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4^ GIORNATA Mercoledì 20 aprile

Nel documento Annuario 2015-2016 (pagine 135-138)

Dopo la sveglia ed un’abbondan- te colazione ecco la prima giornata di visite tecniche del nostro viaggio d’istruzione…

Abbiamo cominciato con la visita ad un vivaio di piante di melo e pero, tra i più grandi della zona, chiamato Carlus Fruit Tree. Siamo stati accolti da uno dei titolari che, dopo un’in- troduzione generale sull’azienda, si è addentrato nello specifico per rispon- dere a quelle che erano le nostre cu- riosità in merito alle varietà coltivate, i cloni, i portainnesti, le tipologie di piante, il processo di produzione di un astone ramificato pronto per esse- re messo a dimora e alle indicazioni in merito alla difesa delle piante dalle diverse patologie.

L’azienda produce circa 2 milioni di piante ogni anno e le commercializza in tutta Europa, partendo dalla Spa- gna fino alla Polonia, Italia compresa. Nel nostro paese ci sono dei vivaisti che collaborano con questa ditta e importano le piante per il mercato italiano. Le varietà principalmente prodotte sono quelle classiche, come Golden D., Gala, Fuji, Granny, Red D., per i mercati come l’Italia o varietà specifiche per la zona belga-olande- se che in Italia non trovano interesse come Elstar, Zari, Jonaprince. È stato fatto un accenno anche alle nuove varietà che verranno introdot-

te a breve anche in Italia come Kizuri e Gradiflora.

Il titolare ci ha mostrato poi il centro aziendale che era molto ben organiz- zato dal punto di vista logistico e ab- biamo potuto vedere come le piante vengono innestate a banco, paraffi- nate, trattate, idratate e conservate nelle celle frigorifere a seguito della sterratura dal vivaio in novembre. Per motivi di tempo non è stato possibile ispezionare il vivaio vero e proprio e la sua produzione.

Durante questa visita abbiamo am- pliato le nostre conoscenze riguardo alla produzione vivaistica delle pian- te di melo ed acquisito informazioni difficilmente reperibili altrove sulle nuove varietà che presto saranno in- trodotte anche nel nostro territorio. Nel pomeriggio, dopo il pranzo, ci sia- mo spostati in un’azienda vitivinicola tra Tongeren e Maastricht, denomi- nata Wijnkasteel Genoels Elderen. L’a- zienda si trova lungo le antiche strade romane, nel comune di Riemst, dove sorge l’unico castello del vino del Bel- gio.

In questo luogo vengono coltivati i vi- gneti da 2000 anni ed anche al giorno d’oggi risulta essere il posto migliore per la viticoltura in Belgio. Il castello di Genoels Elderen vanta una lunghis- sima storia che ebbe inizio ancora prima dell’arrivo dei romani. Furono proprio i romani i primi a piantare qui la vite per ricavarne il vino e da allora le varie generazioni che abitarono il castello non abbandonarono mai la coltivazione di tale pianta. Ci fu sol- tanto un breve periodo chiamato “gli

Il centro aziendale di Carlus Fruit Tree: le celle frigo per il mantenimento delle piante innestate

anni di ghiaccio” durante il quale, a causa delle basse temperature, la vi- ticoltura subì una grave perdita per la morte delle piante.

L’azienda coltiva circa 22 ettari divisi in due appezzamenti ciascuno da 11 ettari ed interamente allevati a guyot. Essendo ad una latitudine piuttosto elevata soprattutto per la viticoltura, si riscontrano alcuni problemi diretta- mente collegati alle piante.

Siccome la temperatura media an- nua non è molto alta, e non è raro avere delle gelate notturne durante i mesi di aprile - maggio, talvolta è possibile che si ghiacci il terreno cau- sando la morte di alcuni ceppi di vite. Altro problema riguarda le condizio- ni meteorologiche stagionali. L’uva per arrivare a completa maturazio- ne e per sviluppare un elevato gra- do zuccherino che si tradurrà poi in grado alcolico, deve sottostare ad un periodo di giornate soleggiate ed in leggero stress idrico. In questa zona purtroppo il clima non aiuta assolu- tamente; per la maggior parte dei giorni durante l’anno infatti il cielo è nuvoloso e la temperatura è piutto- sto bassa.

I vini che vengono prodotti hanno infatti un’acidità più elevata rispetto a quelli provenienti dalle nostre lati- tudini. Le varietà che vengono colti- vate negli appezzamenti sono princi- palmente Chardonnay, Pinot nero e Pinot grigio. Il vino che si ricava viene

venduto per il 60% come Chardonnay bianco, il 25% come spumante a base Chardonnay e il restante 15% come spumante rosè derivante da uve di Pinot nero.

La vendemmia viene effettuata in parte a mano e in parte a macchina. Si comincia verso la metà di settem- bre e si termina talvolta anche in novembre per permettere all’uva di arrivare a maturazione. Il vino viene lasciato maturare nelle barrique in una cantina a temperatura ed umi- dità controllate. Infine, viene imbot- tigliato e venduto.

In azienda è presente anche un pic- colo impianto di distillazione dove vengono distillate le vinacce prove- nienti dalla pressatura degli acini. La visita a questa realtà è stata molto interessante perché abbiamo potu- to vedere un esempio concreto di “agricoltura che si sposa bene con il turismo”, tematica che anche nelle nostre realtà assumerà nel tempo sempre maggior importanza. Dopo la visita all’azienda vitivinicola siamo giunti in un’attività veramen- te unica nel suo genere: un’azienda produttrice di ciliegie in serra. Quest’ultima produce su una super- ficie di circa due ettari interamente coperti da serre in vetro che permet- tono all’imprenditore di anticipare di almeno un mese la raccolta e quindi di immettere frutta sul mercato (che si rivolge direttamente alla G.D.O.) in

un momento in cui l’offerta generale di ciliegie è molto bassa.

Proprio per questo motivo i prezzi al kg che l’agricoltore riesce a spuntare sono ben sopra la media (circa 14 € al kg per le prime ciliegie raccolte e circa 9 € per le ultime). Ovviamen- te anche i costi di produzione sono molto alti e si aggirano sui 7 € al kg. Parlando con il titolare abbiamo capito che, nonostante il diverso ambiente (inteso come microcli- ma) creato dalle serre, il metodo di coltivazione non è molto diverso da quello utilizzato anche da noi in Trentino, tant’è che si impiegano le stesse varietà e gli stessi portainne- sto (Kordia e Regina su Gisela 5 o 6). In serra si deve però avere l’accor- tezza di potare le piante in modo che esse rimangano più basse. Gli elementi nutritivi vengono appor- tati principalmente tramite fertirri- gazione distribuendo azoto e ferro all’inizio della stagione vegetativa e fosforo e potassio in estate.

L’imprenditore, grazie al sistema di copertura composto dai vetri, riesce ad ovviare al sistema del freddo tra- mite fornelli a gas che aziona quando le temperature si avvicinano agli 0 °C. La gestione dei trattamenti fitosanita- ri è invece alquanto diversa visto che in serra si riscontrano meno malattie fungine (a causa dei vetri di coper- tura che evitano bagnature), ma più problemi causati da insetti come ad esempio coleotteri e rincoti che tro- vano in serra il loro habitat ideale.

Nel complesso, in serra, si riescono ad evitare molti trattamenti.

A causa della coperture gli insetti pronubi non riescono ad entrare in contatto con i fiori al momento della fioritura, per questo motivo l’agricol- tore inserisce all’interno delle serre alcune arnie di bombi, che preferisce alle api perché riescono a volare an- che in presenza di basse temperature e quindi sono generalmente più effi- cienti nel processo di impollinazione. L’imprenditore ci ha confidenzialmen- te rivelato che in realtà le rese, calco- lando l’ingente investimento iniziale, non sono di molto superiori alla col- tivazione fuori serra, in ogni caso per lui il lavoro equivale ad una passione perciò l’aspetto economico non è l’u- nico che conta.

Abbiamo apprezzato molto questa visita, non solo per l’ospitalità e dispo- nibilità dimostrata dalla famiglia del ti- tolare, ma anche perché abbiamo po- tuto espandere la nostra conoscenza in campo agricolo e prendere spunto (anche per il nostro futuro professio- nale) da una realtà assolutamente in- novativa.

Dopo la visita abbiamo cenato ad Am- sterdam e siamo ritornati in ostello. Questa giornata, come del resto l’e- sperienza in generale, è stata vera- mente molto produttiva.

Infatti, siamo riusciti a cogliere aspetti ed informazioni spendibili in sede di Esame di Stato, ma soprattutto utili in quella che sarà la nostra vita profes- sionale futura.

La classe 5APT in visita al centro

sperimentale dell’Università di Wageningen in Olanda

5^ GIORNATA

Nel documento Annuario 2015-2016 (pagine 135-138)