficio Studi. Tali analisi sono alla base del processo di definizione dell’atteggiamento assicurativo, ossia delle condizioni alle quali SACE è operativa nei diversi Paesi.

La Collana Rischio Paese è coordinata dal Chief Economist Emanuele Baldacci e dal responsabile per il Rischio Paese Lorenza Chiampo. Il presente volume è stato redatto da un gruppo di lavoro composto da Valentina Cariani, Fabrizio Ferrari, Ivano Gioia, Francesca Guidi, Nadia Mauro, Marco Minoretti, Eleonora Padoan e Alessandro Terzulli.

L’Ufficio Studi di SACE SpA è un centro di ricerca a sostegno del- l’attività assicurativa della società. Le attività principali dell’Ufficio Studi sono:

la valutazione del Rischio Paese dal punto di vista politico, econo- mico, finanziario e operativo per oltre cento mercati emergenti;

la determinazione dell’atteggiamento assicurativo di SACE;

la partecipazione ai gruppi di lavoro, nazionali e internazionali, di analisi e valutazione del Rischio Paese;

lo studio, la rilevazione e il monitoraggio degli scenari dei mercati internazionali e delle dinamiche settoriali;

l’analisi dell’economia italiana, dell’andamento dell’export e delle strategie di internazionalizzazione delle imprese;

la collaborazione con la SACE Business School.

Le pubblicazioni dell’Ufficio Studi sono disponibili all’indirizzo www.sace.it.

Rischio Paese 2006 Africa SubsaharianaSACE 2006

Rischio Paese 2006 Africa Subsahariana

Ufficio Studi SACE

(2)

Rischio Paese 2006 America Latina

Febbraio 2007

(3)

I dati e le informazioni presenti nel volume sono aggiornati al 20 dicembre 2006

(4)

Indice

ARGENTINA 13

BELIZE 19

BOLIVIA 23

BRASILE 29

CARAIBI: UNIONE MONETARIA

DEI CARAIBI ORIENTALI 35

CARAIBI: ALTRI PAESI CARAIBICI 39

CILE 43

COLOMBIA 47

COSTA RICA 51

CUBA 55

DOMINICANA, REPUBBLICA 59

ECUADOR 63

GIAMAICA 71

GUATEMALA 75

HAITI 81

HONDURAS 85

MESSICO 89

NICARAGUA 95

PANAMA 99

PARAGUAY 103

PERÙ 109

SURINAME 113

URUGUAY 117

VENEZUELA 123

AMERICA LATINA: OVERVIEW REGIONALE 9

ACRONIMI 6

(5)

B

ARGENTINA PERU

C I L E

BOLIVIA

PARA

UR ECUADOR

COLOMBIA

VENEZUELA

SURINAME

GUYANA GUYANA FR.

MESSICO

PA NAMA

COST A RICA

NICARAGUA

EL SAL

VADOR

HONDURAS BELIZE

GUA TEMALA

SACE in America Latina

(6)

RASILE

AGUAY

RUGUAY

Apertura

Apertura con condizioni Chiusura

BAHAMA

BERMUDA

TURKS E CAICOS REP.

DOMINICANA HAITI

CUBA CAYMAN

ANTILLE OL.

ARUBA

GIAMAICA

ST. VINCENT E GRENADINE PORTO

RICO

BARBADOS ST. KITTS E NEVIS DOMINICA

ST. LUCIA GRENADA

TRINIDAD E TOBAGO ANGUILLA

ANTIGUA

ISOLE VERGINI

(7)

6

RISCHIOPAESE• AMERICALATINA

PAESE CONDIZIONI DI ASSICURABILITÁ NOTE

sovrano bancario corporate

ANGUILLA 4 Apertura Apertura Apertura

ANTIGUA 7 Apertura Apertura Apertura

ANTILLE OLANDESI 5 Chiusura Chiusura Chiusura

ARGENTINA 7 Chiusura Apertura Apertura

ARUBA 4 Apertura Apertura Apertura

BAHAMA 3 Apertura Apertura Apertura

BARBADOS 5 Apertura Apertura Apertura

BELIZE 7 Apertura Apertura Apertura Plafond € 10 mln.

BERMUDA 3 Apertura Apertura Apertura

BOLIVIA 7 Chiusura Chiusura Chiusura

BRASILE 4 Apertura Apertura Apertura

CAYMAN (Isole) 3 Apertura Apertura Apertura

CILE 2 Apertura Apertura Apertura

COLOMBIA 4 Apertura Apertura Apertura

COSTA RICA 3 Apertura Apertura Apertura

CUBA 7 Chiusura Chiusura Chiusura

DOMINICA 6 Apertura* Apertura Apertura * Limiti FMI

DOMINICANA R. 5 Apertura* Apertura Apertura * Limiti FMI

ECUADOR 7 Chiusura Apertura Apertura Plafond € 10 mln.

EL SALVADOR 4 Apertura Apertura Apertura

GIAMAICA 6 Chiusura Apertura Apertura Plafond € 10 mln.

GRENADA 6 Apertura* Apertura Apertura * Limiti FMI

GUATEMALA 5 Apertura Apertura Apertura

GUYANA 7 Chiusura Chiusura Chiusura

HAITI 7 Chiusura Chiusura Chiusura

HONDURAS 7 Chiusura Apertura Apertura Plafond € 10 mln.

MESSICO 2 Apertura Apertura Apertura

Categoria di rischio

(8)

CONDIZIONI DIASSICURABILITÀSACE

PAESE CONDIZIONI DI ASSICURABILITÁ NOTE

sovrano bancario corporate

MONSERRAT 4 Apertura Apertura Apertura

NICARAGUA 7 Chiusura Chiusura Chiusura

PANAMA 4 Apertura Apertura Apertura

PARAGUAY 6 Apertura* Apertura Apertura * Limiti FMI

PERÙ 4 Apertura Apertura Apertura

PORTORICO 2 Apertura Apertura Apertura

St. KITTS e NEVIS 7 Chiusura Chiusura Chiusura

ST. LUCIA 4 Apertura Apertura Apertura

St. VINCENT e GRENADINE 5 Chiusura Chiusura Chiusura

SURINAME 7 Chiusura Apertura Apertura Plafond € 10 mln

TRINIDAD e TOBAGO 2 Apertura Apertura Apertura

TURKS & CAICOS 4 Apertura Apertura Apertura

URUGUAY 5 Apertura* Apertura Apertura * Limiti FMI

VENEZUELA 6 Apertura Apertura Apertura Plafond € 250 mln.

Rischio corporate: solo op.ni per cui sia verificato l’accesso alla valuta estera.

VERGINI AMERICANE (Is.) 5 Apertura Apertura Apertura VERGINI BRITANNICHE (Is.) 4 Apertura Apertura Apertura

Glossario

Categoria di rischio: Categoria assegnata dall’OCSE ai paesi, che indica il grado di rischiosità (da 0 a 7, ove 0 rappresenta il rischio minore e 7 il rischio massimo). A ciascuna categoria – ad ec- cezione della categoria 0 – corrisponde un premio minimo a copertura del rischio so- vrano a MLT.

Limiti FMI: Limitazioni all’indebitamento sovrano a condizioni non-concessional (cioè non agevo- late) fissate nell’ambito di programmi sostenuti dal Fondo Monetario Internazionale.

In presenza di tali limiti, SACE è tenuta a verificarne il rispetto in sede di domanda di copertura.

Plafond Paese: Ammontare cumulativo di impegni che SACE è disposta ad assumere verso un pae- se. In generale si riferisce alla copertura del rischio di credito (con esclusione delle operazioni di finanza strutturata, project finance e degli investimenti all’estero).

Rischio Bancario: Operazioni assistite da garanzia bancaria.

Rischio Corporate: Operazioni con controparte privata/corporate.

Categoria di rischio

(9)

8

RISCHIOPAESE• AMERICALATINA

ADB Banca Asiatica di Sviluppo

CSI Comunità degli Stati Indipendenti DSP Diritti Speciali di Prelievo

DSR Debt Service Ratio

ECA Export Credit Agency

EIU Economist Intelligence Unit

FMI Fondo Monetario Internazionale HIPC Heavily Indebted Poor Country IADB Banca Interamericana di Sviluppo IDA International Development Association IDE Investimenti diretti all’estero

IFI Istituzioni Finanziarie Internazionali IIF Institute of International Finance NATO North Atlantic Treaty Organisation

OCSE Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico ONU Organizzazione delle Nazioni Unite

PIL Prodotto Interno Lordo

PRGF Poverty Reduction and Growth Facility

UE Unione Europea

WB Banca Mondiale

WTO Organizzazione Mondiale del Commercio

ACRONIMI

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AMERICALATINA: OVERVIEW REGIONALE

AMERICA LATINA: overview regionale

Executive summary

Rischio politico: Le consultazioni elettorali che si sono svolte nel corso dell’anno in numerosi paesi del- l’aera hanno visto l’ascesa di candidati di sinistra e, in alcuni casi, l’affermazione o la conferma di politi- che di stampo populista.

Rischio economico: L’andamento dell’economia si mantiene in generale positivo, grazie al buon anda- mento delle materie prime che molti paesi esportano; la regione centroamericana ha invece risentito degli aumenti dei prezzi del petrolio. L’area resta vulnerabile ad un brusco rallentamento dell’economia USA (principale partner commerciale) e il mantenimento della crescita non può prescindere dall’adozione di provvedimenti per la riduzione delle disuguaglianze sociali e la lotta alla povertà.

Rischio bancario e operativo: Il sistema bancario ha registrato un notevole consolidamento. Il contesto operativo è in generale positivo, anche se la corruzione e la sicurezza rimangono questioni rilevanti.

Principali indicatori economici

2003 2004 2005 2006p 2007p

PIL (variazione % reale) 2,1 5,7 4,4 4,8 4,3

Inflazione media annua (%) 10,9 6,5 6,3 5,3 5,2

Saldo transazioni correnti/PIL (%) 0,4 1,0 1,5 1,3 0,5

Debito estero totale/PIL (%) 44,7 38,6 28,3 23,7 22,6

Debt service ratio (%) 34,7 29,2 24,6 20,8 14,9

Riserve valutarie lorde (mesi import.) 8,3 7,5 7,3 7,0 -

P: previsioni - Fonte: EIU-Van Dijk novembre 2006; FMI Regional Economic Outlook novembre 2006

Rischio politico

Politica interna. Il 2006 ha visto lo svolgimento di elezioni presidenziali in oltre 10 paesi dell’area, che han- no determinato da un lato l’ascesa dei candidati della sinistra moderata in alcuni paesi in cui essa è tradizio- nalmente forte (Brasile, Cile e Perù), dall’altro la vittoria o la conferma di candidati populisti in paesi con si- stemi politici meno consolidati (Venezuela, Bolivia, Ecuador ed in Nicaragua). In Colombia e in Messico han- no invece vinto i candidati di centro/destra, anche se nell’ultimo caso il contesto elettorale ha fornito risulta- ti incerti fino al conteggio dell’ultima scheda.

Relazioni internazionali. Le relazioni con gli Stati Uniti rimangono fondamentali: numerosi paesi hanno in vigore con gli USA accordi di libero scambio o regimi commerciali preferenziali e, sul fronte della forza la- voro, è fondamentale l’accoglienza dei lavoratori latinoamericani sul territorio statunitense. Per quanto riguar- da gli accordi regionali, si segnala l’adesione del Venezuela al Mercosur nel giugno scorso e la recente creazio- ne di un parlamento sopranazionale rappresentativo del blocco. Nell’aprile scorso la Bolivia ha invece aderi- to all’Alternativa Bolivariana per le Americhe (ALBA), il programma di integrazione elaborato dal presidente

(11)

10

Rischio economico

Attività economica. La performance economica dell’area negli ultimi anni è stata molto positiva, grazie ad una domanda interna sostenuta e all’andamento positivo dei prezzi delle commodities; i paesi centroamericani in particolare beneficiano di ingenti afflussi di rimesse degli emigrati, che sostengono i consumi interni. L’out- look in generale è positivo. I rischi principali che potrebbero portare a un’inversione di tendenza riguardano sostanzialmente un rallentamento dell’economia statunitense superiore alle aspettative e un brusco calo dei prezzi delle materie prime non-oil. Permangono, inoltre, vulnerabilità strutturali, quali gli elevati livelli di in- debitamento pubblico e forti disuguaglianze sociali, che possono rappresentare un ostacolo alla crescita nel lungo periodo.

Bilancio pubblico e inflazione. L’indebitamento pubblico rimane un nodo importante e in molti paesi la fon- te principale di reddito è costituita dalle entrate derivanti dalle materie prime, che hanno registrato un note- vole incremento nell’ultimo periodo. Se in alcuni paesi (ad esempio il Cile) è stata mantenuta l’austerità fi- scale e i surplus di bilancio sono stati almeno in parte accantonati e non interamente destinati alla spesa pub- blica corrente, altri (come il Venezuela e l’Argentina) hanno adottato una politica fiscale espansiva che ha por- tato ad un aumento della spesa, soprattutto per prestazioni sociali e consumi collettivi. L’inflazione rimane invece sostanzialmente sotto controllo e in molti paesi si conferma la tendenza in discesa. Questo ha consen- tito alle banche centrali della regione di tenere bassi i tassi di interesse reali in funzione di supporto alla dina- mica degli investimenti.

Bilancia dei pagamenti. Grazie alle consistenti esportazioni di materie prime, molti paesi della regione pre- sentano ingenti surplus della bilancia commerciale e delle partite correnti. Tuttavia, i paesi dell’area centroa- mericana (importatori di petrolio) hanno visto un notevole peggioramento delle ragioni di scambio.

Posizione debitoria e riserve valutarie. Il profilo del debito di numerosi paesi latinoamericani ha visto un notevole miglioramento, grazie al pagamento anticipato di molti paesi (Brasile, Argentina, Uruguay) del de- bito verso i creditori ufficiali. Il quadro macroeconomico positivo ha consentito in molti casi di migliorare il profilo del debito, sia in termini di scadenze – con emissioni a lungo termine in sostituzione di titoli a breve termine – sia con emissioni in valuta che hanno destato notevole interesse tra gli investitori internazionali.

Sono aumentate le emissioni in valuta locale e si è ridotto l’indebitamento in dollari: questo fenomeno com- porta una riduzione del rischio tasso di cambio ma può portare a fenomeni di spiazzamento del risparmio domestico se le emissioni di debito interno non sono destinate a investimenti produttivi.

Tasso di cambio. Nel corso degli ultimi anni le valute dell’area si sono in generale apprezzate, dopo le forti svalutazioni del 2001-02. I regimi di cambio sono per la maggior manovrati dalle autorità monetarie; alcuni paesi mantengono un ancoraggio al dollaro e Panama, Ecuador e El Salvador sono ufficialmente dollarizzati.

RISCHIOPAESE• AMERICALATINA

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AMERICALATINA: OVERVIEW REGIONALE

Crescita del PIL e inflazione Posizione debitoria

Rischio bancario

Il sistema finanziario dei paesi latinoamericani – e quello bancario in particolare – ha registrato un generale consolidamento negli ultimi anni, con una graduale diminuzione dei non-performing loans (che si sono attesta- ti al 4,4% nei primi mesi del 2006) e un aumento degli accantonamenti. Gli indici di capitalizzazione si man- tengono stabili intorno al 15%. Questi risultati sono stati aiutati dalla diminuzione dei tassi di interesse reali che hanno favorito un contenimento dei costi bancari e la crescita dei profitti.

In numerosi paesi si è assistito a una notevole espansione del credito verso il settore privato, soprattutto per quanto riguarda il credito alle famiglie, che sono considerate in media meno rischiose delle aziende. Tale ten- denza non pone rischi nell’immediato, ma evidenzia la necessità di un’attenta supervisione da parte delle au- torità di vigilanza. Inoltre, la ridotta crescita del credito corporate illustra le persistenti difficoltà patrimoniali e gestionali di molte imprese locali che stanno solo lentamente emergendo dalle crisi finanziarie degli anni passati (ad esempio nella Repubblica Dominicana, in Uruguay e Argentina).

Rischio operativo

Il contesto operativo latinoamericano è nel complesso abbastanza positivo, anche se restano problemi legati alla burocrazia e alla corruzione: numerosi paesi sono classificati in posizioni molto sfavorite (in alcuni casi con tendenze al peggioramento) nella classifica Doing Business della Banca Mondiale e nel Corruption Percep- tions Index di Transparency International.

La rete infrastrutturale presenta forti carenze nei paesi centroamericani, dovute anche alle calamità (terremo- ti, uragani e inondazioni) che regolarmente colpiscono l’area. Tuttavia, anche nei paesi più sviluppati le in- frastrutture sono in generale inadeguate nelle aree rurali. Gli elevati tassi di criminalità costituiscono un pro- blema determinante in molti paesi, nonostante in genere non coinvolgano direttamente gli investimenti esteri.

0 2 4 6 8 10 12

2003 2004 2005 2006 2007

%

Crescita PIL Inflazione

0 10 20 30 40 50

2003 2004 2005 2006 2007

%

Debito estero/PIL Debt-service ratio

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12

RISCHIOPAESE• AMERICALATINA

Interscambio con l’Italia

Commercio. Nel 2005, il valore delle esportazioni dei beni italiani in America Latina è stato di circa 8,4 mi- liardi di euro, in aumento del 7,7% rispetto al 2004; anche le importazioni sono aumentate del 7%, con un saldo favorevole all’Italia, seppure in calo. Nei primi 8 mesi del 2006 le esportazioni sono aumentate del 20%

rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e le importazioni sono aumentate del 25%.

I settori principali dell’export italiano sono: la “meccanica strumentale”, con un’incidenza del 32% del tota- le e in aumento sia nel 2005 che nel 2006; “altri mezzi di trasporto” (12%, del totale, in recupero nel 2006 dopo un calo del 24% nel 2004), “prodotti chimici e fibre” (10%, in aumento in entrambi i periodi). Le im- portazioni si concentrano su “metallurgia e prodotti in metallo” (24% del totale) e “prodotti agricoli” (17%) e “prodotti alimentari” (16%).

Esportazioni italiane in America Latina per settori Interscambio commerciale con l’America Latina

(2005, %) (1996-2005 mln €)

Esposizione SACE al 30 settembre 2006

Gli impegni in essere totali in America Latina ammontano a 2.311,9 milioni di euro, pari al 10,4% degli im- pegni totali. Tra i primi paesi figurano Brasile e Venezuela, con una quota rispettivamente del 5% e del 3,1%

sugli impegni totali SACE. Gli indennizzi sono pari a 1.005,9 milioni di euro. L’esposizione totale nell’area è quindi pari a 3.324,4 milioni di euro, pari al 12% del totale SACE.

prod. in gomma e plastica

3%

autoveicoli 6%

altri manufatti 3%

prod. energetici raffinati

4%

metallurgia e prod. in metallo

9%

altro 12%

elettronica ed elettrotecnica

9%

prod. chimici e fibre 10%

altri mezzi di trasporto

12%

meccanica strumentale

32%

0 2.000 4.000 6.000 8.000 10.000

1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005

esportazioni importazioni saldi

(14)

Argentina

ARGENTINA

Executive summary

Dal 2003 l’Argentina ha fatto registrare tassi di crescita del PIL molto elevati. Vi sono tuttavia segnali di surriscaldamento dell’economia che, nell’attuale contesto di politiche macroeconomiche accomodanti, po- trebbero minacciare la stabilità macroeconomica.

Le Autorità hanno adottato una serie di provvedimenti fortemente distorsivi del mercato (in materia di prezzi interni e di esportazioni), che hanno avuto effetti negativi sul settore delle utilities e sui grandi grup- pi agroindustriali e petroliferi, riducendo la propensione ad effettuare i nuovi investimenti di cui l’econo- mia del Paese ha bisogno.

Il settore bancario si sta lentamente riprendendo dalla crisi, ma rimangono alcuni elementi di fragilità si- stemica (mismatch di durata nei bilanci e elevata esposizione verso il settore pubblico).

Condizioni di assicurabilità SACE Categoria OCSE: 7/7

Rischio sovrano: chiusura Rischio bancario: apertura Rischio corporate: apertura

Principali indicatori economici

2003 2004 2005s 2006p 2007p

PIL (variazione % reale) 8,8 9,0 9,2 8,0 6,0

Inflazione media annua (%) 13,4 4,4 9,6 12,3 11,4

Saldo Bilancio Pubblico/PIL (%) 1,1 3,7 2,4 2,5 2,4

Bilancia dei pagamenti

• Esportazioni ($ mld) 29,9 34,6 40,0 45,7 49,4

• Importazioni ($ mld) -13,9 -22,4 -28,7 -34,8 -38,7

• Saldo Bilancia Commerciale ($ mld) 16,1 12,1 11,3 10,9 10,8

• Saldo transazioni correnti ($ mld) 8,0 3,3 3,5 2,5 1,9

• Saldo transazioni correnti/PIL (%) 6,3 2,2 1,9 1,2 0,8

Debito estero totale/PIL (%) 129,0 112,6 76,3 62,3 55,8

Riserve internazionali lorde ($ mld) 14,1 19,6 28,1 27,0 34,0

Riserve internaz. lorde (mesi import.) 9,0 8,4 9,5 7,6 8,7

Cambio ARS/USD (fine periodo)* 2,96 2,97 3,02 - -

S: stime - P: previsioni - Fonte: FMI (Articolo IV, luglio 2006). *Dati Global Insight

Rating Standard and Poor’s Moody’s Fitch SACE

B B3 RD -

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14

RISCHIOPAESE• AMERICALATINA

Rischio Politico

Politica interna. Néstor Kirchner, leader del Partito Giustizialista, è saldamente alla guida del Paese dal 2003.

Kirchner guida la coalizione Frente para la Victoria che gode della maggioranza assoluta al Senato e relativa (40% dei seggi) alla Camera. La priorità dell’amministrazione Kirchner è la lotta alla povertà. Dato l’elevato livello di frammentazione all’interno delle forze dell’opposizione, la riconferma di Kirchner alle prossime ele- zioni presidenziali – previste per ottobre del 2007 – è lo scenario politico più probabile.

Relazioni internazionali. Con l’avvento di Kirchner le relazioni con gli Stati Uniti hanno vissuto momenti di tensione legati ai buoni rapporti che il presidente argentino intrattiene con il Venezuela e con Cuba. Gli Stati Uniti rimangono comunque il secondo partner commerciale dell’Argentina. Il Brasile è il primo partner commerciale del Paese e recentemente è stato firmato un accordo che protegge le rispettive industrie nazio- nali all’interno dell’area di libero scambio del MERCOSUR.

Rischio Economico

Attività economica. Negli ultimi tre anni, il Paese ha fatto registrare tassi di crescita economica elevati attor- no al 9% ed il livello del PIL ha superato i valori pre-crisi. La ripresa è guidata dalla domanda interna, in mo- do particolare dalla buona performance degli investimenti, che sono tornati a pesare per circa un quinto del PIL. Alla base della crescita ci sono le politiche economiche accomodanti che favoriscono i consumi interni e alcuni specifici settori dell’economia.

Bilancio pubblico e inflazione. L’inflazione costituisce il rischio principale della situazione economica argen- tina. Attorno all’11%, non sembra essere il risultato del processo di aggiustamento post-crisi, quanto piutto- sto l’effetto del surriscaldamento da eccesso di domanda. La politica fiscale accomodante è fra le cause di que- sta situazione. L’avanzo primario si sta erodendo, specialmente se lo si depura degli effetti legati al ciclo, e la crescita della spesa pubblica delle province sembra non essere pienamente sotto controllo.

Bilancia dei pagamenti. Una buona performance delle esportazioni di prodotti primari e agroindustriali ha guidato la crescita dell’export totale, +14% in volume nel 2005. Il 2005 ha fatto registrare un consistente af- flusso di capitali al settore privato, ma il livello di IDE, seppur in crescita, rimane ancora ben al di sotto i li- velli pre-crisi.

Posizione debitoria e riserve valutarie. L’attuale situazione del debito estero dell’Argentina non desta parti- colari preoccupazioni. Rimangono in sospeso solo alcune situazioni di default sia con i creditori ufficiali sia con quelli privati. Grazie al buon andamento della bilancia dei pagamenti le riserve dovrebbero superare a fi- ne anno i 25 miliardi di dollari, ripristinando quasi completamente la situazione precedente al pagamento an- ticipato nei confronti del FMI del gennaio del 2006. Le riserve, tuttavia, sono inferiori al livello (prudenzia- le) rispetto al debito a breve termine.

Tasso di cambio. Il regime di cambio è a fluttuazione controllata, con massicci interventi della Banca Cen- trale affinché la valuta non si apprezzi e gli esportatori perdano competitività. Secondo alcuni stime il tasso di cambio effettivo reale è sottovalutato. L’Argentina non ha ancora completamente rimosso le restrizioni ai trasferimenti valutari adottate durante la recente crisi finanziaria.

(16)

Argentina

Saldo Bilancio Pubblico/PIL Crescita del PIL e inflazione

Rischio Bancario

Favorito dall’elevata crescita economica e dai tassi di interesse reali negativi, nel 2005 il sistema bancario è tornato, per la prima volta dopo la crisi, a generare profitti. Il miglioramento della redditività è stato accom- pagnato da un’espansione del credito al settore privato che viaggia a tassi compresi tra il 20% e il 40%. La qua- lità dei portafogli è in miglioramento: il rapporto tra i non-performing loans e il totale dell’attivo è sceso a fine 2005 al 6-7%, dal 18% di due anni prima. Anche il livello di patrimonializzazione del sistema è cresciuto gra- zie ai profitti generati e alle recenti iniezioni di capitali privati.

L’elemento di maggiore vulnerabilità è il mismatch nella durata media dell’attivo rispetto al passivo; l’attivo ha una durata media di oltre tre anni, mentre il passivo supera di poco i 12 mesi. Ciò rende il sistema molto sen- sibile ai cambiamenti nei tassi di interesse e questo è uno dei motivi per cui la Banca Centrale è molto cauta nell’aumentare i tassi.

Altri due elementi critici sono rappresentati dall’esposizione dell’industria bancaria nei confronti del settore pubblico che, sebbene in diminuzione, resta ancora molto elevata e dal livello dell’imposizione fiscale sulle transazioni finanziarie che è tra i più alti al mondo.

Rischio Operativo

Dopo la crisi economica del 2001, l’ingerenza dello Stato in molti settori dell’economia è aumentata. In par- ticolare il settore delle public utilities è fortemente regolamentato nel lato delle tariffe e sono stati adottati li- miti alla partecipazione straniera. L’atteggiamento dell’amministrazione Kirchner nei confronti degli investi- tori stranieri è stato spesso poco favorevole. Nella classifica Index of Economic Freedom della Heritage Foundation l’Argentina figura al 107° posto su 157 paesi, mentre nella classifica Doing Business 2007 della Banca Mondia- le il Paese figura al 101° posto su 175 paesi. Tra i principali paesi dell’area solo il Brasile è in una posizione peggiore rispetto all’Argentina.

Il sistema giudiziario è debole e l’enforcement legislativo (ad esempio per quanto concerne la tutela del diritto di proprietà intellettuale) è uno dei principali ostacoli per gli investitori. Anche la corruzione è piuttosto dif- fusa: nella classifica Corruption Perceptions Index di Transparency International il Paese figura al 97° posto su 159 paesi.

L’Argentina ha ratificato la Convenzione di Washington e quella di New York.

0 2 4 6 8 10 12 14 16

2003 2004 2005 2006 2007

%

Crescita PIL Inflazione 0

0,5 1 1,5 2 2,5 3 3,5 4

2003 2004 2005 2006 2007

%

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16

RISCHIOPAESE• AMERICALATINA

Rapporti con le Istituzioni Finanziarie Internazionali

Fondo Monetario Internazionale. L’ultimo stand-by è stato cancellato nel gennaio 2006, quando il Paese ha ripagato con anticipo il suo debito verso l’istituzione. I rapporti attuali si limitano alle consultazioni annuali previste dall’Articolo IV.

Banca Mondiale. La Banca Mondiale al 31 marzo di quest’anno aveva in portafoglio 27 progetti, principal- mente nel settore delle infrastrutture e dell’istruzione/sanità. L’esposizione totale verso il Paese ammonta a 6,7 miliardi di dollari, di cui 2,1 ancora non erogati. L’ultima Country Assistance Strategy (CAS) è stata approvata lo scorso giugno e include solamente prestiti finalizzati a specifici progetti.

Banca Interamericana di Sviluppo. La IADB al 31 marzo del 2006 aveva in portafoglio 44 progetti, per un importo totale di 6,4 miliardi di dollari, di cui il 53% è finalizzato alla promozione di uno sviluppo sociale sostenibile, il 23% all’aumento di produttività e competitività delle industrie locali e il restante 24% al miglio- ramento della governance nel settore pubblico.

Interscambio con l’Italia

Le esportazioni dell’Argentina sono costituite principalmente da prodotti agricoli e alimentari e prodotti pe- troliferi. Il principale partner commerciale è il Brasile, seguito da Stati Uniti, Cile e Cina.

L’Italia è il terzo partner europeo dell’Argentina, dopo Germania e Spagna. Nel 2005, le esportazioni italiane di beni nel Paese sono state pari a 636 milioni di euro (lo 0,2% dell’export totale italiano) in aumento del 12%

rispetto al valore del 2004. I principali beni esportati sono prodotti della meccanica strumentale (39% del to- tale), autoveicoli (15%) e prodotti chimici (11%). Dal 2001, anno della crisi, il saldo è diventato sfavorevole all’Italia, sebbene il deficit commerciale si stia progressivamente riducendo; i principali prodotti importati dal- l’Argentina sono prodotti agricoli e alimentari.

Nei primi sei mesi del 2006, le esportazioni italiane in Argentina hanno fatto registrare un’ottima performan- ce (+24,6% rispetto al periodo corrispondente del 2005), guidata dalla meccanica strumentale, dai prodotti in metallo e dagli autoveicoli.

L’Italia occupa il settimo posto in termini di investimenti nel Paese, con un flusso netto di 36 milioni di eu- ro nel 2005, più del triplo rispetto al dato del 2004. La presenza italiana è molto diversificata e va dal settore bancario-assicurativo (Banca Intesa, BNL, Generali) alle Utilities (Telecom Italia, Italgas), nonché gruppi indu- striali quali Benetton, Fiat, Pirelli e Impregilo.

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Argentina

Esportazioni italiane in Argentina per settori Interscambio commerciale con l’Argentina

(2005, %) (1996-2005 mln €)

Esposizione SACE al 30 giugno 2006

Gli impegni in essere ammontano a 160,2 milioni di euro, tutti nel segmento MLT (la sola quota capitale è di 148,8 milioni di euro). I sinistri in corso ammontano a 6,1 milioni di euro, mentre gli indennizzi pagati da recuperare sono pari a 108 milioni di euro, di cui 78 milioni già ristrutturati. L’esposizione totale risulta pari a 274,2 milioni di euro, lo 0,9% dell’esposizione complessiva di SACE.

meccanica strumentale 39%

autoveicoli 15%

prod. chimici e fibre 11%

elettronica ed elettrotecnica

10%

metallurgia e prod. in metallo

8%

altro 13%

prod. in gomma e

plastica 4%

-1.000 -500 0 500 1.000 1.500 2.000

1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005

esportazioni importazioni saldi

(19)
(20)

Belize

BELIZE

Executive summary

Il quadro politico è stabile. Il Governo, in carica dal 1998, beneficia di una solida maggioranza parlamen- tare. Tensioni esterne soltanto con il Guatemala che reclama parte del territorio. Prossime elezioni nel 2008.

L’economia si è sviluppata negli ultimi venti anni a ritmi sostenuti (intorno al 6% medio annuo), anche se nell’ultimo biennio si è assistito ad un progressivo rallentamento. L’inflazione è tradizionalmente bassa. Il sistema è molto aperto e dipende ancora principalmente dalle esportazioni di frutta tropicale verso USA e EU, con i quali il Paese ha accordi di scambio preferenziali.

Le finanze sono deficitarie e l’indebitamento pubblico, soprattutto estero, è elevato. Alto è anche il servi- zio del debito estero. I conti con l’estero sono strutturalmente passivi e le riserve internazionali sono a li- velli insufficienti.

Condizioni di assicurabilità SACE Categoria OCSE: 7/7

Rischio sovrano: apertura Rischio bancario: apertura Rischio corporate: apertura Plafond € 10 mln

Principali indicatori economici

2003 2004 2005s 2006p 2007p

PIL (variazione % reale) 9,2 4,6 3,2 3,0 3,5

Inflazione media annua (%) 2,6 3,1 3,0 3,0 3,0

Saldo Bilancio Pubblico/PIL (%) -10,9 -6,0 -5,1 -4,8 -4,6

Bilancia dei pagamenti

• Esportazioni ($ mln) 315 307 349 359 368

• Importazioni ($ mln) -522 -481 -519 -542 -590

• Saldo Bilancia Commerciale ($ mln) -207 -174 -200 -183 -222

• Saldo transazioni correnti ($ mln) -207 -182 -180 -173 -214

• Saldo transazioni correnti/PIL (%) -21,1 -17,6 -16,4 -15,2 -18,2

Debito estero totale ($ mln) 1100 1000 900 900 n.d.

Debito estero totale/PIL (%) 108 93 86 80 n.d.

Debt service ratio (%) 30,9 63,0 41,9 20,1 n.d.

Riserve valutarie lorde ($ mln) 84,7 48,3 87,0 79,0 82,0

Riserve valutarie lorde (mesi import.) 1,5 0,9 1,6 1,3 1,3

Cambio medio BZD/USD 2,0 2,0 2,0 2,0 2,0

S: stime - P: previsioni - Fonte: EIU-Van Dijk, country data, Global Insight

Rating Standard and Poor’s Moody’s Fitch SACE

CCC+ Caa3 - -

(21)

20

RISCHIOPAESE• AMERICALATINA

Rischio Politico

Politica Interna. Il Paese è indipendente dal 1981 e fa parte del Commonwealth britannico. Il primo mini- stro e ministro delle Finanze Said Musa è in carica dal 1998 ed è stato rieletto nel 2003, anche se con una maggioranza parlamentare meno larga rispetto alla precedente legislatura (21 seggi su 28 invece di 26 su 29).

L’opposizione, per le prossime elezioni del 2008, conta sull’insoddisfazione popolare per la gestione della po- litica economica. Nei primi mesi del 2005, in effetti, si sono avuti dei disordini causati dall’inasprimento del carico fiscale introdotto dal governo per fronteggiare il disavanzo pubblico crescente.

Relazioni Internazionali. Sul piano esterno il Belize ha un contenzioso territoriale con il Guatemala, che ne reclama parte del territorio. Di tale controversia è stata investita l’Organizzazione degli Stati Americani, ma le parti sono ancora lontane da un compromesso.

Rischio Economico

Attività economica. Il Belize (300.000 abitanti) è un’economia a reddito medio-basso. Negli ultimi anni, la crescita economica è risultata costante, anche se a ritmi altalenanti (dopo un picco del 9,2% nel 2003 l’incre- mento reale del PIL sembra essersi stabilizzato intorno al 4% annuo), e in un quadro di inflazione molto con- tenuta per gli standard latino americani. L’attività economica è basata sulla produzione di frutti tropicali e di zucchero, anche se ultimamente stanno acquistando rilevanza anche la pesca dei gamberi e il turismo (dive- nuto la seconda maggior fonte di entrate valutarie). È in corso con un certo successo, inoltre, lo sviluppo di un settore finanziario offshore. Le esportazioni di beni, tuttavia, restano dipendenti dai regimi preferenziali con il NAFTA e la UE. Le prospettive a medio termine dipendono dalla capacità del governo di affrontare se- riamente gli alti disavanzi interni ed esterni generati dal rilassamento della spesa pubblica e dalle politiche monetarie accomodanti invalse fin dagli anni novanta.

Bilancio pubblico e inflazione. Il bilancio pubblico presenta da oltre un decennio disavanzi cospicui (fra il 3% e l’11% del PIL) e il debito estero del settore pubblico supera l’80 del PIL. L’inflazione, nonostante tut- to, rimane contenuta e, dopo aver registrato tassi leggermente negativi alla fine degli anni novanta, si mantie- ne dall’inizio del decennio in corso intorno al 3% medio annuo.

Bilancia dei pagamenti. Il Belize dipende fortemente dal commercio con l’estero. Il partner commerciale di gran lunga prevalente è il Messico, seguito dagli USA e dal Regno Unito. Sebbene soltanto un piccola parte del territorio sia coltivabile, il 75% delle esportazioni sono di origine agricola, mentre le importazioni riguar- dano soprattutto i prodotti energetici e i macchinari. Il Belize beneficia di accordi preferenziali con gli USA, cui ha libero accesso doganale, e con i paesi europei (soprattutto per quanto riguarda le banane). Nonostan- te questo, la bilancia commerciale del Paese si presenta strutturalmente deficitaria e altrettanto dicasi per quel- la delle transazioni correnti, nella quale il disavanzo commerciale è soltanto lievemente attenuato, nell’ulti- mo triennio, dai proventi dei servizi, turismo in particolare. Il disavanzo corrente, per quanto in progressivo miglioramento, equivale ancora annualmente ad oltre il 15% del PIL.

Posizione debitoria e riserve valutarie. Lo squilibrio commerciale si riflette nell’alto indebitamento sull’este- ro accumulato dal Paese. Pur in diminuzione negli ultimi anni (ancora nel 2003 superava il 100% del PIL) lo stock di debito estero del Belize stimato per la fine del 2006 equivale all’80% del PIL, con un Debt-service Ra- tio molto variabile nel tempo, ma comunque elevato. I picchi sono stati toccati nel biennio 2004-2005, con

(22)

Belize

un DSR rispettivamente superiore al 60% e al 40%, ma anche le stime per l’anno in corso (20% circa) indica- no la difficile sostenibilità dell’indebitamento esterno.

Tasso di cambio. Il dollaro del Belize è ancorato a quello USA ad un tasso fisso di 2:1 e questo regime è ri- tenuto dalle Autorità monetarie locali uno strumento di stabilità monetaria volto soprattutto ad attrarre gli investimenti esteri. La Banca Centrale è stata costituita nel 1982 (l’anno successivo all’indipendenza) ed è sot- toposta costituzionalmente al potere esecutivo.

Crescita del PIL e inflazione Partite correnti

Rischio Bancario

Il sistema bancario del Belize è composto principalmente da 5 banche commerciali: Alliance Bank of Belize, Atlantica Bank, Belize Bank, Scotiabank e First Caribbean International Bank. Nel Paese opera anche un istituto finanziario non bancario che si occupa di fondi fiduciari, il Belize Unit Trust. La supervisione del sistema è af- fidata alla Banca Centrale tramite il Dipartimento di Supervisione del Settore Finanziario. Il livello di capita- lizzazione medio è del 18%, a fronte di un requisito minimo del 9%. Il livello dei non-performing loans (NPL) è del 6,2%.

Rischio Operativo

Le Autorità hanno un atteggiamento molto favorevole agli investimenti esteri, che sono incoraggiati in parti- colare in alcuni settori che consentono un rafforzamento della struttura esportativa del Paese.

La legislazione che regola gli investimenti è nel complesso adeguata, anche se in alcuni casi possono sorgere problemi nell’enforcement. Il Paese è classificato al 62° posto (su 159) del Corruption Perceptions Index, al 55° po- sto (su 157) dell’Index of Economic Freedom e al 56° posto (su 175) della classifica Doing Business della Banca Mondiale. Il Belize non ha ratificato le Convenzioni di Washington e New York.

Il sistema fiscale è stato riformato nel 1998 e, all’inizio del 2005, il governo ha proposto ulteriori emendamen- ti mirati a incrementare le entrate, che sono stati però contestati violentemente dall’opinione pubblica. Nel giugno scorso è stata introdotta una nuova imposta sulle esplorazioni petrolifere, ma le società petrolifere so- no comunque soggette a incentivi fiscali.

0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

2003 2004 2005 2006 2007

%

Crescita PIL Inflazione

-250 -200 -150 -100 -50 0

2003 2004 2005 2006 2007

mld US$

-25 -20 -15 -10 -5 0

%

saldo corrente (sx) saldo corrente/PIL (dx)

(23)

22

RISCHIOPAESE• AMERICALATINA

vi sono minacce di terrorismo, anche se i livelli di criminalità comune sono piuttosto elevati nella capitale e nelle aree al confine con il Guatemala.

Rapporti con le Istituzioni Finanziarie Internazionali

Fondo Monetario Internazionale. Non vi sono finanziamenti in essere con il FMI. I rapporti con il Fondo si limitano alle consultazioni periodiche.

Banca Mondiale. La Banca Mondiale non ha progetti attivi nel Paese.

Interscambio con l’Italia

Messico, Stati Uniti e Regno Unito sono i principali partner commerciali del Belize; l’interscambio con l’Ita- lia è molto limitato.

Nel 2005, le esportazioni dei beni italiani in Belize sono quasi triplicate attestandosi a 9 milioni di euro; le importazioni ammontano a 4 milioni. Nei primi 6 mesi del 2006 le esportazioni sono aumentate del 10% ri- spetto allo stesso periodo dell’anno precedente e le importazioni si sono dimezzate.

L’export italiano è costituito quasi esclusivamente da “altri mezzi di trasporto”, con un’incidenza di quasi il 90% sull’export totale. Le importazioni si concentrano quasi interamente su “prodotti alimentari” (95% del totale).

Esportazioni italiane in Belize per settori Interscambio commerciale con il Belize

(2005, %) (1996-2005 mln €)

Esposizione SACE al 30 giugno 2006

L’esposizione di SACE verso il Belize è nulla.

autoveicoli 5%

abbigliamento 8%

prodotti chimici e fibre

5%

elettronica ed elettrotecnica

7%

altro 10%

prod. in gomma e plastica

3%

metallurgia e prod.

In metallo 11%

meccanica strumentale 17%

prod. tessili 17%

pelli e calzature 17%

-15 -10 -5 0 5 10 15 20

1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005

importazioni esportazioni saldi

(24)

Bolivia

BOLIVIA

Executive summary

Il rischio politico del Paese resta molto elevato. Anche se il governo appena eletto sta tentando di appro- vare una serie di riforme strutturali mirate a promuovere lo sviluppo, la nazionalizzazione del settore ener- getico ha sollevato elevati dubbi circa il possibile atteggiamento dello Stato nei confronti dell’imprendito- ria e degli investitori esteri.

Il contesto operativo rimane incerto per la debolezza delle infrastrutture, la scarsa difesa della proprietà privata e gli alti livelli di corruzione nell’apparato pubblico.

Il potenziale economico del Paese è elevato, ma è necessario che il governo riesca a ridurre le disuguaglian- ze sociali e a gestire efficacemente le cospicue riserve di gas naturale e petrolio senza che l’intervento pub- blico scoraggi gli investimenti esteri.

Condizioni di assicurabilità SACE Categoria OCSE: 7/7

Rischio sovrano: chiusura Rischio bancario: chiusura Rischio corporate: chiusura

Principali indicatori economici

2003 2004 2005s 2006p 2007p

PIL (variazione % reale) 2,9 3,9 4,1 3,9 3,9

Inflazione media annua (%) 3,3 4,4 5,4 4,1 4,0

Saldo Bilancio Pubblico/PIL (%) -7,9 -5,6 -2,3 -0,1 -3,6

Bilancia dei pagamenti

• Esportazioni f.o.b. ($ mln) 1.598 2.146 2.671 3.390 3.500

• Importazioni c.i.f. ($ mln) -1.616 -1.844 -2.341 -2.998 -3.028

• Saldo Bilancia Commerciale ($ mln) -18,0 302,0 329,0 391,0 472,0

• Saldo transazioni correnti ($ mln) 85,0 337,0 467,0 518,0 540,0

• Saldo transazioni correnti/PIL (%) 1,0 3,9 5,0 5,0 4,8

Debito estero totale* ($ mln) 5.674,8 6.096,4 6.213 6.104,69 6.266,87

Debito estero totale/PIL (%) 74,9 68,4 65,5 43,7 41,2

Debt service ratio (%) 21,3 18,9 16,5 13,0 11,8

Riserve valutarie lorde ($ mln) 1.266 1.474 2.019 2.564 2.657

Riserve valutarie lorde (mesi import.) 7,0 8,0 8,0 9,0 n.d.

Cambio medio BOV/US$* 7,66 7,94 8,07 8,07 8,31

S: stime - P: previsioni - Fonte: FMI (2006 Article IV); *EIU

Rating Standard and Poor’s Moody’s Fitch SACE

B- B3 B- -

(25)

24

RISCHIOPAESE• AMERICALATINA

Rischio Politico

Politica Interna. Nel dicembre 2005, il leader del partito Movimento Verso il Socialismo (MAS) Evo Mora- les (esponente della potente lobby dei produttori di coca) è diventato il primo Presidente indigeno nella sto- ria del paese ad essere scelto direttamente dal popolo con il 54% di voti favorevoli. Tale risultato sembrereb- be metterlo al riparo dalla consueta instabilità politica che ha caratterizzato in questi anni la Bolivia.

Nell’agenda operativa del governo spicca per rilevanza strategica il completamento della nazionalizzazione delle risorse del sottosuolo (idrocarburi e in particolare gas) già iniziata con un referendum popolare nel 2004.

La principale conseguenza politica di tale processo ha riguardato in particolare i distretti industriali legati al settore energetico, i quali hanno subito i maggiori danni economici (espropriazione di terre ricche di giaci- menti di gas e petrolio). L’atteggiamento tenuto dal governo nell’attuazione di tale processo è apparso in con- trasto con la tutela dei diritti di proprietà.

In marzo il Congresso ha eletto un’Assemblea Costituente, insediatasi il 6 agosto, che avrà il compito di af- frontare le questioni di autonomia dipartimentale (la Bolivia è una Repubblica centralizzata divisa in nove di- partimenti) e di riscrivere in dodici mesi una Bozza Costituzionale nella direzione di un accrescimento della partecipazione popolare al potere politico. Il Governo ha inoltre annunciato l’attuazione di una riforma ru- rale volta alla redistribuzione delle terre attualmente improduttive o ottenute illegalmente.

Il Governo ha poi varato un Piano di Sviluppo Nazionale (NDP) per i prossimi cinque anni (il mandato del presidente scade nel 2010) che andrà a coprire molte aree quali ad esempio: crescita sociale, sviluppo econo- mico e politica internazionale. I fondi necessari all’attuazione di tale piano dovrebbero provenire dalle entra- te collegate al settore degli idrocarburi.

Relazioni Internazionali. La Bolivia è divenuta sempre più attiva nell’Organizzazione degli Stati Americani (OAS), nel Rio Group e nel MERCUSUR con cui è firmataria di un accordo di associazione e di libero scam- bio. È membro delle principali associazioni sovranazionali della sua area quali: Andean Community, Rio Treaty, Rio Group, Latin American Integration Association (ALADI), URUPABOL (Uruguay, Paraguay, Boli- via) e fa parte tutte le più importanti organizzazioni internazionali: Nazioni Unite; International Parliament Union, WTO, Non-Aligned Movement, INTELSTAT. I rapporti con i principali partner dell’area hanno regi- strato di recente un peggioramento, sia per il programma di nazionalizzazione del settore energetico che per i recenti accordi commerciali stipulati con il Venezuela.

Il Governo lavora ad un prolungamento dell’Andean Trade Promotion and Drug-Eradication Act (ATPDEA) in scadenza a fine anno, che dà alla Bolivia un accesso preferenziale al mercato USA per una quota stimata di circa il 7% delle esportazioni totali. Gli stretti rapporti che Morales ha ristabilito con Cuba e il Venezuela con- fermano tuttavia la posizione apertamente anti-Americana, che potrebbe peggiorare l’atteggiamento degli in- vestitori esteri.

Da sottolineare i difficili rapporti politici con il Cile per l’annosa questione dell’accesso al mare e quelli già citati con gli USA. La Bolivia resta infatti il secondo maggior produttore al mondo di cocaina e di foglie di coca, base principale per la produzione della cocaina stessa.

Rischio Economico

Attività economica. La Bolivia presenta una situazione economica positiva in virtù di un quadro internazio- nale molto vantaggioso. La crescita del PIL nel 2005 si è attestata poco al di sopra del 4% e tale si prevede ri- manga anche nei prossimi due anni, grazie soprattutto al sostegno delle esportazioni. Il disavanzo fiscale è stato mantenuto entro il 2,3% del PIL. Gli investimenti privati, che nell’ultimo periodo hanno registrato un’e-

(26)

Bolivia

vidente flessione, sono ritenuti fondamentali per la creazione di nuovi posti di lavoro e il governo si è ripro- messo di compensarne eventuali debolezze con il rafforzamento degli investimenti pubblici. In tal senso va il sostegno particolare alla crescita delle piccole e medie imprese attraverso facilitazioni di accesso al credito.

Essendo questi settori labor intensive la loro espansione potrebbe infatti contribuire anche a ridurre l’alto tas- so di disoccupazione.

Bilancio pubblico e inflazione. Il debito pubblico in rapporto al PIL si è ridotto in seguito ad una brusca ri- duzione del disavanzo fiscale e agli effetti positivi della Multilateral Debt Relief Iniziative (MDRI). La naziona- lizzazione dell’industria degli idrocarburi se da un lato incrementerà le entrate statali, riducendone le neces- sità finanziarie per gli anni a venire, dall’altro potrà ridurre i nuovi investimenti nell’industria energetica a cau- sa della debole struttura istituzionale e dei margini di guadagno ridotti. Nel medio termine la sostenibilità del debito potrebbe tornare ad essere un problema nel caso in cui i ricavi provenienti dal settore degli idrocarbu- ri dovessero diminuire o venissero richiesti sostanziosi investimenti pubblici per mantenere la produzione di idrocarburi ai livelli attuali.

L’inflazione si è mantenuta bassa (sotto al 5%) nonostante un’accelerazione ad inizio anno dovuta al rincaro dei prezzi petroliferi. Per il futuro si prevede comunque che essa resti all’interno della banda prevista dalla Banca Centrale.

Bilancia dei pagamenti. Il surplus delle partite correnti ha raggiunto nel 2005 il livello record del 5% rispet- to al PIL grazie soprattutto al momento favorevole dell’export. Il totale delle esportazioni per la prima metà del 2006 ammonta a 1,8 milioni di dollari, il 45% in più rispetto allo stesso periodo del 2005. Il settore dei minerali è quello che ha contribuito maggiormente a questa rapida crescita, in particolare grazie alle esporta- zioni di zinco (+145% in termini di valore) e di gas naturale (+75%). I minerali rappresentano quasi il 60%

dell’export di questo periodo. L’alta domanda internazionale di prodotti minerari e di gas ha permesso all’ex- port di mantenersi nei primi sette mesi del 2006 sui livelli del boom verificatosi lo scorso anno. I ricavi pro- venienti dall’export dovrebbero comunque decrescere nel medio termine anche perché la fase di boom dei ri- cavi è stata caratterizzata finora più da un aumento dei prezzi che da un reale aumento dei volumi. L’export manifatturiero e quello agroalimentare rischia invece di perdere l’attuale accesso preferenziale al mercato sta- tunitense, anche in seguito ai nuovi accordi bilaterali stipulati dagli Stati Uniti con Colombia e Perù.

Gli investimenti privati restano al momento frenati dalla politica di nazionalizzazione del settore energetico e nel 2005 il saldo dei movimenti di capitali registra un segno negativo degli investimenti diretti netti per la prima volta dal 1989.

Posizione debitoria e riserve valutarie. La Bolivia rientra nell’iniziativa HIPC di cancellazione del debito e ha raggiunto il Completion Point nel 2001. Nel 2004 gli Stati Uniti hanno destinato più di 150 milioni di dol- lari per l’assistenza alla Bolivia e la Spagna ha condonato 120 milioni di dollari del debito boliviano a condi- zione che tali fondi vengano impiegati in programmi di istruzione. Il debito estero del paese in percentuale rispetto al PIL (65%) rimane comunque elevato, anche se nel prossimo biennio dovrebbe scendere al 40%.

L’80% delle obbligazioni esterne sono composte da debito pubblico, in gran parte a termini concessionali.

Le riserve valutarie internazionali sono aumentate costantemente in termini nominali, superando a fine 2005 i 2 miliardi di dollari e mantenendosi stabili intorno agli 8 mesi in termini di livello di copertura delle impor- tazioni.

Tasso di cambio. La Bolivia adotta un crawling peg (parità mobile) che ha contribuito a mantenere la compe- titività del sistema economico e permette la flessibilità necessaria a prevenire eventuali pressioni inflazionisti-

(27)

26

RISCHIOPAESE• AMERICALATINA

dovrebbero essere controllate attraverso una politica fiscale e monetaria prudente.

Debito estero Crescita del PIL e inflazione

Rischio Bancario

La riforma del sistema bancario, attuata fra il 1993 e il 1995, ha regolato le attività di factoring, di leasing e di hedging, ha permesso alle banche di detenere conti in valuta estera, aumentato i requisiti di riserva presso la banca centrale sui depositi in dollari, e proibito l’insider lending. Le banche di proprietà pubblica dovrebbero essere privatizzate. La Bolivia ha 9 banche nazionali, 3 banche estere e 45 istituti finanziari non bancari. Il set- tore bancario è aperto agli investimenti esteri e la maggior parte delle banche nazionali ha già un certo grado di partecipazione estera. La stabilità del sistema finanziario è aumentata e la quota dei non-performing loans in percentuale sul totale dei prestiti si è ridotta dal 18% del 2002 al 11% nel 2005. Gli indicatori sulla salute del sistema bancario sono rimasti ampiamente stabili, con un alta liquidità e rapporti di adeguatezza del capitale (capital adequacy ratios) sopra ai livelli obbligatori. Nonostante l’apparente stabilità e un certo miglioramento, in ogni caso, il sistema finanziario resta vulnerabile alle fughe di capitali e il sistema necessita di migliore vi- gilanza. Oltre a ciò la redditività bancaria resta ancora bassa e le banche rimangono esposte ai rischi prove- nienti dalla dollarizzazione.

Rischio Operativo

Il paese è 131° su 175 nel ranking of Doing Business 2007 della Banca Mondiale e 67° su 157 in quello dell’In- dex of Economic Freedom 2006 con un trend decrescente dal 2003.

I problemi maggiori per gli investitori esteri riguardano le azioni e le procedure legali in genere, le Corti in- fatti soffrono un certo grado di corruzione e una serie di ritardi per le risoluzioni delle controversie. La cor- ruzione del settore pubblico rappresenta attualmente uno dei principali problemi che compromette il conte- sto operativo del Paese. Nel 2005 Transparency International classificava il Paese alla 117maposizione su 158 pae- si nel suo annuale Corruption Perceptions Index, nonostante la Bolivia abbia firmato e ratificato nel 1996 l’In- ter-American Convention Against Corruption.

In campo fiscale il governo progetta di rafforzare le entrate ampliando la base impositiva. La tassazione sul- le società è attualmente del 25%, ma incentivi fiscali e deduzioni sono ancora insufficienti, mentre quella sul reddito ammonta al 13%. La nuova legge sulla nazionalizzazione degli idrocarburi, abrogando i contratti vi- genti, ha fatto crescere rapidamente la tassazione delle compagnie petrolifere e del gas ma ha creato un clima

5.300 5.400 5.500 5.600 5.700 5.800 5.900 6.000 6.100 6.200 6.300 6.400

2003 2004 2005 2006 2007

mln US$

0 10 20 30 40 50 60 70 80

%

Debito estero totale (sx) Debito estero/PIL (dx)

0 1 2 3 4 5 6

2003 2004 2005 2006 2007

%

Crescita PIL inflazione

(28)

Bolivia

di incertezza riguardo alla politica fiscale futura. Nel maggio 2005 è stata approvata una controversa legge su- gli idrocarburi, che ha imposto agli operatori energetici una tassa non deducibile del 32%, in aggiunta al 18%

di royalties già pagata. Le autorità hanno indicato anche che aboliranno la tassa sulle transazioni fiscali per i depositi in valuta locale e quelli in dollari con importo inferiore ai 2000 dollari, mantenendola invece inalte- rata solo per importi superiori a tale cifra, nell’intento di trattenere degli introiti fiscali e facilitando il proces- so di dedollarizzazione dell’economia.

La protezione legale della proprietà privata in Bolivia è molto debole, per questo motivo la Camera Nazio- nale del Commercio, con l’ausilio dell’USAID ha istituito un Tribunale Locale di Arbitrato. Va sottolineato che la Bolivia ha ratificato la Convenzione di New York e di Washington sull’arbitrato internazionale ed è in vigore con l’Italia un accordo bilaterale per la protezione e la promozione degli investimenti.

Rapporti con le Istituzioni Finanziarie Internazionali

Fondo Monetario Internazionale. A marzo è scaduto il finanziamento triennale Poverty Reduction and Growth Facility approvata nel 2003, che prevedeva divieti all’indebitamento.

Banca Mondiale. In base all’Interim Country Assistance Strategy (CAS) la Bolivia dovrebbe usufruire di 50 mi- lioni di dollari all’anno per due anni sotto forma di prestiti per il finanziamento degli investimenti. Le prin- cipali aree di intervento di tali fondi riguardano il settore finanziario e quelli dell’educazione, della salute e delle risorse naturali.

Banca Interamericana di Sviluppo. Al 31 Dicembre 2005 l’Inter American Development Bank (IDB) aveva ap- provato prestiti alla Bolivia per un ammontare di 3,77 miliardi di dollari, con un esborso totale di 3,14 mi- liardi. Il debito pendente nei confronti dell’ IDB resta di 1,7 miliardi di dollari.

Interscambio con l’Italia

Nel 2005 le esportazioni dell’Italia sono state pari a 17,8 milioni di euro con un aumento di circa il 4% rispet- to allo stesso periodo del 2004. La composizione per importanza di tali esportazioni vede al primo posto la meccanica strumentale seguita da elettronica e elettrotecnica, metallurgia e prodotti in metallo (+150% rispet- to al 2004) e infine prodotti chimici e fibre. Per quanto riguarda le importazioni dell’Italia dalla Bolivia, esse nel 2005 sono state pari a 18,2 milioni di euro, con un sostanziale mantenimento delle posizioni del 2004.

Per l’import la composizione per ordine di importanza dei settori, vede in testa calzature, cuoio e prodotti in cuoio, seguiti da abbigliamento (+152% rispetto al 2004), legno e prodotti in legno esclusi i mobili, prodotti delle miniere e delle cave, e infine prodotti dell’agricoltura silvicoltura e pesca. Da evidenziare il drastico ca- lo delle importazioni di metallurgia e prodotti in metallo -97% durante il periodo di riferimento. Il saldo com- merciale negativo per l’Italia di circa 300 mila euro si è comunque dimezzato rispetto all’anno precedente.

(29)

28

RISCHIOPAESE• AMERICALATINA

Esportazioni italiane in Bolivia per settori Interscambio commerciale con la Bolivia

(gen-dic 2005, %) (1998-2005 mln €)

Esposizione SACE al 30 giugno 2006

L’esposizione complessiva di SACE in Bolivia è nulla dopo che SACE ha cancellato gli indennizzi in linea con l’iniziativa HIPC.

altri manufatti 3%

abbigliamento 2%

prodotti chimici e fibre

8%

elettronica ed elettrotecnica

13%

altro 9%

autoveicoli 5%

metallurgia e prod.

In metallo 12%

meccanica strumentale 43%

prod. tessili 3%

prod. alimentari 2%

-5 0 5 10 15 20 25 30 35 40

1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005

importazioni esportazioni saldi

(30)

Brasile

BRASILE

Executive Summary

Nel 2005 la crescita dell’economia brasiliana ha rallentato notevolmente, soprattutto a causa di un mino- re contributo degli investimenti privati. La bilancia commerciale ha registrato invece un’ottima performan- ce e l’inflazione è sotto controllo. Gli investimenti esteri restano al di sotto del potenziale del Paese a cau- sa soprattutto delle numerose ed elevate imposte sulle società.

La migliorata posizione debitoria estera del Brasile ha indotto un upgrading dei rating delle principali agen- zie. Il Brasile ha infatti prepagato il FMI, ha riacquistato i brady bond ancora sul mercato e sta per comple- tare il ripagamento nei confronti del Club di Parigi.

Le prospettive economiche del Paese sono favorevoli. La crescita reale del PIL dovrebbe aumentare al 3,4%

nel 2006, favorita da un’espansione della politica monetaria e fiscale, e l’inflazione è prevista ancora in ca- lo. Tuttavia, il processo di riforme strutturali resta da completare.

Condizioni di assicurabilità SACE Categoria OCSE: 4/7

Rischio sovrano: apertura Rischio bancario: apertura Rischio corporate: apertura

Principali indicatori economici

2003 2004 2005 2006p 2007p

PIL (variazione % reale) 0,6 4,9 2,3 3,4 3,4

Inflazione media annua (%) 14,7 6,6 6,9 4,5 4,1

Saldo Bilancio Pubblico/PIL (%) -5,1 -2,7 -3,3 -2,9 -3,0

Bilancia dei pagamenti

• Esportazioni, f.o.b.: beni ($ mld) 73,1 96,5 118,3 138,3 149,2

• Importazioni, f.o.b.: beni ($ mld) -48,3 -62,8 -73,6 -96,5 -111,3

• Saldo Bilancia Commerciale ($ mld) 24,8 33,7 44,7 41,8 37,9

• Saldo transazioni correnti ($ mld) 4,2 11,7 14,2 15,8 8,4

• Saldo transazioni correnti/PIL (%) 0,8 1,9 1,8 1,7 0,9

Debito estero totale ($ mld) 235,4 220,2 187,1 181,0 185,3

Debito estero totale/PIL (%) 46,8 36,8 23,5 19,7 20,6

Debt service ratio (%) 65,8 46,4 41,1 27,8 21,0

Riserve valutarie lorde ($ mld) 49,1 52,7 53,6 77,9 87,5

Riserve valutarie lorde (mesi import.) 9,3 7,9 6,6 7,5 7,4

Cambio medio BRL/US$ 3,08 2,93 2,44 2,26 2,45

P: previsioni - Fonte: EIU-Bureau Van Dijk

Rating Standard and Poor’s Moody’s Fitch SACE

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