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essere morto cascando dal muro di cinta di una casa: sarebbe a dire era morto mentre cercava di rubare, ma il furto è proibito! Pertanto la causa del decesso era il tenta-

Risponde a tutte le domande Alphons Hébié

Poteva 5 essere morto cascando dal muro di cinta di una casa: sarebbe a dire era morto mentre cercava di rubare, ma il furto è proibito! Pertanto la causa del decesso era il tenta-

tivo di furto. Potevano essere stati anche i parenti. Che ad un certo punto smisero di occu- parsi del anziano isolandolo, abbandonandolo fino a lasciarlo morire. Se il motivo era que- sto i parenti erano obbligati a rimediare alla cattiva azione compiuta6. In quanto, il gruppo aveva il dovere di sostenere tutti gli abitanti di un villaggio nutrendoli, curandoli e assisten-

7. Sicuramente si tratta di un sacrificio riparatore che si deve fare presso il feticcio protettore del vecchio, ma parti con- sistenti della registrazione non si capiscono: a partire dal punto 3.00 fino alla conclusione di questa prima risposta.

doli in tutto il resto, a prescindere dall’età. Nel momento in cui erano abbandonati a se stes- si si potevano arrabbiare, e quindi rivolgersi ai loro feticci protettori [era sul punto di pro-

nunciare la parola divinità, ma si nota un ripensamento subitaneo - 2.48]. Li potevano interpel-

lare, di solito lo facevano accovacciati in terra, e domandargli: perché hanno smesso d’assi- stermi? Se l’anziano chiamava in causa il feticcio si poteva pensare anche di riparare, que- sta riparazione consisteva in un sacrificio da fare7.

[Tutto quello che riferisce Alphons in questo passaggio del colloquio è ricco di implicazioni simboliche, riferite alla complessa nozione di persona, e secondo il mio parere, il passo va messo in stretta relazione alle informazioni fornite da Julien, in replica alla domanda n° 8 del 1 dicembre (p. 77). Laddove afferma che, in passato, un individuo per essere considerato forte e potente dove- va possedere e quindi adorare più feticci: infatti, secondo lui, un “vero uomo” è tale, solo se ha sem- pre con sé la protezione di un buon fétiche. Non solo, Julien, concludeva l’argomento con una certa enfasi ricordando la seguente affermazione di principio: «quindi sono i feticci a fare l’uomo».

Ne consegue che non possibile porre tutti gli anziani sul medesimo piano, in quanto a rischia- re di più l’abbandono sono i più deboli e gli emarginati. L’efficacia dell’intervento, da parte del protettore divino, era sempre condizionata dalla posizione che occupava l’individuo stesso in seno alla società. Infatti, alle persone più influenti del gruppo erano di regola assegnati feticci che avevano fama di essere i più forti in circolazione e quindi molto più efficaci: se ne deduce che l’ipotesi dell’abbandono per quest’ultimi era veramente una possibilità difficile da realizzarsi.

Come si vede, concorrevano molti elementi alla realizzazione del nucleo costitutivo la nozio- ne di persona presso i Turka, i quali dipendevano in modo determinante da come era distribuito il potere in seno alla collettività. Dobbiamo quindi pensare a questi individui, presi sia isolata- mente sia collettivamente, come il centro di tutto quest’intreccio di significati, che spesso risul- tava essere così complesso e variegato da non poter essere del tutto disvelato]. – 3.07

D. 2) Esiste una divisione clanica?

R. Presso i Turka ci sono 4 clan: HÉ; SON; SOURA; SIRI.

Per cui in occasione di un decesso o di un matrimonio per esempio nel clan degli Hé, tutti gli abitanti del villaggio andavano in soccorso della famiglia (interessata all’evento). Ma gli appartenenti al clan degli Hé si riunivano, per indire una questua speciale destinata a sostenere il nucleo famigliare che aveva subito un lutto. La stessa cosa accadeva tra i Son, in occasione di un matrimonio o di un funerale, erano prima di tutti i Son ad organizzarsi, in quanto si trova- no alla “base”, anche se poi partecipavano tutti gli altri. Resta valido, come per gli Hé, il fatto

8. Intorno al punto 4.03 è velocemente espressa una formula intraducibile.

9. Da come viene organizzato il discorso sembra che ci sia una sorta di automatismo tradizionale, tra il restare incinti e la richiesta avanzata da un pretendente; che tra l’altro si deve affrettare in quanto corre il rischio di non arrivare in tempo e di essere preceduto da altri. Un interessante elemento di riflessione per il futuro.

10. Circa il ruolo culturale dello zio materno cfr. Lévi-Strauss C., Le strutture elementari della parentela, pp. 393-414, anche le pp. 548-566.

che in seguito si riuniscono tra loro per fare il lavoro, e quando hanno finito fanno la colletta per aiutarsi. Ciascuno all’interno del proprio clan… [credo che qui voglia alludere alla solidarietà inter-

clanica che permette d’ottenere protezione e sostegno].

Un neonato qualunque sia stato il suo “errore” (4.00) ha un padre, se non possiede un padre8 un altro lo sostituisce; in quanto tutto questo va fatto per rispettare le cerimonie.

Ci sono 4 clan, ma a loro volta si raggruppano in 2: da un lato Hé e Son; e dall’altro Soura e Siri. Questa divisione si operava per aiutare le persone a risolvere alcuni problemi. Per esem- pio se un individuo del clan Hé si voleva sposare e non possedeva i mezzi per farlo si rivolgeva prima agli Hé, ma se nessuno di questi era intenzionato a farlo, dandogli il denaro necessario per sposarsi, si rivolgeva ai Son. Se tra i Son trovava qualcuno disposto a donargli la dote, rea- lizzava il suo matrimonio, ma era obbligato a cambiare il nome: non era più uno Hé ma diven- tava un Son, da quest’istante in poi quando i Son si riunivano lui si aggregava al gruppo e natu- ralmente non faceva più parte degli Hé. La stessa cosa accadeva tra i Soura: se una persona del clan dei Siri, si trovava con dei problemi, e nessuno del suo clan poteva aiutarlo, si rivolgeva ad un Soura. Qualora riusciva a risolvere i suoi problemi, grazie all’intervento di una persona del clan dei Soura cambiava nome: non era più Siri, diventava un Soura, in tutte le cerimonie si face- va quindi chiamare Soura e non più Siri. – 5.30

D. 3) Di chi è un neonato?

R. Quando una donna restava incinta, fin dai tempi antichi, si faceva subito avanti un