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V ERSO FORME DI INTEGRAZIONE SPAZIALE A LCUNE ESPERIENZE DI CINTURE VERDI IN EUROPA

Nel documento Progettare paesaggi di limite (pagine 86-97)

E I MODELLI PROGETTUAL

1.7 V ERSO FORME DI INTEGRAZIONE SPAZIALE A LCUNE ESPERIENZE DI CINTURE VERDI IN EUROPA

Nella seconda metà del Novecento alcune realtà metropolitane affrontano il tema della crescita urbana affidando l’immagine della città in trasformazione a progetti di sistemi di spazi verdi di cintura: Londra, come si è visto precedentemente, ma anche Parigi con la

Cinture Verte prevista dallo Schéma Directeur della Regione Ile de France o, più recentemente, le

città tedesche di Francoforte e Monaco con i loro GrünGürtel, oppure Barcellona con l’Anella

Verda. Il segno sostanzialmente lineare dell’anello di parchi urbani tipico delle esperienze

ottocentesche, si trasforma in un sistema spaziale articolato che coinvolge tutto il paesaggio non ancora edificato ai margini della città. Si è osservato, inoltre, come la preferenza di un disegno di corridoi o cunei verdi rispetto a quello di cintura verde sia legata alle caratteristiche paesistiche locali, oltre che frutto di precise scelte di pianificazione.

Le recenti politiche comunitarie in merito alla definizione dello sviluppo spaziale del continente europeo (ESDP)186 contengono indicazioni sulla necessità di ridurre le espansioni urbane, mirando a una forma compatta degli insediamenti e favorire una maggiore relazione con il territorio rurale, sollecitando l’integrazione delle aree agricole periurbane nelle strategie predisposte per le città. Nel documento non è fatto esplicito cenno a sistemi di spazi aperti di cintura quali modalità di contenimento delle aree urbanizzate, mentre in un precedente rapporto della Commissione Europea in tema di sostenibilità ambientale, questi sono citati come strumenti utili a garantire spazi per la ricreazione ma carenti sotto il profilo ecologico e funzionale rispetto a sistemi di corridoi: “lo sviluppo di una struttura verde per le città fornisce connessioni cruciali tra la città e la campagna circostante. Tale struttura può includere spazi verdi come campi coltivati, parchi, alberature e foreste naturali. Le «green belts» che circondano le città forniscono spazi ricreativi per i cittadini, esse non sono però in grado di provvedere alle connessioni vitali con le aree verdi né ai collegamenti necessari alla flora e alla fauna. I corridoi verdi che connettono la campagna con le aree verdi interne alla città forniscono la struttura ecologica migliore per gli habitat, in quanto associano all’incremento di biodiversità i valori ricreativi…”187. Il tema della cintura verde compare nel documento preparato dal Consiglio d’Europa insieme con l’Unione Internazionale della Difesa della Natura (Iucn) quale forma di protezione distinta dalle altre categorie di aree protette, differenziate per la diversa incidenza degli obiettivi paralleli di difesa dell’ambiente e ricreazione nel paesaggio188.

Nel panorama europeo l’esperienza di Parigi, ma soprattutto quelle tedesche, rappresentano episodi significativi per la scelta di salvaguardare i residui spazi liberi attorno alle aree urbanizzate attraverso un sistema verde di cintura a scala metropolitana, a cui è associata una politica di corridoi verdi a scala regionale. Gli esempi di Francoforte e Monaco, infatti, mostrano come l’adozione di disegni differenti a quello di cintura, non solamente indotti dalle configurazioni topografiche e urbanistiche, tradisce una diversità di approccio alla pianificazione che vede prioritario stabilire connessioni verdi funzionali sia a motivazioni 186 Questo è il primo documento congiunto adottato da vari Stati dell’Unione Europea a Posdam nel 1999 che

definisce linee guida per uno sviluppo territoriale sostenibile, sulla base di tre obiettivi operativi (equilibrio, conservazione, sviluppo), prefigurando il futuro assetto spaziale europeo. L’ESDP non si pone come un

masterplan ma come un quadro generale di indirizzo per le scelte compiute dai singoli Stati. Cfr. Commission of

the European Communities (Cec), ESDP European Spatial Development Perspective: Towards Balanced and Sustainable

Development of the Territory of the European Union, Office for official publications of European Communities,

Luxemburg 1999.

187 Commission of the European Communities (Cec), European Sustainable Cities, European Expert Group on the

Urban Environment, Sustainable Cities Project, Draft, Bruxelles 1994, cit. in MASSIMO ANGRILLI, Reti verde urbane,

Quaderni del Dipartimento di Architettura e Urbanistica di Pescara, 13, Palombi Editore, Roma 2002, pag. 19.

188 Le cinture verdi si trovano tra le riserve naturali e quelle integrali, i parchi nazionali, i paesaggi naturali o

seminaturali e quelli locali protetti, i monumenti naturali, le zone protette. Cfr. documento Iucn sul sito http://www.unife.it

ecologiche che di fruibilità ricreativa. La cintura verde risulta associata ad altri modelli spaziali che mirano a garantire obiettivi diversi e integrati alla stessa cintura, di cui sono superate così anche le limitazioni connesse alla geometria dello schema. L’esperienza spagnola è esemplare, invece, per l’approccio al tema della creazione di una rete di continuità ambientale attraverso il collegamento di una serie di aree protette.

La ceinture verte de la métropole parisienne

Il Plan Vert dell’area metropolitana parigina è improntato sull’integrazione di politiche ambientali afferenti a modelli spaziali differenti. La struttura della regione è caratterizzata dalla presenza di una area urbana centrale e da una molteplicità di agglomerazioni costituitesi nel corso del Novecento attraverso un processo di crescita costante “…dal quale traspare la sostanziale perdita dell’opportunità di creare una fascia-cuscinetto verde, vasta e continua, tutto attorno alla città, secondo il modello della green belt e come ideale dilatazione a scala territoriale dei due storici polmoni forestali – Bois de Boulogne e Bois de Vincennes – recuperati da Haussmann al disegno urbano: una proposta pur chiaramente intravista e propugnata già agli inizi del secolo da Jean Claude Forestier […] rimasta senza seguito per ragioni diverse, non ultima la sua impraticabilità sotto il profilo della strumentazione amministrativa disponibile all’epoca”189. Negli anni Settanta si tenta di porre rimedio all’espansione di una conurbazione che ha raggiunto i nove milioni di abitanti e salvaguardare le residue aree agricole e forestali. A questo interesse per il sistema delle aree libere periurbane si somma la volontà di costituire una struttura verde dentro il tessuto urbano con interventi mirati e funzionali a tutte le diverse esigenze e categorie di utenti, come i parchi de La Villette o Citroen, due esperienze significative della disciplina paesaggistica.

Un documento preliminare riguardante il progetto di una cintura verde, approvato dal Consiglio regionale dell’Ile de France, è presentato agli inizi degli anni Ottanta e finalizzato al conseguimento di tre obiettivi principali: impedire l’espansione a macchia d’olio dell’agglomerazione parigina, conservare l’attività agricola periurbana e costituire un sistema di parchi metropolitani.

Figure 61 e 62. Plan Vert Regional: le quattro politiche ambientali relative alla trame verte

d’agglomération, la ceinture verte régionale, la couronne rurale e le vallées et coulées verte. La

cintura verde della conurbazione parigina è sostanzialmente formata da aree forestali (in scuro) e agricole (in chiaro).

Fonte: IAURIF, op. cit., 2003, pagg. 30, 80.

189 FRANCO MIGLIORINI, Un sistema del verde per Parigi, “Urbanistica”, 97, 1989, pag. 43. Dopo il Padog, il piano di

riassetto e di organizzazione generale del 1960, che definisce un limite dimensionale alla città, la strategia dello

Schéma Directeur d’aménagement et d’urbanism de la Région de Paris del 1965 abbandona lo sviluppo radiocentrico per

orientarlo in direzione di due assi con la creazione di villes nouvelles, ma rifiutando la soluzione del decentramento oltre una cintura verde.

Figura 63. Progetti nella forma di principes d’aménagement sono previsti per i settori vulnerabili della cintura verde.

Fonte: XAVIER DE BUYER,Le Plan Vert Régional: mise en pratique dans les schémas directeurs locaux, "Les Cahiers de l’Institut d’Aménagement et d’Urbanisme de la Région d’Ile de France", 108, 1994, pag. 96.

L’attuazione è prevista mediante l’acquisizione di terreno o l’adozione di misure protettive da parte dei vari livelli istituzionali coinvolti - dai Comuni, alla Regione, allo Stato - mentre l’Agence des espace vertes, costituita per mediare i conflitti urbano-rurali, promuove e realizza i singoli interventi su aree di proprietà o su richiesta delle singole Amministrazioni. Accordi e convenzioni con i proprietari privati consentono l’apertura dei parchi, l’attraversamento di percorsi entro le aree agricole e la fruizione dei boschi. “Si tratta di una politica a tutti gli effetti di tipo ambientale, che considera però come decisivi due ordini di ricadute: quella ricreativa legata alla domanda sociale di contatto con la natura e quella economica di salvaguardia di quella parte delle aree agricole, deboli per ragioni di qualità dei suoli e di organizzazione produttiva e fondiaria, che appaiono più esposte a processi di degrado e di sottrazione e dove l’azione appare prioritaria”190. Il progetto si fonda sull’analisi delle risorse esistenti, classificate in spazi verdi (boschi, foreste e parchi); aree agricole; spazi verdi di attrezzature urbane (centri sportivi, demani ospedalieri e universitari); aree prive di destinazione, dismesse o con attività marginali (cave, discariche, incolti, eccetera). Dall’indagine scaturiscono quattro linee direttive progettuali che riguardano gli spazi pubblici o privati di uso pubblico, per i quali il programma prevede interventi di acquisizione fondiaria per cinquemilatrecento ettari e la loro utilizzazione ricreativa; le aree agricole di proprietà privata per le quali sono rafforzate politiche di salvaguardia e protezione; gli spazi di accompagnamento della cintura verde, come cimiteri, complessi scolastici, campeggi, e i collegamenti verdi tra le tipologie sopra individuate, configurabili a tutti gli effetti all’interno di politiche di cintura191.

Il Plan Vert Régional del 1994 non ha valenza giuridica ma si presenta nella forma di un documento propositivo a supporto delle attività di pianificazione a scala comunale. Si articola in quattro politiche che afferiscono a livelli diversi, sia geografici (in funzione della distanza dal centro di Parigi), sia istituzionali (richiedendo l’azione congiunta di Regione, Dipartimenti e Comuni) e si traduce in quattro distinte carte.

190 FRANCO MIGLIORINI, op. cit., 1989, pagg. 44-45.

191 L’estensione della cintura verde è pari a centodiciottomila ettari così suddivisi: spazi verdi pubblici o di uso

pubblico (foreste, boschi, parchi, giardini urbani, aree ricreative), oltre cinquantasettemila ettari corrispondenti al quarantanove percento della superficie totale; aree agricole private, quasi cinquantatremila ettari (pari al quarantaquattro percento); spazi di accompagnamento e collegamenti verdi, ottomila ettari che incidono per il sette percento sul valore complessivo.Cfr.FRANCO MIGLIORINI, op. cit., 1989, pag. 48.

La trame verte d’agglomération investe il cuore della regione dell’Ile de France dal centro di Parigi fino ad un raggio di dieci chilometri ed è costituita da una rete capillare di parchi e spazi pubblici con l’obiettivo di creare una struttura verde all’interno della zona più densamente costruita, utilizzando principalmente la rete idrografica e la trama della viabilità storica, facilitando così la circolazione pedonale e ciclabile. La ceinture verte régionale si riferisce all’insieme dei quattrocentodieci Comuni che si trovano entro un raggio compreso tra i dieci e trenta chilometri da Parigi, nel territorio maggiormente sottoposto alle pressioni insediative le cui aree libere mostrano la più alta fragilità; ad essa si chiede di garantire che il passaggio dall’ambiente urbano a quello rurale avvenga in modo armonioso. La politica di preservazione degli spazi a corona della città dalla saturazione edilizia promossa con la ceinture

verte régionale si inserisce in linea con quanto già perseguito dall’Agence des espace vertes con

l’acquisizione e il potenziamento delle aree boschive o la conservazione delle aree agricole; per questa seconda finalità, l’Agenzia ha adottato un meccanismo di acquisizione di aree agricole strategiche per la continuità della cintura verde, cedendole poi in locazione agli agricoltori con contratti favorevoli e a lungo termine. La couronne rurale riguarda il territorio forestale e agricolo che si estende fino ai confini regionali, dove sono avviate politiche di conservazione del patrimonio naturale mediante la creazione di parchi regionali e l’attivazione di incentivi per le attività agricole e forestali. Le vallées et coulées verte, infine, sono corridoi verdi che attraversano trasversalmente la regione fino al centro dell’agglomerazione parigina sfruttando la presenza di elementi lineari sia naturali, come le valli fluviali, sia antropici come gli assi infrastrutturali (autostrade e Tgv) attraverso i quali si persegue la finalità di collegare le varie aree agricole e forestali più esterne con il nucleo urbano.

Die Frankfurt GrünGürtel

In Germania, diversamente da quanto è avvenuto in Italia dove la legislazione nazionale non prevede lo strumento del piano del verde o del piano del paesaggio192, è operata la scelta di far procedere pianificazione urbanistica e paesistica con strumenti distinti e paralleli ai vari livelli amministrativi193. Il piano paesistico comunale è lo strumento centrale per la protezione e la cura del paesaggio attraverso il quale la pianificazione degli spazi aperti [Freiraumplanung] riveste un ruolo determinante per lo sviluppo degli insediamenti. E’ il caso del piano paesistico di Francoforte sul Meno dove il sistema di aree libere periurbane struttura la crescita della città, supportato da una antica e ricca tradizione di politiche che vanno dall’acquisizione di terreni come bosco urbano (XIV secolo), alla trasformazione degli spazi difensivi in aree per la ricreazione (XIX secolo), alla realizzazione dell’Alleenring (fine XIX- inizio XX secolo), fino all’esperienza di pianificazione integrata dei nuovi insediamenti e spazi aperti di Lebrecth Migge ed Ernst May degli anni Venti per la Valle del Nidda.

Nel GrünGürtel, la cintura verde, rovesciando il termine usualmente riferito all’edificazione, si introduce la definizione di parkerwartungsland “aree in attesa di diventare parco”. Significativamente nel piano si parla di visione strategica [Vision Offener Grünräume] così come avviene nella vicenda della regione carbonifera della Ruhr, due esperienze progettuali significative per il disegno degli spazi periurbani proposto. E’ stato osservato che il punto di forza di queste realizzazioni tedesche di fama internazionale consiste nella capacità di combinare invenzioni progettuali e gestionali194. In esse, anche per i caratteri dimensionali dell’intervento, quello che conta non è elaborare un progetto formalmente ben disegnato ma 192 Questa tipologia di piano è prevista a livello regionale nelle esperienze della fine degli anni Ottanta della

Lombardia con il Regolamento verde, ma soprattutto dell’Emilia Romagna il cui Programma Regionale per il Verde

Urbano ha introdotto lo strumento di settore del piano del verde.

193 Ai tre livelli di Länder, Circoscrizioni e Comuni corrispondono tre strumenti di pianificazione paesistica: il

programma di paesaggio [Landschaftsprogramm], il piano quadro paesistico [Landschaftsrahmenplän] e il piano paesistico comunale [Landschaftsplän] che ha come corrispondente urbanistico il piano di utilizzo dei suoli.

194 Cfr. PIERO MAZZOLI, Tutela e pianificazione del paesaggio in Germania, in LIONELLA SCAZZOSI (a cura), Politiche e culture del paesaggio. Esperienze internazionali a confronto, Gangemi, Roma 1999, pagg. 67-98.

attivare meccanismi che permettono la sostenibilità e l’implementazione dell’operazione. Il

Frankfurt Grüngürtel e l’Emscher Landschaftspark sono programmi di trasformazione

“…proposti come strategie di natura processuale, il cui esito non è prestabilito, ma viene raggiunto per approssimazioni, e nelle quali il principale elemento di innovazione è rappresentato dalla rilevanza attribuita agli spazi aperti”195. Particolarmente significativa risulta infatti nel GrünGürtel la scelta non di una verifica in tempi brevi del progetto, ma decennale; non si cerca cioè una soluzione immediata ai problemi della città contemporanea che potrebbe rivelarsi anche effimera, ma si costruisce lentamente un processo. La cintura verde è pensata come piano di natura processuale, un work in progress per raggiungere, con piccoli passi, l’esito finale; ad essa è attribuito il compito di strutturare nel lungo periodo le trasformazioni urbane, diventando il mezzo per restituire identità a territori che sembravano averla perduta, riconoscendo nella “natura in città” l’elemento costitutivo del paesaggio edificato. “In queste aree il programma intendeva intervenire attraverso la manutenzione coordinata delle risorse esistenti, la realizzazione di percorsi, l’apertura controllata di aree agricole di proprietà privata, l’alberatura di superfici e percorsi, in modo tale da provvedere alla progressiva integrazione delle destinazioni d’uso esistenti con quelle in via di sviluppo, con l’obiettivo di giungere, entro dieci anni, alla riqualificazione ecologica e sociale di ampie porzioni del GrünGürtel”196.

Figure 64, 65 e 66. Il GrünGürtel di Francoforte è inserito all’interno di un sistema di corridoi verdi regionali strutturati sulla rete idrografica, fin dalle prime elaborazioni progettuali del GrünGürtel Projektbüro (1990). Il paesaggio è caratterizzato da boschi e aree agricole dove permangono zone coltivate tradizionalmente a frutteto.

Fonte: TOM KOENIGS (a cura di), Vision Offener Grünräume, Campus Verlag, Frankfurt-New York 1991, pag. 9, 27, 29.

Questa strategia di lunga durata è stata il suo punto di forza, sia perché tale atteggiamento rappresenta una costante nella cultura tedesca, sia perché l’intensa campagna di sensibilizzazione della popolazione ha garantito che il progetto procedesse quasi per inerzia; purtroppo, in un clima politico precario, la lenta attuazione della cintura verde si è dimostrata anche una debolezza.

Il cambio politico-amministrativo del 1996 ha infatti interrotto l’attività della società costituita con il ruolo di coordinamento e progettazione della cintura verde diretta da Peter Lieser e Dietmar Vogel, ma proprio l’opera di coinvolgimento della popolazione, delle strutture comunali, dei vari operatori interessati, ha fatto sì che, nonostante le difficoltà legate alla restrizione dei finanziamenti, “…la strategia sembri tuttora sopravvivere, seppure in modo riflesso nelle scelte di sviluppo edilizio attente a limitare il consumo di suolo e alla 195 ANTONIO LONGO,PETRA POTZ, Un nuovo senso urbano, in ANTONIO LONGO (a cura di), op. cit., 1996, pag. 99. 196 PETER LIESER, GrünGürtel Frankfurt. Una nuova strategia o l'ultima battaglia per la "natura in città"?, in ANTONIO

riduzione dell’impatto delle nuove opere infrastrutturali sul paesaggio, oltre che nel tentativo di alcuni comuni della cintura di collegarsi alle aree verdi di Francoforte attraverso corridoi verdi”197.

Ciò è stato possibile soprattutto perché il GrünGürtel “…non è solo un progetto sulla carta, ma è innanzitutto un progetto nella mente dei cittadini. La progettazione degli spazi aperti è innanzitutto la ri-definizione del concetto di spazio nella mentalità della gente…”198.

Oltre alla sostenibilità e all’innovazione gestionale una terza componente è strettamente correlata nei progetti tedeschi: la straordinarietà dell’operazione. Sebbene espressione di una lunga tradizione di pianificazione paesistica, quelle di Francoforte e della Ruhr costituiscono esperienze progettuali extra-ordinarie che rappresentano una innovazione nella prassi urbanistica attraverso l’attivazione di strutture indipendenti dotate di risorse umane e finanziarie in grado di realizzare disegni complessi in un tempo relativamente breve secondo una precisa programmazione degli interventi199. A Francoforte questo ruolo è sostenuto dal GrünGürtel Gmbh di intermediazione fra le istituzioni e le forze politiche e sociali coinvolte, dotata di grande autonomia, soprattutto finanziaria, con il compito di coordinamento dei vari uffici pubblici, di sensibilizzazione dell’opinione pubblica (con seminari, mostre, workshop, conferenze) e di formulazione delle linee guida per la costituzione di uno statuto della cintura verde.

Figura 67. La cintura verde in una tavola di inquadramento per il workshop del 1990: il sistema dei parchi pubblici risalta sull’insieme delle aree agricole - che si articolano lungo il corso del fiume Nidda e nei territori a Nord rispetto al fiume Meno - e dei boschi - in particolare il grande bosco urbano a Sud della città - che caratterizzano il paesaggio periurbano di Francoforte.

Fonte: TOM KOENIGS (a cura di), op. cit., 1991, pag. 3.

197 ANTONIO LONGO,PETRA POTZ, op. cit., 1996, pag. 103.

198 TOM KOENIGS,PETER LIESER, GrünGürtel Frankfurt in MARTIN WENTZ (a cura di), Planungskulturen. Die Zukunft der Städtischen, Campus, Frankfurt-New York 1992, pag. 130.

Figure 68 e 69. Progetti di settori della cintura verde. Stadtpark Nieder-Eschbach, elaborato da Peter Berner, Ulrike Beuter, Adriaan Geuze-West 8 in occasione del workshop del 1990. Progetto di dettaglio predisposto nel 1992 da professionisti esterni per l’area compresa tra Lohrpark e Huthpark.

Fonti: TOM KOENIGS (a cura di), op. cit., 1991, pag. 140 e ANTONIO LONGO,PETRA POTZ, Un nuovo senso urbano, in ANTONIO

LONGO (a cura di), op. cit., 1996, pag. 102.

La componente partecipativa è la chiave di volta per la costruzione del progetto-processo al quale sono impegnati tecnici esperti in pianificazione, architettura del paesaggio e agronomia, ma anche giuristi, sociologi, consulenti di finanza e economia aziendale. La strategia prefigurata dal GrünGürtel è esplicitata nella Carta Costituzionale, approvata nel 1991 e comprendente la raccolta delle procedure pubblico-giuridiche per assicurare la salvaguardia della cintura e nel Manifesto della Cintura Verde a cui è allegata la planimetria dell’ambito territoriale interessato e le linee progettuali.

La Carta Costituzionale costituisce il quadro entro cui si devono muovere gli interventi specifici ed alla quale devono adeguarsi i progetti relativi ai vari settori della cintura elaborati da professionisti esterni all’Amministrazione e alla società di intermediazione. La novità non è rappresentata dalle modalità di realizzazione dei singoli progetti, che seguono la prassi ordinaria, ma dall’innovazione delle procedure per cui ogni operazione deve essere conforme

Nel documento Progettare paesaggi di limite (pagine 86-97)