• Non ci sono risultati.

C ONTAMINAZIONI DEL TEMA : I CUNEI VERDI A LCUNI ESEMP

Nel documento Progettare paesaggi di limite (pagine 71-77)

E I MODELLI PROGETTUAL

1.5 C ONTAMINAZIONI DEL TEMA : I CUNEI VERDI A LCUNI ESEMP

Il Regionalpark Rhein-Main e l’Emscher Landschaftspark

In Germania la pianificazione degli spazi aperti si consolida fra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, connotata dalla profonda convinzione che il verde sia dotato di potere terapeutico; questa idea, unita a un radicato sentimento antiurbano, ha contribuito al formarsi di un’immagine alternativa alla città compatta: lo stadt-landschaft, cioè “paesaggio nella città”. Se in situazioni che rispondono ad un modello monocentrico si rende necessario introdurre il verde nel tessuto urbano compatto e Berlino degli anni Dieci diviene l’esempio per tutto il regno tedesco, “…l’immagine di stadt-landschaft corrispondeva alle necessità di cura e salvaguardia delle aree libere e verdi in un territorio a struttura policentrica…”155.

A questa forte tradizione di compenetrazione tra tessuto edificato e verde si affida anche l’idea di contribuire al miglioramento delle condizioni ambientali delle aree urbanizzate attraverso sistemi verdi lineari. Spinti da una identica volontà di attribuire al progetto degli spazi aperti un ruolo strutturante le trasformazioni urbane, si osservano due diversi approcci che si esplicitano attraverso disegni profondamente differenti: in aree metropolitane che ruotano attorno a polarità centrali si privilegia spesso un disegno di cintura verde, mentre in presenza di numerosi nuclei insediativi, come nel bacino della Ruhr, si adottano soluzioni di corridoi verdi di penetrazione nei tessuti edificati. Questa scelta è legata fondamentalmente alla configurazione spaziale dei luoghi urbani sebbene anche in assenza di fenomeni forti di policentrismo si riscontrino progetti di cunei con ruolo di connessione ecologica e funzionale, come nella regione di Francoforte, dove il capoluogo è famoso, come si vedrà più avanti, per aver proposto un disegno esemplare di cintura verde.

In risposta ai problemi creati dalla enorme espansione dei Comuni limitrofi a Francoforte sul Meno nasce alla fine degli anni Ottanta il parco metropolitano del Reno-Meno che si sviluppa in un paesaggio ancora sostanzialmente agricolo. L’idea riprende il concetto di fasce verdi regionali ipotizzate per la prima volta nel 1968 con funzione di regolazione delle condizioni climatiche, di dotazione di aree ricreative e separazione degli insediamenti. Garantendo al sistema di corridoi verdi lo status di parco regionale156, con una serie di percorsi tematici che si inseriscono in un tessuto produttivo intensivo, in realtà poco accessibile, si realizza un disegno connotato da una parziale frammentazione ma comunque capace di consentire una continuità di fruizione attraverso percorsi già esistenti utilizzati per le attività agricole. Questi regionalen grünzüge liberi da edificazione sono poi confermati nel piano regolatore di Francoforte, che introduce la categoria di “area verde ecologicamente significativa”, orientando di fatto la crescita della città.

Nella Ruhr il progetto di sistemi verdi lineari è legato ad un importante processo di riqualificazione ambientale, sociale e culturale messo in atto alla fine degli anni Ottanta dal professor Karl Ganser attraverso l’Internazionale Bauaustellung (Iba) riuscendo a creare una nuova valenza turistica al territorio ex-industriale del bacino carbonifero. Questo intervento si fonda su una solida tradizione. Nella concezione urbanistica di Robert Schmidt, ingegnere incaricato di redigere un memorandum per la formazione di un parco nazionale nel distretto industriale da una commissione nominata in seguito all’esposizione universale di Düsseldorf del 1910, il progetto degli spazi verdi ha ruolo di orientare lo sviluppo urbano; la costruzione dei nuovi quartieri residenziali, sul modello delle città giardino, deve legarsi in modo sistematico alla pianificazione delle aree verdi.

155 URSULA VON PETZ, op. cit., 1996, pag. 123.

156 Come avviene a Francoforte o nella Ruhr, anche qui alla metà degli anni Novanta è fondata una società a

responsabilità limitata denominata Regionalpark Rhein-Main a cui partecipano i vari Comuni interessati e alla quale è reso disponibile un consistente capitale (ventitre milioni e mezzo di marchi tra il 1995 e il 1999).

Figure 45 e 46. Il Piano di Sviluppo della Ruhr del 1964 distingue due tipologie di spazi aperti: sette corridoi verdi, con andamento Nord-Sud, costituiti sostanzialmente da boschi e aree agricole separano le principali città della “area nucleo” maggiormente congestionata ed inquinata; vaste aree ricreative, nelle zone meridionali e settentrionali più attraenti della regione, formano una sorta di cintura verde attorno all’area nucleo. Dettaglio del corridoio verde tra Duisburg e Mulheim-Oberhausen previsto dal piano.

Fonte: PETER HALL, Le città mondiali, trad. ita. Antonietta Mazza, Il Saggiatore, Milano 1966, pagg. 150-151, 154.

Tra Ottocento e Novecento il paesaggio della Ruhr, pesantemente sfruttato e modificato dall’industria mineraria e siderurgica, muta da agrario a industriale presentando i primi problemi ambientali e sociali. “Già agli inizi del secolo la Ruhr era la più grande e potente zona industriale d’Europa, cresciuta consumando il sottosuolo e, al di fuori di qualsiasi regola, il soprasuolo che, del resto, con l’eccezione della sua parte centro-meridionale, si prestava ad un tale sfruttamento essendo privo di storia e di centri urbani che potessero condizionarne il processo d’urbanizzazione. I corsi d’acqua furono trasformati in vere e proprie fogne a cielo aperto ed enormi montagne di scorie e rottami alterarono profondamente il paesaggio”157.

La proposta di Schmidt comprende, oltre al parco nazionale, una cintura continua di prati e boschi facilmente accessibile dalla popolazione attraverso una rete di percorsi pedonali e per mezzi pubblici. Egli distingue, pur ritenendoli complementari, tra il verde urbano e quello regionale: al primo appartengono l’insieme delle aree pubbliche e campi gioco nei quartieri residenziali, al secondo la cintura di prati e boschi destinati alla ricreazione del fine-settimana e il sistema di fasce verdi con funzioni climatiche. Questo disegno a pettine è infatti originariamente concepito per consentire la ventilazione delle città al fine di creare una massa di resistenza e bloccare le sostanze nocive portate dai venti occidentali. Anche se oggi sappiamo che la distribuzione di tali sostanze avviene agli strati alti dell’atmosfera ed è quindi riducibile solo attraverso una drastica limitazione delle emissioni, i corridoi verdi mantengono in ogni caso un importante ruolo per la regolazione microclimatica158.

Negli anni Venti il progetto di Schmidt suscita un interesse concreto con l’istituzione del Consorzio dei Comuni del distretto carbonifero della Ruhr (Svr)159 allo scopo di conservare il paesaggio non ancora trasformato. L’attività del Consorzio si esplica nel rilievo e classificazione di tutte le aree libere da proteggere, redigendo una sorta di inventario degli elementi naturali come boschi, campi, laghi, ma anche aree verdi urbane; nell’impianto di 157 FABIO MINUCCI,Le regioni industrializzate tra declino e innovazione. Il caso della Ruhr in un contesto europeo, F. Angeli,

Milano 1996, pag. 72.

158 Cfr. ARNO SCHMID, Il paesaggio dell’Emscher per l’IBA 1989-1999 in DOMENICO LUCIANI (a cura di), Il Governo del paesaggio e del giardino, itinerario nell’area germanica, Edizioni Guerini e Associati – Fondazione Benetton, Milano-

Treviso 1993, pag. 26.

159 Il Siedlungsverband Ruhrkohlenbezirk (Svr), alla cui direzione è posto Schmidt, che negli anni Ottanta diventa

vivai per l’allevamento di specie vegetali resistenti all’inquinamento e opere di rimboschimento forestale; in progetti di grandi impianti per il tempo libero; ma soprattutto induce i singoli Comuni a predisporre piani di sviluppo dei suoli [Flachenutzungsplan] e piani edilizi esecutivi [Bauleitplanung].

Questa politica di salvaguardia si concretizza negli anni Sessanta con il Piano per lo Sviluppo Regionale della Ruhr che prevede un sistema lineare di spazi verdi destinati alla ricreazione della popolazione160 distinti in quattro categorie in funzione delle caratteristiche ambientali, dimensionali e distanze dai centri urbani: siti, punti focali e centri per la ricreazione e parchi metropolitani regionali161. Trovandosi nella regione più popolata ed inquinata della Germania, totalmente carente in servizi alla popolazione, si delinea infatti “…la necessità di modificare la primitiva concezione della «protezione della natura come conservazione», contenuta nella legge nazionale sulla protezione della natura [del 1935], attraverso uno sviluppo paesistico più dinamico, che non si limiti solo alla creazione di riserve, ma che si estenda alla totalità del paesaggio”162.

Il piano attribuisce agli spazi aperti tre funzioni diverse e complementari, di ordinamento, igienico-sociali e di svago: “…le aree verdi regionali devono configurarsi come spazi aperti continui fra le aree densamente popolate […] utili al miglioramento della struttura insediativa […]. Il sistema regionale di aree verdi offre, se organizzato in modo opportuno, la possibilità di creare aree di svago a poca distanza dalle zone residenziali […]. Poiché si estendono più o meno in direzione Nord-Sud e sono così obliqui rispetto alla direzione principale dei venti, contribuiscono al miglioramento dell’aria […]”163.

Figura 47. Il progetto pilota dell'Emscher Landschaftspark (1:50.000) prevede sette corridoi verdi trasversali con andamento Nord-Sud, all’interno dei quali sono individuate aree strategiche per lo sviluppo del parco, collegati longitudinalmente dal corridoio verde regionale Est-Ovest (in scuro nel disegno). I numeri individuano i vari progetti tra cui il parco di Duisburg Nord (1) e la Buga di Gelsenkirchen (6).

Fonte: BIAGIO CILLO,GIANLUCA SOLERA, (a cura di), Sviluppo sostenibile e città, CLEAN Edizioni, Napoli 1997, pag. 50.

160 Il Gebietsentwicklungsplan del 1964, approvato nel 1966 è redatto dal Svr in scala 1:50.000. Sebbene fondato su

erronee previsioni di crescita dell’industria estrattiva, il piano possiede elementi innovativi, in particolare introduce modalità di partecipazione e condivisione tra Enti diversi per un obiettivo strategico comune.

161 A partire dal 1968 sono realizzati i “parchi regionali attrezzati” [Revierpark] per attività sportive, culturali,

ricreative; i “centri per la ricreazione regionali” [Freizeitzentren]; i “punti focali per la ricreazione” di interesse naturalistico [Freizeitschwerkpunkte] che appartengono alle singole comunità locali; i “siti per la ricreazione” [Freizeitstatten] di piccole dimensioni, gestiti dalle municipalità e localizzati a breve distanza dai centri urbani.

162 ALBERT SCHMIDT, Retrospettiva storica, “Acer”, 6, 1985, pag. 47.

163 Svr, Siedlungsverband Ruhrkohlenbezirk Gebietsentwicklungsplan 1966, Essen 1966, pagg. 66, 80, 84, cit. in LOTHAR

FINKE, Ecologia del paesaggio e pianificazione degli spazi aperti, in ANTONIO LONGO (a cura di), op. cit., 1996, pagg. 122- 123.

Figure 48 e 49. Il parco dell’Emscher e il sistema dei corridoi verdi all’interno di un quadro di progetti a ampio raggio: i parchi regionali dei fiumi Lippe, Ruhr e Rhein. Piano di paesaggio relativo al Regionale Grünzüge F (il secondo da destra nello schema generale) predisposto dalle Amministrazioni locali interessate di Waltrop, Castrop-Rauxel e Dortmund: sono evidenziati il paesaggio agrario protetto (retino chiaro), gli interventi di riqualificazione del paesaggio urbano (retino scuro), le aste fluviali da rinaturalizzare (quella tratteggiata individua il canale navigabile Dortmund-Ems). Sono inoltre segnalate attraverso frecce (in ordine decrescente) tre tipologie di collegamenti con il contiguo corridoio verde: tra aree fluviali, tra parchi urbani, tra biotopi.

Fonti: IAURIF, Franges des métropoles. Des territoires de projets, “Les Cahiers de l’Institut d’Aménagement et d’Urbanisme de la Region d’Ile de France”, 136, 2003, pag. 81 e WALTER SIEBEL, La ristrutturazione della Ruhr e l’Iba Emscher Park in ANTONIO

LONGO (a cura di), op. cit., 1996, pag. 111.

I regionalen Grünzüge, sette fasce verdi regionali con andamento Nord-Sud diventano la struttura portante del paesaggio urbano policentrico. Di fatto, sebbene molte previsioni formulate nel piano siano in seguito messe in discussione, la presenza dei corridoi verdi rimane una costante nella pianificazione della regione dimostrandosi efficace strumento di orientamento della crescita urbana. Se il controllo dell’urbanizzazione costituisce il principale obiettivo degli anni Sessanta, negli anni Ottanta l’attività del Consorzio dei Comuni si orienta sui temi della protezione e riqualificazione ambientale impegnandosi anche nell’acquisizione dei terreni da riconvertire a parco dopo la decontaminazione. Nel 1989 il governo della Renania Westfalia decide di realizzare una Esposizione Internazionale di Architettura attraverso cui rispondere ai problemi del distretto industriale in crisi. Viene creata l’Iba Emscher Park, una società a responsabilità limitata con il compito di coordinare le varie istituzioni pubbliche coinvolte, promuovere e realizzare i circa centoventi progetti previsti nella regione nell’arco di dieci anni (1989-1999), i cui costi sono però a carico dei singoli operatori pubblici o privati. La capacità di attuare questo complesso progetto - che investe un territorio di ottocento chilometri quadrati e oltre due milioni di abitanti distribuiti in diciassette città - è fondata proprio sull’esistenza di questo ente autonomo dotato di grande flessibilità nel coinvolgere gli operatori a cui spetta effettivamente la realizzazione. L’Iba nasce come un processo di riqualificazione territoriale coinvolgendo progetti e programmi di trasformazione secondo sette temi, tra cui la ricostruzione del paesaggio e il rafforzamento del potenziale ecologico del sistema fluviale164. La riqualificazione paesistica non si attua solamente attraverso la tutela degli spazi aperti esistenti, ma anche mediante il recupero delle aree lasciate libere dalla dismissione dell’attività industriale. Il fiume Emscher, che prima dell’industrializzazione era caratterizzato da un andamento meandrico, si presenta, infatti, fortemente inquinato e in gran parte canalizzato, come i suoi affluenti, necessitando di interventi di rinaturazione, depurazione biologica e rallentamento del flusso delle acque. 164 I sette progetti-guida sono: la ricostruzione del paesaggio del fiume Emscher; il miglioramento ecologico del

sistema fluviale; la trasformazione del Reno-Herne, canale prima utilizzato per il trasporto del carbone e dell’acciaio, in asse di un sistema ricreativo; la valorizzazione dei monumenti industriali come segni dell’identità culturale; la creazione di una struttura produttiva e imprenditoriale nel parco; l’introduzione di nuove forme di abitazione; la promozione di attività sociali, culturali e sportive.

Il grande parco dell’Emscher - trecentotrentasette chilometri quadrati, quasi il quaranta percento della superficie totale - collega longitudinalmente i sette corridoi verdi regionali, costituti principalmente da aree agricole che continueranno ad essere utilizzate a tal fine, ritenuti ancora oggi, come lo erano stati negli anni Venti, di fondamentale importanza per il controllo dell’urbanizzazione, la separazione degli insediamenti residenziali e industriali e lo sviluppo di aree ricreative per il tempo libero e lo sport. Particolare attenzione è posta nella valorizzazione della struttura reticolare del parco, nella progettazione degli elementi lineari (stradali e fluviali) che garantiscono una fitta rete di percorsi pedonali e ciclabili (il fiume è affiancato da una pista ciclabile che unisce Dortmund a Duisburg).

La progettazione pilota dell’Emscher Landschaftspark si è conclusa nel 1992 con la stesura di linee direttive per la predisposizione dei sei progetti base. I corridoi verdi sono sviluppati nella forma di parchi regionali da vari gruppi di lavoro intercomunali, ai quali partecipano i singoli Comuni o Circoscrizioni interessati. L’Iba con i suoi progetti si muove all’interno del quadro delineato, effettuando anche interventi a breve termine - come rimboschimenti nelle aree acquisite al demanio, cura dei biotopi, realizzazione di percorsi – accanto a progetti di trasformazione più complessi. Tra questi è ormai noto il parco di oltre duecento ettari di Duisburg-Nord, progettato da Peter Latz, dove l’archeologia industriale - altiforni, acciaierie, impianti minerari – diventa protagonista di un percorso esperenziale e i materiali e le strutture delle antiche lavorazioni sono oggetto di un processo di naturalizzazione.

De Groen Hart della Randstad olandese

La Randstad, letteralmente “città ad anello” per il disegno formato dalla conurbazione quasi continua generata da Amsterdam, Utrecht, Rotterdam e l’Aja, ospita al suo interno un “cuore verde” di circa centosessantamila ettari, principalmente costituito da aree agricole specializzate ma anche da importanti zone umide e ambienti di interesse naturalistico. Questa particolare realtà insediativa ha cominciato ad essere riconosciuta alla fine degli anni Cinquanta quando, nello schema di sviluppo del 1958, si osserva la necessità di creare zone cuscinetto, di larghezza minima di quattro chilometri, per la separazione spaziale tra gli agglomerati e la salvaguardia dell’area agricola centrale. Non potendo dunque estendersi verso il cuore verde, né lateralmente, il piano prevede che l’espansione avvenga in direzione esterna secondo le principali direttrici infrastrutturali, separate da lingue di verde agricolo in continuazione delle zone cuscinetto della Randstad.

Figure 50 e 51. La cintura verde di Francoforte è inserita in un sistema di corridoi verdi regionali che fanno parte del Regionalpark RheinMain. Il Groen Hart, il cuore verde agricolo della Randstad, si prolunga e penetra all’interno dei tessuti urbanizzati attraverso una rete di spazi verdi, zone umide e corsi d’acqua. La regione meridionale intorno alle città di L’Aia, Delfi e Rotterdam è una delle quattro province della Ranstad, per la quale è sviluppato il progetto di costituzione di una rete verde e blu.

Queste linee direttive sono seguite anche dal Piano urbanistico territoriale del 1985, The

Randstadgroenstructure, che propone tre categorie di aree: quelle urbane periferiche da

ristrutturare, le aree da sviluppare come elementi connettivi tra città e campagna, le aree da consolidare attraverso la conservazione delle attività agricole.

Il cuore verde quale ambito libero dall’edificazione rimane tuttora un elemento centrale e invariabile della pianificazione. Su questa politica negli ultimi anni si stanno sviluppando progetti finalizzati all’individuazione di forme meno intensive di utilizzazione del suolo, sostanzialmente fondate su agricoltura, forestazione, aree naturali e spazi ricreativi. Un accento particolare è posto sulla realizzazione di connessioni all’interno degli spazi naturali a scala vasta.

Il programma De Groenblauwe Slinger (Corridoio verde e blu) è una di queste azioni che coinvolge un territorio di circa ventimila ettari e sedici Comuni della Provincia meridionale della Ranstad. Il progetto, in corso, cerca di ristabilire un equilibrio ecologico, funzionale e percettivo all’interno degli spazi costruiti e naturali di questa area, fortemente compromessa anche dalla presenza di forme intensive di agricoltura in serra, attraverso la costituzione di sistemi verdi di collegamento di spazi naturali isolati e interventi di forestazione nelle aree alterate dall’agricoltura intensiva.

1.6 D

IVAGAZIONI DEL TEMA

:

LE GREENWAYS AMERICANE E LA LORO

Nel documento Progettare paesaggi di limite (pagine 71-77)