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La storia ufficiale del femminismo in Canada si costruisce su vicende legate a una lotta graduale e difficile, che vede come protagoniste generazioni di donne decise a battersi per stabilire la parità dei diritti fra i due sessi. La storia del femminismo canadese, così come il femminismo moderno in altri paesi, è stata delineata dagli studiosi in rapporto a quattro grandi momenti, ognuno dei quali include un periodo di intenso attivismo e cambiamento sociale ed ha portato con sé nuove priorità e metodi, anche se l'adozione di questa macro- classificazione è stata criticata su fronti paralleli per il suo sottacere l’azione di alcune organizzazioni femministe di donne nere117, aborigene118e del Québec119.

La prima wave femminista in Canada può essere collocata in uno spazio temporale che va dalla fine del XIX secolo all’inizio del XX. Questa prima forma di attivismo gravitava sulla necessità di un’inclusione delle donne nella vita pubblica, con obiettivi quali l’accesso al suffragio, l’estensione dei diritti di proprietà, un maggiore accesso all'istruzione e il riconoscimento di uno stato “civile” pari agli uomini. Questa prima

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Per la stesura di questa prima parte del capitolo si è fatto in massima parte riferimento a A. Prentice, Canadian Women: A History, Oxford University Press, Toronto 1988 e K. McPherson, C. Morgan, N. M. Forestell (eds.), Gendered Pasts: Histoical Essays in Femininity and Masculinity in Canada, Oxford University Press, Toronto 1999.

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Una forma di contestazione di questo sistema tradizionale di classificazione della storia femminista proviene dalle donne nere del Canada. Nel loro caso, infatti, la distinzione tra prima e seconda wave è problematica nella misura in cui le lotte del secondo periodo avrebbero permesso alle donne di uscire dal perimetro domestico e dedicarsi alle professioni, ignorando il fatto che gruppi di donne avevano continuato a lavorare per sostenere la famiglia. Le esperienze delle donne nere in Canada non sarebbero dunque state adeguatamente trattate nella storia femminista mainstream, che non avrebbe tenuto conto delle lotte contro il razzismo. Cfr. D. Brand, No Burden to Carry: Narratives of Black Working Women in Ontario, 1920s to 1950s, Women's Press, Toronto 1991.

118Il femminismo aborigeno ha seguito una traiettoria diversa dal movimento femminile anglo-canadese. Le

organizzazioni delle donne aborigene, come la Native Women's Association of Canada, si sono prevalentemente concentrate su questioni legate al colonialismo e alla discriminazione. Inoltre, alcune di esse hanno esplicitamente rifiutato l'etichetta di "femminista" perché la ritenevano "a strongly anti-natal and anti-

family stance that is offensive [to Aboriginal women] as they rebuild their nations.” Cfr. V. St. Denis,

Making Space for Indigenous Feminism, Fernwood Books, Halifax 2007, p. 74.

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Il femminismo in Québec si è evoluto in modo diverso dal resto del Canada, e la sua storia non aderisce totalmente all'idea delle quattro "onde" solitamente chiamata in causa. Dopo lo sciogliersi della Confederazione, il governo provinciale del Québec ha mantenuto saldi rapporti con la Chiesa cattolica, conservando le tradizionali distinzioni di genere. Negli anni '60, durante la Quiet Revolution, molte donne

collegarono inoltre l’idea del patriarcato che incideva sulle loro vite con quella del dominio coloniale del

Canada britannico sugli affari di stato del Québec stesso. Per un approfondimento sull’argomento, si consulti M. Belleau, “L’intersectionnalité: Feminism in a Divided World; Québec- Canada,” in D. Taylor, D. Orr, C. Rainwater, E. Kahl, K. Earle (eds.), Feminist Politics; Identity, Difference, and Agency, Rowman and Littlefield, Plymouth 2007, pp. 51-61.

fenomenologia di femminismo si appellava in gran parte a una filosofia nazionalistica: l’idea che le donne fossero "madri della nazione" alimentava la convinzione che dovessero partecipare alla vita pubblica in virtù della loro maggiore sensibilità e “their perceived propensity for decisions that will result in good care of society”120. In quest'ottica, dunque, le donne erano viste come una forza civilizzatrice.

Anche la religione fu un fattore importante nelle prime fasi del movimento femminista canadese: gruppi di donne si riunirono, infatti, in forme di aggregazione religiosa, benché il ruolo di missionarie non venisse loro riconosciuto dalla Chiesa, e raccolsero fondi per la creazione di proprie comunità a scopi filantropici. La prima comunità venne fondata a Canso, in Nuova Scozia, nel 1870, da un gruppo di donne che si ispirarono alla figura di Hannah Norris121. Queste nuove aggregazioni permisero loro non solo di farsi carico del ruolo di operatrici comunitarie, ma anche di gestire i finanziamenti, la formazione e i contatti con missionarie in paesi stranieri. Le associazioni religiose femminili rappresentarono anche un mezzo capace di coadiuvare il cambiamento sociale. La “Woman's Christian Temperance Union”, ad esempio, fu fondata nel 1874 da Letitia Youmans a Picton, nell'Ontario, al fine di diffondere una campagna informativa sui danni sociali legati al consumo dell’alcol, promuovendo al contempo valori di stampo evangelico. Traendo ispirazione dalla sua controparte americana, la WCTU è cresciuta fino a diventare una delle prime organizzazioni impegnate nella militanza per il suffragio, “while also being a training ground for future suffrage leaders.”122 Lo “Hebrew Ladies Sewing Circle”, fondato nel 1869, si è anch’esso attivato per promuovere il cambiamento sociale attraverso un’organizzazione ispirata a un credo religioso, in questo caso di professione ebraica. La “Young Women's Christian Association” (YWCA) ha a sua volta fornito, e continua a fornire, servizi legati a centri di accoglienza e programmi educativi per donne singole della working class. Altri organismi, come la “Girls’ Friendly Society”, la “Catholic Women's League” e le “Grey Nuns of Montreal”, fornivano ad esempio un servizio di asili nido per i figli delle donne lavoratrici.

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J. L. White, Women, Politics, and Public Policy: The Political Struggles of Canadian Women, University of Toronto Press, Toronto 2006, p. 4.

121Uno dei primi esempi di opposizione pubblica alla discriminazione contro le donne in Canada si rintraccia

nel 1869, quando la giovane Hannah Maria Norris di Canso, Nuova Scozia, si attivò per poter partire come come missionaria in Birmania. Quando la sua domanda venne respinta a causa del suo genere, si organizzò con altre donne della Nuova Scozia per poter lavorare nella sfera pubblica. Dopo aver esercitato una notevole

pressione sugli organi dell’estabilishment, Norris riuscì ad ottenere questo diritto.

122 C. Cleverdon, The Woman Suffrage Movement in Canada, University of Toronto Press, Toronto 1950, p.

Tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo, le donne in Canada fecero il loro ingresso in nuovi contesti professionali, tra cui l'insegnamento, il giornalismo, i servizi sociali e la sanità pubblica. Augusta Stowe-Gullen fu la prima donna a laurearsi in una Facoltà canadese di Medicina, fornendo una chiara prova del frutto delle lotte per la rivendicazione dei diritti nel campo dell'istruzione superiore e universitaria. Il “National Council of Women of Canada”, fondato nel 1893, era stato poi concepito e introdotto per mettere in contatto rappresentanti di diversi gruppi di donne in tutto il Canada, fornendo loro una efficiente rete di comunicazione.

Con l’approvazione delle norme relative al suffragio universale, nel 1910, il NCWC ha fatto in modo che le donne avessero un ruolo di maggior rilievo nella società, con il diritto di partecipare alla vita pubblica e di eleggere il proprio governo, in linea con il “femminismo matriarcale” prevalente in quel periodo. Tra il 1914 e il 1921, il NCWC finanziò la pubblicazione della rivista mensile Woman's Century, ispirata a periodici femministi britannici e americani di successo, con lo scopo di informare le lettrici sulle questioni pubbliche e sulle riforme necessarie, fornendo un forum di discussione. Il frontespizio descriveva la rivista come “A journal and progress for Canadian women”123ed era una delle pochissime testate che si incentravano sui diritti delle donne. La “Toronto Women’s Suffrage Association”, fondata nel 1910 e originariamente chiamata “Toronto Women's Literary Guild”, era invece un'organizzazione con sede a Toronto, attivatasi in una campagna di militanza non violenta per i diritti delle donne, in particolare per il riconoscimento del diritto di voto: ispirandosi ai modelli delle femministe americane, l'Associazione canadese invitò la famosa suffragista Anna Shaw a parlare in una riunione tenuta nell’abitazione della dottoressa Emily Stowe. Questo incontro generò molto entusiasmo e portò alla creazione di una nuova e più efficace organizzazione di suffragio, la “Dominion Women's Enfranchisement Association”, con Stowe alla presidenza, che ha immediatamente intrapreso azioni e organizzato una serie di lezioni per sensibilizzare il pubblico su queste cause.124

Proseguendo nella ricostruzione storica, bisogna ricordare che alle vedove e alle nubili fu concesso il diritto di voto alle elezioni comunali in Ontario nel 1884, fenomeno che successivamente coinvolse altre province alla fine del XIX secolo (Emily Murphy divenne inoltre la prima donna magistrato in Canada). A livello federale si trattò di un processo

123E. B. Freedman, No Turning Back: The History of Feminism and the Future of Women, Ballantine Books,

New York 2002, p. 98.

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scandito in due fasi. Il 20 settembre 1917, le donne ottennero un diritto di voto circoscritto a casi specifici: secondo il “Military Voters Act”, "women who are British subjects and have close relatives in the armed forces can vote on behalf of their male relatives, in federal elections."125Poco più di un anno dopo, all'inizio del 1919, il diritto di voto fu esteso a tutte le donne grazie all’“Act to confer the Electoral Franchise upon Women”. Agnes Macphail divenne così la prima donna eletta in Parlamento, nel 1921. Nonostante ciò, un numero elevato di donne ha continuato per molti anni ad essere escluso dal diritto di voto sulla base di criteri razziali: la British Columbia, ad esempio, negò alle persone di origine asiatica, indiana e indigena i diritti al suffragio universale, attraverso il Dominion Election’s Act del 1920.126

I ruoli e l'influenza sociale, politica e culturale delle donne canadesi sono cambiati radicalmente durante la prima guerra mondiale, quando esse assunsero molte delle responsabilità fino ad allora unicamente maschili, mentre gli uomini erano impegnati in battaglia. Esse lavoravano nelle fabbriche e nelle terre, dimostrando le proprie capacità. Durante gli anni Venti, inoltre, trovò stimoli il dibattito sui codici che stabilivano quale fosse il comportamento moralmente e socialmente accettabile per le donne: dal 1922 al 1929, la canadese Aloha Wanderwell fu ad esempio la prima donna a viaggiare per il mondo in auto, iniziando il suo iter all'età di soli 16 anni e sfidando così le convenzioni legate all’identità di genere.

Un ulteriore passo verso l’ugaglianza di genere venne compiuto dalle Famous Five, un gruppo di cinque donne di Alberta il cui obiettivo primario era far sì che i tribunali esplicitassero lo statuto delle donne come "persone" atte ad essere convocate al Senato, ai sensi del British North America Act del 1867 della Costituzione del Canada.127 Le Famous Five (Emily Murphy , Irene Marryat Parlby , Nellie Mooney McClung , Louise Crummy McKinney e Henrietta Muir Edwards) presentarono dunque una petizione al Governo Federale affinché indirizzasse questa istanza alla Corte Suprema. Dopo alcuni dibattiti, la Corte Suprema decretò, nel 1928, che le donne non rientravano nella categoria giuridica di "persone" ai sensi del comma 24 e non potevano dunque essere nominate in Senato. Il gruppo, guidato da Emily Murphy, si appellò allora al Comitato giudiziario del British Privy Council, a quel tempo la più alta corte d'appello dell'impero britannico, la

125Cfr. https://lop.parl.ca/sites/ParlInfo/default/en_CA/SiteInformation/parlinfoMoved, consultato in data 11-

06-18.

126Cfr. http://www.elections.ca/content.aspx?section=res&dir=his&document=chap3&lang=e, consultato in

data 11-06-18.

127Il comma 24 del Constitution Act recita: "The Governor General shall from Time to Time, in the Queen’s

quale, nel 1929, decretò all'unanimità che la parola “persone” nel comma 24 includesse sia il sesso maschile che quello femminile e definì la precedente interpretazione “a relic of days more barbarous than ours”.128

Le conquiste politiche delle Famous Five diedero linfa allo spirito femminista, anche se durante la Depressione e la seconda guerra mondiale l'attivismo in Canada non si rivelò forte come lo era stato durante la lotta per il suffragio. Tuttavia, il contributo delle donne alla forza lavoro durante il conflitto di metà Novecento le portò ad acquisire una nuova consapevolezza riguardo al loro posto nella vita pubblica, fenomeno che condusse al formarsi di nuove campagne ed organizzazioni per la lotta contro le disuguaglianze. Mentre la prima fase della militanza si era organizzata intorno all'accesso all'istruzione e alla formazione, la seconda si concentrò sul ruolo delle donne nel mondo del lavoro, sulla necessità di una parità di retribuzione, sull’obiettivo di eliminare la violenza di genere, oltre che sul tema delicato dell’autodeterminazione in senso biologico.

Come viene dettagliatamente illustrato nell’opera di Ruth Roach Pierson129, durante la seconda guerra mondiale, appunto, le donne canadesi collaborarono attivamente con il governo per contribuire allo sforzo bellico e per colmare i vuoti della forza lavoro causati dalla massiccia mobilitazione di uomini chiamati a combattere per la patria. Sebbene le donne continuassero a lavorare in settori tradizionalmente femminili, come l’industria tessile, la vendita al dettaglio, l'assistenza infermieristica e i servizi sociali a domicilio, con l'intensificarsi della domanda, esse si misurarono anhe negli ambiti di produzione, commercio, finanza, trasporti, comunicazione e edilizia. In risposta al fabbisogno di manodopera di molte industrie, il governo creò inoltre una speciale commissione, la “Women’s Division of the National Selective Service”, che aveva lo scopo di reclutare donne per l’impiego: i primi gruppi a cui attingere erano formati da donne nubili e senza figli, ma in seguito si rese necessaria anche la collaborazione di donne con responsabilità familiari e con bambini. Nel 1944, in Canada, più di un milione di donne lavoravano a tempo pieno, e questo portò il governo federale a varare un programma noto come il “Dominion-Provincial Wartime Day Nurseries Agreement”, con lo scopo di assistere nella crescita dei figli le madri lavoratrici durante la guerra.

Le donne contribuirono poi direttamente allo sforzo bellico non solo attraverso organizzazioni di volontariato, ma anche unendosi all'esercito. Prima della guerra, con

128Cfr. https://web.archive.org/web/20080118170232/http://www.collectionscanada.gc.ca/famous5/053002_

e.html, consultato in data 12-06-18.

129R. R. Pierson, They're Still Women After All: The Second World War and Canadian Womanhood,

l'eccezione del servizio infermieristico dei Royal Canadian Army Medical Corps, l'esercito canadese era composto solo da uomini, ma, a partire dal 1942, anche le donne vennero reclutate nell'aviazione e nella marina.

Nel 1941, il governo nominò inoltre l’“Advisory Committee on Reconstruction”, un comitato che doveva occuparsi delle questioni relative alla ricostruzione postbellica. Poco dopo la sua istituzione, alcune donne evidenziarono la necessità di una rappresentanza femminile all'interno del Comitato, in virtù del loro contributo offerto allo sforzo bellico. Di conseguenza, nel 1943, il governo creò una sottocommissione guidata da Margaret McWilliams (giornalista e attivista) e composta da altre nove aderenti provenienti da tutto il paese, con il compito di occuparsi delle questioni che le attiviste avrebbero dovuto affrontare una volta terminata la guerra.

Nel 1951, il governo dell'Ontario approvò il “Remuneration of Women Employees Act”, (ossia la legge sulla remunerazione delle donne lavoratrici che fissava un livello salariale minimo) e, alla fine degli anni '50, tutte le province (ad eccezione di Québec, Terranova e Labrador) avrebbero approvato una legislazione simile. Nel 1954, fu poi creato un dipartimento femminile specializzato all'interno del Ministero del Lavoro, e nel 1956 fu emanata una legge che prevedeva la parità di retribuzione per le donne impiegate nel servizio civile federale.

Su iniziativa del primo ministro Lester B. Pearson, nel 1967 si installò la “Royal Commission on the Status of Women”, una Commissione Reale chiamata a esaminare la condizione delle donne per garantire loro pari opportunità in tutti i settori sociali. Come fa notare Nigel Roy Moses130, la “National Union of Students” (NUS), formatasi nel 1972, avrebbe in seguito affrontato problematiche relative non solo ai tagli all'istruzione o alle quote delle tasse universitarie, ma anche ad atteggiamenti sessisti nei consigli studenteschi, a violenze contro le donne, all’interruzione volontaria di gravidanza e all’istituzione di centri per le donne e asili nido nei campus. Nel 1979, il NUS stilò la Declaration of the Rights of the Woman Student.

Risale a questo periodo la seconda wave del femminismo, che affronta in modo più mirato il tema della violenza domestica come problema sociale. Dopo la seconda guerra mondiale, gli Stati Uniti vissero una fase di boom economico ancor più rilevante di quello europeo, e la prosperità contribuì all’innalzamento degli standard sociali, già per motivi

130 N. R. Moses, "Establishing Precedents: Women's Student Activism and Social Change in the National

Union of Students, 1972-1979", Historical Studies in Education, Revue d'histoire de l'éducation. Sep. 2010, vol. 22, n. 2, pp. 75-93. Cfr. http://historicalstudiesineducation.ca/index.php/edu_hse-rhe/article/view/2152, consultato in data 13-06-18.

diversi messi in discussione durante il conflitto, dopo che le donne sostituirono in fabbrica gli uomini impegnati al fronte. I temi delle femministe della seconda generazione sono di grande importanza e toccano punti nevralgici quali la sessualità, lo stupro e la violenza domestica, le scelte in materia di procreazione, ma anche la parità di genere sul posto di lavoro. Sono anni di cambiamenti rivoluzionari: basti pensare che nel 1961 negli Stati Uniti fu messa in commercio la pillola contraccettiva. Le battaglie per la legalizzazione dell’aborto131 e il divorzio sono le più famose, ma non le uniche. Le femministe si batterono ad esempio per cancellare il “delitto d’onore”, che prevedeva pene ridotte per gli uomini che infierivano sulla moglie adultera.

Bisogna poi menzionare il “National Action Committee” (NAC), che nacque dalla coalizione di 23 gruppi femminili nel 1986 ed è da considerarsi come un portavoce cardinale delle istanze delle donne in Canada. Approvato dal Primo Ministro Pierre Trudeau, il “Canadian Human Rights Act” (1990) stabilì infine che i diritti fondamentali dell’essere umano non dovessero essere intaccati da discriminazioni basate sul sesso, la razza o la religione, e a livello più pragmatico sottolineò la necessità di una " equal pay for work of equal value", a fronte delle significative disparità allora ancora esistenti tra le retribuzioni percepite da donne e uomini.

La terza wave del femminismo canadese, da collocarsi all'inizio degli anni Novanta del Novecento, si rivela strettamente legata alle nozioni di antirazzismo, anticolonialismo e anticapitalismo. Nonostante già si parlasse di “società post-femminista”, le discriminazioni nei confronti delle donne non erano affatto scomparse, soprattutto nel mondo del lavoro. Le femministe continuarono dunque a lottare perché il divario salariale tra uomini e donne venisse riconosciuto e colmato, segnalando le difficoltà che le professioniste incontravano nelle progressioni di carriera e battendosi perché venisse istituita una legislazione contro le molestie sul lavoro. Nonostante si professasse una parità di genere e una piena uguaglianza di diritti, in ambito economico, politico e sociale, a livello internazionale nessun paese aveva colmato completamente il gender gap.

La quarta fase si riferisce a un particolare risveglio di interesse per la lotta femminista manifestatosi intorno all’anno 2012 e caratterizzato da forme di aggregazione che si

131L’aborto fu una questione cruciale per le femministe in Canada: fino al 1969, esso era giudicato al pari di

un reato penale e molte donne morivano nel tentativo di procurarsi un’interruzione di gravidanza fuori

legge. Per questi motivi, la pratica venne legalizzata dal Parlamento nel 1969 solo nel caso in cui la

continuazione della gravidanza “would or would be likely to endanger [the woman’s] life or health.” Nel

1970, le donne si mobilitarono a livello nazionale per ottenere un ulteriore accesso a questo tipo di autodeterminazione e al controllo delle nascite.