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Vedere oltre il muro

Nel documento lessico famigliare 2 (pagine 32-37)

Monica Capuzzi

1 L’UdA è particolarmente adatta per gruppi classe in cui siano presenti stu-denti con DSA o con BES.

2 L’estratto è stato preso da http://www. lastampa.it/2006/04/08/blogs/la-gola/i- graffiti-sui-muri-arte-messaggio-o-im-brattamento-T8tFs1xJpNitu4z8x0xEHN/ pagina.html.

3 Per Haring si veda il sito uffi ciale http://www.haring.com/. Haring dice: “Mi è sempre più chiaro che l’arte non è un’attività elitaria riservata all’apprezza-mento di pochi. L’arte è per tutti e questo è il fi ne a cui voglio lavorare. Dipingere è ancora sostanzialmente la stessa iden-tica cosa che fu nella preistoria. Riunisce l’uomo e il mondo. Vive nella magia”. Di Haring sono divenute famose le t-shirt che riproducono alcuni suoi riconoscibi-lissimi graffi ti.

4 Per Dubuffet si veda il sito uffi ciale della fondazione omonima http://www. dubuffetfondation.com/index_ang.htm. 5 Per Basquiat si veda invece la galleria uffi ciale dei suoi graffi ti http://basquiat. com/. Basquiat ricorda: “Io non penso all’arte quando lavoro. Io tento di pensare alla vita. Non ascolto ciò che dicono i critici d’arte. Non conosco nessuno che abbia bisogno di un critico per capire cosa sia l’arte”.

Percorso didattico

Ad introduzione il docente chiede di individuare tre punti di vista, distinti in uno schema a tre colonne (Arte – Van-dalismo – Messaggio critico), relative ai graffi ti, che rivelano il desiderio di an-dare oltre il muro, simbolo del limite. Lo schema sarà gradualmente completato tramite confronto nel gruppo classe.

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Unità 1

Finalità

___________________

Obiettivi formativi

“I graffi ti dividono: c’è chi li considera una FORMA DARTE (…) e chi una forma di vandalismo fi ne a se stesso. C’è chi li giustifi ca come la più antica FORMA DI critica, poiché già nella Roma imperiale le scritte sui muri irridevano al potere o raccontavano fatti di cui altrove non si poteva parlare (…)?”2.

Il docente propone di considerare il graffi tismo un’inimitabile forma d’arte rappresentata da artisti quali K. Haring3, J. Dubuffet4 e J.M. Ba-squiat5, divenuti noti negli anni Ot-tanta grazie ai graffi ti.

No ball games

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cuola in atto

Fra di essi compare anche Banksy6, le cui opere a sfondo satirico riguar-dano la politica, la cultura, l’etica (…). Di lui si dice: “Un po’ folle, certo, ma non un imbrattamuri7”. Per comprendere i signifi cati dati da Banksy ai suoi numerosi graffi ti è ne-cessario categorizzarli sulla base del messaggio di cui si fanno portatori. Ciò aiuterà la distinzione della street art dagli scarabocchi, spesso sotto

Di qua dal muro di Gaza un cuore

6 Pseudonimo di Robert Banks.

7 Di Banksy, nato a Bristol (Inghilterra) nel 1974 o 1975 poco si sa; si veda a riguardo http://www.arte.rai.it/articoli/ banksy-contro-tutti/2739/default.aspx. Una vera e propria guerriglia, chiamata street art, è inoltre raccontata in una pellicola candidata come miglior docu-mentario agli Oscar 2011, uscita in Italia nel 2011 per Feltrinelli Exit through the gift shop. Per approfondimenti si sugge-risce qui anche D. Magnoni (a cura di), Banksy. Wall and piece, L’Ippocampo, Milano 2011.

8 Si veda in merito http://it.wikipedia.org/ wiki/Tag

9 È alto tre volte il muro di Berlino e, quando sarà ultimato, sarà lungo 700 km, la distanza fra Londra e Zurigo. Per il diritto internazionale il muro è illegale e trasforma la Palestina nella più grande prigione a cielo aperto del mondo. Per i graffi tari è una missione imprescindi-bile. Per un approfondimento in materia si veda W. Parry, Contro il muro. L’arte della resistenza in Palestina, ISBN, Acqui Terme 2010.

10 Si veda a riguardo L. Cremonesi, “L’imprendibile Banksy, che apre fi nestre sul muro. Ha preso di mira la barriera d’Israele. Britannico, è il più famoso arti-sta di graffi ti del mondo, ma nessuno sa quale sia il suo vero nome”, in “Corriere della sera”, 10 agosto 2005, p. 12.

Oltre il muro di Gaza

forma di tag8, che deturpano muri pubblici e privati.

Graffi ti di denuncia dei crimini contro l’umanità

Il governo israeliano sta costruendo un muro lungo il perimetro dei terri-tori occupati9.

Nel 2007 Banksy spostò da Londra a Betlemme il Santàs Ghetto, l’annuale appuntamento della street art. L’idea

Che cosa il gruppo classe pensa di que-sta soluzione? Una tela, conservata in un museo, accessibile a pochi, avrebbe sortito il medesimo effetto? La bombo-letta, se è arte, può essere più effi cace di un’arma? Hai visto graffi ti con questa intensità comunicativa nei luoghi in cui vivi? Tutti possono permettersi di farne di simili? Se sì, a quali condizioni?

era semplice: gli artisti mettevano in vendita la propria opera. Chi avesse voluto acquistare l’originale avrebbe dovuto andare a Gerusalemme e ve-dere con i propri occhi l’occupazione e i checkpoint israeliani10.

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cuola in atto

Infi delity hanging man

House maid Bethlehem palestinian territories

Questo graffi to denuncia l’ipocrisia di una società in cui la distinzione in classi sociali è ancora regola.

Per gli inglesi, che Banksy conosce bene e verso i quali è impietoso, “La polvere va sempre messa sotto il tap-peto!13”.

Il graffi to (Banksy, Infi delity

han-ging man) denuncia il perbenismo

borghese. Nel 2006 sul muro di una

clinica del sesso11, di fronte al muni-cipio di Bristol, comparve un murales di Banksy: una fi nestra, all’interno una donna nuda e il marito appena rincasato. Appeso al davanzale un altro uomo, completamente nudo12. Il graffi to sul muro di Gaza, Oltre il

muro di Gaza, esalta metodi pacifi ci

di contestazione.

11 Per sapere di che cosa si parla quando si parla di “clinica del sesso”, si veda all’indirizzo http://salute.leonardo.it/ma- lattie-che-si-trasmettono-sessualmente-a-voi-la-clinica-del-sesso/

12 Fu indetta una votazione pubblica per decidere se cancellare o meno il graffi to. Circa il 93% dei quasi 1.000 votanti de-cretò che Banksy doveva restare lì. Anzi, sul giornale locale un cittadino scrisse una lettera: “L’ultimo lavoro di Banksy è meraviglioso. Se il consiglio comunale volesse proprio fare qualcosa allora fa-rebbe bene a tagliare quell’orribile albero secco davanti, che rovina la visuale”. 13 In libera traduzione, dall’inglese all’ita-liano: “I panni sporchi si lavano in casa”. In che cosa consiste il rovesciamento di

senso dell’immagine? Che cosa crea idio-sincrasia? Come si può pensare di superare il muro, simbolo di oppressione, senza distruggerlo? Che cosa in esso cattura l’attenzione? È pericolosa l’immedesima-zione nel protagonista? Questa immagine richiama il famoso detto: “Mettete fi ori dentro i cannoni”.

È rispettoso abbandonare agli sguardi di tutti un’immagine di questo genere? È cor-retto dipingere sulla parete di un edifi cio privato? È casuale la scelta della parete? Osserva i corpi dei personaggi: obbediscono ai canoni estetici socialmente condivisi per defi nire la bellezza? Si può parlare di “rea-lismo” in questo graffi to?

Potrebbe trattarsi di un’immagine me-taforica e realistica ad un tempo? Che cosa immagini che la governante, per-fettamente rappresentata tramite il suo stereotipo, sottragga alla vista? Che cosa pensi che mediamente la gente voglia o pensi di vedere nascosto sotto quel tap-peto? È verosimile l’accenno alla distanza sociale fra la cameriera e la famiglia la cui polvere ella occulta?

s

cuola in atto

14 La Convenzione sui diritti dell’infan-zia, artt. 31 e 40, dal sito http://www. unicef.it/doc/605/convenzione-diritti-infanzia-artt-31-40.htm

15 Si distinguono per lo stile che li fa cono-scere al mondo, condividono messaggi rela-tivi al rispetto dei diritti umani; sostengono l’arte per tutti, la pop art, accessibile anche ai meno abbienti; portano alla luce vizi e virtù; si ribellano al degrado urbano; ma-nifestano il malessere comune; rispettano alcune fondamentali regole comunicative. 16 Ecco alcune possibili risposte alle do-mande. Lasciano un narcisistico segno di sé ovunque ci sia uno spazio libero, senza rispetto per la proprietà privata; provocano gratuitamente, anche attraverso guerriglie urbane; non si preoccupano di dar vita ad un graffi to in armonia con l’ambiente cir-costante; lasciano veloci tag, su pareti, ve-trate, fi nestrini di autobus e metropolitane, nulla di paragonabile a qualcosa che meriti di non essere dimenticato; non hanno uno stile che li renda riconoscibili; solitamente non si fi rmano

Hate Mondays

Quale titolo daresti a questo graffi to? Da che cosa intuisci che il graffi to è stato collocato in un luogo preciso? Che cosa potrebbe pensare un passante vedendolo? Secondo te, potrebbe essere associato al graffi to qui sotto rappresentato?

Un posto in cui giocare

Leggi la scritta che accompagna il graf-fi to; che cosa è successo? Secondo te, il graffi to si armonizza con il contesto in cui è dipinto? La dimensione di un graf-fi to aggrava la colpevolezza dell’autore? O la colpevolezza dipende da altri fattori? Quali?

Per quali motivi un graffi taro può essere defi nito artista15? E gli imbrattamuri, o vandali, invece16? Il docente invita gli studenti a rispondere a questa domanda osservando l’immagine sotto collocata.

Dalle rifl essioni condivise sulla base delle domande guida proposte, la classe, con l’aiuto di documenti, indi-vidua possibili soluzioni al problema.

Il graffi to pubblicato qui sopra

de-nuncia il lavoro dei minori, privati

del diritto di diventare adulti gio-cando14.

La Nike ad ogni nuova campagna pubblicitaria contatta Banksy, che sistematicamente rifi uta dicendo di non aver bisogno del denaro sporco di una multinazionale che sfrutta i minori.

Lavoro minorile

ITALIANO

Il graffi to che segue è una denuncia

contro il degrado urbano, per una

città a misura d’uomo ma soprattutto a misura di bambino.

Il gruppo classe prova ora a fare sin-tesi della rifl essione.

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cuola in atto

Graffi tis is a crime

sh,A-ORATTIx ÒVENUTAINCONTROAI writers: “3CEGLIAMOINSIEMEZONEDELLA CITTÌdove sia lecito fare della Street Art, ma voi AIUTATECIAFARCAPIREAIRAGAZ ZINI CHE IMBRATTARE I MURI NON Ò UNA COSAPOSITIVA”17.

s hx  IL PROGETTO hMilano Quartiere Pulito” consiste nel mantenere pulite da imbrattamenti sistematicamente e tem-pestivamente le superfi ci dei muri (…), SENSIBILIZZANDOIRESIDENTI a diventare parte attiva di un processo di riconquista della propria via”18.

sh.EL ÒNATAh-URARTEvCONCESSIONI DIMURI PATENTINIPERIWRITER PRIVATICHE OFFRONOCAPANNONI da dipingere”19.

17 Da Il Giornale.it, in http://www.ilgiornale. it/news/moratti-ai-writer-facciamo-patto.html 18 Da “Terza relazione: Milano quartiere pu-lito”, in http://www.associazioneantigraf-fi ti.it/2009/10/03/terza-relazione-milano-quartiere-pulito-viale-abruzzi-03102009/ 19 G. Santucci, “Fenomeno graffi ti: 75 milioni di danni. Milano è la capofi la della repressione, Bologna invoca il co-dice penale. Torino pioniera del “wri-ting” legalizzato”, da “Corriere della Sera”, 5 gennaio 2008 in http://www. corriere.it/cronache/08_gennaio_05/ fenomeno_graffi ti_afea7da0-bb62-11dc-b478-0003ba99c667.shtml

20 Da “Corriere della sera”, Fare graf-fi ti diventerà reato, 6 ottobre 2008, in http://milano.corriere.it/cronache/arti- coli/2008/10_Ottobre/06/berlusconi_de-creto_legge_graffi tari.shtml

21 Ecco alcune possibili risposte alle do-mande. Concedere spazi pubblici, in aree degradate, da riqualifi care. Assegnare pa-tentini. Velocizzare i processi contro gli imbrattamuri e condannare al pagamento di multe più aspre. Rifl ettere in modo se-rio sulla poliedrica natura del graffi tismo. Responsabilizzare i cittadini attraverso una controcultura del graffi tismo. Riedu-care attraverso lavoro socialmente utili chi ha rovinato beni privati e comuni. 22 Il graffi to è reperibile a questo indirizzo: http://en.wikipedia.org/wiki/Banksy.

ITALIANO

Percorso valutativo

A partire dall’immagine, contrad-dittoria e provocatoria, la classe si divide in due gruppi, l’uno a difesa, l’altro contro i graffi ti. Un terzo gruppo delinea potenziali soluzioni al problema21. Ciascun gruppo la-vora con PPT con immagini, parole-chiave, fi le video e audio.

Approfondimenti

Per far decantare la tensione di un la-voro davvero impegnativo svolto sul testo argomentativo e per chiudere in bellezza, il docente propone una deviazione divertente al percorso di apprendimento proposto con un ul-timo graffi to di Banksy. L’insegnante legge ad alta voce la novella di I. Cal-vino, Marcovaldo al supermarket (in

Marcovaldo, Einaudi, Torino 1980).

Si ferma però poco prima del fi nale e, anziché svelarlo tramite la lettura ad alta voce, lo mostra attraverso il graffi to di Banksy dal titolo Shop

Un-til You Drop, Mayfair, London!22

An-che quello di Banksy, a modo suo, è un originalissimo plagio dell’italiano Calvino!

s h3I ADOTTERANNO PROCEDURE DURGENZA PER SANZIONARE i graffi tari, poiché lo sporcare i luoghi pubblici deve diventare un reato”20.

-ONICA#APUZZI

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cuola in atto

-RKPIWI

Raffaella Confalonieri, Valentina Morgana

Nel documento lessico famigliare 2 (pagine 32-37)