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-Geografia reale e geografia fantastica-

P

er concludere, è possibile affermare che il fascio di relazioni consolidatesi tra geografia e letteratura- basati sul presupposto che l’analisi spaziale può ricorrere a fonti indirette come i testi letterari e poetici, che offrono alla comprensione geografica una visione nuova della realtà fondata sullo spazio vissuto in funzione della propria territorialità- ha ampliato l’orizzonte delle ricerca geografica verso nuove frontiere, in modo che i segni, sapientemente delineati dal letterato, possano costituire un supporto di indagine per il geografo.

La modalità di utilizzo didattico appena illustrata, inoltre, oltre a valorizzare il potenziale formativo del Parco Letterario, risulta di gran lunga migliorativa dal punto di vista del discente, nei confronti del quale la nuova impostazione del percorso didattico a ritroso realizza un’educazione integrata in quanto rispetta le nuove modalità di apprendimento del soggetto e considera l’importanza della molteplicità degli stimoli a cui quotidianamente egli è sottoposto. Per definizione, infatti, si intende tale quella formazione prodotta da sollecitazioni di varia provenienza e fondata sull’idea di un sapere mai indotto quanto piuttosto concepito come sintesi e convergenza di acquisizioni di ordine empirico e teorico.

Ciò richiama l’idea di un insegnamento scolastico che sia in grado di valorizzare e raccordare le varie competenze dei discenti e metterle in relazione al contesto in cui si realizza l’apprendimento. I positivi riscontri ottenuti dal punto di vista della formazione del soggetto trovano ulteriori conferme se valutati in rapporto alla tipologia di approccio che questo matura nei confronti del territorio. Contestualmente ai benefici di ordine pedagogico, infatti, il progetto modulare proposto risulta favorevole alla promozione di una relazione uomo-territorio basata sulla presa in considerazione della pluralità degli aspetti del sistema e della loro messa in comunicazione. Pertanto, oltre ad essere integrata, la tipologia di educazione raggiunta da un tale percorso formativo, si qualifica come globale nella misura in cui si fa dialogare spiritualità e scienza, genius loci e sviluppo, tutela del paesaggio ed occupazione.

Già Lowenthal aveva sostenuto che colui che guarda con attenzione il mondo intorno

a sé è in qualche modo un geografo154

, una teoria fondata su quelle geografie personali

interpretabili attraverso le emozioni, i sentimenti e le intuizioni che trasmettono il profondo significato di ciò che ci circonda. La letteratura, infatti, illumina ogni aspetto

della vita umana e non sono poche le discipline legate all’uomo che fanno uso delle sue introspezioni155. Essa, come tutte le arti, con la vivace incisività delle percezioni traslate

dalla sensibilità dello scrittore, fornisce dati della lettura geografica, diventando utile fonte di informazione o un ottimo indice diagnostico. In tal senso il letterato è un interprete privilegiato e possiede quell’immaginazione vicaria che ci permette di scoprire come la gente vive lo spazio e nello spazio.

Si tratta però non solo di una geografia dell’uomo ma piuttosto una geografia della mente e dunque di una geografia intesa come studio dell’immaginazione geografica e della capacità mentale di riconoscerne i luoghi e capace di cogliere, attraverso la letteratura, i segni della evoluzione dei territori e delle culture che essi esprimono. Lo spazio letterario, dunque, diviene strumento per una ricostruzione di quei tratti dell’umano rinvenibili solo con gli occhi dell’anima.

Scrive con accenni vibranti, Persi:

“Sono i poeti, gli scrittori, gli artisti ed i musicisti e quanti trovano nell’ispirazione la capacità di captare e trasmettere ad altri il risultato di raffinate intuizioni, il frutto di sublimi sensazioni. Essi costituiscono un manipolo di eletti, cui va la gratitudine dell’umanità per aver fornito una lettura originale ed immediata dei luoghi, regioni e paesi, per aver offerto un inedito codice di approccio alla realtà spaziale sviscerandone l’arcano, per averci preso per mano ed appropriarci della fiammella da cui tutto si origina e che tutto anima, perché posta alla radice di ogni essenza. Sono queste eccezionali e privilegiate personalità che hanno sconfitto la caducità umana e continuano a svolgere la loro opera luminosa di guida alla scoperta del valore posto alla base di ogni altro riconosciuto come tale dall’umanità.”156

154 D. LOWENTHAL, Geography experience and imagination: towards a geographical epistemology, Annales of the Association of American Geographesrs, vol. 51, 1961, p.242.

155 D.C.D., POCOCK, La letteratura d’immaginazione ed il geografo, in G. Botta (a cura di), Cultura del

viaggio. Ricostruzione storico-geografica del territorio, Milano, Unicopli, 1989, p.251.

156 P. PERSI, E. DAI PRÀ, L’aiuola che ci fa…: una geografia per i parchi letterari, Univ. Degli Studi di Urbino, Ist. Interfac. Geogr., Urbino, 2001., p.8.

I labirinti di questa avvincente dialettica geografico-letteraria, dovrebbero rinvenire

itinerari di ricerca che tengano conto di questa nuova proposta di lettura. L’opera letteraria è ormai riconosciuta come uno degli strumenti privilegiati da cui estrapolare una conoscenza del nesso culturale che lega in maniera inscindibile l’uomo ai luoghi ed uno strumento per elaborare una densa descrizione della relazione tra gli uomini ed i luoghi. Quest’ultima descrizione non si esaurisce in una semplice riproduzione della realtà, bensì si configura come una costruzione logico-concettuale che ne identifica le

relazioni più occulte e quelle che, pur palesi, passano inosservate perché sempre sotto gli occhi.157 Pertanto le opere letterarie e quelle poetiche sono spesso la fonte

determinante per lo studio di quello che il Gregory ha definito il legame tradizionale

della geografia a luoghi particolari e alle gente che vi vive158.

La possibilità, inoltre, di conservare vivo nel tempo un assennato e positivo

atteggiamento nei confronti del territorio- anche grazie alla scoperta delle difficoltà di promuovere uno sviluppo che ne mantenga invariati i delicati equilibri- conferisce all’educazione, scaturita dalla proposta didattica, l’attributo di permanente e dunque quanto mai opportuna per essere recepita da individui che in futuro dovranno impegnarsi per realizzare uno sviluppo in cui siano protagonisti responsabili e non vittime delle loro scelte. La relazione dello scrittore con i luoghi descritti, portatori di una cultura territoriale, traccia un palinsesto che è una costruzione storico-sociale, ovvero una proiezione spaziale delle società umane e una stratificazione delle culture utile per comprendere la territorialità di una comunità locale, come quella del borgo di Favale, intesa come profondo legame con i luoghi, ma anche come identificazione culturale.

Poiché la letteratura nasce ed esiste nella società, è ovvio che vi siano rapporti abbastanza stretti tra i prodotti letterari, i fatti sociali e lo scrittore, che, appartenente ad una determinata società, ne diventa espressione. Per questo, dunque, la letteratura con la sua grande capacità di analizzare e descrivere le culture, i paesaggi e le società può meglio di altre fonti rivelare la personalità di quella regione e di quel popolo.

157 M DE FANIS, Geografia e letteratura. Le elegie istriane di Biagio Marin, Riv. Geogr. Ital., 104 (1997), p.54.

Si potrebbe parlare, di conseguenza, non solo di storia della letteratura, bensì anche di geografia della letteratura, o più opportuno, geografia letteraria, intendendo generalmente due cose diverse ma fortemente interconnesse: la geografia nella

letteratura e la geografia della letteratura. Nel primo caso, con tale espressione, si fa

riferimento alla rappresentazione letteraria di un certo luogo nel testo, sia come presenza in letteratura di un luogo ideale- per esempio la presenza del borgo di Favale nel testo delle Rime della Morra, sia come invenzione di un luogo fantastico. Nel secondo caso, invece, con l’espressione geografia della letteratura, invece, si deve intendere il riferimento al luogo reale, poniamo, di ideazione, composizione e di successiva fruizione di un’opera letteraria, il Castello di Valsinni, per esempio, quale luogo reale di ideazione e di composizione delle rime della Morra. Lo studio, la ricerca ma anche la didattica, solitamente, si sono sempre concentrati su una delle due polarità della così detta geografia letteraria, e precisamente sulla geografia reale, attraverso lo studio della biografia di un autore, del luogo e del tempo di composizione di una certa opera e cosi via. L’altra dimensione, quella relativa alla geografia fantastica, è stata quasi sempre ignorata. Quest’ultima, invece, affascina il lettore e lo proietta, grazie al gioco della lettura, in mondi virtuali o fantastici che costituiscono lo spazio vero della letteratura. Del resto proprio lo studioso F. Vitelli ha sottolineato, nel suo saggio, che tipo di trasfigurazione subiscano sia la poetessa Isabella Morra sia la terra di Basilicata agli occhi del lettore Leonardo Sinisgalli: “Il componimento lega la Morra ai luoghi,

per questo ella diviene poetessa dei calanchi, che celebra cioè il paesaggio interno della Siritide; e, per converso di reciprocità, andare in pellegrinaggio a Valsinni ha un senso perché lì nacque un poeta una volta.”159 Questa è, specie in sede didattica, la

magia della letteratura, capace di suscitare nel giovane studente curiosità e gusto per la lettura individuale ed autonoma, la quale è tra le finalità principali dell’insegnamento nella scuola. Questa è, inoltre, a ben guardare, la finalità principale del viaggio d’istruzione, condotti sui luoghi della poesia e dei poeti.

La geografia, per concludere, attratta dalle innumerevoli opportunità che offre la letteratura, utilizza la fonte letteraria quale chiave inedita di lettura per cogliere le latitudini culturali del territorio, costituendo un inventario illimitato che nel sedurre i

159 I. NUOVO- T. GARGANO, Isabella e la Siritide nel bagaglio dei viaggiatori di F. VITELLI, in

Isabella Morra fra luci ed ombre del rinascimento. Sondaggi e percorsi didattici, Bari, Edizioni B. A.

geografi produce conoscenza scientifica e leggenda, racconto e progetto. Immergendosi totalmente e senza pregiudizi nella notorietà della letteratura si coglie un non noto che riposa ignorato, finché la sensibilità cognitiva del geografo lettore non lo disvela.

CONCLUSIONE

L

’interesse per questa enigmatica figura femminile, che è riuscita ad imporsi all’attenzione dei suoi contemporanei, prima, e a quella di noi moderni, poi, con la forza eloquente e la suggestione emotiva della sua struttura poetica- già nel 1975 le fu dedicato un importante Convegno organizzato dal Professor Mario Sansone, che vide la partecipazione di alcuni tra i più autorevoli studiosi dell’Ateneo barese- ha permesso di entrare a contatto, attraverso una coinvolgente ed emozionante visita guidata, con i luoghi che furono teatro della formazione culturale, dell’ispirazione poetica e della tragica fine di Isabella Morra.

Come è noto, l’attrazione per il raccapricciante fatto di sangue, per la storia di una violenza perpetrata in difesa del codice d’onore, ma anche per la condizione di una donna alla periferia del mondo, che lancia i suoi appelli al di là delle mura del castello di Favale, aveva già sollecitato, ai primi del Novecento, Benedetto Croce ad indagare su un tassello non marginale della storia culturale meridionale. È emerso come sull’onda di questo recupero crociano, la tragica esperienza di questa poetessa rinascimentale è stata poi proiettata in un ampio circuito di testi narrativi e teatrali, che ne hanno fatto oggetto privilegiato delle loro riscritture anche fuori dall’Italia. E proprio con la rivisitazione in chiave spettacolare del viaggio di Benedetto Croce a Valsinni, condotta da Dacia Maraini nella sua pièce, che si inaugurò nel 1999 l’apertura del Parco Letterario.

I vicoli del borgo medievale, sovrastati dal castello dei Morra, andarono animandosi di voci e colori già dal 1993, anno in cui emerse l’idea che coniugare letteratura e turismo si poteva concretizzare nella realizzazione ad opera della Pro Loco di Valsinni. Successivamente l’entusiasmo, la passione, l’orgoglio di appartenenza al luogo, da parte dei Valsinnesi, e la loro voglia di fare qualcosa per il Paese, ha incrociato il progetto nazionale de “Parchi Letterari”, in modo da avvalersi dei suggerimenti e delle indicazioni metodologiche della Fondazione “Ippolito Nievo”.

Nacque così, secondo in Italia e primo nel centro-sud, il Parco Letterario “Isabella Morra”, un prodotto turistico-culturale che è riuscito a scuotere, anno dopo anno,

consensi ed apprezzamenti lusinghieri, facendo registrare dunque presenze turistiche con risvolti certamente non trascurabili sotto l’aspetto sociale ed economico. La poetessa, inoltre, non indugia mai nella descrizione del luogo in cui vive, tranne in rari casi, pur non riferendosi a luoghi precisi ma limitandosi a generici riferimenti al carattere di asprezza e di selvatichezza della natura circostante.

L’elaborazione di un prodotto letterario, pertanto, è risultata più difficile, anche se proprio per questo, più stimolante: partendo da una frase o addirittura da un vocabolo, attraverso un’opera di ricerca, di consultazione e di perlustrazione del territorio, si sono costruiti gli itinerari che rievocano il rapporto di Isabella con i luoghi ed il modo in cui ella li viveva. Tutto questo, se da un lato ha determinato un crescente interesse turistico per Valsinni, dall’altro ha concorso a diffondere notevolmente la conoscenza di Isabella Morra stimolando nuovi studi e dimostrando come la vita e i versi della poetessa, a distanza di secoli, siano capaci di ispirare letteratura ed arte, attraverso i linguaggi non solo della saggistica, ma anche della narrativa, del teatro e del cinema.

È emerso, inoltre, come il Parco Letterario di Valsinni abbia creato scenari e contesti entro i quali si sono potute inserire e sviluppare idee ed iniziative, capaci di utilizzare la cultura dell’impresa per fare impresa della cultura: la ricerca, l’organizzazione di eventi, le pubblicazioni, la promozione sono esempi di attività attraverso le quali sviluppare un’offerta capace di rispondere alla crescente domanda di turismo cosiddetto alternativo.

Un importante ed ulteriore riconoscimento per il Parco Letterario di Valsinni è stato l’assegnazione della “Bandiera Arancione”, del Touring Club Italiano: riconoscimento che si prefigura come Certificato di qualità per le località minori dell’entroterra, con popolazione inferiore a 15.000 abitanti. Il certificato di qualità che il T.C.I, assegnato a Valsinni, è stato valutato in base ai seguenti aspetti: accoglienza (servizi di informazione e segnaletica), ristorazione e ricettività alternativa, fattori di attrazione turistica ambientale e storico-culturale, qualità dell’ambiente (verde, acqua, aria, rumori, rifiuti) arredo urbano, ospitalità, atmosfera e tradizioni.

Il Comune di Valsinni pertanto, a seguito di questo riconoscimento, è stato inserito in uno specifico circuito turistico, che il Touring Club Italiano promuove verso i suoi soci (560.000) e nei confronti di agenzie di viaggio ed operatori turistici. Tale marchio dura due anni e per mantenerlo bisogna sviluppare la cultura dell’accoglienza, salvaguardare

il Centro Storico, tutelare l’ambiente naturale e il contesto urbano, riscoprire ed offrire ai visitatori la propria tradizione.

L’assegnazione prestigiosa della “Bandiera Arancione”, in seguito alla creazione del Parco Letterario Isabella Morra, i relativi e consequenziali interventi ed iniziative susseguitesi, dunque, hanno dato un nuovo impulso ed una notevole risposta in campo turistico le cui potenzialità attualmente sono oggettivamente notevoli. Valsinni, così operando, è risultata essere un antidodo all’omologazione: in un mondo dominato dall’idea che non ci sia spazio se non per la tecnologia e per l’informatica.

Il Parco Letterario “Isabella Morra” ha dimostrato che la letteratura, oltre che strumento di crescita ed arricchimento individuale, può rappresentare un valido e capace strumento di promozione della società ed del territorio. Tale discorso è particolarmente valido per il Sud, il quale andrebbe ripensato, non solo in chiave sociologica ma per quello che rappresenta, in maniera autonoma ed originale, in termini di storia, di cultura e risorse.

Per facilitare ed accrescere lo sviluppo di Valsinni sarebbe opportuno prefissarsi degli obiettivi cha vadano in quella direzione, quali:

• la formazione degli addetti ai lavori affinché si verifichino quelle condizioni fondamentali- conoscenza, competenza, informazione e creatività- in modo da mettere in moto le collaborazioni interne e, soprattutto, le operazioni di sostegno all’esterno. Sono pertanto richieste competenze in materia di storia, letteratura, lingue straniere, tecniche di comunicazione, gestione del turismo, marketing e gestione d’impresa. Si potrebbero, dunque, allestire dei corsi o dei seminari in merito alle materie coinvolte che abbiano sede a Valsinni, in modo che ne possa beneficiare il paese stesso. I corsi, infine, dovrebbero puntare a far acquisire agli addetti quelle complesse ed innovative competenze che, dalla ricerca alla progettazione imprenditoriale, dalla costruzione artistica alla realizzazione concreta sul campo, rendano possibile la crescita di una struttura, capace di ideare e gestire eventi in funzione di uno sviluppo turistico di qualità del territorio interessato.

• la creazione di soggetti interlocutori con le Istituzioni, che garantiscano l’apertura del sistema e si occupino di recuperare, ad esempio, i finanziamenti alle attività attraverso i Fondi Strutturali, ovvero strumenti di intervento creati e

gestiti dall'Unione europea per finanziare vari progetti di sviluppo all'interno dell'Unione europea stessa;

• la programmazione delle iniziative culturali con offerte diversificate per target ed itinerari all inclusive. Un esempio potrebbe essere l’ideazione di un’offerta turistica mirata ai lucani all’estero, mediante un ciclo di conferenze per diffondere la conoscenza e l’opera della Morra. Data, inoltre, la collocazione geografica del Comune, nel cuore del Parco del Pollino a poca distanza dai giacimenti archeologici della Magna Grecia sulla costa Ionica, potrebbe risultare utile delineare un itinerario all iclusive, che sappia dunque impegnare il visitatore con un’offerta estremamente varia e ricca di suggestioni diverse motivandolo a ritornare.

• aumentare la capacità turistica con il potenziamento del sistema ricettivo, si rammenti all’esempio di Albergo diffuso letterario a Valsinni, “Le stanze di

Isabella”, presentato con gli opportuni accorgimenti nel terzo capitolo.

Si potrebbe costituire, a tal proposito, un Caffè-salotto dedicato ad Isabella Morra nel borgo dell’antica Favale, intendendo quest’ultimo come luogo d’aggregazione, comunicazione e produzione letteraria. Lo si potrebbe ubicare anche nelle città principali d’Italia: si pensi ad un milanese, per esempio, che declama i versi della Morra e ne specifica l’opera ed il contesto. In questo modo la rappresentazione non nasce come mimesi diretta, bensì da una dimensione diversa ed opposta, affinché dal centro si possa evocare la periferia, spingendo la curiosità intellettuale verso quel piccolo neo di una regione, la Lucania.

Il mio auspicio è un sollecito a valutare l’efficacia degli strumenti letterari utili a riorganizzare l’esperienza umana e a descrivere le relazioni tra gli uomini e i luoghi. La letteratura, infatti, è un codice ulteriore per interpretare la realtà, ma è anche, ancora una volta, oggetto epistemologico della geografia. Lo spazio del letterato è pari a quello dell’ambito politico o del sacro, soprattutto nell’età moderna: in una società che tende alla differenziazione, il letterato mira ad un ambiente ineffabile come il sacro, significativo come il potere e produttivo come quello economico. La ricerca di propri spazi si concretizza nella consacrazione di luoghi coerenti, che assurgono a misura spaziale delle opere, perché rappresentano il punto di vista- la turris eburnea- da cui

l’intellettuale legge il territorio. La ricerca di un intellettuale o di uno studente, dunque, di avvalersi di questo specifico spazio mostra la chiara volontà ad imprimere la propria presenza sul territorio mentre gli ambienti acquistano una valenza metaforica. Pertanto, l’individuazione dei luoghi prescelti consente sia di porli in relazione con le opere d’arte ad essi associati, sia di comprendere da quale turris il territorio è rappresentato. La geografia è anche, richiamando Farinelli160, discorso sul mondo.

Occuparsi di questa geografia della produzione culturale, se consente di identificare e valorizzare questi spazi, offre al geografo l’opportunità di individuare il nesso con le opere. Il rapporto stesso con il territorio si chiarisce ulteriormente se si conoscono quali siano le coordinate spaziali, sia reali che metaforiche, di riferimento di uno scrittore. Il geografo, quindi, può contribuire alla progettazione di Parchi Letterari, che, per concludere, non siano solo i luoghi di vita, ma appunto gli spazi, che volutamente e consapevolmente l’intellettuale ha scelto per il suo lavoro.

Lo sviluppo, anche turistico, del mio paese e della mia terra, terminando, non si prosegue importando modelli omologati e omologanti, ma riscoprendo e valorizzando l’originalità delle proprie radici. Gli interventi sul territorio, di conseguenza, vanno studiati e attuati in modo nuovo, perché spesso, prima di costruire, si tratta di rimuovere, perseguendo l’obiettivo dell’autenticità. È quello che a Valsinni nel nostro