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Gli aspetti strutturali: una casa per sempre

Gli aspetti informativi devono andare di pari passo con la progettazione/ristruttu-razione di domicili che siano

compatibi-li con le diverse fasi dell’esistenza: dalla nascita all’invecchiamento, l’adeguamen-to strutturale del domicilio in base alla cultura della sicurezza deve prevedere la conoscenza dei seguenti requisiti.

Accessibilità

• : grado più alto di utiliz-zo dello spazio costruito, es. bagno e cucina nel caso di impedita capacità motoria o sensoriale.

Visitabilità

• : limitazioni di accessibi-lità ad alcune parti dell’edificio, es.

prevenzione incidenti nella fascia 0-4 anni per i farmaci in abitazione.

Adattabilità

• : possibilità di modificare nel tempo lo spazio costruito, a costi limitati, allo scopo di renderlo fruibile anche dalle persone con ridotta o im-pedita attività motoria o sensoriale.

Protezione

Possono essere considerate tutte quelle azioni previste dai programmi per la ge-stione del rischio clinico in ospedale. Sul territorio, si articola nella sorveglianza delle strutture assistenziali pubbliche, Residenze Sanitarie Assistite, convenzio-nate e private.

Ciò implica investimenti sulla riduzione/

eliminazione dei fattori di rischio am-bientale e organizzativo-assistenziale.

Prevenzione

Possono essere considerate azioni a so-stegno della rete relativa alla dimissio-ne protetta o in senso gedimissio-nerale rivolto all’assistenza della patologia cronico-de-generativa o del cittadino portatore di disabilità permanente. Fondamentale la formazione specifica dei caregivers, in particolare badanti, come previsto nelle linee di gestione della regione FVG. Sono stati attivati i corsi per l’acquisizione del-le competenze minime nell’assistenza com-prendenti i principi e le abilità connesse

alla prevenzione dei rischi domestici e di contenzione favorendo le buone prati-che. Prosecuzione con l’implementazio-ne di corsi formativi in collaboraziol’implementazio-ne tra personale sanitario esperto e gli Enti formatori individuati a livello regionale.

Monitoraggio di processo: dai primi dati risulta una attivazione di 3 corsi nella provincia di Trieste e di 1 corso nella pro-vincia di Gorizia. Il gradimento dei corsi nella provincia di Trieste è stato del 96%.

(Studio multicentrico nella Regione FVG sulla prevenzione Incidenti Domestici 2009, S. Sanson et Al.)

Promozione

Possono essere considerate diverse azioni:

potenziamento dei comportamenti

sani (attività motoria rivolta a tutte le fasce di età e nel rispetto dell’accessi-bilità di tutti i cittadini , con partico-lare attenzione alla disabilità). Esempi possibili possono riguardare l’utilizzo di spazi cittadini per l’attivazione di eventi a carattere sportivo/ricreativo per favorire la mobilità e la socializza-zione in tutte le fasce di età e nel ri-spetto dell’integrazione con i cittadini a maggiore fragilità.

gli aspetti riguardanti i fattori

am-•

bientali nell’ottica di un concetto di

«Casa sicura», attraverso una rete tra Comuni, Dipartimenti di Prevenzione, Associazioni di categoria (artigiani e imprenditori che intervengono nel-le abitazioni sia per la progettazione che per la manutenzione) e coopera-tive che si occupano di assistenza do-miciliare. In tale ambito è necessario che annualmente si promuova almeno un evento che veda tutti questi atto-ri coinvolti per una formazione con-giunta e una programmazione per la prioritarizzazione degli interventi e

la diffusione della cultura della sicu-rezza. Nell’ambito della Promozione si delinea l’opportunità di identificare incentivi economici per l’adattamen-to strutturale alle nuove esigenze, case compatibili per soggetti partico-larmente a rischio (anziani e disabili) e la promozione di progettazioni di nuove strutture/edifici ad uso abita-tivo con i criteri di accessibilità indi-viduati.

avvio di azioni nel periodo perinatale

con prosieguo negli asili nido e nelle scuole di ogni ordine e grado, per la promozione della cultura della sicu-rezza (domestica, stradale, collegata agli ambienti di vita e lavoro). Colle-gamento con progetto nazionale Ge-nitori più.

Le attività di Protezione sono attualmen-te strutturaattualmen-te nei Dipartimenti di Preven-zione, in particolare per quanto riguarda la vigilanza sui rischi di infortuni sul la-voro.

Come riporta Le Carte di Tallini diffusa in occasione della Conferenza Ministeriale Europea sui Sistemi Sanitari «I Sistemi Sa-nitari devono assicurare un approccio olistico nei servizi che coinvolga la promozione del-la salute, del-la prevenzione delle patologie ed i programmi di gestione integrata delle malat-tie… omissis». Nell’ottica di un riorienta-mento delle attività di Prevenzione/Pro-mozione che preveda un’ organizzazione e gestione delle risorse forte e integrata nell’area degli incidenti domestici, stra-dali e sul lavoro, è necessario individuare a livello aziendale una articolazione or-ganizzativa dedicata.

Per garantire una regia adeguata di tali temi, nonché una caratterizzazione della risposta nelle diverse esigenze territoria-li, tale struttura organizzativa, gestita dal Dipartimento di Prevenzione, deve essere

44 Capitolo 2

articolata in uno staff multiprofessionale trasversale tra il Dipartimento di Preven-zione, le altre strutture (es. i Distretti), i professionisti (es. i medici di medicina generale) coinvolti per affrontare il pro-blema.

Lo staff individuato risulta essere il pro-motore di alleanze progettuali con gli stakeholders del territorio, finalizzate alle azioni di Promozione e Prevenzione.

In sinergia con le altre azioni del Piano Socio-Sanitario, i criteri generali da ri-spettare sono:

l’accountability

e cioè la funzione del

«render conto di...», che potrebbe esse-re svolta attraverso un flusso comuni-cativo stabile intra ed extraziendale, gestito da un coordinamento forte dell’area incidenti;

l’individuazione delle collaborazioni

già esistenti e la promozione dello sviluppo e consolidamento delle stes-se tra il Dipartimento di Prevenzione e le altre strutture Aziendali con par-ticolare attenzione alle cure primarie (Distretti) e alla continuità assisten-ziale ospedale-territorio nell’ottica della Promozione della Salute;

la connessione con le altre reti attive

e strutturate sul territorio (es. servizi sociali, associazioni di volontariato) che hanno come obiettivo l’aumento delle competenze e la messa in rete delle buone pratiche.

Tra le figure professionali sanitarie non mediche preposte all’attività di preven-zione ci sono l’assistente sanitario e il tecnico della prevenzione.

L’assistente sanitario (Decreto del Mi-nistero della sanità 17 gennaio 1997, n.69 e successive modificazioni ed inte-grazioni) è l’operatore sanitario che, in possesso del diploma universitario abi-litante e dell’iscrizione all’albo

profes-sionale, è addetto alla prevenzione, alla promozione e all’educazione alla salute.

La sua attività è rivolta alla persona, alla famiglia, alla collettività; individua i bi-sogni di salute e le priorità di intervento preventivo, educativo e di recupero.

Gli Assistenti sanitari progettano e at-tuano interventi di promozione e di educazione alla salute in tutte le fasi della vita della persona. Attuano inter-venti specifici di sostegno alla famiglia, attivando risorse di rete e partecipando ai programmi di terapia per la famiglia.

Svolgono funzioni di carattere preven-tivo attraverso l’utilizzo di tecniche e strumenti specifici per la promozione della salute individuale e comunitaria, compresa la sorveglianza igienico-sani-taria. Concorrono alla realizzazione di iniziative dirette alla tutela dei diritti dei cittadini riferite alla promozione della salute.

Il tecnico della prevenzione nell’ambien-te e nei luoghi di lavoro (Decreto del Ministero della Sanità 17 gennaio 1997 n. 58 e successive integrazioni e modi-ficazioni) è il professionista sanitario re-sponsabile delle attività di prevenzione, verifica e controllo in materia di igiene e sicurezza ambientale nei luoghi di vita e di lavoro, di igiene degli alimenti e del-le bevande, di igiene e sanità pubblica e veterinaria.

Il tecnico della prevenzione operante nei servizi con compiti ispettivi e di vi-gilanza è ufficiale di polizia giudiziaria, svolge attività istruttoria finalizzata al rilascio di autorizzazioni o di nulla osta tecnico-sanitari per attività soggette a controllo. Le attività di vigilanza occupa-no una parte delle potenzialità di lavoro dei servizi di prevenzione.

Per quanto detto prima a proposito delle attività richieste per la prevenzione degli

incidenti domestici, occorre conseguire un equilibrio e integrazione tra le azioni di vigilanza, le azioni di sorveglianza e di educazione alla prevenzione.

Il corso di Laurea specialistica in Scienze delle Professioni Sanitarie della prevenzio-ne ha come finalità quella di formare un professionista con competenze di livello avanzato capace di adeguarsi alle sem-pre nuove esigenze della comunità e dei servizi sanitari e socio-sanitari, affron-tando le singole problematiche con un comportamento etico, responsabile e attento ai processi di qualità.

Nell’ambito delle funzioni di questi pro-fessionisti (prevenzione – organizzazio-ne – gestioorganizzazio-ne – formazioorganizzazio-ne – consulenza – ricerca) ed in riferimento alla norma-tiva vigente (Diretnorma-tiva CEE n. 453/1977, DLgs n. 353/1994, Legge n. 42/1999, Legge n. 251/2000), il Corso di Laurea Specialistica in Scienze delle Professio-ni SaProfessio-nitarie della Prevenzione ha come obiettivo generale quello di formare un professionista sanitario che, esercitan-do competenze avanzate, è in graesercitan-do di ricercare, progettare, negoziare, realiz-zare e valutare in termini multiprofes-sionali, soluzioni a problemi non risolti, in situazioni complesse, in linea con la richiesta di soddisfacimento dei bisogni di salute della popolazione.

Il profilo di competenza del laureato specialistico di classe IV risulta essere fortemente orientato a tre aree di inter-vento principali:

management

formazione

ricerca.

Si prevede che questi professionisti pos-siedano una formazione avanzata per intervenire con elevate competenze nei processi tecnico-diagnostici, gestionali, formativi e di ricerca e che siano in grado

di assumere decisioni relative all’organiz-zazione e gestione delle risorse umane e tecnologiche disponibili, in risposta ai problemi prioritari di salute della po-polazione e ai problemi di qualità dei servizi. La programmazione dell’ottimiz-zazione dei vari tipi di risorse (umane, tecnologiche, informative e finanziarie) di cui dispongono le strutture sanitarie e la realizzazione di interventi formati-vi per l’aggiornamento e la formazione permanente nelle strutture sanitarie di riferimento costituiscono ulteriori com-petenze necessarie in questo ambito, as-sieme alla capacità di utilizzare i metodi e gli strumenti della ricerca sia in ambito organizzativo che professionale.

Conclusioni

Gli incidenti domestici costituiscono un problema di sanità pubblica, rispetto al quale è stata evidenziata la possibilità di attivare un’articolazione di linee di Promozione, Prevenzione e Protezione.

Tali linee di attività richiedono un rico-noscimento all’interno del Dipartimento di Prevenzione, al pari delle altre attività Istituzionali, con strutture di riferimento, obiettivi e budget pianificati. Per tale mo-tivo si ribadisce l’utilità dell’istituzione di gruppi di lavoro permanenti, che orga-nizzino le attività di tutti gli stakeholders coinvolti, programmando le attività sul territorio volte alla riduzione degli inci-denti domestici. Un ruolo gestionale può essere svolto in questi ambiti dalle pro-fessioni sanitarie della prevenzione, che hanno competenze e sensibilità specifi-che negli ambiti di Promozione, Preven-zione e ProtePreven-zione, necessari per inter-venire nei contesti domestici.

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domestici_rischi_abitativi

dell’operatore