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2 DAL DIBATTITO PEDAGOGICO ITALIANO

2.3 La formazione dell’essere umano

Come è stato analizzato nel paragrafo precedente, l'articolo 24 del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro relativo al comparto Istruzione e Ricerca dispone:

“la scuola è una comunità educante di dialogo, di ricerca, di esperienza sociale, informata ai valori democratici e volta alla crescita della persona in tutte le sue dimensioni”.

In queste poche righe viene riassunta l'essenza della scuola, definita chiaramente la sua identità, i valori portanti e lo scopo principe: la cura della crescita globale della persona.

Questo principio era già stato dichiarato nell'articolo 2 del Decreto del Presidente della Repubblica n. 249 del 24 giugno 1998, “Lo statuto delle studentesse e degli studenti della scuola secondaria”, dove si legge che:

“la scuola è una comunità di dialogo, di ricerca, di esperienza sociale, informata ai valori democratici e volta alla crescita della persona in tutte le sue dimensioni. In essa ognuno con pari dignità e nella diversità dei ruoli, opera per garantire la formazione alla cittadinanza, la realizzazione del diritto allo studio, lo sviluppo delle potenzialità di ciascuno e il recupero delle situazioni di svantaggio, in armonia con i principi sanciti dalla Costituzione e dalla Convenzione internazionale sui Diritti dell'infanzia fatta a New York il 20 novembre 1989 e con i principi generali dell'ordinamento italiano”.

Anche il Testo Unico delle disposizioni vigenti in materia di istruzione, relative alle scuole di ogni ordine e grado al comma 2, art. 1 del Decreto Legislativo n.297 del 16 aprile 1994, indicava già che l'esercizio della libertà dell'insegnamento è diretta a promuovere, attraverso un confronto aperto di posizioni culturali, la piena formazione della personalità degli alunni.

E lo stesso Regolamento sull’autonomia indica che essa si sostanzia negli interventi di educazione, formazione ed istruzione mirati allo sviluppo della persona umana (art.1, D.P.R. n. 275 dell’8 marzo 1999).

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La strada tracciata viene riconfermata dal comma 1 dell'articolo 1 della legge 13 luglio 2015 n. 107, conosciuta come “La Buona Scuola”, che tratta l'oggetto e le finalità della riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione:

“Per affermare il ruolo centrale della scuola nella società della conoscenza e innalzare i livelli di istruzione e le competenze delle studentesse e degli studenti, rispettandone i tempi e gli stili di apprendimento, per contrastare le disuguaglianze socio-culturali e territoriali, per prevenire e recuperare l'abbandono e la dispersione scolastica, in coerenza con il profilo educativo, culturale e professionale dei diversi gradi di istruzione, per realizzare una scuola aperta quale laboratorio permanente di ricerca, sperimentazione e innovazione didattica, di partecipazione e di educazione alla cittadinanza attiva, per garantire il diritto allo studio, le pari opportunità di successo formativo e di istruzione permanente dei cittadini, la presente legge dà piena attuazione all’autonomia delle istituzioni scolastiche (…)”.

Tali affermazioni si pongono sulla linea seguita dal movimento New Democratic Ethical Educational Leadership che auspica un'educazione democratica atta a liberare la scuola dal nozionismo per giungere alla persona, a comprendere la complessità dell'attuale società le cui sfide vengono poste alla scuola (Ceruti, 2017) per “realizzarsi in uno scenario di vita abitato da continui cambiamenti” (Musaio, 2016).

Il dibattito italiano si pone direttamente in parallelo con le trattazioni che si stanno svolgendo negli ultimi anni oltre oceano e i punti di contatto convergono soprattutto sul significato ontologico della persona e sul valore imprescindibile della democrazia.

Baldacci pone la scuola ad un bivio nella scelta di aderire alle richieste del mercato o formare “un cittadino partecipe e riflessivo” (Baldacci, 2019, p. 11) tramite una nuova consapevolezza della cultura pedagogica scevra dall’ideologia del neo-liberismo, così come sta avvenendo negli Stati Uniti. (Par.1.9)

Contro la frammentazione del sapere, accogliendo l’invito di Morin, si esprime anche Margiotta: “la formazione, proprio per il fatto di emergere come bisogno originario di ricomposizione dell’umano dalla divisione ed alla specializzazione del lavoro cognitivo, si afferma come l'unica possibilità ricorsiva di generazione di senso e dunque di ulteriorità per la stessa società della conoscenza” (Margiotta, 2005, p.5).

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Ed ancora un’eco: “la nuova condizione umana globale ha oggi bisogno di una cultura che integri i saperi in modo fecondo, di prospettive culturali in cui i saperi umanistici siano collegati in modo profondo con i saperi scientifici e tecnologici (…). gli eccessivi specialismi frammentano i saperi, ostacolo alla comprensione dei problemi essenziali e portano inevitabilmente alla deresponsabilizzazione delle persone” (Ceruti, 2017, p.8).

In Italia tale discussione si è rivolta anche alla reintroduzione della materia dell'educazione civica, chiamata precedentemente anche educazione alla cittadinanza e alla Costituzione (Decreto ministeriale n° 35 del 22 giugno 2020). Un insegnamento che diventa un'esperienza di vita trasversale ai saperi e che si nutre della consapevolezza da stimolare nelle nuove generazioni inerente l’essere protagonisti della loro esistenza e della vita sociale, di una nuova paideia (Capodonico e Mauro, 2011).

La scuola è chiamata a rispondere con una formazione globale dell’essere umano che giunga alla responsabilizzazione civica tramite un’educazione alla cittadinanza che si declina oggi nella finalità di creare le condizioni per un apprendimento che deve accompagnare tutte le fasi della vita” (Ceruti, 2017, p. 20)

Mari ricorda che:

“l'affermazione della dignità della persona è stata una essenziale conquista di civiltà, che domanda un intenzionale e continuativo intervento educativo, volto a favorirne il riconoscimento permanente. Può apparire una preoccupazione superflua, ma non è così. Nel momento in cui si rendono viepiù riconoscibili tendenze culturali postumanistiche, come sta accadendo oggi, diventano possibili derive il cui esito non è facilmente prevedibile. Per questa ragione occorre operare in favore del riconoscimento dell'originalità antropologica della categoria di persona” (Mari, 2013, p. 5),

un concetto che, avverte Dutto, è polivalente nei suoi significati e poco praticato nell’istruzione, al di là delle dichiarazioni formali. Riprendendo Mounier, egli ricorda che la nozione di persona è “come apertura utopica, come possibile impegno verso un luogo che non è e insieme esige la scelta e la progettazione di un possibile avvento” (Dutto, 2013, p. 206).

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La scuola è chiamata a costruire un progetto di vita che vada oltre le sue mura, l'educazione alla cittadinanza si deve caratterizzare come un processo che dura per tutta la vita, inquadrandosi in una prospettiva di Lifelong, Lifewide, Lifedeep Learning (Parricchi, 2018, p.213).

“L'unico vero fine dell’istruzione per la formazione, o meglio della formazione personale tramite l’istruzione, che sia essa primaria o superiore, non può essere diverso dal promuovere al meglio possibile le condizioni per la fioritura integrale delle capacità di ogni persona, così da trasformarli in competenze assegnate dall’unicità dell’eccellenza individuale” (Bertagna, 2019, p.23).

La scuola può avere l’ardire di giungere alla sapienza, le istituzioni educative possono inserire nelle loro progettualità la sapienza per rinforzare la società, per abitare il mondo al massimo della fioritura umana, come indica Mortari:

“la sapienza delle cose umane è la conoscenza di quella tecnica della vita che consente di guadagnare non solo la virtù delle scienze, ma la verità dell'esistenza che ci rende in grado di abitare il mondo (…) e pensare il mondo per consentire il pieno fiorire della capacità umana. Ridisegnare l'educazione alla cittadinanza secondo il principio della sofia, della sapienza, così come la concepivano gli antichi greci, significa pensare ad una scuola dove si impara ad amare la ricerca delle cose più importanti che possono nutrire l’anima” (Mortari, 2020).

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