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2. Altri modus di operare con la tradizione: elementi moto-vocali della matrice

2.2 La danza degli Orixás come metodo di educazione corporea dell’artista della

2.3.2 Gli schemata di Oxalá: il principio ancestrale maschile

[...] Reciprocamente, Òrìsàlá representa coletiva e simbolicamente o

poder ancestral masculino. (SANTOS, 2008, p.77)50

Il Re del bianco Oxalá51, anche soprannominato Òbàtálá52, Òrìsàlá, Òrìsànlá,

Òsàlá e Orixalá (Orisa-nla), è stato la prima entità sovrannaturale creata da Oludumaré, il dio supremo degli Yorubas che, allo stesso tempo, gli ha dato il

compito di creare la terra e la forma degli esseri umani e, quindi, modellare, gli

ara-àiyé, cioè, gli esseri di questo mondo e, anche, gli esseri dell’aldilà, dell’orun.

“[...] I vivi e i morti, i due piani dell’esistenza, sono controllati dall’àse, dalla forza, di Òrìsànlá” [n.t.] (SANTOS, 2008, p.75). Infatti, è sotto l’àlà, il grande panno bianco, uno dei suoi emblema, che il grande Òrìsà-funfun, cioè il grande Re del colore bianco, accoglie la vita e la morte.

[...] Um dos ritos, quando do ciclo litúrgico de Òsàlá, consiste em estender um longuíssimo pano imaculado suspenso e sustentado por cima da cabeça dos participantes, e todos os presentes se colocam embaixo, cantando e dançando numa procissão ritual, simbolizando assim o fato de que eles se colocam sob a proteção do grande Òrìsà-funfun. (SANTOS, 2008, p.76)53

La figura di Oxalá – il principio-forza ancestrale maschile che antecede tutte le altre entità sovrannaturali nel pantheon del Candomblé – può essere rappresentata in due forme e qualità di energie diverse: 1) nell’aspetto più vecchio di Oxalufã e, 2) nell’aspetto giovane e guerriero di Oxaguiã.

50

“[...] Òrìsàlá, collettivamente e simbolicamente rappresenta il potere ancestrale maschile.” [n.t.]

51

Secondo il dizionario Yoruba (Nago) Portugues, l’etimo ORISA LÁ, ORISALÁ, indica un’altra designazione di ODÙDÚWA. Divinità della creazione dell’uomo – Dio della Vita [...] che in Brasile viene chiamato OSHALA. Principale divinità Yorubana. [n.t.] (JUNIOR, 1988, p.311)

52

L’etimo Obatala è una contrazione di Oba-ti-o-nla, che significa il rè che è grande oppure Oba- ti-ala, il re che indossa il bianco. (RIBEIRO, 1996, p.60)

53

“[...] Uno dei rituali, del ciclo liturgico di Òsàlá, consiste nello stendere un enorme piano bianco, immacolato, sulla testa di tutti i partecipanti. Così, sotto l’àlà, cantando e danzando in un corteo i devoti chiedono la protezione del grande Òrìsà-funfun.” [n.t.]

Nel primo modo, l’energia e gli schemata di Oxalá rappresentano un anziano incurvato che si muove molto lentamente, facendo piccoli passi col sostegno dell’òpásóró, il suo bastone di metallo lungo circa 120 cm di altezza.

O òpásóró é [...] uma barra com um pássaro na extremidade superior, com discos metálicos inseridos horizontalmente em diferentes alturas, dos quais pendem pequenos objetos, sininhos redondos, sinos em forma de funil e moedas. [...] O òpásóró é um dos objetos mais notáveis e rodeado de considerações e preceitos ritualisticos. [...] (SANTOS, 2008, p.77)54

Appoggiato sull’òpásóró cammina la figura incurvata di Oxalufã, eseguendo nello spazio e nel tempo le sue formes-traces di movimenti lenti che rivelano la calma e l’età immemorabile della sua essenza ancestrale. Tuttavia, l’òpásóró oltre a servire da bastone è un simbolo che rimette alla forza e al potere dell’ancestrale maschile quando Oxalá l’utilizzò per dividere i due spazi della esistenza, cioè l’orun, il mondo dell’aldilà, l’infinito abitato dagli esseri sovrannaturali e, l’àiyé, che comprende l’universo fisico concreto e la vita di tutti gli esseri naturali che ci abitano (SANTOS, 2008, p.53). Invece, quando si presenta nel suo aspetto più giovane Oxalà esegue gli schemata di Oxaguiã, il giovane guerriero che porta la spada e lo scudo con molto vigore e nobiltà. Diversamente dal suo altro aspetto più anziano, Oxaguiã esegue nello spazio le sue forme-traces con molta agilità e belligeranza. Tuttavia, indipendentemente della qualità di energia, ambedue gli aspetti della figura di Oxalà vengono associati alla massa d’aria e alle acque, due elementi-segno della struttura ritualistica del candomblé che appartengono alla seconda categoria, quella del “sangue bianco”.

[...] O àse é contido nas substâncias essenciais de cada um dos seres, animados ou não, simples ou complexos que compõem o mundo. Os elementos portadores de àse podem ser agrupados em três categorias: na

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“L’òpásóró è [...] un’asta di metallo con un uccello sull’estremità superiore e diversi dischi di metallo inseriti orizzontalmente a diverse altezze, nei quali sono appesi oggetti diversi, sonagli e piccoli dischetti metallici. [...] L’òpásóró è uno degli oggetti più circondato da precetti e considerazioni ritualistiche. [...]” [n.t.]

primeira categoria, “sangue vermelho” compreende a) no reino animal: corrimento menstrual, sangue humano ou animal; b) no reino vegetal: o

epo, azeite de dendê, o osun, pó vermelho extraído do Pterocarpus

Erincesses, o mel, sangue das flores; c) no reino mineral: cobre, bronze. O “sangue branco” compreende: a) no reino animal: o sêmen, a saliva, o hálito, as secreções, o plasma (particularmente o do igbin, caracol); b) no reino vegetal: a seiva, o sumo, o álcool e as bebidas extraídas das palmeiras e de alguns vegetais, o ìyèròsùn, pó esbranquiçado extraído do

ìròsùn, Eucleptes Franciscana, o òri, manteiga vegetal; no reino mineral:

sais, giz, prata, chumbo. O “sangue preto” compreende: a) no reino animal: cinzas de animais; b) no reino vegetal: o sumo escuro de certos vegetais, o ilù, índigo extraído de diferentes tipos de árvores; no reino mineral: carvão, ferro. (SANTOS, 2008, p.41)55

Le due manifestazioni energetiche di Oxalà appartengono allo stesso gruppo degli

Orixás funfun, cioè gli Orixás che rappresentano e trasmettono la forza del

“sangue bianco”. Il suo colore bianco, oltre che rappresentare la creazione, la nascita degli esseri naturali, si presenterebbe anche come “[...] il passaggio, la trasformazione di un livello di esistenza ad un altro [...] non solo la morte e la rinascita, ma anche la morte e il rinascimento simbolico o rituale” [n.t.] (SANTOS, 2008, p.78). Guardando l’immagine, l’architettura corporea dell’aspetto più anziano di Oxalà è possibile identificare, nella sua spazialità di

situazione, due zone energetiche, ossia: 1) la colonna vertebrale piegata dal peso

della sua ancestralità e 2) il volume del tronco in avanti, in una courbe C molto accentuata. In questo caso, la colonna, “scala che conduce al cielo”, il simbolo dell’axis-mundi, indispensabile al collegamento tra due energie diverse e complementari – istintiva e sottile – è completamente piegata in avanti,

55

“Nella ritualistica del candomblé troviamo tre categorie dove sono raggruppati gli elementi che possiedono l’axé, cioè la forza che sostiene l’avvenire e il divenire. Nella prima categoria, del “sangue rosso” troviamo; a) nel regno animale: il menstruo, il sangue umano o animale; b) nel regno vegetale: l’olio di dendê (estratto da una palma), la polvere rossa, osùn, estratta dalla pianta Pterocarpus Erinacesses, il miele (considerato come il sangue dei fiori); c) nel regno minerale: il rame, il bronzo. La seconda categoria comprende il “sangue bianco”, a) nel regno animale: lo sperma, la saliva, le secrezioni, la bava (particolarmente quella della lumaca); b) nel regno vegetale: il succo, l’alcool e le bevande estratte dalle palme e determinati vegetali, la polvera bianca, ìyèròsùn, estratta dalla pianta Eucleptes Franciscana F., il cotone e, l’òrí, il burro vegetale; c) nel regno minerale: i sali, la calce, il piombo, l’argento. E, alla fine, nella terza categoria del “sangue nero” troviamo; a) nel regno animale: le cenere degli animali; b) nel regno vegetale: il succo di determinati vegetali estratti da diversi piante; c) nel regno minerale: il carbone e il ferro.” [n.t.]

permettendo così alla testa di avvicinarsi al baricentro del corpo. Di conseguenza, la testa (sede delle energie sottili) e i piedi (sede delle forze ancestrali) sono molto prossimi, collegati dalla stessa forza gravitazionale. Metaforicamente parlando è come se le energie sottili riconoscessero e, quindi, si inchinassero alle forze degli ancestrali. Non a caso, vale la pena ribadire che, nella cultura dei candomblés, i piedi vengono considerati molto importanti, poiché oltre a rappresentare il movimento e la dinamica della vita sono direttamente collegati alle forze degli ancestrali – il destro corrisponde alla forza ancestrale maschile e il sinistro a quella femminile. Il centro della figura arcuata del vecchio Oxalufã, viene dunque potenziato dal suo tronco in courbe C, che rivelerebbe la qualità della sua dinamica interiore, cioè un tronco base ma che non proietta gli impulsi interni e energetici alle estremità del corpo. Le due “matrici” (addominale e pettorale), che compongono il terzo “tópos” dell’architettura corporea, piegate e chiuse, rafforzerebbero la qualità energetica della camminata di questo essere ancestrale, anziano, fonte di saggezza. Diversamente dal suo aspetto più anziano, l’immagine del giovane guerriero Oxaguiã è totalmente dinamica e virile. Quando egli esegue la sua danza mimesi di lotta, con la spada e lo scudo, si può notare che due zone energetiche prevalgono sulla composizione della sua architettura corporea: 1) il tronco diritto e fiero; 2) le braccia e le mani che impugnano la forza del guerriero in combattimento. Se la manifestazione energetica del vecchio Oxalufã è piegata dal peso della sua ancestralità, nella sua immagine giovane Oxalá è dritto, la colonna verticale in uno stato di allerta, pronto a combattere. E’ un tronco base dinamico che proietta gli impulsi energetici alle estremità del corpo umano ed è in diretto contatto con lo spazio esterno, quindi diversamente dell’energia ancestrale di Oxalufã, egli irradia i suoi movimenti. L’energia che si trova nel tronco del guerriero si irradia alle estremità delle sue braccia e mani che oltre ad impugnare le armi, possono, in determinate danze, portare gli atoris, cioè i lunghi bastoni di legno che vengono utilizzati durante i rituali come segno di purificazione.

In altri momenti della danza di Oxaguiã è possibile percepire che le sue mani, oltre impugnare la spada e lo scudo, diventano, o meglio, rappresentano, il mortaio, simbolo che rimette all’azione mitica del principio giovane dell’Orixá

funfun, cioè la trasformazione della radice inhame56 per mezzo dell’oggetto rituale che è la “mano-mortaio”.

Gli schemata di Oxalá, dell’immagine più anziana tanto come quella giovane e guerriera, non sono state adoperate da Augusto Omolu durante la pratica della danza degli Orixás che ha condotto durante la 14ª sessione dell’University of

Eurasian Theatre: Poetry and Improvisation a Bologna, presso il Teatro Ridotto

nell’ottobre 2006. Tuttavia, osservando la registrazione video del suo laboratorio- residenziale che si è svolto a gennaio 2012 nella città di Salvador, e secondo la testimonianza del ballerino Fernando Ferraz57 che partecipò al laboratorio, è possibile verificare nella composizione gestuale dei partecipanti, determinati elementi appartenenti agli schemata di Oxalá.

56

L’inhame (Taro in italiano) è una radice simile alla manioca che cresce regolarmente nelle regioni tropicali e temperate.

57

Oxalufã. Acquerello di Carybé: tratto dal libro “Iconografia dos deuses africanos no Candomblé da Bahia”. Bahia,