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Si è già spiegato perché l’attività della Fondazione Guggenheim Venezia riveste una valenza sociale molto alta per la comunità locale. Passando ad analizzare le pratiche messe in atto per garantire l’accessibilità ai contenuti della collezione permanente e delle mostre temporanee, quest’aspetto diventa ancora più evidente e rilevante. In questo senso la Fondazione si muove prevalentemente su due fronti: il primo riguarda le pratiche pensate per essere accessibili alle persone cieche e ipovedenti, ma che possono essere sperimentati da chiunque; il secondo invece riguarda le attività tese a

Fig. 5.4 Schema riassuntivo

TIPO (people-based - equipment/technologies-based), FREQUENZA (regolari – speciali), GESTIONE (interna – esterna – coproduzione)

sviluppare l’inclusione sociale di persone della quarta età, malati di Alzheimer e disabili cognitivi.

Il primo settore è certamente quello più avanzato ed è sostanzialmente rappresentato dal progetto Doppio Senso che, oltre a diversi anni di storia ed esperienza, vanta partner tecnici e istituzionali di rilievo come l’Istituto Ciechi di Milano, L’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti e ICOM Italia. Il progetto nasce dalla collaborazione con Valeria Bottalico, ricercatrice nell'ambito dell'accessibilità museale, socio ICOM Italia e membro delle Commissioni tematiche Educazione, Mediazione e Accessibilità museale, e Felice Tagliaferri, scultore non vedente noto a livello internazionale e fondatore della Chiesa dell'Arte, scuola di arti plastiche. Dopo alcuni appuntamenti sperimentali per adulti e bambini, che hanno avuto luogo tra ottobre 2015 e gennaio 2016, Doppio Senso è entrato a far parte delle attività regolari del Museo, che attualmente offre due appuntamenti al mese, per gli adulti il sabato e per i bambini la domenica. Il programma è reso possibile grazie al contributo di The Gordon and Llura Gund Foundation, Fondazione Araldi Guinetti, Vaduz e Kirsh Foundation, che hanno messo a disposizione fondi per tre anni, fino a tutto il 2018. Doppio Senso è un percorso guidato che porta a scoprire alcune opere della collezione permanente (ma non solo, poiché viene offerto anche in occasione di mostre temporanee) tramite l’esplorazione tattile di tavolette che riproducono le opere pittoriche o, nel caso di sculture, direttamente dell’opera originale. In quest’ultimo caso bisogna naturalmente valutare lo stato di conservazione dell’opera e, provato che il tocco non può compromettere in nessuno modo l’integrità della scultura, è necessario comunque ottenere dei permessi per poterla toccare. Le riproduzioni tattili sono invece delle tavolette progettate interamente da Valeria e realizzate da una persona specializzata in questo campo che lavora all’Istituto dei Ciechi di Milano. Il processo di realizzazione è molto lungo (può durare anche più di un mese) e prevede una prima fase in cui Valeria sottopone l’opera da riprodurre al collaboratore di Milano; insieme realizzano una bozza in legno della tavoletta, che verrà sgrezzata e rifinita con varie texture e livelli di rilievo diversi per far emergere le caratteristiche e i particolari del quadro; da questa bozza in legno viene in seguito realizzata la matrice, che permetterà di stampare la tavoletta finale in resina. Per ovvi motivi le riproduzioni

tattili delle opere in prestito sono realizzate con una tecnica e dei materiali molto più semplici, poiché non dovranno essere utilizzate a lungo. Questo è avvenuto ad esempio per la mostra del pittore indiano Gaitonde (3 ottobre 2015 – 10 gennaio 2016). Durante il laboratorio, l’esplorazione tattile è sempre guidata da Valeria, che racconta sia ai ciechi che hai vedenti ciò che stanno percependo con il tatto, facilitando in questo modo la formazione di un’immagine mentale dell’opera (video 5.5; Fig. 5.5).

Per ragioni di sicurezza, le riproduzioni tattili non possono essere lasciate in sala a disposizione di chiunque poiché, trattandosi di una casa museo, alcuni ambienti sono molto stretti e il leggio su cui devono essere appoggiate ostacolerebbe il passaggio sia regolarmente che, a maggior ragione, in caso di fuga. Dopo il percorso tattile, che copre quattro o cinque opere in tutto, il laboratorio prosegue con la realizzazione in argilla di una delle opere trattate durante la visita, naturalmente in formato tavoletta, attività che aiuta a definire ulteriormente l’immagine mentale scaturita dall’esplorazione tattile dell’opera (Fig. 5.6). Indirizza e assiste i lavori lo scultore Felice Tagliaferri, che aiuta sprona i partecipanti con consigli, trucchi e battute.

A sinistra: Fig. 5.5

Esplorazione tattile dell’opera di Modigliani Ragazza con

bavero alla marinara (1916), guidata da Valeria Bottalico

Sotto: Fig. 5.6

Riproduzione in argilla dell’opera di Modigliani Ragazza

Come già detto, il laboratorio Doppio Senso rappresenta un’attività regolare, poiché vengono offerti due appuntamenti al mese, un giorno per bambini e l’altro per adulti. Le risorse e le competenze necessarie per realizzare questo laboratorio possono essere definite interne, nonostante i fondi per la realizzazione dell’attività provengano in gran parte da donazioni e sia Valeria che Felice non siano dipendenti del Museo, ma lavorino come liberi professionisti: questo perché il progetto è stato fortemente voluto dalla Fondazione ed è il risultato di anni d’impegno rispetto alle tematiche dell’accessibilità e dell’inclusione culturale. Inoltre, sebbene la realizzazione di tutte le riproduzioni tattili e dei materiali prodotti appositamente per questo progetto sia stata quasi completamente esternalizzata, questi appartengono a tutti gli effetti alla Fondazione, che può disporne come meglio crede.

Sempre nell’ambito delle disabilità sensoriali, il Museo dispone di vari supporti in braille tra cui il catalogo della collezione permanente e le didascalie delle opere in sala, realizzati in collaborazione con l’Istituto per Ciechi di Milano. A differenza del laboratorio Doppio Senso però, le risorse e le competenze utilizzate per la produzione di questi materiali possono essere considerate prevalentemente interne. La funzione di tali supporti, infatti, si esaurisce nell’utilizzo da parte dell’utente, a cui il Museo non aggiunge nessun tipo di servizio o di fruizione personalizzabile.

Il secondo ambito d’azione riguarda le pratiche tese a sviluppare l’inclusione sociale di persone della quarta età, malati di Alzheimer e disabili cognitivi. L’impegno nei confronti del pubblico molto anziano, prevalentemente residente, è partito dall’iniziativa Estate a Palazzo88, un’operazione culturale rivolta agli over 75, lanciata dall’associazione di promozione sociale “Red carpet for all”89 e patrocinata dal Comune di Venezia. Si tratta in pratica di un ciclo di visite guidate in palazzi, musei e siti culturali veneziani svolte con modalità che rendono l’esperienza veramente accessibile e gradita anche alle persone anziane. I percorsi all’interno dei musei e dei palazzi, ad esempio, prevedono sedie e panchine frequenti poiché, per godersi la visita in modo rilassato e

88

http://annoeuropeo2018.beniculturali.it/eventi/estate-palazzo-conversazioni-sullarte/

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partecipe, gli ospiti di una certa età hanno bisogno di sedersi spesso. Inoltre queste attività vengono svolte in fasce d’orario protette, ad esempio all’apertura del museo quando si presume non ci sia molto pubblico in sala, per consentire una fruizione ancora più tranquilla e agevole. I contenuti della visita guidata sono comunicati in forma di conversazione piuttosto che come una vera e propria spiegazione: questo sia per incoraggiare lo scambio di opinioni, ma soprattutto per facilitare l’instaurarsi di rapporti umani, fattore molto importante per le persone anziane, che magari sono rimaste sole e di fatto si sentono emarginate rispetto alla società. Durante l’estate 2017 il Guggenheim V. ha dunque partecipato a questa iniziativa, organizzando due visite guidate “facilitate” per persone della quarta età. Il percorso era articolato in quattro o cinque opere che, per vari motivi, si è ritenuto potessero essere particolarmente interessante per questo tipo di pubblico. Durante lo svolgersi della visita si è scoperto inoltre che molti di loro conoscevano direttamente Peggy Guggenheim, dunque gli ha fatto molto piacere condividere con il gruppo il proprio ricordo del personaggio, ma anche di com’era il palazzo prima di diventare museo. L’iniziativa Estate a Palazzo è riuscita a coinvolgere non solo le persone anziane che vi hanno partecipato, ma soprattutto i responsabili del dipartimento educazione del Museo, che hanno subito pensato a come proseguire e approfondire questo percorso. Per l’estate 2018, infatti, oltre ai due appuntamenti parte dell’iniziativa, si è pensato ad un altro progetto per coinvolgere un gruppo di persone over 75: queste dovrebbero svolgere brevi presentazioni al pubblico (simili ai focus che sono già offerti ad orari prestabiliti) raccontando la propria esperienza relativa a Peggy, al palazzo o alla collezione. Dal punto di vista delle disabilità cognitive, a dicembre 2017 si è svolta una prima visita guidata “facilitata” per persone con disagi cognitivi o Alzheimer, organizzata in collaborazione con l’Istituto di Ricovero e di Educazione (IRE) Venezia Giudecca. Come nel caso degli anziani, anche questo appuntamento è stato realizzato ad apertura del museo, dalle 9 alle 10, fascia d’orario in cui è difficile che le sale siano affollate. L’intenzione è di proseguire questo tipo di esperienza, organizzando visite guidate e altre attività accessibili per le persone con disabilità cognitive. Sia le visite guidate relative al progetto Estate a Palazzo che quelle per le disabilità cognitive possono

essere definite come pratiche speciali, dunque organizzate una tantum, anche se la volontà del Museo sarebbe quella di implementarle dal punto di vista della frequenza, facendole diventare attività almeno frequenti, se non regolari. Dal punto di vista della gestione, invece, entrambe le attività vengono sostanzialmente realizzate in co- produzione: nel primo caso il museo ospita alcuni appuntamenti parte dell’iniziativa Estate a palazzo mettendo a disposizione le proprie risorse e competenze, che però costituiscono un buon 50% del valore complessivo associato al sevizio; nel secondo caso l’attività è svolta in parte grazie alle risorse e competenze del museo e in parte grazie al supporto degli operatori dell’IRE, che conoscono personalmente i partecipanti e sono in grado di soddisfare le loro esigenze meglio di quanto potrebbe fare il personale del museo.

Osservando lo schema riassuntivo (Fig. 5.7) sembra che le pratiche relative all’accessibilità e all’inclusione offerte dal Guggenheim V. siano in realtà abbastanza diversificate, disponendo di un programma veramente molto avanzato dedicato ai ciechi e agli ipovedenti, ma anche di iniziative per le disabilità cognitive e il disagio sociale. Nell’ambito di questo studio, però, si è scelto di classificare l’offerta del

Fig. 5.7 Schema riassuntivo

TIPO (people-based - equipment/technologies-based), FREQUENZA (regolari – speciali), GESTIONE (interna – esterna – coproduzione)

Guggenheim come specializzata: infatti, nel complesso delle iniziative, la prevalenza del progetto Doppio Senso è innegabile, sia in termini di tempo e di budget investiti che di competenze sviluppate. La frequenza è regolare nel caso di Doppio Senso e del progetto per i focus realizzati da persone over 75; le visite guidate organizzate nel contesto dell’iniziativa Estate a Palazzo e quelle in collaborazione con l’IRE, invece, possono essere considerate speciali (anche se l’intenzione è di rendere queste ultime regolari). Infine la gestione delle pratiche è interna solo nel caso di Doppio Senso (e del progetto per i focus), mentre negli altri casi è definita come esterna o co-produzione.