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FIG N 9 IL PROCESSO DI DIALOGO E RENDICONTAZIONE CON GLI STAKEHOLDER

Accountability e profili di rendicontazione sociale

FIG N 9 IL PROCESSO DI DIALOGO E RENDICONTAZIONE CON GLI STAKEHOLDER

Fonte: The Copenhagen Charter, 1999.

Il Global Reporting Iniziative (Gri)133 è un organismo costituito, nel 1997, a Boston. Esso nasce da un progetto promosso congiuntamente dal Ceres (Coalition for Environmentally Responsible Economies) e dall’Unep (United Nation Environment Programme). Il Ceres è una associazione formata tra gli investitori sociali e le organizzazioni ambientali, creata nel 1989 a Boston, il cui scopo è quello di riunire le aziende che si impegnano a promuovere comportamenti indirizzati al continuo miglioramento ambientale e che lavorano per costruire un futuro sostenibile; l’Unep è invece un programma elaborato dalle Nazioni Unite per promuovere la tutela dell’ambiente. 133www.globalreporting.org Consultazione degli stakeholder riguardo performance ,valori e target di miglioramento miglioramento Approvazione dei vertici politico- amministrativi dell’ente Identificazione degli stakeholder

chiave, fattori critici di successo e valori Preparazione, verifica e pubblicazione del rendiconto Obiettivi, budget e piano d’azione per il miglioramento Determinazione degli indicatori chiave, adattamento dei sistemi di management dell’informazione Monitoraggio delle

performance e della coerenzacon la mission

Dialogo con gli stakeholder

Il processo dello stakeholder reporting

Global Reporting Initiative (GRI) è dunque una rete di organizzazione che produce una completa struttura di reporting di sostenibilità ampiamente utilizzata in tutto il mondo, i cui obiettivi principali sono l'integrazione dell’informativa sulle questioni ambientali, sociali e sulle pratiche di governo. Come la Copenaghen Carter, GRI è sviluppato sulla ricerca del consenso attraverso un processo multistakeholder. I partecipanti provengono dal business globale, dalla società civile, dal lavoro, dalle istituzioni accademiche e professionali. Sebbene in realtà il modello sviluppato dal GRI si focalizzi principalmente sulla dimensione ecologica, esso si caratterizza principalmente per la capacità di considerare, in un unico documento denominato “bilancio di sostenibilità”, l’illustrazione della complessiva performance aziendale (economica, ambientale e sociale). Lo

standard così elaborato, di contenuto, è rivolto a tutte le tipologie di

organizzazioni (imprese, governi, istituzioni, etc.), alle quali risulta adattabile grazie anche alla previsione di modalità di adozione particolarmente flessibili. La pietra angolare del quadro è il Sustainability

Reporting Guidelines - la terza versione delle linee guida, nota come “Linee

guida G3” - pubblicato nel 2006. Tali linee guida sono dotati di indicatori di performance e di gestione flessibili ed integrabili che le organizzazioni possono adottare volontariamente per rendere trasparenti le prestazioni in settori chiave della sostenibilità. Il G3.1 sono la versione disponibile più recente e più completa delle Linee guida GRI G3 Sustainability Reporting che contengono indicazioni più ampie sugli impatti delle comunità locali e sui diritti umani. Attualmente è allo studio il G4 che sarà pubblicato, presumibilmente, nel 2013. Per tener conto delle specificità e delle problematiche connesse alla differente natura delle organizzazioni, il GRI ha previsto l’articolazione del modello in più documenti, che risultano indirizzati a diverse categorie di soggetti134:

- le Linee guida (Guidelines), che, come già anticipato, illustrano il quadro generale per la redazione del bilancio di sostenibilità in tutte le

tipologie di organizzazioni (la cui adozione è stata raccomandata in Italia dal Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili135);

- i Supplementi di settore (Sector supplements), che rappresentano delle integrazioni alle Guidelines, rivolte a organizzazioni che operano in particolari settori (quali, ad esempio, aziende di servizi finanziari, amministrazioni pubbliche, tour operator e aziende di telecomunicazione);

- i Protocolli tecnici (Technical protocols), che propongono definizioni, procedure e formule di calcolo degli indicatori contenuti nel bilancio di sostenibilità prodotto secondo le Guidelines;

- i Documenti d’indirizzo (Issue guidance documents), che forniscono degli approfondimenti relativi a specifiche problematiche (quali ad esempio la “diversità” e la “produttività”), che vengono trattate nel report redatto secondo le indicazioni delle Linee guida.

La struttura del bilancio di sostenibilità proposta dalle Guidelines, si articola, in particolare, in cinque sezioni:

1. Visione e strategia (Vision and Strategy) – descrive la visione e la strategia aziendale ed illustra gli elementi chiave del “contenuto”, quali obiettivi economici, sociali, ambientali, metodologie di coinvolgimento degli stakeholder, successi e fallimenti, sfide future.

2. Profilo (Profile) - riferisce sul profilo organizzativo dell’azienda (prodotti, dimensione, forma giuridica, mercati) e sulle caratteristiche del report elaborato (periodo di riferimento, oggetto di rendicontazione, criteri di misurazione dei costi e dei benefici sociali).

3. Struttura della governance e sistemi di management (Governance

structure and management system) - fornisce informazioni su composizione

e funzionamento degli organi di governo, valori di riferimento, dialogo instaurato con gli stakeholder.

4. Indice dei contenuti Gri (Gri content index) – illustra in una tabella la localizzazione degli elementi trattati nel report rispetto a quelli previsti dalle linee guida GRI, onde consentire di coglierne il grado di aderenza in rapporto al modello standard.

5. Indicatori di performance (Performance indicators) – contiene in diverse tabelle gli indicatori economici, ambientali e sociali. Ognuna di queste tabelle è, a sua volta, suddivisa in due colonne. Nella prima colonna vengono elencati gli indicatori “principali” (core), che sono quelli considerati rilevanti per quasi tutte le tipologie di organizzazioni e per ogni gruppo portatore di interesse. Nella seconda sono esposti, invece, gli indicatori “supplementari” (additional), vale a dire quei rapporti che sono ritenuti rilevanti solo per alcune categorie di organizzazioni o per specifici gruppi di stakeholder.

Il Gruppo di Studio sul Bilancio sociale GBS (2001)136 (Gruppo di studio per la statuizione dei principi di redazione del bilancio sociale) è un’associazione che è stata formalmente costituita nel 1998, da consulenti, liberi professionisti, docenti universitari e ricercatori, al fine di creare uno stabile collegamento tra tutti gli interessati alle tematiche di bilancio sociale per definire i contenuti e le modalità uniformi per l’elaborazione del documento. A questo scopo il gruppo di studio, dal momento della sua costituzione, ha operato elaborando una serie di documenti di ricerca e di

standard. L’obiettivo, in pratica, che si prefigge, è di offrire una guida sulle

finalità e sulle procedure di formazione del Bilancio Sociale, con la consapevolezza che la materia è in continua evoluzione, destinata a rapide modificazioni, anche in forza dei cambiamenti e degli sviluppi che le aziende porteranno ai documenti informativi. Come il GRI, trattasi di uno

standard di contenuto. Gli standard elaborati dal G.B.S., si legge sul sito

web, sono “una guida operativa che contiene indicazioni utili per la redazione del bilancio sociale. Rappresentano un punto di vista neutrale, volto a garantire la completezza e l’attendibilità delle informazioni, nonché la trasparenza del processo seguito per raccoglierle, elaborarle e rappresentarle”. Per la definizione delle Linee Guide operative viene seguito un percorso ampio, articolato e complesso. Il primo approccio ha inizio in seno al gruppo di lavoro, che attraverso il confronto di differenti idee e punti di vista perviene alla stesura di documenti. Continua con l’esame da parte

del Comitato Scientifico, il quale ha il potere di approvarli, non approvarli o di rinviarli per eventuali approfondimenti, integrazioni o modifiche. Una volta licenziati dal Comitato Scientifico, i documenti vengono trasmessi al Consiglio Direttivo per l’approvazione definitiva; quindi, sono pubblicati. Il coinvolgimento di più organi, (gruppo di lavoro, Comitato Scientifico e Consiglio Direttivo) tende a garantire che gli standard riflettano nel modo più ampio possibile l’orientamento dell’Associazione. Il primo standard, “Principi di redazione del bilancio sociale”137, è il documento di base, generale, utilizzato per lo più dalle imprese. Ha carattere nazionale, è nato dall’esperienza delle aziende italiane ed è stato concepito e realizzato tenendo conto della tradizione e della cultura aziendale italiane, ma facendo riferimento ad alcuni standard internazionali tra i più significativi, come i già analizzati Accountability1000, The Copenhagen Charter, Sustainability Reporting Guides GRI. Dopo questa premessa, di carattere definitorio, il documento GBS, in una prima parte, illustra i principi fondamentali che devono guidare l’elaborazione del bilancio sociale, al fine di assicurare la qualità del processo di formulazione e l’attendibilità delle informazioni in esso contenute. I principi individuati, sono essenzialmente: la responsabilità, l’identificazione, la trasparenza, l’inclusione, la coerenza, la neutralità, la competenza di periodo, la prudenza, la comparabilità, la comprensibilità, la chiarezza e intelleggibilità, la periodicità e ricorrenza, l’omogeneità, l’utilità, la significatività e rilevanza, la verificabilità dell’informazione, l’attendibilità e fedele rappresentazione, l’autonomia delle parti terze. La seconda parte del documento regola, invece, la struttura e il contenuto che deve assumere il bilancio sociale proposto dal gruppo. La struttura, in particolare, si articola in tre parti: l’identità aziendale; la produzione e distribuzione del valore aggiunto; la relazione sociale. Nella parte dedicata all’identità, si espongono i principi e i valori cui è informata l’attività aziendale, affinché gli

137 Cfr.:GBS, GRUPPO DI STUDIO PER IL BILANCIO SOCIALE, (2001), Principi di

utilizzatori del bilancio sociale possano formarsi un giudizio sulla coerenza tra gli assunti valoriali e la performance realizzata. In tale sede si precisano:

 l’assetto istituzionale, ovvero l’illustrazione dell’assetto proprietario, l’evoluzione della governance, i principali elementi che ne definiscono la storia, l’evoluzione, la dimensione, la collocazione sul mercato e l’assetto organizzativo;

 i valori di riferimento, vale a dire i principi etici e i codici deontologici effettivamente seguiti, che vengono assunti dall’azienda per guidare le scelte strategiche, le linee politiche e i comportamenti operativi di coloro che operano in azienda;

 la mission, ossia la descrizione delle principali finalità che l’azienda intende perseguire in campo economico e sociale;

 le strategie, vale a dire gli obiettivi di medio-lungo termine e le scelte in termini di programmi, iniziative, azioni e risorse per conseguirli;

 le politiche, intese come gli obiettivi di breve termine e le scelte di indirizzo.

Nella seconda sezione del report si espongono i prospetti di determinazione del valore aggiunto prodotto e della sua distribuzione tra gli stakeholder (come rappresentato in figura). Al “valore aggiunto” si arriva attraverso una riconfigurazione del conto economico dell’impresa e reinterpretando in chiave sociale i risultati economici. Esso viene assunto nel modello del GBS come indicatore del “valore” che l’azienda ha prodotto e distribuito presso tutti i soggetti che hanno contribuito, direttamente o indirettamente, alla sua attività (fornitori, dipendenti, proprietari, clienti, pubblica amministrazione, comunità in generale).