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ANDAMENTO DEL PROFILO

IL CORRIDOIO E L’INGRESSO DELLA TOMBA

4. LA NECROPOLI DEL TERZO PERIODO INTERMEDIO – EPOCA TARDA

4.3. A REA SUD OVEST

Le due tombe qui di seguito presentate (B6 e C6) si trovano nell’area sud-ovest del tempio, a nord del muro di cinta esterno di mattoni crudi. Nessuna delle due era chiaramente associata a strutture superficiali identificabili con una cappella389.

387

Data la policromia delle perline, potrebbe trattarsi di una reticella tipo B o C di Silvano, attestate comunque dopo la metà dell’VIII secolo a.C. e, nel caso del tipo C, fino al V-IV secolo a.C. Cfr. SILVANO 1980, p. 84; ASTON D. A. 2009, pp. 290-292.

388 Cfr. pp. 136-137. 389

4.3.1. T

OMBA

B6

4.3.1.1. STRUTTURA E STRATIGRAFIA

La tomba B6390 si compone di un camino di forma rettangolare (1,7x1,2 m) profondo 3,9 m, tagliato per circa 2 m nel livello di conglomerato e per la restante parte nella roccia calcarea, e di un’unica camera, aperta verso ovest. La parte superiore del camino, scavata nei detriti del tempio, era consolida con mattoni crudi per un’altezza di circa 40 cm (fig. 64).

Il riempimento del camino è caratterizzato dalla presenza, in una matrice sciolta, di scarsi frammenti ceramici e di numerosi blocchi di arenaria, che si ritrovano anche negli strati superiori riconosciuti oltre l’ingresso della camera.

L’ingresso alla camera funeraria, che si apre a una profondità di circa 2,8 m, era ancora bloccato da un muro di mattoni crudi posti di taglio e intonacati con argilla. Nella parte superiore, però, era presente un’apertura (70x30 cm circa), chiusa con mattoni accostati a secco, privi di legante.

La camera, di circa 70 cm più profonda rispetto al fondo del camino, misura 2,7x2,1 m circa e presenta un passaggio, nella parete nord, che mette in comunicazione con la camera del pozzo C6.

4.3.1.2. SEPOLTURE ED ELEMENTI DI CORREDO

All’interno della camera restano pochissime tracce delle sepolture. Nessun corpo si è infatti conservato e dei sarcofagi restava solo un numero non quantificabile di frammenti lignei consumati dalle termiti e totalmente privi di decorazione (fig. 65).

Il crollo delle pareti sabbiose ha invece preservato alcuni degli elementi dell’originario corredo, che, sepolti sotto la sabbia, si sono salvati dal saccheggio.

Due gruppi di ushabti in terra cruda (per un totale di 401) rivestiti di azzurro, di fattura molto grossolana e con particolari appena abbozzati, erano originariamente contenuti in due scatole poste lungo la parete sud-ovest (fig. 67. Cat. B6.09.004)391. Gli ushabti possono essere ascritti al tipo K di Aston tipo K di Aston392. Delle cassette in cui erano contenuti si conservavano solo le tracce di circa 20x30 cm, compatibili con le dimensioni dei tipi VII-VIII di Aston.

Quattro vasi canopi in calcare realizzati in un unico pezzo erano posti ai quattro angoli della camera (fig. 66. Cat. B6.09.008-011)393. I falsi coperchi, semplicemente separati dal vaso da una

390 S

ESANA 2007, pp. 47-48, fig. 46-48. Lo scavo è stato eseguito nel dicembre 2006 sotto la supervisione di A.

Cecchi. I reperti non sono stati selezionati e catalogati da chi scrive, ma da G. Urbani. Dal momento che non è stato possibile rivedere i materiali, i dati presentati sono stati rielaborati sulla base della documentazione esistente.

391

SESANA 2007, fig. 47. Dimensioni: H: 4,9 cm; La.: 1,4 cm; Sp.: 0,8 cm.

392 A

STON D. A. 2009, pp. 358-369.

393 S

ESANA 2007, fig. 48. L’associazione con i punti cardinali rispecchia quella riferibile ai quattro geni funerari (cfr.

irregolare linea incisa, rappresentano i quattro figli di Horus, con tratti sommariamente sbozzati e particolari dipinti in nero394. Seguendo la tipologia proposta da Aston possono essere inseriti nel tipo V. Canopi di questo tipo sono datati variamente al Terzo Periodo Intermedio-Epoca Tarda, ma recentemente è stato proposto di collocare il momento della loro massima diffusione solo a partire dal 740-720 a.C.395.

Nella camera sono state rinvenute, infine, numerose perline di faïence azzurre e gialle, alcune con rivestimento dorato, probabilmente pertinenti a una reticella funeraria (Cat. B06.09.013), la cui presenza consentirebbe di datare la tomba a dopo il 750 a.C.396.

4.3.1.3. LA CERAMICA

La ceramica della tomba B6 considerata in questo studio proviene dai livelli di riempimento e non può quindi essere associata al corredo.

Dalla parte superiore del riempimento della camera proviene, ad esempio, un frammento di collo di vaso con figura del dio Bes a rilievo (Cat. B6.09.001), databile al Nuovo Regno, probabilmente alla tarda XVIII-inizi XIX dinastia397, da considerarsi un’intrusione dalla superficie.

Da numerosi frammenti recuperati nel camino è stato ricomposto un vaso realizzato in marl A4, var. 2 a corpo ovoidale con fondo conico appena accennato, labbro ingrossato verso l’interno con orlo arrotondato, poco al di sotto del quale erano impostate in modo non simmetrico quattro anse a nastro (fig. 74, 4). I confronti indicano una datazione alla fine dell’VIII-VII secolo a.C., sebbene il tipo continui anche successivamente398. Il particolare del fondo puntuto potrebbe indirizzare verso la XXVI dinastia399. Nell’Asasif un vaso simile è stato rinvenuto in corrispondenza della parte cultuale della tomba XXV, forse parte di un deposito di imbalsamazione, e datato alla XXV-inizi XXVI dinastia400.

risulta invertita per Qebehseneuef e Duamutef, posti a est e ovest. Forse tale inversione rispecchia quella tendenza (notata nel Terzo Periodo Intermedio) allo scambio tra le teste dei rispettivi geni e i loro nomi scritti sui vasi canopi, cfr. TAYLOR 2001, p. 73. 394 Dimensioni: H: 23-27 cm; Ø max: 10-11 cm. 395 ASTON D. A. 2009, p. 299. 396 ASTON D. A. 2009, p. 242. 397 H

OPE 1987a, p. 21, fig. 17.

398

ASTON D. A. 1996a, fig. 138, 779, VII a.C., con 4 anse; group 30 (2-4 anse), fase IIIS, fine VIII-VII a.C.; ASTON

D. A. 2003, fig. 10, nr. 779, tardo VII-VI secolo a.C.

399 A

STON D. A. 1996a, p. 76: caratteristica dell’Epoca Saito-Persiana.

400 B

UDKA 2006, p. 92, Abb. 6a;BUDKA 2010a, p. 148, taf. XIa. Si può ricordare che sull’area del tempio, nel

quadrato C5, è stato individuato un deposito di mummificazione composto da due vasi cfr. SESANA 2007, pp. 25-26, fig. 18-19. I depositi di mummificazione rinvenuti sull’area del tempio sono in corso di studio da parte di chi scrive. In questo caso è presente un vaso ovoidale con strozzatura mediana e breve colletto, un tipo comune, che è già attesto nel tardo VIII-inizi VII secolo a.C., ma più caratteristico del tardo VII-VI secolo a.C., cfr. ASTON D. A.

Dai livelli superiori della camera vicino all’ingresso, proviene invece una scodella troncoconica su base piatta sporgente, in Nile B2 (fig. 72, 3), con tracce di bruciatura all’interno401. Scodelle troncoconiche con base sporgente sono comuni durante le fasi finali del Terzo Periodo Intermedio e in Epoca Saita (tardo VIII-VII secolo a.C.; XXV-inizi XXVI dinastia) ma sono ancora sporadicamente attestate in Epoca Tolemaica402. Il loro utilizzo è probabilmente da mettere in relazione ad attività cultuali e si suppone, in particolare, che venissero usate come incensieri in templi e tombe403. Questa funzione sembrerebbe possibile anche per il nostro esemplare, che presenta all’interno tracce di bruciatura e potrebbe quindi provenire dalla parte cultuale della tomba, posta in superficie.

All’interno della camera funeraria di una tomba del Ramesseum, ugualmente molto rimaneggiata, è stata rinvenuta una scodella simile, sempre con tracce di bruciatura, che viene però interpretata come lampada, usata, o sarebbe meglio dire riusata, dai ladri durante il saccheggio404. Quest’uso, vista la posizione vicino all’entrata e nel livello di riempimento, potrebbe ugualmente essere supposto anche per il nostro esemplare.

4.3.1.4. DATAZIONE

Nonostante il corredo sia conservato in modo molto frammentario e non abbia elementi che consentono una datazione puntuale, la probabile presenza di una reticella funeraria e il tipo di vasi canopi potrebbe indurre a proporre una datazione successiva al 750 a.C. (XXV-XXVI dinastia). Nessuna fase di riutilizzo posteriore a questo momento può essere ipotizzata per la camera.

Se si accetta la datazione proposta, ci sarebbe una buona uniformità cronologica tra gli elementi del corredo e la ceramica proveniente dalla superficie, che potrebbe essere in associazione o con la cappella della tomba, come suggerito dalla coppa, o con un deposito di mummificazione, come invece sembrerebbe indicare il vaso a quattro anse.

401 S

ESANA 2007, fig. 46, ma solo il vaso di sinistra è pertinente al pozzo B6. Un esemplare simile proviene dal pozzo

L13, ma si conserva solo la parte inferiore, che ugualmente presenta tracce di bruciatura. Cfr. p. 138, fig. 72, 4.

402

MASSON 2007, p. 608, pl. VII 9-13, XVII, 3; MASSON 2011, p. 272, fig. 12-13, 17-18; SCHREIBER 2008, p. 62, pl. LVII, 2.1.7.4-7; ASTON D. A. 1996a, p. 73, gruppo 8, fig. 217, b, e; ASTON D. A. 2009, p. 323: il tipo non è

precedente alla XXV dinastia; BUDKA 2010a, p. 211, fase 2-3a; LECUYOT 2012, PT9/I, p. 106, fig. 8, 12 e 13, 1: la

datazione proposta da Lecuyot alla XXII dinastia non sembra suffragata da quella generalmente proposta per questi due tipi.

403 R

ZEUSKA 2001, p. 327: le scodelle nr. 31 e 32 sono state trovate piene di carboni di fronte ad una tomba e sono

datate alla tarda XXV-inizi XXVI dinastia; MASSON 2007, pp. 601, 608.

404

4.3.2. T

OMBA

C6

4.3.2.1. STRUTTURA E STRATIGRAFIA

Il pozzo C6405

ha un camino quadrato (1,2x1,2 m), profondo 3 m, scavato nel conglomerato per circa 2 m, quindi in uno strato di sabbia compatta (fig. 68). Le pareti sono regolari con tracce di incavi sui lati sud-est e nord-ovest. Il riempimento è sciolto, ricco nella parte superiore di frammenti di mattoni e resti animali, mentre risulta assai povero di ceramica.

Al di sopra del camino si conservava una struttura quadrata in mattoni crudi alta circa 1,1 m, che ricalca perfettamente il perimetro del pozzo. Un gruppo di vasi databili ad Epoca Tolemaica, frammisti ad alcune ossa umane e resti di tessuto, era deposto ordinatamente all’interno di tale struttura. La concentrazione di vasi poggiava probabilmente su una struttura lignea coperta di fango essiccato che creava un piano separato dal sottostante riempimento.

Sul fondo del camino sono abbozzati tre gradini irregolari che scendono a nord-ovest verso l'apertura della camera, il cui ingresso si apre alla profondità di 1,8 m. La camera è scavata in uno strato di sabbia grossolana compattata, ma molto friabile, condizione che ha determinato l'irregolarità nell'andamento delle pareti e del pavimento. L'ingresso era chiuso da un muro di mattoni disposti in obliquo, integro solo nella parte inferiore e parzialmente crollato verso l’interno. All'imboccatura della camera si sono rinvenuti resti ossei animali e umani in stato molto frammentario, forse provenienti dal pozzo e collassati all'interno della camera in seguito al crollo di parte della chiusura in mattoni.

4.3.2.2. SEPOLTURE ED ELEMENTI DI CORREDO

La camera, molto rimaneggiata, presenta un’apertura nella parete sud-ovest che la mette in comunicazione con la camera pertinente al pozzo B6 (fig. 69).

All'interno erano presenti i resti umani riferibili a due individui adulti e a un bambino, completamente disarticolati, nonché i frammenti di almeno due sarcofagi, di cui si conservava eccezionalmente parte della decorazione406.

In corrispondenza dell’angolo nord sono stati rinvenuti due gruppi di circa 400 ushabti in terra cruda con rivestimento azzurro, con le braccia piegate ad angolo retto e congiunte sul petto. Erano in origine contenuti in due cassette (dotate rispettivamente di 186 e 187 ushabti), di cui si conservano solo le tracce, delle dimensioni di circa 30x20 cm. Si tratta, come per la tomba B6, di ushabti di tipo K, conservati in cassette di probabile tipo VII (fig. 71. Cat. C6.10.036).

405 S

ESANA, CONSONNI, QUIRINO 2011, p. 259. Lo scavo è stato condotto nel dicembre 2007, sotto la supervisione di

A. Cecchi ed E. Croce. I materiali sono stati selezionati da G. Urbani. Ho effettuato una revisione dei dati riguardanti parte della ceramica, senza però la possibilità di accedere ai vasi integri, conservati nei magazzini del

Supreme Council of Antiquities a Luxor.

406 I frammenti di sarcofago non sono ancora stati documentati compiutamente per definirne tipo e cronologia e non

Accanto agli ushabti, verso est, i quattro vasi canopi in calcare, realizzati in un unico pezzo, erano allineati a poca distanza dalla parete (fig. 70. Cat. C6.10.032-035)407. I coperchi, separati dal vaso da una irregolare linea incisa, rappresentano i quattro figli di Horus, con tratti sommariamente sbozzati e particolari dipinti in nero408. Anch’essi, come i canopi di B6, possono essere ricondotti al tipo V di Aston.

Numerose perline di faïence, tubolari e cilindriche di colore azzurro e giallo, alcune con un rivestimento in sottile lamina d'oro, sono state trovate concentrate nell’area di uno dei sarcofagi ed erano probabilmente parte di una reticella funeraria.

4.3.2.3. LA CERAMICA

Dal riempimento del camino, molto povero in ceramica, provengono due frammenti realizzati in marl A4, var. 2.

Il frammento di orlo di una scodella carenata, con labbro leggermente estroflesso e orlo arrotondato (fig. 72, 6) è riconducibile a un tipo molto diffuso in Epoca Saita, ma presente già a partire dalla tarda XXV409. La carena dell’esemplare qui presentato è poco accentuata, rispetto a esemplari che sembrano invece pienamente saiti.

La parte superiore di un vaso probabilmente ovoidale, con labbro diritto ingrossato verso l’interno (fig. 72, 3), è riferibile al gruppo dei vasi con orlo dalle forme complesse e con scanalature sul corpo. Il tipo appare dalla metà dell’VIII secolo a.C., ma sembra sopravvivere fino all’Epoca Tolemaica, con la massima fioritura in Epoca Tarda410. Attualmente non è ancora possibile distinguere con sicurezza varianti morfologiche per i singoli periodi.

Sono invece in associazione con la camera, e quindi parte del corredo, tre vasi quasi identici. Uno era molto vicino all’ingresso e frammentato nella parte superiore, gli altri due erano invece in parte coperti dai resti dei sarcofagi e inglobati nella sabbia di crollo delle pareti.

I tre vasi (fig. 73, 3 e tav. 21, Cat. C6.10.028, C6.10.038), realizzati probabilmente in Nile D, hanno corpo ovoidale molto allungato, alta spalla carenata e breve colletto con incisione mediana poco sotto l’orlo, che in uno degli esemplari è fortemente deformato. Due piccole anse ad orecchio molto irregolari sono impostate a circa un quarto dell'altezza. I vasi sembrano essere la versione in Nile di quelli in marl caratterizzati da un’incisione appena sotto l’orlo, già presenti in

407

Da ovest: Hapy, Imsety, Duamutef, Qebehseneuef.

408

Dimensioni: H.: 24-27,5 cm; Ø max:11-12 cm.

409 A

STON D. A. 1996a, gruppo 5, p. 50, fig. 162: dal 700 a.C., molto diffuse in Epoca Saita; fig. 162, Ramesseum,

tardo Terzo Periodo Intermedio-inizi Epoca Saita; HÖLSCHER 1954, Medinet Habu, pl. 47, W6, XXV dinastia;

ASTON D. A. 1999, p. 229, pl. 71, 2028, fine Epoca Saita-Epoca Persiana; ASTON D. A. 2009, fig. 34, tipo 142, 700 a.C.; COULON, DEFERNEZ 2004, fig. 19, 7, Epoca Saita o poco prima; SCHREIBER 2008 p. 73, pl. LIX, 2.2.2.4.38: tarda XXII-XXV dinastia.

410 A

STON D. A. 1996a, p. 77, group 37; ASTON D. A. 1999, p. 186, 1699; JACQUET GORDON 2012, p. 251;

contesti di metà VIII-VII secolo a.C. Il tipo ha però lunga durata e si ritrovano confronti anche nel tardo VII-VI secolo a.C.411.

4.3.2.4. DATAZIONE

Nonostante anche in questo caso il corredo sia conservato in modo molto frammentario e non abbia elementi che consentano una datazione puntuale, valgono le osservazioni sopra effettuate per la tomba B6. La probabile presenza di una reticella funeraria e il tipo di vasi canopi potrebbe far propendere per una datazione successiva al 750 a.C. (XXV-XXVI dinastia).

La scarsissima ceramica rinvenuta nel camino è forse associabile, come nel caso di B6, con attività rituali praticate in superficie. I vasi rinvenuti all’interno della camera sono invece da considerarsi parte del corredo funerario e confermerebbero la datazione proposta per il resto dei materiali.

Anche in questo caso nessun elemento porta a ipotizzare un riutilizzo della camera successivo a questa fase. Anzi, a confermare questa osservazione, si ricorda che il pozzo, nel cui riempimento abbondano soprattutto i resti animali, viene sigillato dal deposito di vasi di Epoca Tolemaica, e non viene più riaperto, da qui anche la totale assenza di ceramica di epoche successive. Il saccheggio della camera, di conseguenza, deve essere avvenuto prima di tale fase, o deve essere stato compiuto attraverso il passaggio che conduce alla camera del B6.

411 A

STON D. A. 1999, per incisione sotto l'orlo cfr. p. 187, pl. 56, 1698, metà VIII-VII secolo a.C.; pl. 58, 1736-

1743; ASTON D. A. 2003, fig. 10, fase 3a, nr. 767, tardo VII-VI secolo a.C.; BUDKA 2010a, p. 447, abb. 182, XXVI

4.4. I

L CORREDO DELLE TOMBE DEL

T

ERZO

P

ERIODO

I

NTERMEDIO

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