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L E FASI CRONOLOGICHE E L ’ USO DEGLI SPAZI : SEPOLTURE E RIT

ANDAMENTO DEL PROFILO

CORRISPONDENZA DESCRIZIONE

3. LA NECROPOLI DEL MEDIO REGNO-INIZI NUOVO REGNO

3.1.2. L E FASI CRONOLOGICHE E L ’ USO DEGLI SPAZI : SEPOLTURE E RIT

La tomba è ricchissima di materiali, soprattutto ceramica: decine di vasi, per lo più intatti o totalmente ricostruibili, che coprono un ampio range cronologico e una grande varietà di forme e funzioni. Grazie al fatto che l’ingresso della tomba venne definitivamente riempito e sigillato al momento della costruzione degli annessi sud del tempio, un chiaro terminus ante quem è costituito dagli inizi del regno di Amenhotep II, quando cioè il faraone scelse quest’area per edificare il suo monumento147.

Lo studio degli aspetti morfologici e tecnologici della ceramica rinvenuta, integrato dall’analisi della distribuzione stratigrafica e spaziale, consente di definire due fasi principali d’uso della tomba:

- fase 1 – Medio Regno (XII-XIII dinastia);

- fase 2 – Secondo Periodo Intermedio-inizi Nuovo Regno (tarda XVII-inizi XVIII dinastia).

Per la fase più antica sono poi ipotizzabili delle sotto-fasi, ricostruibili su basi tipo- cronologiche, ma non sempre associabili a un contesto sicuro. Inoltre, un gruppo di vasi utilizzati

146 In alcuni casi la sola lettura della stratigrafia risulta fuorviante per l’attribuzione dei materiali ad una delle fasi

cronologiche o ad una specifica funzione all’interno della tomba e deve quindi essere interpretata alla luce dell’analisi tipologica. Un problema è dato, ad esempio, dal fatto che vasi interi di grandi dimensioni si trovano a “galleggiare” per effetto dell’acqua, venendo depositati non solo lontano dal luogo originario di giacitura, ma a quote più alte di altri materiali coevi, rendendone difficile l’attribuzione cronologica su basi esclusivamente stratigrafiche.

per rituali connessi alla prima fase di sepolture è stato rinvenuto di fronte alle due camere funerarie.

Recentemente è stato proposto un modello di sviluppo della ceramica del Medio Regno dell’intera necropoli tebana che prevede un’articolazione in tre fasi, ciascuna delle quali presenta due sotto-fasi148:

Fase I: XI dinastia

I.1: inizi XI dinastia -Antef III

I.2: Montuhotep II-fine dell’XI dinastia Fase II: Amenemhat I- Sesostri III149

II.1: Amenemhat I-Sesostri I II.2: Amenemhat II-Sesostri III

Fase III: Amenemhat III-fine della XIII dinastia. III.1: Amenemhat III-primo terzo della XIII dinastia III.2: secondo terzo-fine della XIII dinastia

Tale scansione verrà tenuta in conto nella trattazione delle ceramiche della fase 1 di A17, che possono essere ricondotte ad alcuni di questi momenti.

Si presenteranno innanzi tutto i materiali riferibili alla prima fase di frequentazione delle due camere. Quindi si descriverà il gruppo di vasi rituali, rinvenuti in situ nella camera D, analizzando i tipi presenti e le peculiarità che li distinguono dalla ceramica di corredo. Si integreranno poi i dati disponibili per la prima fase con le osservazioni riguardanti i materiali del corridoio e del cortile della tomba. Infine verranno descritti i materiali della seconda fase di frequentazione.

3.1.2.1. FASE 1

La prima fase di utilizzo della tomba è esemplificata dai materiali rinvenuti nei livelli inferiori delle camere E ed F, che verranno esaminati separatamente. L’analisi tipologica e stratigrafica permetterà di proporre un’ulteriore suddivisione cronologica all’interno di questa prima fase.

CAMERA E

La ceramica

La camera E ospitava in origine 9 sepolture (tab. 5)150, senza tracce di sarcofagi, ma con corredi

generalmente ben preservati anche se probabilmente spostati dalla loro posizione originaria dall’ingresso di acqua, come emerge anche dalle condizioni di giacitura dei corpi (fig. 20).

148 SEILER 2012a. Alle fasi così definite si possono anche aggiungere delle fasi di passaggio.

149 SEILER 2012a, fig. 14-15, definisce poi una ripartizione più sottile tra tarda fase II.1-inizi fase II.2 (Sesostri I-

Amenemhat II) e tarda fase II.2 (Sesostri II-Sesostri III).

La ceramica della prima fase è molto scarsa e i dati da essa ricavabili possono essere integrati con quelli desumibili dagli altri elementi di corredo conservati.

Una scodella a calotta, con fondo arrotondato e spatolato, presenta caratteristiche morfologiche, di impasto e di trattamento delle superfici, che suggeriscono una datazione agli inizi del Medio Regno151 (fig. 21, 1). Si può ipotizzare che le facesse da sostegno un supporto per

vaso con bordo superiore più piccolo di quello inferiore152 (fig. 21, 3).

Tra le forme aperte sono presenti anche una ciotola miniaturistica a vasca troncoconica, molto usurata (fig. 21, 6), e una a calotta molto bassa, in marl, che sembra più confrontabile con recipienti in pietra153

(fig. 21, 5).

Due bottiglie a corpo globulare con breve collo cilindrico e orlo arrotondato leggermente ingrossato sono state rinvenute integre. Una, in Nile C1, rivestita da slip rosso (fig. 21, 7) trova confronti agli inizi della XII dinastia154. In area tebana questo tipo sembra inquadrabile tra i regni di

Sesostri I e Amenemhat II155. L’altra bottiglia, in marl A3, ha un corpo irregolare, con una

decorazione incisa alla spalla (fig. 21, 8). La forma richiama l’esemplare precedente e la decorazione incisa copre un periodo di tempo lungo tutto il Medio Regno, ma trova i migliori confronti agli inizi del periodo156.

Sempre dalla camera E provengono due recipienti dalla foggia particolare, simili sia per fabric, Nile B1, sia per trattamento delle superfici, accuratamente lisciate e coperte da uno spesso slip rosso scuro, leggermente lucidato. Entrambe erano in origine pertinenti a una delle due sepolture al centro della camera, dotate di un ricco corredo. La piccola scodella carenata su basso piede non presenta confronti precisi, ma richiama, o forse imita, esemplari in marl lisci o con decorazione incisa noti per la tarda XI-inizi XII dinastia157 (fig. 21, 2). Anche il piccolo vaso

biconico con labbro a tesa, forse un contenitore di unguenti, non trova confronti del tutto pertinenti, ma può anch’esso essere inquadrato agli inizi del Medio Regno158 (fig. 21, 4).

Rappresenta probabilmente un unicum un cucchiaio ovale di ceramica con manico modellato a forma di testa di anatra a collo ripiegato, con particolari degli occhi e del becco incisi (fig. 23,

151 SCHIESTL, SEILER (eds.) 2012a, CV, pp. 60-63, I.A.2.c; ARNOLD DO. 1988, pp. 140-141, fig. 75; ARNOLD DO. 1991,

p. 10, fig. 11; SEILER 1999a, pp. 379, 381, 387, abb. 15, a-c; CHARLOUX 2007, p.248. Vedi anche: VON PILGRIM 1996,

pp.186-188, 356, Bauschicht 14-15, abb. 159, f-h; CZERNY 2002, p. 134; MARCHAND 2004, p. 222, fig. 96-97, fase 4.

152 SCHIESTL, SEILER (eds.) 2012a, CV, pp. 816-819, in particolare il nr. 12 da Sedment, tarda XI-inizi XII dinastia. 153 EDEL 1980, Abb. 61, 17m.

154 SCHIESTL, SEILER (eds.) 2012a, CV, pp. 406-407, II.A.9; PETRIE 1900, pl. XVII, 61; MARCHAND 2004: fase 4,

fig. 105, tarda XI-inizi XII dinastia.

155 SEILER 2012a, fig. 13, 2-3.

156DE GARIS DAVIES 1920, p. 8, pl. XXXIX; MARCHAND 2012, p. 221, fig. 69, tav. 4b, fase 3, XI dinastia.

157 SCHIESTL, SEILER (eds.) 2012a, CV, pp. 222-223, I.F.1.c, 5, tomba di Ashait, epoca di Montuhotep II, in marl A2;

nr. 6 da Dendera, inizi XII dinastia (Sesostri I).

158SCHIESTL, SEILER (eds.) 2012a, CV, pp. 970-971, IV.2.C.6, in particolare nr. 3 da Tell el-Dab’a; SLATER 1974,

3)159. Anch’esso associabile alle sepolture T58-59, presenta una superficie accuratamente lisciata

e rivestita con uno slip marrone, leggermente lucidato, forse a imitazione del legno. All’atto del rinvenimento, all’interno del contenitore restava una sostanza biancastra. Per questo oggetto non sono stati trovati confronti puntuali, anche se cucchiai160 di legno o avorio con lungo manico

terminante a testa d’anatra ripiegata e usati probabilmente come contenitori per cosmetici sono noti nel tardo Medio Regno a Kahun161, Hawara162 e Sheik Farag163.

Il corredo non ceramico

Le sepolture rinvenute nella camera E e riferibili alla prima fase di frequentazione della tomba conservano i loro originari corredi, anche se non sempre associabili con certezza ai singoli defunti.

Benché l’analisi approfondita di questi materiali esuli dallo scopo principale di questo studio, è possibile fare alcune considerazioni utili all’inquadramento complessivo delle sepolture in questa camera.

A molti dei corpi deposti nella camera E sono associate perle di terracotta, faïence o varietà di pietre dure (corniola e ametista164), di diverse forme, ma per lo più sferiche (forma comune nel

Medio Regno)165. Sono presenti anche due crumbed-beads biconiche166 e alcune conchiglie, tra

cui delle cipree usate in associazione alle perle sopra descritte.

Una perla piano convessa in diaspro verde (fig. 22, 9) è confrontabile con un esemplare rinvenuto nella tomba 35, sepoltura B, dietro il Ramesseum. La sepoltura è datata agli inizi della XII dinastia167. Infine, alla T56 e T59 sono associati rispettivamente una testina di ippopotamo in

159 Generalmente vengono indicati come cucchiai gli esemplari dotati di manico lungo, di cui quelli a manico corto

possono essere considerati una variante: WALLERT 1967, p. 3; ARNOLD DO. in ROEHRIG (ed.) 2005, p. 216.

160 I cucchiai, diversi per fattura e materiale e noti fin dalla preistoria egiziana, potevano servire ad usi sacri e

domestici o essere utilizzati oggetti da toilette: WALLERT 1967, pp. 49-52.

161 PETRIE 1890, p. 29, pl. 8, 17, in legno.

162 BOURRIAU 1988, p. 145, cat. 153: Haraga, necropoli W2, tomba 539, Fitzwilliam E.11.1914, rinvenuto in una

sepoltura povera, quindi considerato un bene personale del defunto posto nella tomba; ENGELBACH 1923: 2-3, pl.

LXII.

163 In legno e avorio: KROENKE 2010, p. 68.

164 L’uso dell’ametistaper amuleti, perle e scarabei è diffuso nella XII dinastia. WARD 1978, pp. 84-86; ANDREWS

1981, p. 61; BOURRIAU 1988, p. 152, nr. 168.

165 BOURRIAU 1988, p. 150.

166 Le crumbed-beads, già note nell’Antico Regno, diminuiscono nella IX-XI dinastia, ma sono molto diffuse nella XII

dinastia: BRUNTON 1928, p. 20, pl. CIV, class 94. Per la necropoli di Tarif, PETRIE 1909, pp. 3-4, tombe A4, A14 (in

associazione con perle simili presenti nella tomba A17), A18, pl. VIII, XII; SEIDLMAYER 1990, pp. 78, 96, abb. 168,

inserisce le tombe nel suo stufe III, datato alla seconda metà XI-inizi XII dinastia. Per il Ramesseum: QUIBELL 1898a,

p. 3.

corniola, elemento diffuso nella XII-XIII dinastia 8168 (fig. 22, 14), e un falco in faïence azzurra

con foro passante sul petto (fig. 22, 6)169.

Sono presenti anche tre scarabei in corniola e uno in diaspro verde (fig. 22, 7-8, 10-11)170.

Scarabei in pietre dure di rozza fattura sono noti già nel tardo Primo Periodo Intermedio, ma quelli di fattura più raffinata realizzati in pietre dure semi-preziose, spesso non iscritti, sono caratteristici del Medio Regno171.

Le sepolture T58-59 presentano anche un corredo di piccoli vasi in calcite alabastrina dall’aspetto piuttosto arcaico. Uno ha forma cilindrica (fig. 22, 5), con breve colletto172; due

hanno forma biconica arrotondata, piuttosto schiacciata, con breve labbro estroflesso173 (fig. 22,

1, 4). Uno (fig. 22, 2), di piccole dimensioni, ha corpo ovoidale e breve labbro estroflesso e conteneva ancora una sostanza nerastra174. Per il vaso di forma globosa e brevissimo labbro

verticale non si sono reperiti confronti precisi (fig. 22, 3), anche se è noto un vaso simile in faïence dai depositi di fondazione del tempio di Montuhotep II175. Le forme trovano confronto in contesti di Primo Periodo Intermedio-inizi Medio Regno e non presentano ancora le caratteristiche morfologiche tipiche della piena XII dinastia176. Un bastoncino in ossidiana

spezzato (fig. 22, 13), usato per attingere balsami e unguenti, era probabilmente connesso a uno dei recipienti in pietra o al contenitore biconico in ceramica sopra descritto177.

I due elementi di corredo più interessanti sono associati alle T66 e T58.

La sepoltura T66, che in base alla posizione potrebbe essere considerata una delle più antiche della camera E, aveva sul corpo un amuleto che rappresenta il segno geroglifico sA (protezione)178. Si compone di fili metallici, probabilmente di elettro, a sezione circolare, tenuti

insieme da fascette sempre metalliche con capi che si sovrappongono sul retro. La fascetta superiore è dotata di un anello di sospensione nella parte posteriore (fig. 22, 12).

168 BOURRIAU 1988, p. 150, nr. 176c, Fitwilliam, EGA.226c, 1945; PETRIE 1914: 47, Pl. XL, 237d-p in corniola o

altre pietre; CARNARVON, CARTER 1912, p. 53, tomba 24 di Birabi: testine di ippopotamo in corniola, oltre a perle in corniola, scarabei in ametista. ANDREWS 1981, p. 65, Cat. 422, e 429.

169 BRUNTON 1928, p. 12, tav. XC VII, tipo P, con foro frontale; EDEL 1988, p. 190, T 88/IV, Abb. 56.

170 BOURRIAU 1988, p. 170; DUBIEL 2008, pp. 135, 137. Per A17.13.064: Qau-Matmar SF-DB2, DUBIEL 2008, p. 93,

da fase III, ma soprattutto IIIB; A17.13.118: SEIDLMAYER 1990, p. 154, Gurob, pl. XII, 2, stufe III, fine XI-inizi XII dinastia; A17.13.087: SEIDLMAYER 1990, Gurob, pl. XII, 4, stufe III, fine XI-inizi XII dinastia.

171 BOURRIAU 1988, p. 152, nr. 167; WARD 1978, p. 34, Table 9; 35, Table 10. 172 SLATER 1974, fig. 36, SV2a, ma orlo diverso; SV4e, fig. 37, Antico Regno.

173 ASTON B. G. 1994, nr. 139-140, Primo Periodo Intermedio; SLATER 1974, fig. 36, tipo SV2a, SV2e, pp. 61-62,

fine Antico Regno e Medio Regno; SEIDLMAYER 1990, p. 198, Qau-Matmar, ST-J3-4, fase IIIB, fine XI-inizi XII

dinastia.

174 ASTON B. G. 1994, nr. 156, Medio Regno.

175 ARNOLD DI. 1981, tav. 78, SO 21. Si veda anche SEIDLMAYER 1990, Dendera, Abb 42, IIB/C, IX-XI e inizi XI

dinastia; SLATER 1974, SVa, fig. 37, pp. 239-240, Medio Regno, ma non del tutto pertinente.

176 SEIDLMAYER 1990, p. 97 per el-Tarif; p. 434, abb, 176. 177 BOURRIAU 1988, p. 26; p. 144: nr. 149 in ematite. 178 BORCHARDT 1907, pp. 77-79; WB III, 413.

I confronti più pertinenti per questo raffinato oggetto sono due, di cui uno proveniente proprio da area tebana. Un amuleto del tutto simile a quello della tomba A17 è stato infatti rinvenuto nella tomba 23 del cosiddetto North Triangular Court del tempio di Montuhotep II a Deir el- Bahari. La tomba apparteneva a una danzatrice con tatuaggi sul corpo, sepolta con un cofanetto ligneo, una perla seweret e, appunto, l’amuleto in oro e argento179. Un frammento di lino

proveniente dalla tomba riporta la data dell’anno 40 di Montuhotep II180.

Un altro amuleto molto simile in rame proviene da el-Kab181 ed è datato anch’esso all’XI

dinastia. Altri amuleti simili di provenienza ignota, tutti realizzati in fili d’oro tenuti uniti da fascette, sono datati genericamente al Medio Regno182. Altri esemplari datatati alla XII dinastia

risultano meno pertinenti183.

I confronti sembrano quindi suggerire per l’amuleto una datazione a partire dalla fine della XI dinastia, anche se non si può escludere che sia stato deposto nella tomba anche successivamente a tale periodo.

La sepoltura T58 aveva appoggiato sul petto uno specchio in bronzo con manico in avorio (fig. 23, 1). Sul disco sono rimaste tracce mineralizzate di un tessuto, probabilmente poiché lo specchio era posto tra le bende che avvolgevano la defunta184. Non si esclude però che lo spillone

in avorio rinvenuto in corrispondenza del manico (fig. 23, 2), più comunemente associato con le acconciature femminili185, potesse chiudere un tessuto che avvolgeva solo l’oggetto. In alcune

scene che ritraggono le principesse della corte di Montuhotep II a Deir el-Bahari, le donne sono raffigurate mentre reggono degli specchi e si fanno acconciare i capelli con spilloni dalle estremità decorate186.

Lo specchio, elemento tipico, ma non esclusivo dei corredi femminili e ascrivibile alla categoria dei beni di lusso, non è solo un oggetto da toilette, ma, in contesti funerari, per la forma del disco e le proprietà riflettenti che lo collegano al dio Ra, è dotato di un potere rigenerante187.

La forma del disco, circolare con codolo trapezoidale, pur non essendo un dato dirimente, rimanda agli inizi del Medio Regno. La forma del disco tende infatti a divenire ellittica dal tardo

179 WINLOCK 1926, pp. 7-8, fig. 2, MMA 25.3.253; HAYES 1953, pp. 162, 230; ANDREWS 1981, pp. 93-94. Si veda

anche MORRIS 2011.

180 ALLEN J. P. 2003, pp. 18-19.

181 QUIBELL 1898a, pl. VI, 5, Ashmolean Museum, Oxford, EA 245; ANDREWS 1981, pp. 93-94. 182 HAYES 1953, p. 230: uno grande e due piccoli in oro (MMA 30.8.373_5).

183 ANDREWS 1981, pp. 30-31, 93-94;WILKINSON A. 1971, pl. V, 12; pl. VIc. 184 Si veda ad esempio il caso di Wah, ROEHRIG 2003, p. 11.

185SMITH T. S. 1992, p. 208.

186 Ad esempio sul sarcofago di Kawit, NAVILLE 1907, pl. XX; o nella cappella della regina Neferw (TT 319),

Brooklyn Museum, Charles Edwin Wilbour Fund, 54.49.

187 LILYQUIST 1979, pp. 96-99. A questo si aggiunge il legame con la dea Hathor, in particolare nell’Antico e Medio

Medio Regno, mentre il codolo diviene più lungo e affusolato188. Il manico in avorio è lotiforme,

con tre sottili incisioni al colletto e base piatta. L’uso del corno rimanda al Medio Regno, anche se solo uno specchio con manico in corno e legno proviene da un contesto noto189. La forma a

fiore di loto, presente già agli inizi del Medio Regno190, si trova con frequenza anche nel Tardo

Medio Regno191.

Un buon confronto è lo specchio della tomba 5218 di Badari, di cui si conserva solo il manico di legno di forma e decorazione molto rispondenti192. Si tratta di una tomba femminile, che aveva

come corredo due lame di selce, di cui una racchiusa da due conchiglie Spatha, e anche una coppa carenata per la quale è stata proposta una datazione alla XII dinastia, epoca di Amenemhat II-Sesostri II193.

Un ulteriore confronto proviene da un'altra tomba femminile, la 453b della necropoli di Naga ed-Deir. Lo specchio, trovato sul petto insieme a collane e pendenti in pietre dure e faïence, ha il disco di rame rivettato al codolo, a sua volta inserito in un manico in avorio del tutto confrontabile con l’esemplare in esame. La tomba può essere datata alla XII dinastia194.

Un altro confronto proveniente da Abido e datato al tardo Medio Regno ha ugualmente il manico lotiforme in avorio195.

Il quadro che emerge dall’osservazione complessiva dei corredi della camera E è quello di una netta predominanza di materiali legati alla cura, all’ornamento e alla protezione del corpo rispetto alla presenza di ceramiche legate al mantenimento nell’Aldilà. I corredi della maggior parte delle sepolture, probabilmente beni personali, non rivelano un alto livello di ricchezza. Se, come indicato da Janine Bourriau196, può essere considerata povera, in questo periodo, una tomba

in cui ceramica e perle, le classi più comuni di materiali di corredo, ricorrono da sole o con un’altra categoria di oggetti che non sia uno specchio o le armi, possiamo considerare “ricche” solo le sepolture femminili al centro della camera, T58-59 e in particolare T58, con lo specchio.

I confronti proposti per la ceramica della camera E permettono di collocare la sua occupazione agli inizi della XII dinastia (fasi Seiler II.1-II.2 iniziale, fino ad Amenemhat II), in armonia con le osservazioni emerse dall’analisi del corredo non ceramico. Il repertorio presenta

188 LILYQUIST 1979, p. 55. 189 LILYQUIST 1979, p. 47.

190 Quando è nota anche una rappresentazione dalla tomba di Neferw (TT 319), cfr. LILYQUIST 1979, p. 27, fig. 126. 191 LILYQUIST 1979, pp. 27, 62, fig. 36 e 53.

192 LILYQUIST 1979, p. 21, fig. 36; BRUNTON 1930, p. 2, pl. 3, 10A.

193 SCHIESTL, SEILER (eds.) 2012a, CV, I.F.20.c.15. Un esemplare simile proviene da A17 e verrà descritto in

seguito.

194 LILYQUIST 1979, pp. 38, 57, fig. 53-54; KROENKE 2010, p. 64, nota 525, datata alla XII dinastia; D’AURIA,

LACOVARA, ROEHRIG (eds.) 1988, pp. 117-118, Cat. 44, fig. 76, datata all’XI dinastia.

195 LILYQUIST 1979, p. 38, fig. 55. 196 BOURRIAU 2001, p. 4.

forme del tutto peculiari e riflette quella tendenza alla sperimentazione, che, insieme ad una migliore fattura e talvolta a una decorazione elaborata, è vista come caratteristica degli inizi della XII dinastia in area tebana. A questo si unisce l’introduzione di forme nuove197, qui esemplificate

dalla scodella e dalla bottiglia globulare, inquadrabile al passaggio tra le fasi II.1 e II.2 della Seiler.

CODICE

SEPOLTURA

CAMERE

A17 SESSO ETÀ REPERTI NON CERAMICI ASSOCIATI

T 49 in origine camera F F 55/64 -

T 50 in origine camera F M 45/55? -

T 55 camera E M n.d. A17.13.068, 069 - perle

T 56 camera E F 16/20

A17.13.064 - scarabeo A17.13.065 - testina ippopotamo

A17.13.067 - conchiglie A17.13.066, 074-075 - perle

T 57 camera E F 45/54 -

T 58 camera E F 50/59

A17.13.103 - scarabeo A17.13.120 - perla a bottone A17.13.126 - perla diaspro verde

A17.13.138, 154 specchio A17.13.135 – spillone T 59 camera E F 35/40 A17.13.121 perle

A17.13.118 scarabeo A17.13.117 falco A17.13.119,125,127,128 - perle A17.13.073-112-115 - vasi in calcite T 61 camera E M 45/54 - T 62 camera E N 4,5/5 - T65 camera E N 6/7 -

T66 camera E F 25/35 A17.13.162 amuleto sA

Tab. 5. Le sepolture della camera E ed F con i dati riguardanti età e sesso e gli oggetti di corredo probabilmente associabili ai singoli corpi (dati antropologici preliminari forniti da G. Bellandi).

n.d. = non determinabile; N = indeterminato; M = maschio; F = femmina

CAMERA F

La camera F, preceduta da un ingresso ribassato di circa 70 cm rispetto al pavimento della camera D, ha subito, rispetto alla E, un maggiore rimaneggiamento, sia per azione dell’acqua sia a causa di possibili saccheggi. Proprio in seguito a questi interventi, una parte dei materiali in origine posti nella camera non si trovano più nella collocazione originaria, ma si rinvengono nei livelli inferiori del suo ingresso. In un momento in cui quest’ultimo, poi, era già riempito di sedimento alluvionale almeno fino al livello del pavimento della camera D, due corpi in origine sepolti all’interno della F sono stati con ogni probabilità estratti e spinti contro la parete nord della tomba, andando in parte a sovrapporsi al complesso di vasi rituali lì collocati. Il rinvenimento di due crani e di ossa sparse lasciano pensare anche alla presenza di altre sepolture, ugualmente rimaneggiate.

Nei livelli inferiori di riempimento del taglio che costituisce l’ingresso alla camera, sono stati rinvenuti materiali pertinenti con ogni probabilità alla prima fase di frequentazione della camera stessa. Si tratta di due scodelle carenate in marl A3198, con fondo irregolarmente convesso, una

delle quali con sottile decorazione incisa alla parete (fig. 24, 3-4), per le quali i confronti rimandano agli inizi del Medio Regno (fino a Sesostri I)199. Nella stessa area era presente un’altra

scodella, sempre in marl, dalla forma emisferica molto irregolare (fig. 24, 2). Ancora all’interno del taglio sono state rinvenute alcune ciotole miniaturistiche troncoconiche e un vaso miniaturistico (fig. 24, 8), probabilmente un contenitore per unguenti, con ingobbio marrone lucido, forse ad imitazione della pietra200.

Sono riferibili allo stesso orizzonte cronologico una scodella con profilo triangolare (fig. 24, 1), con confronti tra il Primo Periodo Intermedio e la metà della XII dinastia201, e una scodella

carenata con base piatta, senza rivestimento (fig. 24, 5), rinvenute verso il fondo della camera.