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Executive summary

Nel documento Rischio Paese 2006 Africa Subsahariana (pagine 24-29)

Il rischio politico del Paese resta molto elevato. Anche se il governo appena eletto sta tentando di appro-vare una serie di riforme strutturali mirate a promuovere lo sviluppo, la nazionalizzazione del settore ener-getico ha sollevato elevati dubbi circa il possibile atteggiamento dello Stato nei confronti dell’imprendito-ria e degli investitori esteri.

Il contesto operativo rimane incerto per la debolezza delle infrastrutture, la scarsa difesa della proprietà privata e gli alti livelli di corruzione nell’apparato pubblico.

Il potenziale economico del Paese è elevato, ma è necessario che il governo riesca a ridurre le disuguaglian-ze sociali e a gestire efficacemente le cospicue riserve di gas naturale e petrolio senza che l’intervento pub-blico scoraggi gli investimenti esteri.

Condizioni di assicurabilità SACE Categoria OCSE: 7/7

Rischio sovrano: chiusura Rischio bancario: chiusura Rischio corporate: chiusura

Principali indicatori economici

2003 2004 2005s 2006p 2007p

PIL (variazione % reale) 2,9 3,9 4,1 3,9 3,9

Inflazione media annua (%) 3,3 4,4 5,4 4,1 4,0

Saldo Bilancio Pubblico/PIL (%) -7,9 -5,6 -2,3 -0,1 -3,6

Bilancia dei pagamenti

• Esportazioni f.o.b. ($ mln) 1.598 2.146 2.671 3.390 3.500

• Importazioni c.i.f. ($ mln) -1.616 -1.844 -2.341 -2.998 -3.028

• Saldo Bilancia Commerciale ($ mln) -18,0 302,0 329,0 391,0 472,0

• Saldo transazioni correnti ($ mln) 85,0 337,0 467,0 518,0 540,0

• Saldo transazioni correnti/PIL (%) 1,0 3,9 5,0 5,0 4,8

Debito estero totale* ($ mln) 5.674,8 6.096,4 6.213 6.104,69 6.266,87

Debito estero totale/PIL (%) 74,9 68,4 65,5 43,7 41,2

Debt service ratio (%) 21,3 18,9 16,5 13,0 11,8

Riserve valutarie lorde ($ mln) 1.266 1.474 2.019 2.564 2.657

Riserve valutarie lorde (mesi import.) 7,0 8,0 8,0 9,0 n.d.

Cambio medio BOV/US$* 7,66 7,94 8,07 8,07 8,31

S: stime - P: previsioni - Fonte: FMI (2006 Article IV); *EIU

Rating Standard and Poor’s Moody’s Fitch SACE

B- B3 B-

-24

RISCHIOPAESE• AMERICALATINA

Rischio Politico

Politica Interna. Nel dicembre 2005, il leader del partito Movimento Verso il Socialismo (MAS) Evo Mora-les (esponente della potente lobby dei produttori di coca) è diventato il primo Presidente indigeno nella sto-ria del paese ad essere scelto direttamente dal popolo con il 54% di voti favorevoli. Tale risultato sembrereb-be metterlo al riparo dalla consueta instabilità politica che ha caratterizzato in questi anni la Bolivia.

Nell’agenda operativa del governo spicca per rilevanza strategica il completamento della nazionalizzazione delle risorse del sottosuolo (idrocarburi e in particolare gas) già iniziata con un referendum popolare nel 2004.

La principale conseguenza politica di tale processo ha riguardato in particolare i distretti industriali legati al settore energetico, i quali hanno subito i maggiori danni economici (espropriazione di terre ricche di giaci-menti di gas e petrolio). L’atteggiamento tenuto dal governo nell’attuazione di tale processo è apparso in con-trasto con la tutela dei diritti di proprietà.

In marzo il Congresso ha eletto un’Assemblea Costituente, insediatasi il 6 agosto, che avrà il compito di af-frontare le questioni di autonomia dipartimentale (la Bolivia è una Repubblica centralizzata divisa in nove di-partimenti) e di riscrivere in dodici mesi una Bozza Costituzionale nella direzione di un accrescimento della partecipazione popolare al potere politico. Il Governo ha inoltre annunciato l’attuazione di una riforma ru-rale volta alla redistribuzione delle terre attualmente improduttive o ottenute illegalmente.

Il Governo ha poi varato un Piano di Sviluppo Nazionale (NDP) per i prossimi cinque anni (il mandato del presidente scade nel 2010) che andrà a coprire molte aree quali ad esempio: crescita sociale, sviluppo econo-mico e politica internazionale. I fondi necessari all’attuazione di tale piano dovrebbero provenire dalle entra-te collegaentra-te al settore degli idrocarburi.

Relazioni Internazionali. La Bolivia è divenuta sempre più attiva nell’Organizzazione degli Stati Americani (OAS), nel Rio Group e nel MERCUSUR con cui è firmataria di un accordo di associazione e di libero scam-bio. È membro delle principali associazioni sovranazionali della sua area quali: Andean Community, Rio Treaty, Rio Group, Latin American Integration Association (ALADI), URUPABOL (Uruguay, Paraguay, Boli-via) e fa parte tutte le più importanti organizzazioni internazionali: Nazioni Unite; International Parliament Union, WTO, Non-Aligned Movement, INTELSTAT. I rapporti con i principali partner dell’area hanno regi-strato di recente un peggioramento, sia per il programma di nazionalizzazione del settore energetico che per i recenti accordi commerciali stipulati con il Venezuela.

Il Governo lavora ad un prolungamento dell’Andean Trade Promotion and Drug-Eradication Act (ATPDEA) in scadenza a fine anno, che dà alla Bolivia un accesso preferenziale al mercato USA per una quota stimata di circa il 7% delle esportazioni totali. Gli stretti rapporti che Morales ha ristabilito con Cuba e il Venezuela con-fermano tuttavia la posizione apertamente anti-Americana, che potrebbe peggiorare l’atteggiamento degli in-vestitori esteri.

Da sottolineare i difficili rapporti politici con il Cile per l’annosa questione dell’accesso al mare e quelli già citati con gli USA. La Bolivia resta infatti il secondo maggior produttore al mondo di cocaina e di foglie di coca, base principale per la produzione della cocaina stessa.

Rischio Economico

Attività economica. La Bolivia presenta una situazione economica positiva in virtù di un quadro internazio-nale molto vantaggioso. La crescita del PIL nel 2005 si è attestata poco al di sopra del 4% e tale si prevede ri-manga anche nei prossimi due anni, grazie soprattutto al sostegno delle esportazioni. Il disavanzo fiscale è stato mantenuto entro il 2,3% del PIL. Gli investimenti privati, che nell’ultimo periodo hanno registrato

un’e-Bolivia

vidente flessione, sono ritenuti fondamentali per la creazione di nuovi posti di lavoro e il governo si è ripro-messo di compensarne eventuali debolezze con il rafforzamento degli investimenti pubblici. In tal senso va il sostegno particolare alla crescita delle piccole e medie imprese attraverso facilitazioni di accesso al credito.

Essendo questi settori labor intensive la loro espansione potrebbe infatti contribuire anche a ridurre l’alto tas-so di ditas-soccupazione.

Bilancio pubblico e inflazione. Il debito pubblico in rapporto al PIL si è ridotto in seguito ad una brusca ri-duzione del disavanzo fiscale e agli effetti positivi della Multilateral Debt Relief Iniziative (MDRI). La naziona-lizzazione dell’industria degli idrocarburi se da un lato incrementerà le entrate statali, riducendone le neces-sità finanziarie per gli anni a venire, dall’altro potrà ridurre i nuovi investimenti nell’industria energetica a cau-sa della debole struttura istituzionale e dei margini di guadagno ridotti. Nel medio termine la sostenibilità del debito potrebbe tornare ad essere un problema nel caso in cui i ricavi provenienti dal settore degli idrocarbu-ri dovessero diminuire o venissero idrocarbu-richiesti sostanziosi investimenti pubblici per mantenere la produzione di idrocarburi ai livelli attuali.

L’inflazione si è mantenuta bassa (sotto al 5%) nonostante un’accelerazione ad inizio anno dovuta al rincaro dei prezzi petroliferi. Per il futuro si prevede comunque che essa resti all’interno della banda prevista dalla Banca Centrale.

Bilancia dei pagamenti. Il surplus delle partite correnti ha raggiunto nel 2005 il livello record del 5% rispet-to al PIL grazie soprattutrispet-to al momenrispet-to favorevole dell’export. Il rispet-totale delle esportazioni per la prima metà del 2006 ammonta a 1,8 milioni di dollari, il 45% in più rispetto allo stesso periodo del 2005. Il settore dei minerali è quello che ha contribuito maggiormente a questa rapida crescita, in particolare grazie alle esporta-zioni di zinco (+145% in termini di valore) e di gas naturale (+75%). I minerali rappresentano quasi il 60%

dell’export di questo periodo. L’alta domanda internazionale di prodotti minerari e di gas ha permesso all’ex-port di mantenersi nei primi sette mesi del 2006 sui livelli del boom verificatosi lo scorso anno. I ricavi pro-venienti dall’export dovrebbero comunque decrescere nel medio termine anche perché la fase di boom dei ri-cavi è stata caratterizzata finora più da un aumento dei prezzi che da un reale aumento dei volumi. L’export manifatturiero e quello agroalimentare rischia invece di perdere l’attuale accesso preferenziale al mercato sta-tunitense, anche in seguito ai nuovi accordi bilaterali stipulati dagli Stati Uniti con Colombia e Perù.

Gli investimenti privati restano al momento frenati dalla politica di nazionalizzazione del settore energetico e nel 2005 il saldo dei movimenti di capitali registra un segno negativo degli investimenti diretti netti per la prima volta dal 1989.

Posizione debitoria e riserve valutarie. La Bolivia rientra nell’iniziativa HIPC di cancellazione del debito e ha raggiunto il Completion Point nel 2001. Nel 2004 gli Stati Uniti hanno destinato più di 150 milioni di dol-lari per l’assistenza alla Bolivia e la Spagna ha condonato 120 milioni di doldol-lari del debito boliviano a condi-zione che tali fondi vengano impiegati in programmi di istrucondi-zione. Il debito estero del paese in percentuale rispetto al PIL (65%) rimane comunque elevato, anche se nel prossimo biennio dovrebbe scendere al 40%.

L’80% delle obbligazioni esterne sono composte da debito pubblico, in gran parte a termini concessionali.

Le riserve valutarie internazionali sono aumentate costantemente in termini nominali, superando a fine 2005 i 2 miliardi di dollari e mantenendosi stabili intorno agli 8 mesi in termini di livello di copertura delle impor-tazioni.

Tasso di cambio. La Bolivia adotta un crawling peg (parità mobile) che ha contribuito a mantenere la compe-titività del sistema economico e permette la flessibilità necessaria a prevenire eventuali pressioni

inflazionisti-26

RISCHIOPAESE• AMERICALATINA

dovrebbero essere controllate attraverso una politica fiscale e monetaria prudente.

Debito estero Crescita del PIL e inflazione

Rischio Bancario

La riforma del sistema bancario, attuata fra il 1993 e il 1995, ha regolato le attività di factoring, di leasing e di hedging, ha permesso alle banche di detenere conti in valuta estera, aumentato i requisiti di riserva presso la banca centrale sui depositi in dollari, e proibito l’insider lending. Le banche di proprietà pubblica dovrebbero essere privatizzate. La Bolivia ha 9 banche nazionali, 3 banche estere e 45 istituti finanziari non bancari. Il set-tore bancario è aperto agli investimenti esteri e la maggior parte delle banche nazionali ha già un certo grado di partecipazione estera. La stabilità del sistema finanziario è aumentata e la quota dei non-performing loans in percentuale sul totale dei prestiti si è ridotta dal 18% del 2002 al 11% nel 2005. Gli indicatori sulla salute del sistema bancario sono rimasti ampiamente stabili, con un alta liquidità e rapporti di adeguatezza del capitale (capital adequacy ratios) sopra ai livelli obbligatori. Nonostante l’apparente stabilità e un certo miglioramento, in ogni caso, il sistema finanziario resta vulnerabile alle fughe di capitali e il sistema necessita di migliore vi-gilanza. Oltre a ciò la redditività bancaria resta ancora bassa e le banche rimangono esposte ai rischi prove-nienti dalla dollarizzazione.

Rischio Operativo

Il paese è 131° su 175 nel ranking of Doing Business 2007 della Banca Mondiale e 67° su 157 in quello dell’In-dex of Economic Freedom 2006 con un trend decrescente dal 2003.

I problemi maggiori per gli investitori esteri riguardano le azioni e le procedure legali in genere, le Corti in-fatti soffrono un certo grado di corruzione e una serie di ritardi per le risoluzioni delle controversie. La cor-ruzione del settore pubblico rappresenta attualmente uno dei principali problemi che compromette il conte-sto operativo del Paese. Nel 2005 Transparency International classificava il Paese alla 117maposizione su 158 pae-si nel suo annuale Corruption Perceptions Index, nonostante la Bolivia abbia firmato e ratificato nel 1996 l’In-ter-American Convention Against Corruption.

In campo fiscale il governo progetta di rafforzare le entrate ampliando la base impositiva. La tassazione sul-le società è attualmente del 25%, ma incentivi fiscali e deduzioni sono ancora insufficienti, mentre quella sul reddito ammonta al 13%. La nuova legge sulla nazionalizzazione degli idrocarburi, abrogando i contratti vi-genti, ha fatto crescere rapidamente la tassazione delle compagnie petrolifere e del gas ma ha creato un clima

5.300

2003 2004 2005 2006 2007

mln US$

Debito estero totale (sx) Debito estero/PIL (dx)

0

2003 2004 2005 2006 2007

%

Crescita PIL inflazione

Bolivia

di incertezza riguardo alla politica fiscale futura. Nel maggio 2005 è stata approvata una controversa legge su-gli idrocarburi, che ha imposto asu-gli operatori energetici una tassa non deducibile del 32%, in aggiunta al 18%

di royalties già pagata. Le autorità hanno indicato anche che aboliranno la tassa sulle transazioni fiscali per i depositi in valuta locale e quelli in dollari con importo inferiore ai 2000 dollari, mantenendola invece inalte-rata solo per importi superiori a tale cifra, nell’intento di trattenere degli introiti fiscali e facilitando il proces-so di dedollarizzazione dell’economia.

La protezione legale della proprietà privata in Bolivia è molto debole, per questo motivo la Camera Nazio-nale del Commercio, con l’ausilio dell’USAID ha istituito un TribuNazio-nale Locale di Arbitrato. Va sottolineato che la Bolivia ha ratificato la Convenzione di New York e di Washington sull’arbitrato internazionale ed è in vigore con l’Italia un accordo bilaterale per la protezione e la promozione degli investimenti.

Rapporti con le Istituzioni Finanziarie Internazionali

Fondo Monetario Internazionale. A marzo è scaduto il finanziamento triennale Poverty Reduction and Growth Facility approvata nel 2003, che prevedeva divieti all’indebitamento.

Banca Mondiale. In base all’Interim Country Assistance Strategy (CAS) la Bolivia dovrebbe usufruire di 50 mi-lioni di dollari all’anno per due anni sotto forma di prestiti per il finanziamento degli investimenti. Le prin-cipali aree di intervento di tali fondi riguardano il settore finanziario e quelli dell’educazione, della salute e delle risorse naturali.

Banca Interamericana di Sviluppo. Al 31 Dicembre 2005 l’Inter American Development Bank (IDB) aveva ap-provato prestiti alla Bolivia per un ammontare di 3,77 miliardi di dollari, con un esborso totale di 3,14 mi-liardi. Il debito pendente nei confronti dell’ IDB resta di 1,7 miliardi di dollari.

Interscambio con l’Italia

Nel 2005 le esportazioni dell’Italia sono state pari a 17,8 milioni di euro con un aumento di circa il 4% rispet-to allo stesso periodo del 2004. La composizione per importanza di tali esportazioni vede al primo posrispet-to la meccanica strumentale seguita da elettronica e elettrotecnica, metallurgia e prodotti in metallo (+150% rispet-to al 2004) e infine prodotti chimici e fibre. Per quanrispet-to riguarda le importazioni dell’Italia dalla Bolivia, esse nel 2005 sono state pari a 18,2 milioni di euro, con un sostanziale mantenimento delle posizioni del 2004.

Per l’import la composizione per ordine di importanza dei settori, vede in testa calzature, cuoio e prodotti in cuoio, seguiti da abbigliamento (+152% rispetto al 2004), legno e prodotti in legno esclusi i mobili, prodotti delle miniere e delle cave, e infine prodotti dell’agricoltura silvicoltura e pesca. Da evidenziare il drastico ca-lo delle importazioni di metallurgia e prodotti in metalca-lo -97% durante il periodo di riferimento. Il saldo com-merciale negativo per l’Italia di circa 300 mila euro si è comunque dimezzato rispetto all’anno precedente.

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RISCHIOPAESE• AMERICALATINA

Esportazioni italiane in Bolivia per settori Interscambio commerciale con la Bolivia

(gen-dic 2005, %) (1998-2005 mln €)

Nel documento Rischio Paese 2006 Africa Subsahariana (pagine 24-29)