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Il Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto nasce nel 1987 come ente funzionale della Provincia autonoma di Trento e opera oggi in tre luoghi distinti: la sede principale a Rovereto, un ampio complesso architettonico inaugurato nel 2002 su progetto di Mario Botta e Giulio Andreolli; la Casa d'Arte Futurista Depero sempre a Rovereto; la Galleria Civica di Trento, che è entrata a far parte del Mart nell’ottobre 2013. La mission istituzionale del museo è custodire, conservare, valorizzare e promuovere lo studio e la conoscenza dell’arte moderna e contemporanea, provvedendo alla gestione dei beni culturali costituenti il proprio patrimonio o messi a disposizione e promuovendone il pubblico godimento attraverso iniziative espositive, attività didattiche, di ricerca e altre iniziative culturali. Svolge inoltre attività educative, formative e didattiche volte alla comprensione ed alla conoscenza delle manifestazioni ed espressioni artistiche moderne e contemporanee84.

Come il MuSe, anche il MaRT è impegnato ormai da molti anni nella promozione di iniziative e programmi per garantire l’accessibilità della collezione e delle mostre temporanee. Questo tipo di progetti sono sviluppati e implementati dal Dipartimento Educazione del museo, che possiede competenze specializzate in particolare nell’ambito delle disabilità cognitive. Nel 2015, infatti, il MaRT ha ottenuto il marchio “Autismo Accolgo”85 di A.G.S.A.T Onlus (Associazione Genitori Soggetti Autistici) per le attività dedicate ad adulti e ragazzi autistici. Il Museo inoltre collabora con centri diurni e di soggiorno per malati di Alzheimer e dispone di una serie di supporti dedicati alle disabilità sensoriali. Diverse sono le pratiche people-based offerte: visite guidate “facilitate” per persone anziane affette da demenza senile o Alzheimer (video 5.3); percorsi di visita tattile86 alla collezione accompagnati dalla spiegazione vocale della guida per ciechi e ipovedenti; infine cicli di visite guidate e laboratori didattici per adulti e ragazzi con disagi cognitivi da lievi a importanti. Dunque anche il MaRT, come il MuSe,

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Statuto del MaRT cfr. nota 74

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https://www.discovertrento.it/citta-di-trento/il-marchio-autismo

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offre una gamma di iniziative diversificate per fare in modo che il contenuto culturale veicolato dal museo sia accessibile ad una varietà di pubblici diversi.

Le visite guidate “facilitate” (Fig. 5.3) si svolgono in fasce d’orario protette, generalmente la mattina dei giorni infrasettimanali, per assicurare una fruizione agevole e rilassante anche per le persone più anziane, che hanno bisogno di sedersi e fare pause frequenti.

Agli ospiti vengono consegnate delle cuffie, così da garantire a tutti un ascolto ottimale pur permettendo alla guida di utilizzare un tono di voce molto basso, per non disturbare gli altri visitatori in sala. La visita copre all’incirca una decina di opere selezionate per rappresentare le tematiche principali di ogni sala, ma anche per suscitare l’interesse e la partecipazione del gruppo: paesaggi facilmente riconoscibili, spiagge, strade, case, oppure oggetti d’uso comune, nature morte con frutta, cacciagione, crostacei, dame elegantemente vestite. La mediatrice culturale usa un tono di voce dolce, affettuoso, e si rivolge ai partecipanti per nome, facendo qualche domanda molto semplice per capire quali, tra le opere della mostra, interessino e piacciano di più: così facendo riesce a coinvolgerli in qualche semplice riflessione, rendendo la visita partecipata e istruttiva. I gruppi si spostano di sala in sala approfittando delle panchine, collocate al centro delle salette, in modo da seguire la spiegazione comodamente seduti davanti alle opere: in questo modo la stanchezza non si fa sentire in fretta, anche per le persone più anziane.

Fig. 5.3 Visita guidata “facilitata” per anziani affetti da demenza senile o Alzheimer

Di solito l’attività dura all’incirca un’ora e, comunque, termina non appena gli ospiti manifestino i primi segni di stanchezza, sia mentale che fisica. Quindi la durata media può variare e dipende sempre molto dalle caratteristiche del gruppo (video 5.4). I laboratori per adulti e ragazzi con disagi cognitivi da lievi a importanti, invece, si svolgono prima delle visite al museo e si strutturano quasi come dei corsi propedeutici, ossia una serie di appuntamenti in cui vengono proposte attività consequenziali a difficoltà incrementale87. Queste attività pratiche aiutano a sviluppare una familiarità preliminare rispetto ai contenuti generali delle mostre organizzate nel museo, che gli ospiti presumibilmente visiteranno in seguito, agevolando la comprensione di alcune tematiche fondamentali. Sia i percorsi tattili, che le visite guidate “facilitate”, che le attività per adulti e ragazzi con disagi cognitivi, sono realizzate con risorse e competenze assolutamente interne al museo, senza il supporto di servizi erogati da società esterne. Tutte queste pratiche sono inoltre disponibili su base regolare: i percorsi tattili, infatti, sono prenotabili in qualsiasi momento; le altre attività, come si è già detto, sono prevalentemente organizzate con appuntamenti a cadenza regolare (ad esempio una volta alla settimana o al mese). Il Museo si appoggia invece ad associazioni esterne per l’erogazione delle visite guidate in LIS, disponibile soltanto su prenotazione.

Relativamente alle pratiche equipment/technologies-based, dunque ai supporti e ai devices, è disponibile una guida del museo in braille per ciechi e in caratteri grandi e contrastati per ipovedenti. Per la realizzazione di questi strumenti il Museo si è affidato a società che producono specificatamente questo genere di supporti, esternalizzando del tutto la produzione. Presso la biglietteria della sede di Rovereto è inoltre disponibile una mini video-guida in LIS realizzata in collaborazione con l’ENS di Trento. Come per il MuSe, anche in questo caso la produzione della video guida, sebbene si basi su contenuti forniti dal museo, si può definire essenzialmente esterna in base ai criteri di prevalenza e salienza.

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Osservando lo schema riassuntivo (Fig. 5.4) appare evidente che il MaRT basa la sua strategia nel campo dell’accessibilità museale su una gamma di pratiche diversificate, rivolgendosi prima di tutto alle disabilità cognitive, ma prestando attenzione anche alle esigenze legate alle disabilità sensoriali. Le pratiche people-based sono principalmente offerte su base regolare e, come già osservato per il MuSe, anche in questo caso la maggior parte è realizzata grazie a collaborazioni esterne.