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ANDAMENTO DEL PROFILO

IL CORRIDOIO E L’INGRESSO DELLA TOMBA

3.1.3. L’ USO DELLA TOMBA A

L’analisi di dettaglio sopra proposta consente di trarre alcune conclusioni generali sull’uso della tomba, presentando un quadro complessivo della fasi di utilizzo, come emerso dallo studio della ceramica (tab. 6).

Il momento più antico di occupazione può essere articolato in due sotto-fasi, ben definibili dallo studio dei materiali delle due camere:

Fase 1A = fase Seiler-II.1 (Amenemhat I-Sesostri I) - inizi II.2 (Sesostri I-Amenemhat II).

Rappresenta il primo momento di frequentazione della camera E e della camera F. Solo nella camera E i corpi sono ben conservati e presentano ancora gli originari corredi. La ceramica presenta una grande varietà e molti rimandi alla tradizione del tardo Primo Periodo Intermedio. A questo momento può inoltre riferirsi anche il deposito di vasi rituali rinvenuto nella parte nord della camera D, che non sembra più attivo in quest’area già con la fase seguente.

Fase 1B = fase Seiler II.2 tarda (Sesostri II-Sesostri III).

Chiaramente riconoscibile solo nella camera F, è marcata dalla comparsa delle vere e proprie beer jars. In questo momento si consolida nel repertorio ceramico, che sembra ridursi in variabilità, il tipico “stile della residenza”.

Il quadro tipo-cronologico illustrato per le due camere può essere completato e arricchito con l’analisi della ceramica rinvenuta nel corridoio e all’ingresso della tomba, che consente di

279 Età stimata: 12-18 mesi (esame preliminare G. Bellandi, S. Benazzi).

280 Cfr. le tombe di bambino nei livelli inferiori della necropoli orientale di Deir el-Medina: BRUYÈRE 1937, p. 11. 281 HOLTHOER 1977, p. 159, type JO 1/IR/1/e-h, pl. 36; per l’orlo WILLIAMS 1992, tab. 6, Type CJ-5ai, Qustul,

tomba V 81, 5, fig. 3h.

282 JANOT 2002.

introdurre un’ulteriore articolazione cronologica, anche se non riconducibile ad un preciso contesto:

Fase 1C = fase Seiler III (Amenemhat III-XIII dinastia).

Sono pochi i materiali riferibili a questo momento più avanzato, forse anche perché, come vedremo, sull’area emergono, proprio nell’avanzato Medio Regno, nuovi tipi di tombe.

Dopo un periodo di abbandono, chiaramente indicato a livello stratigrafico dai sedimenti limosi che si depositano nelle camere E e D, la tomba viene riutilizzata.

La fase 2 (fine XVII-inizi XVIII dinastia) indica il momento in cui nuove sepolture vengono deposte nelle camere E e D, lasciando intatti i depositi inferiori. Tutta la tomba presenta comunque ceramiche attribuibili a questa fase nei livelli superiori. Un bambino viene sepolto a sud del cortile in una piccola fossa.

3.2. L

A TOMBA

F23

Accanto a tombe a corridoio come la appena descritta tomba A17, la necropoli più antica presente sull’area del tempio di Amenhotep II comprende tombe più semplici ricavate in nicchie scavate nel conglomerato nella zona corrispondente alla parte antistante il primo pilone. Due di queste sono state scoperte e indagate tra il 2011 e il 2013, ma solo una conteneva ceramica284. La

datazione di questa peculiare deposizione consentirà di proporre un quadro ancora più ampio e completo per definire l’evoluzione della necropoli del Medio Regno in quest’area.

3.2.1. S

TRUTTURA E STRATIGRAFIA

Nell’area F23, circa 5 m a sud dell’ingresso del secondo pilone del tempio, sono state individuate due nicchie scavate nel conglomerato, che ospitavano altrettante sepolture285. Due

muri di mattoni crudi, profondi circa 40 cm, chiudevano le due nicchie e, nella parte in superficie, erano uniti da altrettanti muri ad essi perpendicolari, a formare una sorta di camino quadrangolare (fig. 37).

La nicchia sud (delle dimensioni di 2,5x1,5 m e circa 1 m di altezza) era chiusa da un muro suddiviso in due parti e realizzato con mattoni molto frammentati286. Nel suo riempimento più

superficiale sono state rinvenute numerose ossa rimaneggiate, appartenenti ad almeno quattro individui, deposti dopo il crollo del soffitto. All’interno della camera ricavata nel conglomerato erano disposti, uno sopra l’altro, due sarcofagi in terra cruda, che contenevano i resti di due individui ancora in perfetta connessione anatomica287.

284 Per la notizia del ritrovamento vd. SESANA 2013a, pp. 327-328; SESANA, CONSONNI 2014. 285 Lo scavo è stato condotto da S. Tomasini (2011-2012), F. Gulino e T. Quirino (2012-2013). 286 Dimensioni originarie di 28x14x8 cm.

287 I due scheletri della nicchia sud sarebbero pertinenti a due individui di sesso femminile, il primo di età

A nord, all’interno di una nicchia poco profonda ricavata tra il conglomerato, la tafla e il sottostante livello di sabbia compatta, era deposto un sarcofago rettangolare in terracotta, orientato ovest-est. Il coperchio mancava di alcuni frammenti, rivenuti nei livelli superiori del riempimento e nel muro di chiusura, indizio di un tentativo di violazione in antico. Il muro in mattoni crudi, a chiusura dell’intero taglio, era appoggiato sopra il bordo del sarcofago, appena sporgente dalla nicchia. I mattoni erano probabilmente di riutilizzo, poiché alcuni avevano le dimensioni di quelli di chiusura della nicchia sud, altri le dimensioni di quelli usati per la costruzione del pilone del tempio288. Questo muro potrebbe dunque essere stato costruito per

sistemare l’area in occasione della costruzione del tempio stesso, anche se non si può escludere che sia stato posto in opera in un momento successivo, poiché i mattoni reali sono stati variamente riutilizzati anche in altre strutture appartenenti al Terzo Periodo Intermedio.

All’interno del sarcofago era deposto il corpo di un neonato, mal conservato289, con la testa a

ovest, sepolto con un corredo di vasi miniaturistici. Concentrate sul corpo vi erano anche un gruppo di perle di pietre dure (corniola, ametista e probabilmente agata) e faïence, tra cui una crumbed-bead biconica, forse appartenenti ad una collana290.

3.2.2. I

L SARCOFAGO

La presenza del sarcofago di terracotta rappresenta una peculiarità per la quale non stati rinvenuti confronti in area tebana. La cassa è di forma rettangolare piuttosto irregolare e presenta un ingobbio rosso conservato solo parzialmente, che copriva in origine la pareti esterne e la parte superiore e interna del bordo, accuratamente lisciate291. Il coperchio, anch’esso realizzato con lo

stesso impasto, si compone di due parti di forma rettangolare irregolare, rivestite di ingobbio rosso sulla parte superiore, accuratamente lisciata, scabre in quella inferiore. Le due parti accostate coprivano l’intera apertura della cassa292 (fig. 38).

Sarcofagi rettangolari di terracotta sono attestati a partire dall’epoca predinastica e per tutto l’Antico Regno, mentre non sembrano attestati per le epoche successive293. Il sarcofago qui

288 Modulo 40x18x12 cm, alcuni di questi presentavano ancora la stampiglia del cartiglio con il nome di

incoronazione di Amenhotep II (aA xprw Ra).

289 Si tratta un neonato deceduto tra la nascita e i 6 mesi di vita (dati preliminari: G. Bellandi). La scarsa

conservazione impedisce di ipotizzare la posizione di giacitura (forse sul fianco destro). La presenza di un bendaggio può solo essere supposta in virtù della relativa compostezza degli arti inferiori.

290 Circa 50, per lo più di forma globosa e di faïence azzurra; una biconica con tracce di invetriatura gialla. La

presenza di una parure in sepolture di neonati e infanti, più frequentemente collane, risulta poco frequente in Egitto, per il periodo compreso tra inizi dell’Antico e fine del Nuovo Regno, e si limita generalmente a un solo esemplare, per la cui realizzazione risultano però spesso impiegati materiali preziosi. Cfr. MARSHALL 2012, p. 247.

291 Dimensioni: la.: 34,8-38,8 cm; lungh.: 72,8-78,6 cm; H.: 20,8-22,8 cm; sp.: 1,4-2,2 cm. Realizzato con un

impasto simile al Nile C2, di colore marrone rossastro con cuore nero. Tra gli inclusi predomina una grande quantità di paglia anche centimetrica, ma sono presenti anche con frequenza grani di sabbia grossolana e particelle di calcare. La parete presenta un annerimento lungo uno dei lati corti, per effetto della cottura.

292 Dimensioni: la.: 38-39 cm; lungh.: 78-78,6 cm; sp.: 2,3-2,5 cm. 293 COTELLE-MICHEL 2004, p. 212.

presentato è confrontabile, per forma e dimensioni e per la caratteristica del coperchio realizzato in due parti, con un sarcofago della tomba 809 di Haraga, cimitero C294, anch’esso destinato alla

sepoltura di un bambino. Le sepolture del cimitero C di Haraga si datano soprattutto agli inizi del Primo Periodo Intermedio, anche se sono presenti tombe del Medio e Nuovo Regno295. Per la

tomba 809 sono state proposte datazioni all’Antico e al Medio Regno296.

3.2.3. L

A CERAMICA

All’interno del sarcofago è stato rinvenuto un insieme di vasi miniaturistici distribuito in tre gruppi. Sul corpo erano collocati tre piccoli vasi globulari, un supporto di vaso, una scodella con labbro ondulato e una con labbro a quattro rientranze. Una scodella emisferica e un’altra con labbro a quattro rientranze si trovavano all’angolo nord-ovest del sarcofago e un supporto di vaso era invece verso i piedi.

La funzione dei contenitori si collega alla conservazione dei liquidi e alla presentazione o consumo di cibo o bevande297. La miniaturizzazione dei recipienti, che rimandano a oggetti della

vita quotidiana, è frequente in contesti funerari e rituali, come visto sopra nella tomba A17, ma in questo caso sembra possibile collegarla direttamente all’età del defunto.

Tutti i vasi sono realizzati in Nile B1298, con le superfici accuratamente lisciate e prive di

rivestimento. Il fondo presenta invece spatolature nette.

Le due scodelle con labbro a quattro rientranze (fig. 39, 8-9) sono la miniaturizzazione di un tipo diffuso tra la fine della XII dinastia e la XIII dinastia299. Si ipotizza che potessero essere

usate per presentare il cibo, o come lampade, anche se quelle in esame non presentano tracce in tal senso. Data l’associazione con una sepoltura di neonato si potrebbe forse pensare a una funzione come feeding cup, anche se più propriamente riferibile a recipienti con beccuccio300. A

questo proposito si vuole notare che anche nella tomba citata del Ramesseum, seppure molto rimaneggiata, era presente una sepoltura di neonato301.

La scodella carenata, con orlo ondulato e parete superiore leggermente convessa (fig. 39, 4), sembra essere una miniaturizzazione di scodelle carenate con fondo piatto, anche con orlo

294 ENGELBACH 1923, pl.VI, 7; pl. LVII, 809.

295 SEIDLMAYER 1990, p. 235, 244; RICHARDS 2005, p. 92; GRAJETZKI2004, p. 12.

296 COTELLE-MICHEL 2004, pp. 215, I-A1-15: Antico Regno; TRISTANT 2012, p. 35, fig. 21: la tomba è attribuita al

Medio Regno, ma il sarcofago viene erroneamente considerato in legno.

297 MARSHALL 2012, pp. 251-252 e tab. 11.

298 Si ricorda che i vasi sono stati rinvenuti interi e quindi non è stato possibile esaminare l’impasto in frattura. 299 SCHIESTL, SEILER (eds.) 2012a, CV, pp. 80-83, I.A.8.b.2 (medium), I.A.8.c.7-10 (small), anche se gli esemplari

qui presentati hanno dimensioni inferiori. Per l’esemplare del Ramesseum, LOYRETTE, NASR, BASSIOUNI

1993/1994, p. 120, pl. XXVI-A, fig. 4g, viene proposta dagli scavatori una datazione alla tarda XII-inizi XIII dinastia, abbassata da A. Seiler alla fine della XIII dinastia, cfr. SEILER 2012a, p. 316, nota 58.

300 SCHIESTL, SEILER (eds.) 2012a, CV, pp. 712-714, III.C.2.1-3. 301 LOYRETTE, NASR, BASSIOUNI 1993/1994, p. 116.

ondulato, diffuse nelle necropoli e negli insediamenti dell’Alto Egitto tra la piena XII e gli inizi della XIII dinastia302.

La piccola scodella emisferica (fig. 39, 5), di fattura più rozza rispetto agli altri vasi, con fondo convesso spatolato, non consente di effettuare confronti precisi303.

Tre piccoli vasi globulari hanno labbro estroflesso sviluppato, orlo arrotondato e fondo convesso spatolato (fig. 39, 1-3). Uno di essi presenta una decorazione in rosso su orlo e spalla, con motivo geometrico a quadrati a risparmio. Modelli di giare con collo sviluppato sono noti in insediamenti, necropoli o contesti cultuali tra la XII e gli inizi della XIII dinastia304. La

decorazione geometrica, con motivi semplici dipinti in rosso sulla superficie non trattata, per vasi di piccole dimensioni, in particolare scodelle con beccuccio tubolare (feeding cups), è nota a Elefantina dalla metà della XII alla XIII dinastia. Più rara la sua presenza su scodelle carenate e piccoli vasi305.

I due supporti di vaso a bordo arrotondato (fig. 39, 6-7) rappresentano la miniaturizzazione di supporti con pareti ricurve e apertura superiore leggermente più piccola di quella inferiore, i cui confronti più vicini datano tra la tarda XII e la XIII dinastia306. Spesso usati come supporti per

scodelle emisferiche e frequenti in contesti rituali, nel nostro caso essi potrebbero essere serviti come supporto per due delle scodelle descritte.

I confronti effettuati consentono di datare la ceramica alla fine della XII-XIII dinastia307,

anche se la presenza della miniaturizzazione della scodella carenata potrebbe far propendere per la prima parte di questo periodo, tarda XII-inizi XIII dinastia, corrispondente alla fase Seiler III.1.

3.3. C

ONCLUSIONI

:

LA NECROPOLI DAL

M

EDIO

R

EGNO AGLI INIZI