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Fondazione Antonio Presti Fiumara d’Arte a Librino.

Nel documento La Sicilia un museo a cielo aperto (pagine 77-81)

Capitolo secondo

RIQUALIFICAZIONE ATTRAVERSO L'ARTE: TRE ESEMPI DI RIGENERAZIONE URBANA IN SICILIA

2 Rinnovamenti in Sicilia grazie all’arte contemporanea.

2.7 Fondazione Antonio Presti Fiumara d’Arte a Librino.

L'area in cui sorge Librino quartiere periferico della città di Catania, in precedenza aveva il nome di Lebrino: il toponimo deriva dall'aggettivo latino leporinus cioè "della lepre". Il termine sostantivato leporinum identificava, nell'antica Roma, un luogo in cui abbondavano o venivano allevate le lepri in cattività a scopo venatorio. Oggi nonostante il quartiere è ormai urbanizzato, vi sono sia conigli selvatici sia lepri.

A partire dagli anni settanta si è pensato di concepire il quartiere come una vera e propria città satellite, autonoma e metropolitana, la cosiddetta Milano del Sud, con larghe strade e isole alberate, scuole, chiese, luoghi di ritrovo e nuove infrastrutture. Il progetto è stato affidato all‟architetto giapponese Kenzo Tange, allievo di Le Corbusier.

Nel piano regolatore del 1969, l‟area a disposizione per la realizzazione del quartiere era molto vasta: 420 ettari coltivati ad agrumi e vigneti e destinati al pascolo. Nel 1971, l‟architetto Tange invia a Catania il suo progetto che prevedeva una città articolata in dieci nuclei abitativi, ognuno dei quali pensato per circa 7.000 abitanti e dotato di scuole, uffici, centri sanitari e attività produttive. Una serie di borghi autonomi, dunque, delimitati da un doppio anello di strade dalle ampie carreggiate, pensati come collegamenti tra i vari nuclei e il cui cuore comune doveva essere un grande centro polifunzionale, dotato di teatro, pala congressi e un museo. C‟erano, nel progetto di Tange, anche piste verdi per le passeggiate a piedi e in bici, attraversamenti in sopraelevazione per i pedoni e un enorme parco urbano, attrezzato d‟impianti sportivi, strutture per il tempo libero e persino un lago artificiale per gli sport acquatici.107

Purtroppo il progetto dell‟architetto giapponese rimane sono un‟utopia, di fatto nulla è stato reso concreto. Oggi il quartiere è composto da dei palazzoni alti e anonimi, realizzati dall‟Istituto Case Autonome Popolari, in totale stato di abbandono e degrado; sono state costruite delle case abusivamente o gli immobili occupati da chi non ne ha diritto, come il noto “Palazzo di cemento” diventato punto cardine di criminalità e spazzatura.

Mancano da sempre i luoghi d‟incontro, le piazze attrezzate, i cinema, gli impianti sportivi. E oggi, se non fosse per le associazioni e le parrocchie che offrono momenti di raggruppamento e attività per i bambini, continuerebbero a mancare. A partire dalla metà degli anni novanta sin dal suo arrivo a Catania, il mecenate Antonio Presti ha voluto avviare la Fondazione Fiumara d‟Arte per riconsegnare la dignità agli abitanti del

78 quartiere, attraverso l‟arte e la bellezza, così Librino, luogo di mancamento, di criminalità, è diventato il modello del suo sogno più grande.

Presti quando si trasferisce a Catania affitta una grande casa nel centro storico che fin da subito comincia ad affidare alle cure degli artisti che, di anno in anno, la cambiano, trasformandone gli abituali connotati per farne una dimora extra-ordinaria: la Casa d’Arte Stesicorea, che prende il nome dalla piazza Stesicoro sulla quale si affaccia, richiama pubblico, stampa, mondo dell‟arte e curiosi; caratteristica fondamentale della casa è che dalle finestre di Stesicorea pendono alcuni grandi pannelli in cui, in varie lingue, con caratteri cubitali neri su sfondo giallo ben visibile anche da lontano, c‟è scritto “Io amo Librino – J‟aime Librino – I love Librino – Yo quiero Librino – Ich liebe Librino”,108 un modo innovativo e originale per dichiarare amore nei confronti di questo quartiere.

Lo scopo della Fondazione è la realizzazione della bellezza come forza etica e come occasione di riscatto, incontro e scoperta. Il quartiere catanese è stato scelto dalla Fondazione come spazio creativo per fare di Librino un Museo Internazionale a cielo aperto. Attraverso donazioni sono state offerte negli anni alla Sicilia grandi musei all‟aperto, idee, progetti e impegni etici per tutti quei luoghi abbandonati al degrado. Tutto il lavoro svolto nell‟arco degli ultimi quarant‟anni nasce da un grande sacrificio personale del presidente Antonio Presti, che ha realizzato a proprie spese e senza alcun tipo di contributo pubblico un progressivo piano di valorizzazione del territorio sotto l‟insegna della condivisione del sapere.109 A Librino, Presti investe partendo dalle nuove generazioni, dai più piccoli. Soprattutto per loro, per i circa 10.000 ragazzi che nel quartiere frequentano le nove scuole dell‟obbligo, Antonio Presti, da ormai venti anni, appoggia e organizza incontri e iniziative con poeti, scrittori scultori, fotografi e video artisti di fama internazionale. E li organizza in modo che i ragazzi e gli abitati diventano i protagonisti e attori principali dei progetti culturali e artistici.

«Fare esprimere la bellezza interiore a persone che si trovano in una situazione di disagio, di malessere, di rischio – sottolinea Presti – è un modo che può vivificare le emozioni implose in luoghi dove la depressione non è soltanto deprivazione di cose, né soltanto mancanza di strade, di piazze e di luoghi d‟incontro, servizi e strutture di cui la popolazione ha bisogno, certo, ma che non possiamo essere noi artisti a dare. L‟artista deve ricontattare l‟anima degli uomini attraverso la bellezza. Ed è dalla consapevolezza di essere belli che può nascere una nuova coscienza degli abitanti del quartiere».

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https://www.ioamolibrino.it/librino-questo-conosciuto/ 109 https://www.ioamolibrino.it/la-storia-della-fondazione/

79 Un omaggio, questo di Antonio Presti, in cui l‟arte deve essere vista come portatrice di vita, di crescita della bellezza grazie alla creatività artistica. Altro scopo della Fondazione è di promuovere e far conoscere Librino, di superare il limite di essere etichettata come una periferia marginale di Catania destinata al degrado e all‟abbandono e ridarle la possibilità di riscattarsi. Ignorare quest‟opportunità significa ignorare l‟identità stessa della città e dei cittadini. «Dicono che è un‟utopia – spiega il mecenate Presti – ma io sono convinto che utopia non è ciò che non si può realizzare, ma ciò che il sistema non vuole che si realizzi. Per questo dico che se le coscienze si svegliano, e si esprimono, i progetti possono diventare realtà». La Fondazione Antonio Presti invita sempre artisti siciliani e internazionali a Librino, per promuovere e rinnovare l‟immagine di questa città.

Ormai risale a più di vent‟anni fa l„incontro di Antonio Presti con Librino, quando camminava tra quei palazzi, i larghi stradoni, le ampie arie di verde incolto, e scorge le potenzialità e la bellezza del quartiere di Catania e decide di donare, con la sua Fondazione, un meraviglioso e innovativo progetto d‟arte, cultura e bellezza: il Museo Internazionale dell’Immagine - Terzocchio Meridiani di Luce. Presti l‟ha chiamato così perché il terzo occhio è quello del cuore, l‟occhio visionario. Il Museo non è un luogo statico, non solo uno spazio artistico in cui artisti, collezionisti possono esporre le opere ma un ambiente creativo in cui l‟opera è parte integrante del quartiere e dei cittadini.

“Mi chiedono spesso – racconta Antonio Presti – perché io abbia scelto proprio Librino. È stata una visione, probabilmente ispirata da questa sua architettura verticale, dalla sua posizione geografica al centro del Mediterraneo e soprattutto dal suo prestarsi, come una pagina vuota e bianca, a diventare un vasto spazio di creatività nel quale espressioni d‟arte contemporanea molto diverse possano incontrarsi e coabitare”.110

Il progetto del MuseoTerzocchio Meridiani di Luce, già attivo dal 2002, prevede una serie d‟interventi estetici su alcuni palazzi e spazi urbani di Librino. Il percorso del museo è costituito da blocchi di dieci facciate articolati in vari punti del quartiere come a creare un itinerario da percorrere comodamente nel proprio veicolo.

La mission del grande Museo Terzocchio Meridiani di Luce mira sulla bellezza per ritrovare l‟identità di cittadino attraverso il senso di appartenenza al proprio quartiere. L‟obiettivo fondamentale è sostenere sempre il rispetto, sia del territorio di Librino, sia degli abitanti, manifestando l‟identità con la bellezza.

80 Il Museo Terzocchio punta su una grande opera di riqualificazione urbana di alcuni immobili nel quartiere di Librino, a partire dalle ampie facciate nude dove sono montate alcune gigantografie d‟arte. L‟obiettivo è quello di suscitare bisogno e consapevolezza di bellezza tra gli abitanti di Librino che sono i protagonisti di questa iniziativa perché i loro volti e i loro corpi sono immortalati e utilizzati per la riqualificazione dell‟ambiente in cui abitano.

Tra gli altri interventi di riqualificazione ci sono:

la realizzazione nel 2009 di Porta della Bellezza;

 l‟archivio fotografico-socio-antropologico realizzato nel 2009;

 l‟illuminazione di alcune fiancate dei palazzi per cui gli artisti delle luci, coinvolti nel progetto, studieranno forme di illuminazione particolare che mettano in risalto alcune parti dei condomini;

 la proiezione continua di slide fotografiche, intervallate da proiezioni di immagini e accompagnate da colonne musicali;

 la trasformazione di alcune pareti in video collegati a internet grazie ai quali chiunque potrà interagire, creando la propria opera come collage di frasi e parole scritte dai poeti aderenti all‟iniziativa;

 la trasformazione di un ettaro di terreno lasciato all‟incuria in un‟opera d‟arte paesaggistica;

la costituzione del Museo diffuso Magma, che si snoda nelle 100 attività commerciali del quartiere all‟interno delle quali, sono accolte le opere di una mostra internazionale di fotografia;

il Cantico delle creature con l‟installazione di 700 banner installati sui tralicci dell‟illuminazione pubblica e recanti le foto degli abitanti accoppiate alle parole della Preghiera di San Francesco, realizzato nel 2018. 111

“Il museo di Librino – spiega Antonio Presti – donato dalla Fondazione e sostenuto da eventuali fondi privati non farà mai pagare un biglietto. Per impegno civile e morale la Fondazione Antonio Presti siglerà però con il pubblico un patto etico: i visitatori si impegneranno a spendere criticamente una cifra equivalente al prezzo medio di un ticket museale negli esercizi commerciali di Librino. Questa scelta genererà un indotto

81 economico criticamente orientato e libero. Il futuro di questo museo sarà così affidato alla trasformazione morale del popolo che, seguendo questo percorso, diverrà pubblico. Il successo – conclude Presti – che abbiamo avuto in questi ultimi anni in Sicilia e a Librino ci incoraggia a continuare. Non posso, però, realizzare il museo di Librino da solo. Spero che il mondo dell‟arte, della filosofia, della tecnica, della tecnologia potranno unirsi, aggiungere le proprie ragioni, trovarvi il proprio senso, la propria creatività”. 112

Nel documento La Sicilia un museo a cielo aperto (pagine 77-81)