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P ATTERNS : MEDIAZIONE E CONNESSIONE

Nel documento Progettare paesaggi di limite (pagine 32-40)

E I MODELLI PROGETTUAL

1.2 P ATTERNS : MEDIAZIONE E CONNESSIONE

E

BENEZER

H

OWARD E

F

REDERICK

L

AW

O

LMSTED

Nel ripercorrere l’evoluzione delle cinture verdi all’interno del più vasto panorama riferibile alla costruzione di sistemi del verde urbano ed extraurbano, si osserva come alla fine dell’Ottocento si prefigurano, in due distinte aree geografiche e culturali, le direzioni verso le quali si orientano le esperienze e la ricerca sul tema. Queste vedono il verde, da un lato, quale insieme di spazi aperti che cingono l’area urbana mediando il passaggio da una situazione di urbanità a una di ruralità e, dall’altro, come sistema di connessioni lineari che penetrano dentro il tessuto della città portandovi caratteri di naturalità.

Alla fine del XIX secolo in Inghilterra nasce con Howard il movimento delle città giardino, da cui ha origine la cintura verde come fascia agricola di contenimento della città, concetto che nel secolo successivo assumerà un peso determinante con l’esperienza della

Green Belt londinese alla quale tutti i progetti europei contemporanei sono debitori. Negli Stati

Uniti, invece, si sviluppa a partire da Olmsted un approccio reticolare che vede l’insieme di parchi e aree verdi collegate da parkways, espressione progettuale alla quale debbono ricondursi le attuali sperimentazioni in tema di greenway. Se l’esperienza urbanistica inglese di fine secolo è importante per il coinvolgimento nel progetto della città del paesaggio rurale, a cui è attribuita valenza di bilanciare caratteri, ruoli e funzioni di quello urbano, l’esperienza americana è interessante non soltanto per aver introdotto una visione sistemica degli spazi aperti in città, ma anche per l’idea di un collegamento verde lungo le principali vie urbane ed extraurbane tra le diverse tipologie di parco pubblico.

I temi centrali attorno a cui ruotano le due importanti esperienze sono quelli della circolarità e reticolarità, mediazione e connessione. Entrambe le situazioni sono volte a risolvere un problema cruciale: la dicotomia città-campagna. Sanare il conflitto tra urbanità e

ruralità è la missione che Howard si prefigge nel creare comunità ideali in cui i benefici di

entrambi gli stili di vita possono essere soddisfatti. Nella teoria sociale di Olmsted non esiste una netta contrapposizione tra i due sistemi: le comunità residenziali suburbane da lui progettate come Riverside vicino a Chicago, costituiscono l’estensione dell’area urbana nella campagna, come i parchi rappresentano la modalità con cui l’ambiente naturale penetra in città, soprattutto attraverso i country parks (ad esempio Prospect Park a Brooklyn), i parchi rurali nei quali, in completo isolamento, si può contemplare la natura con i suoi laghi, prati e boschi.

Cinture di verde agricolo come spazi di mediazione tra urbano e rurale

Il pensiero di Ebenezer Howard, a cui è attribuito l’uso per la prima volta del termine green

belt per indicare una cintura di spazi verdi agricoli intorno alla città, si inserisce in un acceso

dibattito nell’Inghilterra tra Otto e Novecento in tema di sviluppo urbano e nasce come risposta ai problemi sociali e funzionali della città industriale, in particolare Londra, che ormai alla metà dell’Ottocento ha raggiunto i due milioni di abitanti. La sua città giardino34 esercita un’influenza notevole sulla pianificazione inglese, e non solo, così come qualche anno più tardi accadrà con la cintura verde di Abercrombie, a dimostrazione di come un’idea semplice e suggestiva sia in grado di riassumere gli elementi più significativi di una cultura.

Lo schema urbanistico di Howard è particolarmente influenzato dal disegno di Londra a cerchi concentrici intorno alla città esistente, proposto da John Claudius Loudon, in cui fasce di verde si alternano a nuove espansioni. “Ogni volta che una cittadina sta per estendersi oltre un diametro di mezzo miglio, riteniamo che si dovrebbe individuare un’area di 34 EBENEZER HOWARD, Tomorrow, a peaceful path to real reform, Swan Sonnenschein, London 1898. Il testo è stato

ristampato nel 1902 con il titolo Garden Cities of to-morrow; negli stessi anni (1899) Howard fonda l’Associazione delle Città Giardino.

respirazione da lasciare inedificata, a vantaggio della salute della parte più povera degli abitanti”35. Pur nell’utopia di una crescita illimitata fino al mare, della quale egli stesso è consapevole dichiarando il valore diagrammatico della proposta, il piano denota una profonda consapevolezza della necessità di una integrazione tra aree urbanizzate e aree verdi da mettere a disposizione dei cittadini. Queste cinture, di forma anulare e di profondità di circa mezzo miglio, anticipano lo schema novecentesco della Green Belt londinese.

Alla base del disegno di Loudon vi sono alcuni elementi affatto visionari che derivano da una profonda riflessione sulla città, sul suo funzionamento, sul rapporto con la campagna, sulla necessità di una pianificazione sostenibile capace di integrare il sistema residenziale, quello del verde e della mobilità. Per primo Loudon ha concepito un sistema del verde per Londra continuo, in cui la presenza di parchi e di altri spazi verdi dedicati alla ricreazione è regolata da precisi rapporti con le aree residenziali36, anticipando le sperimentazioni sugli standard di Unwin e la visione sistemica che caratterizza il piano di Abercrombie. In particolare risulta significativa la strategia di annessioni dei suoli agricoli di frangia urbana che informerà tutta la politica inglese successiva di acquisizione della cintura verde alla proprietà pubblica. Il Comune acquista le aree indennizzando i proprietari, fornendo loro un terreno in altro luogo e sospendendo l’erogazione dei fondi per la manutenzione degli edifici rurali nel caso vi si oppongano.

La cintura verde di Loudon riveste un peculiare interesse in quanto l’obiettivo del controllo dell’accrescimento urbano e dunque della separazione delle aree costruite, appare assumere un ruolo subordinato rispetto alla funzione connettiva che la green belt può assolvere; ed infatti “…il belt non divide ma riconnette senza dover ricorrere alla linea retta delle percées e senza rinunciare a tenere distinte città e campagna; in fondo i circles della metropolitana avrebbero un trentennio più tardi favorito la stessa dilatazione a scala regionale sognata da Loudon”37.

Il modello di garden city proposto da Howard è finalizzato a risolvere i contrasti tra città e campagna, due “calamite” che devono fondersi in un armonico equilibrio originato dall’integrazione di industria ed agricoltura.

Figure 6 e 7. Diagramma di Loudon (1829) che esemplifica una crescita illimitata di Londra, partendo dal suo centro ideale, St. Paul Cathedral, dove un primo cerchio edificato è circondato da un secondo di aree verdi in cui si trovano i parchi esistenti come Hyde Park o Regent’s Park. Diagramma di Howard per la città giardino (1899), inserita in uno “sfondo verde”, agricolo, ed articolata attorno ad un central park.

Fonti: TOM TURNER, http://www.londonlandscape.gre.ac.uk e PETER HALL, COLIN WARD, Sociable cities. The legacy of Ebenezer Howard, John Wiley & Sons, Chichester (England) 1998, pag. 20.

35 JOHN CLAUDIUS LOUDON,Hints for Breathing Places for the Metropolis, and for Country Towns and Villages, on fixed Principles, “Gardener’s Magazines”, vol. V, 1829, pag. 489.

36 Precisamente, gli spazi aperti non devono trovarsi ad una distanza maggiore di mezzo miglio (pari a ottocento

metri) dalle aree residenziali.

Figure 8 e 9. Letchworth: l’area urbana circondata da una green belt. Planimetria di progetto e foto aerea.

Fonte: PAOLO SICA, Storia dell’urbanistica. Il Novecento, (1978), Laterza, Roma 1996, pagg. 14, 15.

Anche la forma della città giardino che Howard disegna, come egli stesso precisa, ha valore indicativo ed esplicativo dello stile di vita idealizzato: è preferibilmente circolare con al centro il parco pubblico; alla periferia il “grande viale” di centoventotto metri di sezione, che costituisce un parco complementare sul quale si affacciano le residenze e nel quale sono localizzate le attrezzature pubbliche, divide in due fasce anulari la città. Questa si svilupperà fino al raggiungimento di un numero massimo di popolazione, quando verrà edificata un nuova città al di là della cintura di campagna e giardini che circonda ogni insediamento. La limitazione della crescita è un principio inderogabile e l’ampliamento avviene, come nel modello greco, per “colonizzazione addizionale” che ripropone le condizioni originarie. Il pensiero di Howard è influenzato dall’esperienza di pianificazione della città di Adelaide in Australia e dalle teorie degli utopisti europei, ma anche - ed è significativo - dall’esperienza americana di Olmsted a Boston, città dove, poco più che ventenne, trascorre alcuni anni.

L’idea di cintura verde di Howard deve essere vista nel contesto della sua città sociale cellulare: egli prefigura una serie di piccole comunità separate da cinture strette di aperta campagna che formano uno sfondo verde che è parte funzionale della città sociale, contenendo servizi come ospedali e aree ricreative e funzionando anche da luogo di produzione agricola.

Le singole città variano da trenta a sessantamila persone, separate da non più di tre chilometri di aperta campagna. Nel modello howardiano è ipotizzata la creazione di altre comunità all’interno di questo background, su terreni che vengono posseduti e gestiti dalle stesse città. In verità, se tali idee fossero state applicate avrebbero avuto come risultato una ampia dispersione di città distanti solo pochi chilometri una dall’altra e una più alta densità insediativa ai margini di Londra rispetto a quanto si è poi effettivamente verificato. Howard propone una crescita complessiva a densità simili a quelle delle successive new towns, ma sotto forma di piccole unità a densità relativamente alta su uno sfondo verde.

La prima acquisizione pubblica di una vasta estensione di territorio come cintura verde risale alla fondazione di Letchworth nel 1909, quando un’area di oltre cinquecento ettari è comprata dalla Letchworth Garden City Corporation con l’obiettivo di formare un background verde e di promuovere la produzione di prodotti agricoli per la città. Questa fascia è stata poi incrementata negli anni Settanta. Nonostante che nelle due uniche realizzazioni sul modello howardiano, Letchworth e Welwyn, la fascia agricola sia stata ampiamente ridotta rispetto al modello teorico38, e sebbene dal punto di vista economico si sia rivelata un fallimento, la 38 Howard affida agli architetti Parker e Unwin la progettazione di Letchworth (1909) e a Louis de Soissons quella

di Welwyn (1919). A Letchworth i tremilaottocento acri sono divisi tra l’insediamento e la fascia agricola la cui dimensione è circa il doppio dell’area urbana.

cintura agricola di Howard quale elemento separatore delle comunità, zona filtro, strumento di controllo dell’espansione urbana e garanzia della preservazione del paesaggio rurale, è alle origini delle esperienze moderne di cinture verdi.

Sistemi metropolitani di spazi verdi come occasione di connessione

“Non è molto lontano il giorno in cui l’attuale sistemazione delle strade di ogni grande città, non dovrà tanto essere abbandonata quanto integrata da una serie di vie progettate con espresso riferimento al piacere con cui esse potranno essere usate e percorse a piedi, a cavallo e alla guida delle carrozze…”39. La park-way di Olmsted, sistema lineare di spazi verdi legato al movimento e caratterizzato dalla piacevolezza dell’esperienza visuale data dalla percorrenza (caratteristica che informa anche gli assi scenici settecenteschi e i boulevard ottocenteschi), è il modello a cui si richiamano le attuali sperimentazioni in tema di greenway.

Già nel 1865 con la proposta di unire il College of California di Berkeley alla città di Oakland e alle colline vicine e sistemando a parco lineare la valle del Strawberry Creek, Frederick Law Olmsted presenta l’idea di parkway che espone compiutamente tre anni dopo per il collegamento di Prospect Park a Brooklyn con altre aree verdi. Affascinato da alcuni esempi europei quali l’Under der Linden berlinese, il Reagent’s Park inglese ma soprattutto i

boulevard francesi, che considera però un modello non più proponibile per il sovrapporsi di

esigenze funzionali diverse, Olmsted progetta un sistema di percorsi con diversa funzione - per il traffico veicolare leggero, per il trasporto commerciale, per il passeggio pedonale - affiancati e distinti, equipaggiati da alberature in modo da estendere il parco fin dentro il tessuto urbano40. Il suo interesse non è tanto indirizzato al progetto isolato di parco, la cui funzione è fondamentalmente sociale, educativa e igienica, ma alla continuità tra gli spazi pubblici. Infatti, “…se per ogni parco si sfrutteranno le caratteristiche del luogo e si terrà conto delle limitazioni che esse impongono, il risultato […] sarà molto più interessante e ben più prezioso di quanto lo sarebbe se si segue l’impostazione attuale che tende a considerare ogni parco, grande o piccolo, come una faccenda a sé, che non trae vantaggio dal rapporto con gli altri parchi e ad essi non conferisce alcun valore aggiuntivo”41.

Le parkways rappresentano quindi l’estensione dei singoli parchi nella trama della città, con due principali obiettivi: costituire gli elementi ordinatori dello sviluppo urbano e preparare lo stato d’animo del visitatore ad affrontare la particolare esperienza di passare da un ambiente urbano ad uno più naturale; di portare cioè, la natura in città.

Al sistema organico e gerarchizzato di spazi pubblici (di diversa dimensione, carattere, funzione) a scala urbana e metropolitana, Olmsted attribuisce un valore strutturante. Egli è inoltre consapevole che ogni municipalità debba agire secondo criteri ed obiettivi comuni per valorizzare tutte le risorse presenti nel territorio. Ne è un esempio Ocean Parkway a New York che permette il collegamento dell’area urbana con la costa oceanica al fine di coinvolgere le zone turistiche quali risorsa aggiuntiva nel sistema. Per New York Olmsted e Calvert Vaux realizzano molti progetti ma il sogno di una Greater New York non fu in realtà raggiunto. Considerando con grande acutezza Brooklyn parte integrante della metropoli, Prospect Park è inserito nel contesto urbano tramite il progetto di sessanta chilometri di

parkways, attuato solo in parte con la realizzazione di Ocean Parkway verso l’Atlantico e

Eastern Parkway che sarebbe dovuta arrivare fino a Central Park. Più tardi, negli anni Trenta, 39 FREDERICK L.OLMSTED,CALVERT VAUX,Eighth Annual Report of the Commissioners of Prospect Park, Brooklyn,

Brooklyn (New York) January 1868, pag. 192, cit. in CHRISTIAN ZAPATKA, I parkways americani: origine ed evoluzione della strada parco, “Lotus International”, 56, 1987, pag. 100.

40 La tipica struttura della parkway, alberata con filari di aceri, olmi, sicomori, querce e ginko, è così formata: una

carreggiata centrale carrozzabile, due passeggiate pedonali laterali che la separano dalle due strade laterali per il traffico residenziale e due fasce perimetrali destinate a verde privato e spazi pubblici attrezzati.

41 FREDERICK L.OLMSTED,A consideration of the justifying value of a Public Park, Boston 1881, cit. in GIANNI

PETTENA, L’origine del parco urbano e del parco naturale contemporaneo. Olmsted, catalogo della mostra Firenze 18 Giugno-31 Agosto 1996, Centro Di, Firenze 1996, pag. 128.

Robert Moses promuove un progetto di circumferential parkway per circondare i cinque quartieri di New York: “…una sorta di parco a nastro lungo tutta la circonferenza della città, comprendente ogni genere di strutture ricreative, capace di aprire zone morte, di alleviare la pressione su altre parti della città, di collegare la città con i sobborghi e con il resto del paese…”42. Nel 1944 il sistema è costituito da cento miglia di parkways; in molti tratti però non assomiglia affatto ad un parco continuo come lo aveva immaginato Moses, ma a strade a scorrimento veloce in mezzo a quartieri densamente popolati. Negli anni Venti e Trenta le

parkways, infatti, assumono spesso ruolo di strade veloci e di uso quotidiano per il

collegamento della città con i suoi quartieri periferici43.

Quello che Olmsted non riesce a realizzare a New York, lo fa a Buffalo e Boston. A Buffalo inizia a lavorare dal 1868 ad un complesso organico di parchi e parkways a scala metropolitana, collegando il lago Erie ed i suburb al centro urbano, la cui struttura radiocentrica, inconsueta per una città americana, rende questo sistema particolarmente adatto ad indirizzare la crescita urbana44. E’ a Boston però che Olmsted realizza alla fine degli anni Settanta il progetto di park system nella sua forma più riuscita. In questi anni la città rappresenta un centro del riformismo progressista ed è da tempo sensibile al tema della progettazione di parchi urbani: nel 1869 Robert Morris Copeland pubblica un saggio con la proposta di un sistema urbano di parchi45 e alla metà degli anni Settanta è varato il Park

Commission Act. Olmsted, consultato per individuare i possibili siti per la realizzazione dei

parchi cittadini, stende la sua prima idea nel 1876, perfezionata poi due anni dopo, che riguarda quattro luoghi: lungo il Charles River; nella paludosa Back Bay dove nel 1878 viene realizzato il primo parco - The Fens - testata del sistema verso il mare; attorno allo stagno Jamaica Pond e a West Roxbury dove nel 1885 nasce il parco dedicato a Benjamin Franklin, considerato con Central e Prospect Parks uno dei suoi capolavori. Fin nei primi studi, egli rivela l’intenzione di costruire una “Continuous Promenade from the Common to Jamaica Pond” lungo la valle del Muddy River, che Norman Newton indica come uno dei primi tentativi in America di trasportare l’atmosfera rurale e naturale nella città attraverso green fingers46.

Il progetto è proposto nel 1886 nella sua forma definitiva; qualche anno più tardi iniziano i lavori per la costruzione dei vari tratti di parkways che si affiancano alle opere di bonifica del torrente Muddy, inquinato dalla crescente pressione demografica e dall’acqua salmastra. Qui Olmsted ricrea artificialmente un ambiente naturale mediante una serie di accorgimenti che riguardano il ridisegno del corso del fiume, addolcendone il carattere tortuoso, la realizzazione di piccoli bacini, il risanamento della palude e la creazione di aree a parco con percorsi per pedoni e cavalli. Mentre nel Jamaica Park si limita a conservare l’ambiente naturale rendendolo fruibile al pubblico, il parco lungo il Muddy è una natura progettata, esempio di quell’idea di naturalità artificiale o artificialità naturale da lui perseguita.

Le intuizioni del maestro sono sviluppate da Charles Eliot e Horace William Shaler Cleveland47 che a Boston e Minneapolis elaborano progetti in cui le fasce verdi escono fuori i confini della città per collegare le aree extraurbane.

42 Cit. in CHRISTIAN ZAPATKA, op. cit., 1987, pag. 118.

43 Il ruolo delle parkways si è modificato da passeggiata alberata tra i singoli episodi verdi all’interno della città della

fine dell’Ottocento, a percorso turistico e ricreativo destinato agli automobilisti negli anni Venti (tra gli esempi, il Bronx River Parkway del 1925), fino a veri itinerari panoramici in mezzo alla natura incontaminata (i national

parkways, come il Blue Ridge Parkway).CFR.CHRISTIAN ZAPATKA, op. cit., 1987, pagg. 97-99.

44 Il sistema è costituito sei parchi – tra cui il Delaware Park, di tipo rurale, The Front e The Parade a carattere

ricreativo - collegati da parkways, la più importante delle quali è la Humboldt Parkway, con una sezione di cento metri e una lunghezza di due miglia.

45 ROBERT M.COPELAND,The Most Beautiful City in America: Essay and Plan for the Improvement of the City of Boston,

Boston 1872.

46 Cfr. NORMAN T.NEWTON, Design on the Land. The Development of Landscape Architecture, Harvard University Press,

Cambridge (Mass.) 1971, pagg. 290-306.

47 Eliot lavora allo studio di Olmsted quando questi si trasferisce a Brookline (Boston), partecipando al progetto

per l’Emerald Necklace e, dopo un viaggio in Europa, ne rientra come socio (1893), stroncato però poco dopo da una morte prematura. Cleveland lavora prima allo studio di Olmsted per Prospect Park, poi sotto la sua supervisione quando nel 1872 è nominato architetto del paesaggio per il South Park di Chicago.

Figura 10. L’Emerald Necklace di Olmsted è una cintura di cinque miglia di verde nella città di Boston: una rete a scala territoriale di parkways e parchi pubblici, attrezzati per attività ricreative, che circondano ed attraversano la città. Nel 1896 il sistema conta diciannove parchi e altrettante parkways, per una superficie di duemila acri totali.

Fonte: GIANNI PETTENA, L’origine del parco urbano e del parco naturale contemporaneo. Olmsted, catalogo della mostra Firenze 18 Giugno-31 Agosto 1996, Centro Di, Firenze 1996, pag. 128.

Alla fine del secolo XIX il clima culturale della città di Boston è ancora vivace e interessante. Nel 1891 Sylvester Baxter, credendo fermamente in una soluzione a scala metropolitana dei problemi urbani, pubblica un libretto intitolato Greater Boston, in cui propone la creazione di una cintura di parchi intorno alla città48; l’anno successivo è costituita la Boston Metropolitan Park Commission, che controlla ben ventisette miglia di boulevard,

Nel documento Progettare paesaggi di limite (pagine 32-40)