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ANDAMENTO DEL PROFILO

IL CORRIDOIO E L’INGRESSO DELLA TOMBA

4. LA NECROPOLI DEL TERZO PERIODO INTERMEDIO – EPOCA TARDA

4.2. A REA DEL CORTILE DEL TEMPIO

4.2.3.2. S EPOLTURE ED ELEMENTI DI CORREDO

La camera era totalmente priva di sarcofagi o resti umani, anche se, inaspettatamente, conservava ancora molti elementi del corredo originario (fig. 51).

Lungo l’asse del muro di mattoni crudi che chiudeva l’ingresso, erano deposte due cassette lignee contenenti rispettivamente 143 ushabti in faïence azzurra dotati di barba, con dettagli non sempre ben distinguibili, e 138 ushabti mummiformi in argilla cruda con rivestimento azzurro, privi di barba (fig. 54, Cat. H13.14.001-002)350. Delle cassette restavano solo le impronte nel sedimento e tracce di stucco (fig. 52).

Gli ushabti in terra cruda sono di tipo K di Aston, molto diffusi durante il Terzo Periodo Intermedio e gli inizi dell’Epoca Tarda351, mentre quelli di faïence possono essere accostati al tipo G (anche se in alcuni casi sono visibili le mani), che sostituisce il tipo F all’inizio del VII a.C.352 Ushabti in faïence con la barba sono diffusi nella XXVI dinastia, ma questo particolare compare anche sugli ushabti reali di Shabaqa e dei suoi successori, quindi è un elemento già diffuso nella XXV dinastia353.

Una volta asportato completamente il riempimento, al centro della camera e all’interno di due nicchie ricavate nel piano pavimentale costituito da un livello di sabbia cementata, sono venute alla luce due cassette quadrate contenenti ciascuna quattro vasi canopi di calcare (fig. 53, Cat. H13.14.003-010).

I canopi sono di fattura molto raffinata e contenevano ancora i resti delle viscere. Quattro di essi riportano il nome del defunto, BAk n PtH, accompagnato dai titoli e dall’appellativo di Osiride scritto con il cosiddetto “pennant spelling”, una grafia non attestata prima del 740-720 a.C. e molto diffusa nella XXVI dinastia354. Offrono un buon confronto anche per la forma del coperchio i vasi canopi di Pairyah, datati alla XXV dinastia, rinvenuti nella Valle delle Regine355.

350 A questi si possono aggiungere 132 ushabti in faïence (H13.13.008) e 31 in terra cruda (H13.13.009), rivenuti

sparsi nel riempimento della camera, ma originariamente pertinenti alle scatole, portando cosi il totale a 275 ushabti in faïence e 169 in terra cruda.

351 A

STON D. A. 2009, pp. 358-369

352 A

STON D. A. 2009, pp. 363-364.

353

ASTON D. A. 1994, pp. 32-35, 45. Gli scavi ad el-Khokha hanno restituito almeno un esempio di cofanetto di

ushabti tipo VII di Aston, diffuso tra il tardo X e il VII secolo a.C. e databile quindi tra la XXII e la XXV dinastia, in cui il tipo con e senza barba sono compresenti. Cfr. SCHREIBER 2008, p. 59.

354 L

EAHY 1979;ASTON D. A 2009, p. 37.

355

Le cassette che contenevano i canopi, nonostante si conservassero solo l’impronta della forma e pochissime tracce dell’apparato decorativo, possono essere ricondotte al tipo A di Aston. Al momento dello scavo era ancora possibile, infatti, individuare i tratti della decorazione della gola e, su un lato, alcuni particolari di una dea che compie libagioni356. Cassette di questo tipo si datano per lo più alla XXV dinastia. Pochissime cassette, infatti, sono note prima della metà dell’VIII secolo a.C. e il loro utilizzo riprende a Tebe nel 700 a.C., per esaurirsi già con gli inizi della XXVI dinastia357.

La foggia sia della scatola sia dei canopi (che però, a differenza di H13, hanno solo le teste in calcare e i corpi in ceramica dipinta) trova un buon confronto con la cassetta di Padiamonet, da Deir el-Bahari, conservata al Museo di Luxor e datata alla tarda XXV dinastia (700-675 a.C.)358.

Il nome di Bakenptah era già attestato nell’area del tempio di Amenhotep II su un sarcofago ligneo di tipo qrsw venuto alla luce durante la sesta campagna di scavo nei pressi della rampa359. Tra le prime attestazioni di sarcofagi qrsw in area tebana ci sono quelle di Tamit e Ankhpakhrod, rinvenuti dietro al Ramesseum360: queste sepolture sono state assegnate alla tarda XXII dinastia (metà dell’VIII secolo a.C.). I sarcofagi qrsw sono però caratteristici della XXV dinastia e continuano ad essere utilizzati in Epoca Saita361.

4.2.3.3. LA CERAMICA

La ceramica proveniente da questa tomba è estremamente scarsa, ma significativa dal punto di vista cronologico e tipologico.

Dal camino provengono un calice miniaturistico su piede, di un tipo comune in Epoca Tolemaica (tav. 27), e un frammento di orlo di scodella carenata con labbro estroflesso e orlo arrotondato ingrossato in marl A4, var. 2, Quest’ultima è un tipo particolarmente diffuso in Epoca Saita, ma già attestato durante la XXV dinastia362 (fig. 72, 5).

Nella camera, invece, tra le due cassette di ushabti poste in corrispondenza dell’ingresso, era collocato un vaso a corpo ovoidale con alta spalla arrotondata e breve collo cilindrico privo dell’orlo, realizzato in Nile B2 e rivestito con wash rosso (fig. 73, 2). Questo tipo di vasi, attestati con frequenza nei depositi di mummificazione in area tebana già a partire dalla tarda

356

Si auspica che la ricostruzione della decorazione, attualmente in corso di studio, possa fornire ulteriori elementi utili alla datazione.

357 A

STON D A. 2000, p. 161.

358 R

OMANO et al. 1979, n. 263, fig. 170-171. Per il contesto ASTON D. A. 2009, TG887, pp. 216 e 301 per confronti.

359

SESANA 2004, pp. 11-14.

360

ANTHES 1943, taf. 12; TAYLOR 2003, p. 112.

361 T

AYLOR 2003, pp. 111-117; ASTON D. A. 2003, p. 250; ASTON D. A. 2009, p. 161, fig. 8, III.

362 L

ECUYOT 1993/1994, p. 108, fig. 3e-f; ASTON D. A. 1999, p. 183, pl. 54, 1679; p. 205 pl. 63, 1864 (fase III, 750-

Epoca Kushita, è molto frequente nel tardo VII-VI secolo a.C., ma sembra attestato ancora nel V secolo a.C.363.

Si segnala che, sull’area del tempio di Amenhotep II, lo stesso tipo di vaso è stato rinvenuto in un’altra tomba il cui scavo non è ancora concluso (R11), e in uno dei depositi di mummificazioni rinvenuti in superficie nell’area G21364.

4.2.3.4. DATAZIONE

Nonostante la precedente indagine di Petrie, che non concluse però lo scavo fermandosi probabilmente al primo livello di sabbia compatta che costituiva un episodio di crollo delle pareti, questa tomba ha restituito ancora notevoli elementi di corredo che consentono di trarre alcune conclusioni. In base alle osservazioni sopra effettuate, si propone per la sepoltura una datazione alla tarda XXV dinastia. Gli elementi residui del corredo, in particolare, si potrebbero inquadrare nella fase che Aston attribuisce al 675-650 a.C., anche se rimane tuttavia un margine di incertezza, per l’impossibilità di definire con precisione il tipo di sarcofagi e per la mancanza di altri elementi in materiale deperibile, generalmente associati alle sepolture di questa fase, ma non conservati nel nostro contesto365.

L’unico vaso rinvenuto nella camera ha una datazione che si accorda con quella ricavabile dal resto del corredo, di cui, quindi, si ritiene facesse parte.

4.2.4. T

OMBA

L13

4.2.4.1. STRUTTURA E STRATIGRAFIA

La tomba L13366 si compone di un camino di forma quadrata, con lato di circa 90 cm e una profondità di circa 3,3 m, al di sotto del quale si aprono due camere dalla pianta sub-circolare (fig. 55).

La parte superiore del riempimento conteneva frammenti ceramici databili ad Epoca Copta (ad esempio tav. 31, Cat. L13.14.044), tra cui numerosi frammenti di anfore LRA 7, che costituiscono l’elemento più recente del riempimento.

A circa 3,8 m di profondità è stata rinvenuta una grande tavola d’offerte in arenaria, rettangolare, con beccuccio e canale di scolo realizzato con un’incisione che corre lungo il perimetro esterno367. Numerose sono poi le ossa animali e, in minor numero, quelle umane

363 S

EILER 2003b, p. 366, tipo E; BUDKA 2006, p. 93, fig. 6d, tipo C; BUDKA 2010a, p. 216, Abb. 82; SCHREIBER

2008, p. 78, pl. LXVII, 2.3.33-35.

364

SESANA 2007, fig. 56.

365 A

STON D. A. 2011b, pp. 26-30, fig. 8; per la fase 720-675 a.C. si vedano invece pp. 24-26 e fig. 7.

366 Lo scavo è stato condotto tra il 2012 e il 2013 da G. Bellandi, L. Castellano e F. Longhi. 367

presenti nel riempimento del camino, insieme a frammenti ceramici e vasi interi o totalmente ricostruibili, databili per lo più ad Epoca Tolemaica.

Il camino, come anticipato, conduce a due camere, orientate verso nord (camera A) e verso sud (camera B). Le osservazioni stratigrafiche permettono di notare che queste sono state oggetto di un sommario saccheggio, a cui hanno fatto seguito episodi di crollo del soffitto e diversi momenti di riempimento. Il riconoscimento della sequenza delle singole azioni è reso difficile non solo dal forte rimaneggiamento subito dal deposito archeologico, ma dalla natura stessa del riempimento, sabbioso e sciolto. Nelle sezioni rilevate in alcuni punti, inoltre, sono stati individuati dei tagli forse riconducibili agli scassi operati dai ladri per raggiungere il fondo delle camere quando erano già parzialmente riempite. Al momento della nostra indagine il riempimento della camera A arrivava quasi al soffitto, mentre quello della camera B risultava di poco più basso.

4.2.4.2. SEPOLTURE ED ELEMENTI DI CORREDO

All’interno della camera settentrionale (3,5x3 m) erano deposti tre bambini e un adolescente (fig. 56-57)368. Uno dei bambini era deposto con orientamento ovest-est, contro la parete nord. I sarcofagi degli altri tre erano invece posti al centro della camera, con orientamento nord-sud, ma solo il corpo dell’adolescente era ancora ben conservato, come le tracce del suo sarcofago.

Lungo il perimetro della camera A sono state rinvenute tre scatole per ushabti. Due erano ai piedi del bambino sepolto lungo la parete nord e contenevano 187 e 261 ushabti in terra cruda con rivestimento azzurro (Cat. L13.14.017 e L13.14.062). La terza, contenente 181 ushabti sempre in terra cruda (Cat. L13.14.064), era invece posta lungo la parete nord-est.

In corrispondenza del taglio del camino, a metà circa fra le due camere e nei livelli più bassi del riempimento, è stato rinvenuto un gruppo di perline di faïence azzurra, di forma globosa, tubolare e cilindrica. Insieme ad esse erano raggruppati otto amuleti369, anch’essi in faïence azzurra, raffiguranti i quattro geni funerari, divisi in due gruppi distinti, e due scarabei tripartiti con ali separate, uno dei quali di migliore fattura e con tracce di rivestimento in foglia d’oro (fig. 58 e 60, Cat. L13.14.102-117)370. Amuleti e perline formavano le reticelle funerarie in origine associate alle sepolture delle camere. Le reticelle, asportate dai corpi da parte dei ladri, per qualche ragione sconosciuta non vennero mai riportate in superficie. I geni funerari, realizzati in

368

Osservazioni preliminari di G. Bellandi.

369 Lo scarabeo Cat. L13.14.117 sembra in realtà realizzato in ceramica con rivestimento blu.

370 Un altro gruppo di amuleti, anche se non completo e con esemplari frammentari, è stato rinvenuto nei livelli

uno stampo semplice, hanno la superficie posteriore scabra e presentano dei fori alle estremità per l’applicazione alla reticella. Si tratta di tipi inquadrabili nella XXV-XXVI dinastia371.

Accanto alle perline e agli amuleti si trovava anche un’altra cassetta di ushabti, che conteneva 191 statuine di fattura così rozza da non poterne distinguere i tratti e talvolta ridotti solo da pezzi di argilla sommariamente modellati (Cat. L13.14.118)372. Questa era probabilmente pertinente alle sepolture della camera B.

Nella camera B (3x3,5 m) si conservavano i resti di almeno quattro individui, in origine deposti in altrettanti sarcofagi. Di questi erano visibili per lo più solo le impronte e alcuni resti di stucco, la cui disposizione caotica è chiaro indice, insieme alla dislocazione dei corpi, di violazione in antico373. Accanto a una delle deposizioni (T 80) è stato rinvenuto un altro gruppo di amuleti di faïence con i quattro geni funerari e lo scarabeo alato, asportati dal corpo come quelli precedentemente descritti, ma ugualmente non prelevati dalla sepoltura (fig. 61. Cat. L13.15.003-008).

Lungo la parete sud della camera, ai piedi del sarcofago centrale (fig. 59), sono state ritrovate altre due cassette di ushabti, rispettivamente con 200 (Cat. L13.15.021) e 187 (Cat. L13.15.022) statuine.

Tutti gli ushabti rinvenuti nella tomba sono realizzati in argilla cruda, con rivestimento azzurro. Presentano una fattura molto rozza, con tratti del viso e mani poco visibili e sono riconducibili al tipo K di Aston374. Alcuni degli ushabti presenti nella camera sud, sempre di tipo K, seppur molto rozzi, sembrano dotati di barba.

Le camere di L13 si caratterizzano per l’elevato numero di cassette per ushabti, che, in base alle misure ricavabili dalle tracce conservate, dovevano essere di piccole dimensioni (24-34x10- 20 cm, per un’altezza di 15-30 cm), riconducibili quindi ai tipi VIIb-c o VIII di Aston375. Anche

il numero di 200 statuine riscontrabile nei raggruppamenti individuati corrisponde a quello generalmente contenuto in cassette di questo tipo376. La cassetta posta lungo la parete nord-est della camera A aveva ancora la decorazione del coperchio parzialmente leggibile: una barca in navigazione dipinta in rosso su fondo bianco, che si ritrova comunemente sui tipi VIIb-c e VIII377. Le tracce conservate farebbero pensare a una foggia con coperchio piatto, propendendo

quindi per il tipo VII.

371

Vd. p. 151.

372 Tale caratteristica si ritrova, ad esempio, in alcuni ushabti rinvenuti nella tomba di Djehutymes, cfr. S

CHREIBER

2008, pp. 57-60, pl. LIV, 14.

373

Solo uno dei frammenti messi in luce mostrava ancora i resti di una decorazione figurata.

374 ASTON D. A. 2009, pp. 358-359. 375 A STON D. A. 1994; ASTON D. A. 2009, pp. 369-373. 376 A STON D. A. 2009, p. 374. 377 ASTON D. A. 1994, p. 34.

4.2.4.3. LA CERAMICA

L’assenza di uno strato sterile che separi con chiarezza i livelli inferiori della camera dagli apporti successivi rende molto difficile stabilire se i vasi databili al Terzo Periodo Intermedio- inizi Epoca Tarda in essa rinvenuti siano pertinenti agli originari corredi o provengano invece dalla superficie. Durante lo scavo delle camere, infatti, i vasi attribuibili a quest’epoca, talvolta integri, erano spesso mescolati con ceramiche più tarde, anch’esse spesso integre o interamente ricomponibili, senza che fosse possibile distinguere la pertinenza a livelli diversi.

Dal punto di vista tipo-cronologico si possono comunque isolare i vasi databili alla XXV dinastia-inizi Epoca Tarda, per i quali un’appartenenza agli originari corredi può essere verosimilmente ipotizzata.

Tra i materiali realizzati in impasto limoso sono presenti:

- un frammento di coppa su base piatta sporgente (fig. 72, 4), rinvenuto nel crollo di mattoni e conglomerato che copriva una delle sepolture della camera B (T79). Il tipo è comune durante le fasi finali del Terzo Periodo Intermedio e in Epoca Saita (tardo VIII- VII a.C. secolo; XXV-inizi XXVI dinastia) ma è attestato sporadicamente anche in Epoca Tolemaica378.

- metà circa di un vaso ovoidale in Nile C1 (fig. 73, 1), la cui superficie doveva presentare una decorazione a spirale bianca quasi completamente sparita, databile a fine VIII-inizi VII secolo a.C.379. Un vaso simile è stato rinvenuto in una tomba nell’area del santuario del Ramesseum, all’interno di una cavità scavata nel suolo380. Il tipo di decorazione sembra diffondersi dalla metà dell’VIII a.C. ed è noto anche in Epoca Saito-Persiana, su vasi di impasto più denso e con rivestimento rosso381.

Tra la produzione in marl A4, var 2, fabric tipica di questo periodo, troviamo:

- un vaso a corpo conico con alta spalla arrotondata, labbro verticale a profilo convesso e orlo arrotondato (fig. 74, 1). Si tratta di un tipo caratteristico della fase IIIS di Aston (metà VIII-VII secolo a.C.) e attestato nell’Asasif nella fase 2 (XXV dinastia) e 3a (inizi Epoca Saita)382

378 ASTON D. A. 1996a, p. 73, gruppo 8, fig. 217b,e; ASTON D. A. 2009, p. 323: il tipo non è precedente alla XXV

dinastia; MASSON 2007b, p. 608, pl. VII, 9-13, XVII, 3; MASSON 2011, p. 272, fig. 12-13, 17-18; SCHREIBER 2008,

p. 62, pl. LVII, 2.1.7.4-7; BUDKA 2010a, p. 211, fase 2-3a Asasif; LECUYOT 2012, PT9/I, p. 106, fig. 8, 12 e 13, 1; la datazione proposta alla XXII dinastia non sembra suffragata da quella generalmente proposta per questi due tipi.

379 A

STON D. A. 2009, p. 324, tipo 132, fig. 28: tardo VIII-inizi VII secolo a.C.; MASSON 2011, p. 275, fig. 40: il

tipo con le bande sembra caratteristico della fine dell’VIII-VII secolo a.C. anche se continua ad essere prodotto fino all’Epoca Persiana.

380

LECUYOT 2012, fig. 9, 1, pp. 104-105: il vaso presentava resti di tessuto resinoso.

381 A

STON D. A. 1996a, pp. 76, 81.

382 A

STON D. A. 1996a, p. 74, fig. 219c, gruppo 19; ASTON D. A. 2009, tipo 146, fig. 34, p. 325; BUDKA 2010a, p.

- un vaso ovoidale con il corpo caratterizzato da fitte torniture e il labbro sagomato, con ingrossamento interno (fig. 74, 2). Si tratta di un tipo attestato già a fine VIII-VII secolo a.C., ma molto diffuso durante la XXVI dinastia e prodotto ancora in epoche successive, seppur con modifiche a livello del labbro383.

Infine, numerosi frammenti parzialmente ricomponibili sono pertinenti a un’anfora fenicia (fig. 74, 5). Le anfore fenicie sono presenti in grande quantità in Egitto, dal Terzo Periodo Intermedio al primo quarto del III secolo a.C.384, in contesti funerari e abitativi. Questo tipo di anfora si ritrova spesso in area tebana all’interno di depositi di mummificazione385.

La tomba L13 presentava nel riempimento una grandissima quantità di vasi di Epoca Tolemaica, prevalentemente rinvenuti nel camino, ma sparsi anche nei livelli superiori della camera. Questo gruppo rappresenta un corpus ben definito di materiali, che non può essere messo in relazione con un riuso della parte ipogea della tomba.

4.2.4.4. DATAZIONE

Per la presenza delle reticelle funerarie di tipo A e delle cassette per ushabti di probabile tipo VII, la tomba può essere datata alla XXV-inizi XXVI dinastia, con una buona coincidenza anche con alcune delle ceramiche provenienti dalla camera.

Anche in questo caso, nonostante le sepolture siano molto rimaneggiate, non ci sono dati per ipotizzare un riuso della tomba successivamente a questa fase. Infatti, in entrambe le camere, il numero dei corpi rinvenuti ben corrisponde a quello delle tracce di sarcofago.

I materiali di corredo, inoltre, hanno una notevole uniformità cronologica, che non consente di ipotizzare la presenza di deposizioni successive.

4.2.5. T

OMBA

M12

4.2.5.1. STRUTTURA E STRATIGRAFIA

La tomba M12386 è stata saccheggiata in antico, tanto che pochissimo resta del suo originario corredo. Si è voluto comunque prenderla in considerazione in virtù delle particolarità di alcune ceramiche del suo riempimento.

L’imboccatura del camino, delle dimensioni di 1,1x1,1 m, era consolidata per un’altezza di circa 1 m con mattoni crudi, molti con cartiglio di Amenhotep II, quindi di riutilizzo dalle strutture del tempio (fig. 62).

383

ASTON D. A. 1996a, p. 48, fig. 162 in basso per l’orlo: fine VIII-VII secolo a.C.; COULON, DEFERNEZ 2004, p. 179, fig. 19.13 e p. 180.

384 A

STON D. A. 1996a, p. 85, fig. 234 a-d; MASSON 2011, pp. 284-285, fig. 104-105, 111-112.

385 B

UDKA 2006, p. 93, Abb. 6, i; BUDKA 2010a, p. 211.

386

Il riempimento si presenta molto eterogeneo, con ossa animali e frammenti ceramici, nonché frammenti lignei pertinenti a sarcofagi e blocchi di arenaria delle strutture del tempio. Dal camino provengono un orecchio di canide in calcare (Cat. M12.09.001), pertinente al coperchio di un vaso canopo, e le ali in faïence di uno scarabeo tripartito (Cat. M12.09.001), che sarebbero potuti essere parte del corredo delle sepolture. Alla base del camino erano presenti resti umani non in connessione, alcuni mummificati e chiaramente rimossi dalla loro originaria posizione.

L’ingresso della camera si apre verso nord alla profondità di 2,6 m, e la sua base è circa 1 m più alta del fondo del pozzo, che raggiunge i 3,6 m.

4.2.5.2. SEPOLTURE ED ELEMENTI DI CORREDO

Dell’originario corredo si conservavano solo numerose perline azzurre, gialle e rosse di una probabile reticella funeraria387 e numerosi ushabti di terra cruda. Nella camera sono stati infatti rinvenuti circa 638 ushabti, di diversa fattura, alcuni dei quali presentano la barba, mentre altri sono modellati rozzamente, senza alcun dettaglio (fig. 63, Cat. M12.09.006). Assimilabili al tipo K di Aston, trovano il confronto più prossimo con gli ushabti del vicino pozzo L13388 .

4.2.5.3. LA CERAMICA

Molta della ceramica proveniente dal riempimento del camino e dal riempimento superiore della camera, catalogata solo in parte, è databile ad Epoca Tolemaica e verrà presentata nel prossimo capitolo. Non è possibile proporre quindi una sicura associazione al corredo per nessuno dei vasi rinvenuti.

4.2.5.4. DATAZIONE

I pochi elementi conservati, ma soprattutto la somiglianza degli ushabti con quelli della tomba L13 e la probabile presenza di una reticella, fanno supporre che l’utilizzo della camera possa datarsi alla XXV-inizi XXVI dinastia.