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l progetto “I Parchi Letterari”, come già anticipato, ha ricevuto nell’aprile del 1998 un finanziamento dalla Commissione dell’Unione europea, sulla base di una decisione del dicembre 1997 (ERDF programme n. 97.05.26.003; number of decision C (97)3772; date of decision 12/19/97; objective 1; period covered 1997-99). All’uopo è stata stipulata anche una convenzione fra “IG S.p.A.-Sviluppo Italia” (interessata, per mezzo di una sua struttura: “La città delle opportunità”, alla creazione ed alla gestione di “Parchi letterari” nel Mezzogiorno d’Italia) e la Commissione stessa. La partecipazione finanziaria comunitaria, sul fondo FESR, ammonta a 17.950.000 Euro; ai quali si sono aggiunte risorse nazionali, pubbliche e private, pari a 11.360.000 Euro. Questi dati sono ricavati da La Rivista del Turismo del Centro Studi Tci, la quale dal 1999 è la più importante pubblicazione di economia e marketing del settore in Italia.

La Sovvenzione Globale Parchi Letterari, di cui sono referenti, dunque, Sviluppo Italia, il Touring Club Italiano e la “Fondazione Ippolito Nievo”, intende promuovere quelle zone del sud d’Italia che, celebrate da famosi autori nelle loro opere, offrano occasioni per incentivare un turismo culturale e offrire nel contempo spazio ad attività imprenditoriali da consolidare o avviare sul territorio e da destinare, se possibile, ai giovani. Le ragioni meridionali, infatti, parevano essere il laboratorio ideale per valorizzare al meglio l’idea del parco letterario, in conseguenza della straordinaria storia culturale di cui sono state protagoniste.

Per pianificare al meglio il complesso lavoro, le diverse fasi e attività della Sovvenzione Globale sono state articolate e organizzate in tre misure: la prima definita

animazione, entro la quale attuare gli interventi finalizzati a sensibilizzare i residenti ed

i soggetti locali rappresentativi circa le opportunità connesse all’istituzione dei parchi e alla creazione di nuove imprese a supporto della loro valorizzazione e fruibilità turistica. La seconda, denominata Parchi Letterari, doveva racchiudere le attività specifiche volte alla creazione di impresa: selezione dei progetti, stipula delle convenzioni, erogazione dei contributi, azioni di pubblicizzazione, azioni di consolidamento. L’ultima attività logico-temporale venne identificata nella gestione, ossia nel processo trasversale cui hanno fatto capo nel tempo le iniziative per l’avvio della Sovvenzione Globale e delle

attività di supervisione, controllo, verifica, monitoraggio e valutazione utili a garantire l’efficace attuazione della stessa.

Filo conduttore del progetto è stata, ovviamente, l’heritage letterario come fattore di attrattiva, per sviluppare in senso turistico territori svantaggiati anche dal punto di vista dei livelli di occupazione e produzione di reddito.

“I Parchi Letterari cercano di conservare, partendo da un canto o da un racconto, qualcosa del luogo in cui sorgono, qualcosa che sia ancora visibile nelle parole e nel panorama, l’aspetto più caratteristico, endemico e felice del territorio stesso. Che è territorio d’oggi, atto a conservare il profumo del passato, offrendo ai più giovani il soffio della creatività a venire. Se non vogliamo che l’economia più grassa e pesante sconci ogni forma d’armonia visibile sotto un benessere sensuale e immediato, certamente auspicale ma troppo spesso legato alla vertigine del denaro, dobbiamo difendere la qualità dell’esistenza nelle sue poliedriche manifestazioni, nella bellezza, non solo quella del paesaggio esterno, ma anche quello che a volte, esangue ci portiamo dentro. Nel primo Novecento dopo una partenza da grandi speranze, molte delle coordinate vitali sono state assunte da poteri feroci e iconoclasti, avvolti da miraggi di miniera. Oggi, cento anni dopo, offriamo un piccolo muro a difesa di qualche angolo di bellezza nazionale, una collana di luoghi cantati da alcuni dei nostri migliori autori, è la lingua più che millenaria a musicare tali scenari.”36

Un primo e sintetico inventario delle risorse che si sono affermate come turistiche premierebbe senza dubbio quelle legate al patrimonio naturale e alle eredità storico- culturali, quali il mare, l’arte e la storia che sono stati, appunto, i promotori del turismo. Lo sfruttamento in senso turistico di queste risorse ha conseguentemente segnato, nel bene e nel male, molte economie e società: luoghi in precedenza connotati da attività legate al settore primario si sono rapidamente convertiti alla produzione di servizi ricettivi e di ristorazione. Queste trasformazioni hanno sicuramente investito anche gli aspetti naturalistici dei territori, provocando non di rado deturpazioni al paesaggio. Il concetto di “risorse”- intendendo per queste elementi, non importa di che origine, in grado di attrarre flussi di persone e conseguentemente di denaro- apre quindi prospettive concrete di affermazione, in senso turistico, anche per aree di territorio poco dotate dal punto di vista naturale o artistico. Un esempio che meglio illustra questo concetto, potrebbe essere quello della nascita e del successo dei parchi tematici, quali

36 Prefazione di Sanislao Nievo in I Parchi Letterari del Novecento, a cura di Sanislao Nievo, Fondazione Ippolito Nievo, Riccardo & Associati, 2000, pp. 24-25.

quelli legati al mondo Disney in particolare: lo sviluppo di idee legate all’immaginazione e alla fantasia di un segmento importante della popolazione, come quella dei bambini, ha permesso a Orlando di comparire nella graduatoria della città per visitate al mondo grazie, appunto, al pianeta Disneyworld.

Ecco, quindi, che esperienze come quelle uscite dalla Sovvenzione Globale “I Parchi Letterari” possono essere una ‘’terza via’’ per il turismo da vivere nei territori e tra le persone che li abitano. Il lavoro fatto dai Parchi e con i Parchi ha, infatti, cercato di mettere a punto un’offerta che è alternativa al turismo di massa che invade e consuma i territori e vuole convincere le comunità locali a riappropriarsi dei luoghi di appartenenza e delle radici storiche che li solidificano.

Ovviamente deve e dovrà esistere in futuro un filo conduttore che unisca queste esperienze di turismo culturale, un legame che coinvolga non solo gli aspetti tematici del progetto, ovvero il concetto di Parco Letterario, ma anche procedurale e più generalmente strategico. Proprio perché nati dalla stessa esistenza di recupero e valorizzazione della cultura locale, risulta ragionevole prevedere un cammino comune per la crescita di questi progetti: tale percorso si concretizza nella definizione di un

network.

Il network (o rete) è il raggruppamento di due o più strutture autonome che decidono di collaborare per raggiungere un obiettivo comune che contribuisca a migliorare le loro performance. A livello più specifico, i soggetti partecipanti a network nel settore turistico possono essere di varia natura, si tratta per esempio di operatori privati individuali che si occupano della stessa attività, come le piccole aziende alberghiere o della ristorazione, di enti pubblici o consorzi, di soggetti pubblici e privati che hanno obiettivi di sviluppo comuni.

È cambiato, inoltre, anche il ruolo del destinatario: il turista non è più il soggetto passivo che subisce il consumo facendosi influenzare soltanto dalle mode, ma è un individuo motivato che cerca una risposta di qualità a esigenze specifiche di viaggio. Il

network permette inoltre di organizzare un’offerta strutturata e tematizzata: il concetto

di Parco Letterario rappresenta a proposito una buona opportunità.

D’altra parte, è cambiato anche lo scenario all’interno del quale gli operatori del settore competono: in particolare il fenomeno della globalizzazione ha determinato un aumento del numero dei concorrenti e, da questo punto di vista, il network rappresenta

un’efficace alleanza per far fronte ad una concorrenza estesa e un modo per rappresentare la propria presenza sul mercato, con un tono di voce più elevato. Gli obiettivi possono, continuando, riguardare aspetti prettamente economici che consentono una adeguata ripartizione dei costi fissi sostenuti dal network tra tutti coloro che compongono la rete, ma anche essere riferiti alla comunicazione, obiettivi quantitativamente superiori ma anche qualitativamente migliori rispetto a quanto possono realizzare con le proprie forze i singoli operatori.

Il network, proseguendo, è per definizione una struttura flessibile all’interno della quale si muovono soggetti indipendenti. Non si tratta di una configurazione irreversibile dunque, dalla quale non si può uscire o che implica, in tale eventualità, costi ingenti per il singolo operatore. La partecipazione ad un network richiede l’assunzione di costi specifici, ovvero di singoli investimenti che i singoli partecipanti decidono in funzione di un obiettivo comune, ma essi sono pianificati concordemente ex ante e sono modulabili a seconda del livello di motivazione dei soggetti aderenti e della difficoltà degli obiettivi da raggiungere.

La parola chiave per definire la rete, dunque, è proprio modularità, capacità di adeguarsi alle esigenze degli operatori che lo costituiscono e, volendo semplificare, possiamo affermare che il network agisce fondamentalmente tenendo conto di due grandezze differenti: il livello della marca, ovvero l’insieme delle suggestioni (opinioni, atteggiamenti, emozioni) che esso produce nell’immaginario collettivo e quello del prodotto/servizio, ovvero le peculiarità dell’offerta turistica del network.

Dato per scontato, infatti, che esista un interesse di tutti gli associati per il raggiungimento di un obiettivo comune, rimane il problema di superare alcuni preconcetti che potrebbero impedirne il funzionamento; a questo proposito il raggiungimento di un accordo preventivo sui problemi da risolvere e, quindi, sugli obiettivi da perseguire rappresenta una condizione irrinunciabile insieme alla flessibilità interna dei soggetti aderenti che, soprattutto in caso di non conformità ai criteri stabiliti dal network, devono essere pronti e motivati ad adeguare i propri prodotti/servizi. Sono stati individuati dei prodotti turistico-culturali essenziali per l’adesione dei Parchi alla rete e la definizione dei requisiti minimi di qualità caratterizzanti l’organizzazione di ogni singolo Parco, si è cominciato dall’analisi del catalogo dei prodotti del Parco, appunto, classificati- secondo quanto aveva affermato Massimiliano

Vivassori in un estratto del maggio-giugno 2001 de “La rivista del Turismo”, centro studi del Touring Club Italiano- in due gruppi: gli “indispensabili” ed i “complementari”. Per prodotti/servizi si intendono evidentemente tutti quegli elementi che vengono anche semplicemente inclusi in una data offerta, pur non direttamente realizzati dal Parco. Indichiamo qui sommariamente alcuni dei risultati del lavoro:

Prodotti indispensabili:

• la taverna;

• la Porta del Parco (centro visite); • itinerari, circuiti, sentieri del Parco; • escursione originale;

• eventi (il gioco del Parco, eventualmente da associare ad un concorso o a borse di studio);

• beni culturali, i paesaggi culturali; • prodotti del Parco;

• laboratori didattici/ corsi di scrittura; • biblioteca, scaffale, angolo lettura.

Prodotti complementari:

• la locanda del Parco; • l’emporio del Parco; • il Caffè Letterario.

Vi sono, infine, alcuni indicatori divisi per aree strategiche:

1. Il personale: deve avere una formazione ad hoc, perciò sarà necessario

del singolo Parco, la conoscenza dell’autore di riferimento, la conoscenza approfondita del territorio, la professionalità dal punto di vista tecnico;

2. I fornitori: è necessario individuare dei criteri comuni di scelta, per esempio la

garanzia del rispetto dell’ambiente, ma non solo, nei processi di produzione di beni e servizi;

3. Le strutture: rappresentano “l’accoglienza statica”, cioè la capacità

dell’arredamento di essere accogliente e di comunicare la coerenza con il Parco;

4. L’immagine: s’intende la capacità di comunicare correttamente il prodotto

Parco, con tutti i suoi elementi, dal merchandising all’uso corretto del marchio.

Queste, concludendo, le condizioni per affermare prodotti di turismo culturale innovativi e di qualità, capaci di portare benefici ai territori che organizzano servizi per i visitatori, per mettere, infine, al servizio di quest’ultimi esperienze che in un nessun altro luogo potrebbero ripetere con la stessa intensità ed autenticità.

Capitolo II

Isabella di Morra: storia di un paese e di

una poetessa. Linee per un Parco Letterario

a Valsinni.

2.1. La vicenda umana e poetica di Isabella Morra (1516-1545/46).