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Evoluzione del sistema delle imprese e produttività

Nel documento RAPPORTO ANNUALE (pagine 96-117)

Tante piccole imprese a bassa produttività

2.1.1 Il sistema delle imprese italiane in una prospettiva europea dal 1999 al 2003

Per il 2003 il confronto dell’Italia con il complesso dei paesi dell’Ue25 in termini di numero d’imprese, di occupazione e valore aggiunto conferma che il sistema produttivo italiano è caratterizzato da imprenditorialità elevata, ma anche da dimensioni d’impresa ridotte e produttività modesta (Figura 2.1). Con una popolazione di imprese attive che supera il 22 per cento dell’intera Ue25, la quota d’occupazione si attesta al 12,5 per cento e quella del valore aggiunto poco al di sopra dell’11 per cento. Molte imprese, quindi, ma con dimensioni medie contenute (intorno al 55 per cento della media Ue25) e con una produttività apparente del lavoro (espressa come valore aggiunto al costo dei fattori per addetto) del 10 per cento inferiore.

Le differenze nelle dimensioni medie risultano ancora più evidenti se si con-frontano le imprese italiane con quelle delle altre grandi economie dell’Unione (Tavola 2.1). Il numero medio di addetti per impresa è nettamente inferiore a quello della media delle imprese di Francia, Germania e Regno Unito: meno del 30 per cento nel commercio, meno del 40 per cento nella manifattura e nei

servi-zi alle imprese1, quasi il 50 per cento per costruzioni, alberghi e ristoranti, trasporti

e comunicazioni. Queste differenze sono legate alla presenza massiccia di occupa-zione nel lavoro autonomo (circa il 30 per cento contro il 10 per cento delle altre grandi economie dell’Ue) e nelle microimprese. In parallelo, si registra una relati-va debolezza del segmento della grande impresa, anche rispetto alla Spagna.

Quanto alla specializzazione, secondo la classificazione dei gradi di tecnologia proposta da Eurostat (vedi, nel glossario, la voce “Classificazione delle attività ma-nifatturiere per intensità tecnologica e dei servizi per contenuto di conoscenza”), in Italia i settori ad alta tecnologia offrono un contributo relativamente modesto alla formazione del valore aggiunto manifatturiero, soprattutto nelle filiere dell’e-lettronica e dell’aerospaziale. Questo handicap è compensato parzialmente nei set-tori a tecnologia medio-alta, in particolare grazie alla forte specializzazione nella meccanica strumentale. Inoltre, la quota di spesa per attività di ricerca e sviluppo (R&S) delle imprese manifatturiere italiane è molto bassa. Nel 2003 era pari al 2,5

1

I servizi alle imprese includono: attività immobiliari, noleggio, informatica, ricerca, altri servizi alle imprese. 0 5 10 15 20 25

Estrattive Manifattura Energia Costruzioni Commercio Alberghi e ristoranti Trasporti e comunicazioni Servizi alle imprese (a) Totale Imprese Addetti Valore aggiunto

Fonte: Elaborazione su dati Eurostat, Structural business statistics

(a) Attività immobiliari, noleggio, informatica, ricerca e altri servizi alle imprese.

Figura 2.1 - Imprese, addetti e valore aggiunto in Italia e nell’Unione europea - Anno 2003 (quote dell’Italia sul totale Ue25)

per cento del valore aggiunto, appena sopra il 2,3 per cento della Spagna, ma net-tamente inferiore al 6,6 per cento del Regno Unito, al 7,0 per cento della Francia e all’8,4 per cento delle imprese tedesche. Lo svantaggio è andato crescendo tra il 1999 e il 2003, periodo in cui la quota italiana è rimasta sostanzialmente invaria-ta mentre quella del Regno Unito, ad esempio, è aumeninvaria-tainvaria-ta di 2,5 punti e quella della Germania di quasi un punto. Anche nell’ambito dei servizi, quelli di merca-to ad alta intensità di conoscenza sono relativamente meno sviluppati; in partico-lare, nell’aggregato dei servizi alle imprese, in Italia sono relativamente più impor-tanti le componenti a bassa produttività (Figura 2.2).

Dimensioni d’impresa e specializzazione sono strettamente associate alla pro-duttività, che qui si approssima in termini di valore aggiunto per addetto a

prez-zi correnti2.

In Italia, per l’insieme di industria e servizi, nel 2003 la produttività apparente del lavoro si attesta intorno a 37 mila euro per addetto: appena superiore a quella della Spagna e nettamente inferiore a quella di Francia e Germania (50 mila euro in

me-ATTIVITÀ ECONOMICHE Italia Francia Germania Regno Unito Spagna Estrattive 9,0 15,0 52,4 42,0 16,3 Manifattura 8,7 16,3 34,3 23,6 11,8 Energia 60,2 96,2 87,2 379,2 23,9 Costruzioni 2,9 4,4 8,5 7,1 6,5 Commercio 2,4 5,0 10,4 12,6 3,6 Alberghi e pubblici esercizi 3,5 3,8 6,3 15,1 4,1 Trasporti e comunicazioni 7,3 16,2 13,7 20,5 4,2 Servizi alle imprese (b) 2,5 6,0 7,4 8,0 4,4

Totale 3,8 7,1 12,4 12,2 5,1

Tavola 2.1 - Numero medio di addetti per impresa nei principali paesi europei per settore di attività economica - Anno 2003 (a)

Fonte: Eurostat, Structural business statistics (a) I dati del Regno Unito sono del 2002.

(b) Attività immobiliari, noleggio, informatica, ricerca, altri servizi alle imprese.

0 20 40 60 80 100 120 140

Italia Francia Germania Regno Unito

Spagna Manifattura At Manifattura Mat

Manifattura (% su manifattura Mbt) (c) 0 20 40 60 80 100 120 140 160 180

Italia Francia Germania Regno Unito

Spagna Servizi Aic At Servizi Aic di mercato

Servizi (% su servizi Bic) (c)

Fonte: Elaborazione su dati Eurostat, Structural business statistics

(a) Cfr. nel glossario la voce “Classificazione delle attività manifatturiere per intensità tecnologica e dei servizi per contenuto di conoscenza” (b) I dati della manifattura per il Regno Unito sono del 2002; Servizi, media 2002-2003.

(c) Legenda: Mbt - media e medio-bassa tecnologia; At - alta tecnologia; Mat - medio-alta tecnologia; Bic - bassa intensità di conoscenza; Aic - alta intensità di conoscenza.

Figura 2.2 - Valore aggiunto per intensità tecnologica e contenuto di conoscenza dei settori (a)nei principali paesi europei - Anno 2003 (b)(quote percentuali)

2

Questo indicatore è una buona misura della capacità delle imprese di generare reddito, soprat-tutto in un contesto di valuta comune come per Italia, Francia, Germania e Spagna (dove, tuttavia, il livello dei prezzi interni è ancora sensibilmente più basso), ma risente dei differenziali nel livello dei prezzi tra paesi. Il valore aggiunto per addetto non è adatto a comparare le tendenze della produtti-vità fisica, per le quali sono più appropriate le misure derivate dai conti nazionali, poiché trascura ulteriori elementi quali le differenze nel sommerso e nelle ore lavorate (in particolare, per la diffusio-ne del part time).

Spesa in R&S: cresce il divario italiano rispetto ai partner europei

dia). Queste differenze si riscontrano in quasi tutti i settori considerati (Tavola 2.2). Le imprese manifatturiere di dimensioni maggiori tendono ad avere una più ele-vata intensità di assets e quindi a essere più produttive. Questa correlazione diretta tra livelli di produttività e dimensioni d’impresa è una regolarità osservata per tutti i paesi europei nel comparto manifatturiero.

La diversa struttura dimensionale delle imprese manifatturiere italiane, come si vedrà, spiega buona parte delle differenze di produttività con Francia e Germania. In assoluto, le imprese italiane hanno un differenziale di produttività negativo e molto pronunciato nelle classi estreme (da 1 a 9 addetti e con 250 addetti e oltre), e un leg-gero vantaggio nella fascia di medie dimensioni (tra 50 e 249 addetti; Figura 2.3a). L’effetto sulla produttività aggregata della diversa composizione dell’occupazio-ne delle imprese per classi d’addetti può essere valutato a parità di altre circostan-ze confrontando i livelli di produttività effettivi di ciascun paese con quelli, ipote-tici, calcolati applicando ai livelli medi di produttività delle classi di addetti delle imprese italiane i pesi delle classi occupazionali degli altri paesi (Figura 2.3b). In questa simulazione, il livello aggregato della produttività nella manifattura italia-na supera quello della Spagitalia-na e si avviciitalia-na ai livelli di Francia e Germania. Esso ri-mane, invece, notevolmente inferiore a quello del Regno Unito, dove la

concen-Produttività: differenze fra Italia, Francia e Germania 0 10 20 30 40 50 60 70 80 Italia-Germania

Italia-Spagna Italia-Francia Italia-Regno Unito Simulata Italia Effettiva paesi Produttività con quote dell'occupazione

altri paesi (valori %)

B Effettiva Italia 0 10 20 30 40 50 60 70 80 1-9 10-19 20-49 50-249 250 e oltre Francia-Germania Italia

Produttività media Italia

Produttività media Francia-Germania

Produttività (migliaia di euro) A

Fonte: Elaborazione su dati Eurostat, Structural business statistics (a) Valore aggiunto per addetto.

(b) I dati del Regno Unito sono del 2002.

Figura 2.3 - Produttività del lavoro (a)nella manifattura in Italia e nei principali paesi europei per classe di addetti - Anno 2003 (b) (migliaia di euro e valori percentuali)

PAESI Manifattura Commercio Altri servizi (a) Totale Italia 42,3 30,2 34,6 37,0 Francia 52,3 42,7 53,7 48,8 Germania 56,5 38,2 56,0 50,0 Regno Unito 57,6 36,6 56,1 49,7 Spagna 42,9 28,0 34,0 34,6 Totale 51,2 35,5 49,2 44,9

Tavola 2.2 - Produttività del lavoro nei principali paesi europei per macrosettore di atti-vità - Anno 2003 (valore aggiunto per addetto in migliaia di euro)

Fonte: Eurostat, Structural business statistics

(a) Alberghi e pubblici esercizi, trasporti e comunicazioni, attività immobiliari, noleggio, informatica, ricerca e altri ser-vizi alle imprese.

trazione del settore manifatturiero nelle aree a maggior contenuto tecnologico si associa all’effetto di un livello più elevato dei prezzi interni.

Questi risultati danno conto dell’importanza della componente dimensionale sui differenziali di produttività; per differenza emerge l’effetto della specializzazio-ne e degli altri elementi non direttamente misurabili. Va però osservato che i set-tori caratterizzati da produttività più elevata presentano in genere dimensioni me-die d’impresa maggiori: dunque la struttura dimensionale non è indipendente da quella settoriale. Pertanto, al fine di valutare simultaneamente l’effetto della spe-cializzazione e della dimensione, il differenziale di produttività apparente media tra le imprese manifatturiere italiane e quelle franco-tedesche viene scomposto per enucleare l’effetto delle caratteristiche settoriali, della composizione per classi d’addetti e della loro interazione, con riferimento agli anni più recenti disponibili (Tavola 2.3).

L’aspetto dimensionale da solo spiega circa la metà del differenziale. Quasi il 30 per cento origina però dall’interazione tra composizione settoriale e per classi d’ad-detti, mettendo in luce l’importante effetto congiunto di una specializzazione in settori caratterizzati da bassa produttività e da dimensioni prevalenti d’impresa dotte. La mera specializzazione spiega meno del 10 per cento: un fatto, questo, ri-conducibile alla struttura polarizzata della manifattura italiana, in cui i gruppi di settori a bassa e a medio-alta produttività e intensità di capitale assorbono en-trambi quote relativamente elevate d’occupazione. Molto modesto (12-14 per cento), infine, è il termine residuale che incorpora gli elementi non considerati

di-rettamente nella scomposizione3.

Come si è visto, il sistema delle imprese italiane genera un valore aggiunto per addetto mediamente inferiore a quello delle altre maggiori economie europee. Es-so, tuttavia, sopporta un costo del lavoro per dipendente decisamente più basEs-so, in particolare nella manifattura, dove la differenza è pari a circa 9 mila euro con la

Francia e a 14 mila euro con la Germania. L’incidenza degli oneri sociali −

com-presa tra il 27 e il 30 per cento delle retribuzioni lorde con alcune diversità settoriali − è leggermente inferiore rispetto a quella della Francia, ma di quasi 10 punti per-centuali superiore rispetto a quella della Germania e della Spagna, e di circa 20 punti rispetto al Regno Unito: ciò nonostante il costo del lavoro per dipendente ita-liano rimane tra i più bassi.

La combinazione di questi elementi fa sì che nelle imprese italiane la redditi-vità resti in linea con quelle degli altri paesi, compensando il minor valore ag-giunto per addetto con il basso costo del lavoro. Si conferma un risultato emer-so anche nelle precedenti edizioni del Rapporto: il sistema produttivo italiano

Nonostante la bassa produttività, il costo del lavoro

contenuto…

Migliaia di euro Comp. % Migliaia di euro Comp. % Specializzazione -0,8 7,3 -1,1 8,4 Composizione dimensionale -5,6 50,7 -6,2 48,8 Interazione tra specializzazione e dimensione -3,3 29,5 -3,6 27,9 Residuo -1,4 12,5 -1,9 14,8

Totale -11,1 100,0 -12,7 100,0

2002 2003 EFFETTI

Tavola 2.3 - Differenziale di produttività del lavoro tra imprese italiane e franco-tedesche nel settore manifatturiero (a)- Anni 2002 e 2003 (migliaia di euro e composi-zioni percentuali)

Fonte: Elaborazione su dati Eurostat, Structural business statistics

(a) Il differenziale di produttività è stato scomposto in quattro componenti relative alle diversità di specializzazione settoriale e di dimensione tra Italia e la media franco-tedesca, di interazione tra le prime due e di una componente residua.

3

Per l’aggregato dei servizi, invece, gli effetti dimensionali e di specializzazione non consentono di spiegare più del 20 per cento del differenziale.

…mantiene la redditività delle imprese italiane in linea con quelle europee

preserva un suo equilibrio legato al mantenimento di un basso costo del lavo-ro e di una specializzazione in settori tradizionali. Questo equilibrio è però vulnerabile, sia perché fondato su dimensioni aziendali ridotte, che compri-mono la produttività, sia perché meno in grado di assorbire le pressioni deri-vanti dalle trasformazioni tecnologiche e dei mercati. Questo insieme di fatto-ri mette in luce alcuni limiti importanti della capacità del sistema di produrre e assorbire l’innovazione.

D’altro canto, se si corregge l’indicatore di redditività includendo nel costo del lavoro anche una proxy del reddito misto − stimata attribuendo a tutti gli ad-detti (dipendenti e indipendenti) il costo del lavoro per dipendente − il quadro che emerge, con riferimento all’ultimo triennio, risulta piuttosto differenziato (Figura 2.4).

I settori in cui questa correzione ha un effetto limitato sono quelli della ma-nifattura dove, nonostante ampie differenze settoriali e dimensionali, prevale un modello organizzativo di tipo industriale comparabile con quello dei partner eu-ropei. Quelli per i quali la correzione ha un effetto preponderante sono le co-struzioni, i servizi distributivi e alle imprese, tutti caratterizzati dalla prevalenza del modello di impresa familiare.

Nell’arco del quadriennio 1999-2003, la ricomposizione della struttura pro-duttiva italiana misurata dai cambiamenti nella distribuzione settoriale degli ad-detti è stata superiore a quella delle maggiori economie europee. Infatti, tra i 40 settori elementari di manifattura ed energia, costruzioni, commercio, ospitalità, trasporti, comunicazioni e servizi alle imprese si è registrato uno spostamento delle quote occupazionali pari a 5,3 punti percentuali per l’Italia, 4,7 in Spagna, 4,6 punti in Germania, 4,4 nel Regno Unito e 3,2 in Francia.

L’esito di questa trasformazione può essere interpretato, sia pure con alcune cautele, come un moderato avvicinamento tra la struttura produttiva italiana e quelle degli altri paesi. Infatti, tra il 1999 e il 2003 l’indicatore sintetico di di-stanza, basato sulle differenze tra quote occupazionali di tutti i settori elementa-ri, si è ridotto nei confronti della Francia, ma è aumentato nei confronti di

Spa--15 -10 -5 0 5 10 15 20 25 30 Italia Franci a Germani a R. Unito Spagna Italia Franci a Germani a R. Unito Spagna Italia Franci a Germani a R. Unito Spagna Italia Franci a Germani a R. Unito Spagna Italia Franci a Germani a R. Unito Spagna Italia Franci a Germani a R. Unito Spagna

Manifattura Costruzioni Commercio Alberghi e ristoranti Trasporti e comunicazioni

Servizi alle imprese (b) Effetto reddito misto

Redditività rettificata

Redditività lorda (valori percentuali)

Fonte: Elaborazione su dati Eurostat, Structural business statistics

(a) La redditività lorda, calcolata come rapporto tra margine operativo lordo e fatturato, è stata rettificata imputando il costo medio unitario dei dipendenti anche agli indipendenti (titolari d’impresa, familiari eccetera). La differenza tra la redditività lorda e quella rettificata è definita come “effetto reddito misto”.

(b) Attività immobiliari, noleggio, informatica, ricerca, altri servizi alle imprese.

Figura 2.4 - Redditività lorda e investimenti per addetto nei principali paesi europei per settore di attività - Anni 2001-2003 (a) (valori medi di periodo)

gna e Regno Unito. Escludendo dal computo le costruzioni, più soggette a dina-miche cicliche nazionali, si osserva invece una riduzione notevole anche nei con-fronti di Spagna e Germania, mentre si amplia ulteriormente la distanza già no-tevolissima col Regno Unito (Figura 2.5a).

La convergenza tra Italia, Francia e Germania, così come la divergenza nei confronti del Regno Unito, sono d’altronde confermate, e anzi enfatizzate, dalla composizione settoriale delle imprese (in questo caso, anche includendo le co-struzioni) (Figura 2.5b).

2.1.2 L’evoluzione strutturale delle imprese italiane

Negli ultimi anni, l’evoluzione strutturale dell’universo delle imprese procede lun-go due direttrici principali: terziarizzazione e concentrazione. Nel primo caso si tratta di un fenomeno di lungo periodo che continua ad avanzare, seppure contrastato da una persistente specializzazione manifatturiera. La produzione di beni continua a per-dere terreno nei confronti della produzione di servizi e – nell’ambito della produzio-ne di beni – si riduce il peso dell’industria in senso stretto (che rimaproduzio-ne comunque al-to, in rapporto alla media europea). La concentrazione appartiene invece alla storia più recente: dagli aggiornamenti periodici dell’archivio Asia (vedi glossario) risulta che l’occupazione tende a crescere un po’ più velocemente di quanto non faccia lo stock delle imprese (Figura 2.6), determinando così un innalzamento, quasi imper-cettibile ma piuttosto regolare, della dimensione media d’impresa.

La coesistenza di dinamiche di terziarizzazione e concentrazione rappresenta un’interessante novità. In passato il processo di terziarizzazione è stato associato alla frammentazione del sistema produttivo: la proliferazione delle microimprese – tutto-ra il ttutto-ratto più catutto-ratteristico della struttututto-ra economica del nostro Paese – è in gtutto-ran par-te un portato della par-terziarizzazione. In realtà, l’espansione dei servizi continua a

in-Terziarizzazione e concentrazione: una coesistenza inedita 0 5 10 15 20 Occupazione 0 5 10 15 20 25 Total e E scluso costruzioni Total e E scluso costruzioni Total e E scluso costruzioni Total e E scluso costruzioni

Italia-Germania Italia-Francia Italia-Spagna Italia-Regno Unito 1999 2003

Imprese

A

B

Fonte: Elaborazione su dati Eurostat, Structural business statistics

Figura 2.5 - Occupazione e imprese in Italia e nei principali paesi europei - Anni 1999 e 2003 (indici di dissimilarità)

grossare la popolazione delle microimprese, ma la novità degli ultimi anni è che in al-cuni segmenti del terziario (grande distribuzione commerciale e servizi alle imprese) la crescita dell’occupazione nelle imprese più grandi è forte e va a compensare le per-dite della grande industria manifatturiera.

In sintesi, i dati degli ultimi cinque anni disponibili (dal 2000 al 2004) mostrano un sistematico aumento della quota di addetti del terziario (dal 56,2 al 60,2 per cen-to) e una tendenza più incerta, ma sostanzialmente analoga, della quota di addetti del-le grandi imprese, passata dal 18,1 al 20,1 per cento (Figura 2.7).

Nel 2004, la popolazione delle imprese dell’industria e dei servizi attive per alme-no sei mesi ha raggiunto 4,3 milioni di unità, in aumento dell’1,1 per cento rispetto

95 100 105 110 115 1999 2000 2001 2002 2003 2004 Imprese Addetti

Fonte: Istat, Archivio statistico delle imprese attive

Figura 2.6 - Imprese e addetti - Anni 1999-2004 (numeri indici, base 1999=100)

2004 2000 2002 2001 2003 55,0 57,5 60,0 62,5 15,0 17,5 20,0 22,5

Quota di addetti delle grandi imprese (250 addetti e oltre)

Quota di addetti del terziario

Fonte: Istat, Archivio statistico delle imprese attive

Figura 2.7 - Addetti del settore terziario e addetti delle grandi imprese - Anni 2000-2004 (valori percentuali)

all’anno precedente. Esattamente nella stessa proporzione è cresciuto anche il nume-ro degli addetti, passato da 16,3 milioni del 2003 a 16,5 milioni (Tavola 2.4). La struttura dimensionale delle imprese italiane continua, pertanto, a modificarsi con estrema lentezza: rispetto al 2003, la dimensione media è rimasta ferma a 3,8 addetti per impresa (era 3,7 nel 1999). Si registrano però piccole variazioni nella composi-zione degli addetti per classe dimensionale, tutte nella stessa direcomposi-zione: la quota delle

Numero Comp. % Comp. % Variazione Numero Comp. % Comp. % Variazione per attività per classe % per attività per classe % economica di addetti 2004/2003 economica di addetti 2004/2003 Industria in senso stretto 440.097 10,8 82,8 -1,5 1.197.794 15,6 24,8 -1,4 Costruzioni 533.979 13,1 94,8 2,7 1.107.637 14,4 63,9 1,4 Commercio, alberghi e pubblici esercizi 1.471.949 36,2 96,8 -0,6 2.831.448 36,9 65,2 0,3 Trasporti 142.069 3,5 92,3 -1,0 277.482 3,6 29,6 -0,3 Comunicazioni 3.238 0,1 94,0 29,0 4.982 0,1 1,9 21,9 Credito e assicurazioni 65.330 1,6 96,5 -2,5 120.452 1,6 21,3 -1,1 Attività immobiliari, noleggio, informatica,

ricerca, altri servizi alle imprese 953.225 23,5 97,9 4,7 1.413.826 18,4 55,6 3,8 Servizi pubblici, sociali e personali 453.647 11,2 97,4 1,0 723.075 9,4 57,5 1,4

Totale 4.063.534 100,0 94,9 1,1 7.676.697 100,0 46,6 0,9

Industria in senso stretto 79.513 41,4 15,0 -3,2 1.485.162 43,4 30,8 -2,4 Costruzioni 27.819 14,5 4,9 2,6 457.551 13,4 26,4 3,5 Commercio, alberghi e pubblici esercizi 45.513 23,7 3,0 3,1 757.309 22,1 17,4 3,3 Trasporti 9.961 5,2 6,5 2,5 185.312 5,4 19,8 2,8 Comunicazioni 157 0,1 4,6 0,6 3.179 0,1 1,2 6,5 Credito e assicurazioni 1.633 0,9 2,4 4,3 29.988 0,9 5,3 2,3 Attività immobiliari, noleggio, informatica,

ricerca, altri servizi alle imprese 17.344 9,0 1,8 3,9 312.736 9,1 12,3 3,5 Servizi pubblici, sociali e personali 9.944 5,2 2,1 3,7 188.920 5,5 15,0 4,1

Totale 191.884 100,0 4,5 0,4 3.420.156 100,0 20,8 0,8

Industria in senso stretto 10.436 48,7 2,0 -2,6 1.003.170 48,7 20,8 -1,9 Costruzioni 1.382 6,4 0,2 8,4 117.777 5,7 6,8 9,0 Commercio, alberghi e pubblici esercizi 3.072 14,3 0,2 2,3 280.382 13,6 6,5 2,6 Trasporti 1.525 7,1 1,0 3,4 150.964 7,3 16,1 3,6 Comunicazioni 23 0,1 0,7 -11,5 2.538 0,1 1,0 -18,6 Credito e assicurazioni 499 2,3 0,7 0,8 55.415 2,7 9,8 -0,4 Attività immobiliari, noleggio, informatica,

ricerca, altri servizi alle imprese 2.641 12,3 0,3 4,6 267.474 13,0 10,5 5,6 Servizi pubblici, sociali e personali 1.870 8,7 0,4 10,7 182.069 8,8 14,5 10,3

Totale 21.448 100,0 0,5 1,1 2.059.788 100,0 12,5 1,6

Industria in senso stretto 1.496 43,8 0,3 -2,5 1.137.753 34,4 23,6 -3,2 Costruzioni 82 2,4 0,0 -2,4 49.710 1,5 2,9 2,0 Commercio, alberghi e pubblici esercizi 465 13,6 0,0 6,4 471.839 14,3 10,9 6,9 Trasporti 289 8,5 0,2 4,7 323.217 9,8 34,5 -0,2 Comunicazioni 27 0,8 0,8 0,0 252.337 7,6 95,9 -1,0 Credito e assicurazioni 210 6,1 0,3 1,0 360.761 10,9 63,7 0,7 Attività immobiliari, noleggio, informatica,

ricerca, altri servizi alle imprese 594 17,4 0,1 4,8 548.231 16,6 21,6 8,2 Servizi pubblici, sociali e personali 254 7,4 0,1 6,3 163.890 5,0 13,0 7,6

Totale 3.417 100,0 0,1 1,3 3.307.736 100,0 20,1 1,4

Industria in senso stretto 531.542 12,4 100,0 -1,8 4.823.878 29,3 100,0 -2,3 Costruzioni 563.262 13,2 100,0 2,7 1.732.675 10,5 100,0 2,4 Commercio, alberghi e pubblici esercizi 1.520.999 35,5 100,0 -0,5 4.340.978 26,4 100,0 1,7 Trasporti 153.844 3,6 100,0 -0,7 936.975 5,7 100,0 0,9 Comunicazioni 3.445 0,1 100,0 26,7 263.036 1,6 100,0 -0,8 Credito e assicurazioni 67.672 1,6 100,0 -2,3 566.616 3,4 100,0 0,3 Attività immobiliari, noleggio, informatica,

ricerca, altri servizi alle imprese 973.804 22,8 100,0 4,7 2.542.267 15,4 100,0 4,9 Servizi pubblici, sociali e personali 465.715 10,9 100,0 1,1 1.257.953 7,6 100,0 3,8

Totale 4.280.283 100,0 100,0 1,1 16.464.377 100,0 100,0 1,1 Imprese ATTIVITÀ ECONOMICHE 50-249 ADDETTI 250 ADDETTI E OLTRE Addetti TOTALE 1-9 ADDETTI 10-49 ADDETTI

Tavola 2.4 - Imprese e addetti dell’industria e dei servizi per classe di addetti e attività economica - Anno 2004

(valori assoluti e percentuali)

imprese con meno di 10 addetti scende dal 46,7 al 46,6 per cento del totale (47,5 per cento nel 1999), mentre quella delle imprese con 250 addetti e oltre sale dal 20,0 al 20,1 per cento (contro il 19,7 per cento del 1999).

Nel settore secondario, il bilancio del confronto con l’anno precedente risulta po-sitivo per il comparto delle costruzioni (con 15 mila imprese e 41 mila addetti in più)

Imprese Addetti Imprese Addetti 1999 2004 1999 2004 Industria in senso stretto -25.774 -7.817 -5,5 -0,6 2,6 2,7 8,2 7,3 Costruzioni 69.861 189.995 15,1 20,7 2,0 2,1 6,2 6,7 Commercio, alberghi e pubblici esercizi -33.167 121.342 -2,2 4,5 1,8 1,9 18,4 17,2 Trasporti -8.007 11.882 -5,3 4,5 1,8 2,0 1,8 1,7 Comunicazioni 1.098 1.465 51,3 41,7 1,6 1,5 0,0 0,0 Credito e assicurazioni -4.327 616 -6,2 0,5 1,7 1,8 0,8 0,7 Attività immobiliari, noleggio, informatica,

ricerca, altri servizi alle imprese 223.005 301.431 30,5 27,1 1,5 1,5 7,5 8,6 Servizi pubblici, sociali e personali 18.997 51.275 4,4 7,6 1,5 1,6 4,6 4,4

Totale 241.686 670.189 6,3 9,6 1,8 1,9 47,5 46,6

Industria in senso stretto -2.342 -48.388 -2,9 -3,2 18,7 18,7 10,4 9,0 Costruzioni 7.097 115.264 34,2 33,7 16,5 16,4 2,3 2,8 Commercio, alberghi e pubblici esercizi 8.793 137.789 23,9 22,2 16,9 16,6 4,2 4,6 Trasporti 2.198 42.135 28,3 29,4 18,4 18,6 1,0 1,1 Comunicazioni 21 404 15,4 14,6 20,4 20,3 0,0 0,0 Credito e assicurazioni 73 -415 4,7 -1,4 19,5 18,4 0,2 0,2 Attività immobiliari, noleggio, informatica,

ricerca, altri servizi alle imprese 3.244 53.651 23,0 20,7 18,4 18,0 1,8 1,9 Servizi pubblici, sociali e personali 2.683 50.100 37,0 36,1 19,1 19,0 0,9 1,1

Totale 21.767 350.540 12,8 11,4 18,0 17,8 20,8 20,8

Industria in senso stretto 205 15.779 2,0 1,6 96,5 96,1 6,7 6,1 Costruzioni 394 32.417 39,9 38,0 86,4 85,2 0,6 0,7 Commercio, alberghi e pubblici esercizi 736 68.390 31,5 32,3 90,7 91,3 1,4 1,7 Trasporti 355 34.024 30,3 29,1 99,9 99,0 0,8 0,9 Comunicazioni -3 35 -11,5 1,4 96,3 110,3 0,0 0,0 Credito e assicurazioni 54 8.413 12,1 17,9 105,6 111,1 0,3 0,3 Attività immobiliari, noleggio, informatica,

ricerca, altri servizi alle imprese 556 56.933 26,7 27,0 101,0 101,3 1,4 1,6 Servizi pubblici, sociali e personali 638 61.652 51,8 51,2 97,7 97,4 0,8 1,1

Totale 2.935 277.642 15,9 15,6 96,3 96,0 12,1 12,5

Industria in senso stretto 37 -113.327 2,5 -9,1 857,5 760,5 8,5 6,9 Costruzioni -5 3.337 -5,7 7,2 533,0 606,2 0,3 0,3 Commercio, alberghi e pubblici esercizi 141 165.514 43,5 54,0 945,4 1.014,7 2,1 2,9 Trasporti 42 4.729 17,0 1,5 1.289,4 1.118,4 2,2 2,0 Comunicazioni 13 -31.844 92,9 -11,2 20.298,6 9.345,8 1,9 1,5 Credito e assicurazioni -4 -2.003 -1,9 -0,6 1.695,2 1.717,9 2,5 2,2 Attività immobiliari, noleggio, informatica,

ricerca, altri servizi alle imprese 237 317.018 66,4 137,1 647,7 922,9 1,6 3,3 Servizi pubblici, sociali e personali 104 62.959 69,3 62,4 672,9 645,2 0,7 1,0

Totale 565 406.383 19,8 14,0 1.017,3 968,0 19,7 20,1

Industria in senso stretto -27.874 -153.752 -5,0 -3,1 8,9 9,1 100,0 100,0 Costruzioni 77.347 341.012 15,9 24,5 2,9 3,1 100,0 100,0 Commercio, alberghi e pubblici esercizi -23.497 493.035 -1,5 12,8 2,5 2,9 100,0 100,0 Trasporti -5.412 92.770 -3,4 11,0 5,3 6,1 100,0 100,0 Comunicazioni 1.129 -29.940 48,7 -10,2 126,5 76,4 100,0 100,0 Credito e assicurazioni -4.204 6.611 -5,8 1,2 7,8 8,4 100,0 100,0 Attività immobiliari, noleggio, informatica,

ricerca, altri servizi alle imprese 227.042 729.032 30,4 40,2 2,4 2,6 100,0 100,0 Servizi pubblici, sociali e personali 22.422 225.986 5,1 21,9 2,3 2,7 100,0 100,0

Totale 266.953 1.704.754 6,7 11,6 3,7 3,8 100,0 100,0 250 ADDETTI E OLTRE 2004-1999 1-9 ADDETTI 10-49 ADDETTI 50-249 ADDETTI TOTALE ATTIVITÀ ECONOMICHE

Variazioni assolute Variazioni percentuali Numero medio di Composizione 2004/1999 addetti per impresa % degli addetti

Tavola 2.5 - Imprese, addetti e numero medio di addetti dell’industria e dei servizi per classe di addetti e attività economica - Anni 1999 e 2004 (variazioni assolute e percentuali)

e negativo per quello dell’industria in senso stretto (con 9 mila imprese e 112 mila ad-detti in meno).

Nel settore terziario, spicca la crescita del comparto che raccoglie attività

Nel documento RAPPORTO ANNUALE (pagine 96-117)