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Gli altri elementi per la creazione di un’impresa

Nel documento Programmazione unitaria (pagine 138-141)

Il ruolo delle Start Up nell’economia isolana Mario Mariani*

7. Gli altri elementi per la creazione di un’impresa

Sicuramente avevamo una idea da sviluppare, una idea imprenditoriale, ma tutti quelli che iniziano un’attività imprenditoriale hanno un’idea, spesso molti hanno la stessa idea ma poi pochi riescono a realizzarla, a farne un’impresa.

La finanza e altri fattori nella creazione di un impresa 139

8. Competenze

Avevamo delle competenze. Se non le avessimo avute i fondi non ci avreb- bero finanziato e tantomeno le banche e le società di leasing, perché alla fine si finanziano le persone, non le idee. Istituti di credito, società di lea- sing, fondi di venture capital, istituzioni pubbliche, università. Sono alcuni esempi di istituzioni che hanno valutato positivamente Energit per le sue competenze. Ed è banale ma le competenze le si crea con lo studio e la formazione. Quindi investire personalmente e attraverso le Istituzioni in studio e formazione è importantissimo.

Un esempio di come lo sviluppo di competenze specifiche favorisca lo sviluppo di un sistema economico: in 3 dei 4 soci di Energit avevamo lavorato al CRS4 (Centro Ricerche Sviluppo e Studi Superiori in Sarde- gna). Se dovessimo giudicare l’attività del CRS4 nei primi anni novanta qualcuno potrebbe definirlo come un puro centro di spesa. In realtà si formò una classe di ricercatori provenienti da tutto il mondo e subito una classe di tecnici di assoluto livello. Queste conoscenze dettero alla nostra isola almeno tre anni di vantaggio sul resto d’Europa nelle tecnologie IT. L’Università Bocconi di Milano, ad esempio, parlava con noi per impara- re le tecniche del distance learning. Alcuni imprenditori si accorsero che esisteva un patrimonio di conoscenze tecniche, che c’era da guadagnarci bene e ci mise i soldi. Nacquero Video on Line, Telecom on Line e Tiscali. E qui veniamo al terzo elemento: i distretti industriali, la possibilità di fare esperienza.

9. Esperienza

Le competenze le si perfeziona con un altro elemento sul quale vorrei soffermarmi che può essere, per così dire, sistemico: la possibilità di fare esperienza. L’esperienza, il poter fare esperienza, è fondamentale e in una duplice accezione: di pratica che porta alla conoscenza e di pratica che porta alla consapevolezza.

L’esperienza che deriva dalla pratica la si può fare dove ci sono imprese simili o una rete di imprese. Dove le imprese nascono per gemmazione. Ecco perché al Nord è più facile. Anche in Energit sapevamo fare delle cose che avevamo imparato da altre parti. Le abbiamo messe assieme a ciò

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che si faceva nei settori nei quali andavamo ad operare migliorando i pro- cessi dove eravamo più bravi. In questo modo siamo cresciuti più in fretta di altri. Un esempio: noi paradossalmente conoscevamo poco del settore dell’Energia, nessuno di noi vi aveva mai lavorato. Ma sapevamo come ge- stire egregiamente i clienti, come fatturare loro i servizi, come proporre servizi convergenti, esperienza che avevamo acquisito lavorando nel setto- re delle telecomunicazioni, allora molto più evoluto in questo del settore dell’energia. Abbiamo utilizzato tale esperienza per produrre un’offerta originale in un mondo che si andava liberalizzando e dove alcuni dei vec- chi competitor (le municipalizzate) non avevano tali competenze.

L’altra accezione dell’esperienza è quella della pratica che ti dà la con- sapevolezza di poter fare le cose, che le cose si possono fare. La fiducia nei tuoi mezzi. È molto importante. Ti porta ad esempio, a voler creare una “Energit” e non una “Impresa energetica Sarda”, ti porta a considerare il tuo mercato l’Italia e a localizzare i tuoi partner nel mondo (noi siamo an- dati a cercare l’energia in Inghilterra, in Svizzera, nella borsa francese) e i tuoi competitor l’Enel e la Edison. Consente alla tua idea di trascendere la dimensione locale e riferirsi più giustamente a una dimensione, in questo caso, nazionale.

Insomma, si diventa consapevoli del fatto, e qui concludo, che non è vero che in Sardegna non sappiamo fare impresa, che siamo congenita- mente inadatti a lavorare sul mercato, ma che è una questione di condi- zioni.

141 L’intervento da me tenuto durante il convegno “ Lavorare meno, lavorare meglio, lavorare tutti“ descriveva la nascita e lo sviluppo dell’idea impren- ditoriale di Valegnameria.

Il mio progetto risale al 2015 e prende spunto dall’idea di trasformare gli scarti di una falegnameria in immagini e in oggetti. Attraverso l’uso di piccole porzioni di legno di diversi spessori, creo forme spigolose e ge- ometriche strutturate a livelli, con giochi di luce che ne modificano l’a- spetto a seconda del punto di vista di chi le osserva. L’immagine iniziale, arricchita di ombre e prospettive nuove, sembra quindi uscire dal legno e affacciarsi sul mondo, avvicinandosi idealmente al committente. Il risulta- to finale, a volte surreale e poco ordinario, consiste nella realizzazione di oggetti tridimensionali versatili e quindi adattabile a qualsiasi situazione

Durante il mio discorso ho voluto inizialmente sottolineare quali sono stati i problemi che ho riscontrato durante il mio percorso ma ho anche voluto mettere in luce tutti quei fattori che mi hanno portato a mettermi in gioco.

Dopo anni di lavoro subordinato, “di sottomissione a sistemi gerarchi- ci”, avevo voglia di creare qualcosa di mio, che mi permettesse di gestire al meglio il mio tempo e di spendere le mie energie per qualcosa che ri- specchiasse la mia personalità , un qualcosa in cui credere e soprattutto su cui puntare.

Questo percorso non è stato facile, non tanto per i ben noti problemi economici o burocratici, ma piuttosto per la difficoltà che ho riscontra- to nell’individuare un’idea vincente, originale, che fosse in grado di dare un’identità creativa immediata al mio stile e alla mia persona.

Dall’idea all’impresa

Nel documento Programmazione unitaria (pagine 138-141)