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Giochi senza frontiere… nell’avventura

Nel documento lessico famigliare 2 (pagine 97-100)

Finalità

La maggior parte dei ragazzi rag-giunta l’età (pre)adolescenziale, i 13 anni, ha già subito importanti cambiamenti fi sici tra i quali l’au-mento dell’altezza (fase auxologica proceritas), che comporta non solo l’allungamento delle ossa del femore ma coinvolge tutto l’apparato sche-letrico e quello muscolare, causando spesso squilibri a livello vestibolare e di orientamento. I ragazzi, maschi e femmine naturalmente, devono reagire ed intervenire sull’apparato neurologico e l’apparato locomotore adattando le nuove “misure” del loro corpo ai movimenti e alle tra-slocazioni. Noi come insegnanti di scienze motorie e sportive dobbiamo intervenire in loro aiuto, come? Na-turalmente proponendo loro eser-cizi ed attività motorie adeguate ed adattate per un miglioramento delle capacità coordinative ed imparare a muoversi in maniera armonica.

Obiettivi specifi ci di apprendimenti

Consolidare le capacità coordinative speciali tra cui la fantasia motoria e la destrezza fi ne; saper controllare i diversi segmenti corporei e il loro movimento in situazioni complesse, adattandoli ai cambiamenti morfolo-gici del corpo; conoscere il concetto di anticipazione motoria.

Nella fase iniziale della lezione, in cui dobbiamo attivare il riscaldamento muscolare per evitare infortuni e per preparare fi siologicamente i ragazzi ad affrontare il lavoro principale della lezione per il raggiungimento degli obiettivi, possiamo intervenire con esercizi analitici oppure proporre giochi di movimento generale. Come spiegato in precedenza, l’attività lu-dico-motoria non deve mai mancare, in quanto elemento fondamentale per l’apprendimento.

Piggy tail: lo scopo del gioco è

pren-dere più code possibili ai maialini.

Maialini: gli alunni.

Attrezzatura: nastri o strisce di stoffa

di circa 50 cm per fare le code dei maialini.

Regole del gioco: gioco individuale

che prevede l’uno contro tutti; ogni alunno avrà una codina da sistemare posteriormente, infi lata nell’elastico dei pantaloni e dovrà fuoriuscire per almeno 30 cm. Non è valido proteggere la propria coda con le mani; se si rimane senza la propria coda si può continuare a giocare perché vince il gioco chi, alla fi ne delle code ancora nei pan-taloni, ha in mano il maggior nu-mero di codine.

Varianti:

sILGIOCOPUÛESSERECHIAMATOh,O scalpo”, quindi le strisce di stoffa diventeranno lo scalpo da strappare e i maialini diventeranno gli indiani.

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cuola in atto

Obiettivi formativi

Nelle Indicazioni nazionali si legge: “Poiché i ragazzi sono massima-mente disponibili ad apprendere, ma molto resistenti agli apprendi-menti di cui non comprendono mo-tivazione e signifi cato, che vogliano sottometterli e non responsabiliz-zarli, che non producano frutti di rilevanza sociale o di chiara crescita personale, ma si limitano ad essere autoreferenziali, la scuola seconda-ria di primo grado è impegnata a ra-dicare conoscenze e abilità discipli-nari e interdisciplidiscipli-nari sulle effettive capacità di ciascuno, utilizzando le modalità più motivanti e ricche di senso, perché egli possa esercitarle, sia individualmente, sia insieme agli altri, sia dinanzi agli altri. Motiva-zione e bisogno di signifi cato sono del resto condizioni fondamentali di qualsiasi apprendimento.”

Obiettivi specifi ci di apprendimento

Saper riconoscere il rapporto tra l’at-tività motoria e i cambiamenti fi sici e psicologici tipici della preadole-scenza; approfondire il ruolo dell’ap-parato respiratorio nella gestione del movimento; imparare a riconoscere il ruolo del ritmo in ogni azione in-dividuale e collettiva.

Conoscenza delle proprie capacità coordinative generali e speciali e delle proprie capacità condizionali, l’applicazione di esse in situazioni motorie differenti.

La disciplina scienze motorie e spor-tive “ha” la motivazione nel suo DNA ma niente va dato per scontato in quanto il movimento non solo deve essere proposto ed eseguito nella sua forma ottimale ma “ca-pito”, interiorizzato ed interpretato in ogni suo signifi cato.

Sarà utile iniziare l’anno scolastico con alcuni test di valutazione come punti di partenza:

1. “Sargent test” (utile per la valu-tazione del sistema ATP-CP, sistema alattacido di potenza, utile per mi-surare velocità, elevazione, salti, fondamentali di basket e pallavolo, semplice da eseguire in palestra; consigliamo una tabella per ripetere la valutazione a distanza:

Legenda: Hp altezza presa nel punto

che tocca la mano dell’alunno tesa in alto; H1/2/3 altezze prese in elevazione in tre salti; peso dell’a-lunno nel primo quadrimestre e nel secondo quadrimestre durante la se-conda prova (per la privacy è sempre utile informare le famiglie).

2. Prova degli addominali: alunno supino, mani dietro la nuca, arti in-feriori fl essi con piedi in presa plan-tare, fl ettere il busto avanti, segnare il numero di fl essioni;

3. Trazioni: salire sulla spalliera con dorso a contatto ed impugnare il gradino alto esterno: segnare il n. di trazioni che l’alunno riesce a fare. 4. Test dei 7 minuti: questo test serve per verifi care la capacità di

resistenza. Non richiedendo molto tempo, è una prova adatta per le prime valutazioni. Correre a ritmo costante per 7 minuti cercando di compiere il maggior numero di giri attorno al perimetro del campo di pallavolo o di uno spazio delimitato da coni di circa 9 metri per 3 metri (meglio se all’aria aperta). Il ritmo di corsa deve essere sostenibile per alcuni minuti, la prova può essere fatta anche in gruppo, autonoma-mente si tiene il conto dei propri giri completati. Allo scadere dei 7 minuti si annotano i giri percorsi con un’approssimazione di 1/2 giro: in pratica, se al termine del tempo concesso si supera il punto diame-tralmente opposto a quello di

par-!LUNNO $ATA $ATA

Hp H1/2/3 peso Hp H1/2/3 peso

.UMERODIGIRI -ASCHI &EMMINE

Meno di 18 5 Da 18 a 20 5 6 Da 20,5 a 23 6 7 Da 23,5 a 26 7 8 Da 26,5 a 29 8 9 Più di 29 9

tenza conta anche il mezzo giro, vi-ceversa conta solo il numero intero. In media il numero dei giri va da 18 a 30, quindi si potrebbe valutare in questo modo:

(vedi: M. Gottin, E. Degani, Valore sport, SEI, Torino 2010)

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cuola in atto

Percorso didattico

Percorsi specifi ci per il consolida-mento delle capacità coordinative e condizionali sotto forma di percorsi avventura, proposti dall’insegnante e in seguito dagli alunni.

Obiettivi specifi ci di apprendimento

Riconoscere il rapporto tra i cam-biamenti fi sici dovuti alla preado-lescenza e saper reagire adeguata-mente al movimento e all’attività fi sica.

Assumere comportamenti e stili di vita corretti.

Percorso valutativo

Obiettivi specifi ci di apprendimento Gestire un proprio programma di al-lenamento; saper applicare i principi basilari dell’allenamento al fi ne di migliorare l’effi cienza.

Nella fase centrale delle nostre le-zioni possiamo proporre attività mo-torie stimolando anche il pensiero creativo e le diverse soluzioni per “allenare” il pensiero logico-cogni-tivo.

“Percorso avventura” (da proporre anche in seguito all’aria aperta nel mese di aprile in previsione di un’e-scursione nel bosco).

Attrezzatura: 4 tappetoni, una panca,

6 cerchi, 2 coni, 6 ostacoli bassi, 2 ostacoli alti, 1 funicella, palline di carta, un pennarello, un blocco di fogli di carta.

L’insegnante di scienze motorie e spor-tive durante il suo percorso formativo impara ad osservare ed ascoltare il gruppo-classe e riesce ad individuare eventuali limiti, carenze o potenzialità nei suoi alunni, uno ad uno. Ciò va a rafforzare il valore oggettivo dei test che a inizio anno abbiamo sommini-strato, quindi è importante ripetere gli stessi test alla fi ne di questa UdA di due mesi e ripeterli nuovamente a fi ne anno scolastico, dando modo ai

Si inizia strisciando sotto la panca, andatura in quadrupedia mettendo mani e piedi all’interno dei cerchi senza calpestare le palle di carta messe nei cerchi, superare i 4 osta-coli bassi (20 cm), girare intorno al primo cono, girare intorno al se-condo cono, salire sulla spalliera fi no ad impugnare il grado alto esterno, traslocare nell’altro lato della spal-liera e scendere sul tappeto per eseguire una capovolta indietro o una rullata sulla spalla, superare gli ostacoli bassi e passare sotto a quelli alti, rotolare sul tappeto, prendere la funicella ed eseguire almeno 5 salti con o senza rimbalzo, appoggiare la funicella e nel foglio predisposto a terra con pennarello, scrivere solo un oggetto necessario per l’escursione nel bosco, “battere 5” al compagno di squadra successivo.

Vince la squadra che in 2 minuti ri-esce a scrivere più oggetti originali. Al termine l’insegnante leggerà ad alta voce gli oggetti scritti sui 2 fogli, quelli uguali verranno cancellati da entrambi i fogli, quindi vincerà la squadra a cui saranno rimasti scritti sul foglio più oggetti originali.

ragazzi di migliorare le loro presta-zioni motorie e chiedendo di stilare un proprio programma di allena-mento. Inoltre questa UdA ci stimola all’organizzazione di una giornata di “Giochi senza frontiere... in avven-tura”, in cui l’insegnante e gli alunni organizzeranno una serie di prove fi si-che di capacità condizionali e capacità coordinative sotto forma di percorsi avventura sulla scia degli esercizi se-guiti durante l’UdA.

EDUCAZIONE FISICA

3AMANTHA#REMONESI

Insegnante di Scienze motorie e sportive, scuola secondaria di I e II grado.

-ANUELA6ALENTINI

Ricercatrice universitaria, Facoltà di Scienze motorie, Università di Urbino.

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cuola in atto

Generalità

Il problema dell’insegnamento della matematica nell’infanzia e nell’ado-lescenza è stato studiato moltissimo a partire dalla fi ne dell’800, ma non ha raggiunto ancora conclusioni de-fi nitive. Tuttavia negli ultimi venti anni, grazie all’utilizzo di tecniche diagnostiche piuttosto sofisticate (brain imaging), si sono comprese alcune importanti caratteristiche ge-nerali che dovrebbe avere l’insegna-mento, o meglio l’apprendil’insegna-mento, della matematica.

Attraverso il brain imaging abbiamo scoperto in modo molto convincente che la matematica è diffi cile perché la sua comprensione coinvolge sia aspetti geometrico-percettivi (un buon matematico si “immagina” sempre in senso percettivo il signifi -cato delle formule che sta scrivendo) che aspetti simbolico-linguistici. Le aree cerebrali che sono coinvolte in queste operazioni sono molto di-stanti tra loro, e dunque è necessa-rio insegnare al cervello ad usarle insieme. Spesso, invece, ai bambini e ai ragazzi, che hanno una memoria linguistica molto potente e perma-nente, la matematica viene presen-tata in modo puramente “lingui-stico”, come una lista di istruzioni da memorizzare. Essendo per loro la memoria linguistica potentissima e durevole, i bambini e i ragazzi tendono all’inizio ad imparare con poco sforzo la matematica in modo sbilanciato, attivando molto di più gli aspetti linguistici che quelli per-cettivi. Quando però la quantità di formule da memorizzare diventa ec-cessiva, la matematica diventa arida e incomprensibile.

Note di matematica montessoriana

Nel documento lessico famigliare 2 (pagine 97-100)