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2. Altri modus di operare con la tradizione: elementi moto-vocali della matrice

2.2 La danza degli Orixás come metodo di educazione corporea dell’artista della

2.3.4 Gli schemata di Yémanja: il principio di generare

Yémanja (Yemoja) il cui nome deriva da Yéyé omo eja, “la Madre i cui

figli sono pesci”, è l’orishà degli Egba, una nazione yorùbá stabilitasi in tempi lontani tra Ifà e Ibadan, dove esiste ancora il fiume Yemoja. [n.t.] (VERGER, 1982, p.188)

Yémanja, la Rainha do mar, è la divinità femminile del Candomblé più popolare

in Brasile. Nelle terre brasiliane, la sua immagine popolare “[...] viene associata al simbolo universale della sirena, ossia, una mora con dei lineamenti latini, come il risultato della fusione delle “madri d’acqua” europee, degli indios e degli africani. [...]” [n.t.] (MARTINS, 2008, p.59). Il culto della regina del mare è direttamente collegato alla forza della donna-madre, al principio del generare, della fecondità. Infatti, le persone che non conoscono le caratteristiche degli Orixás spesso confondono Yémanja con Oxum, la dea delle acque dolci, anche lei un Orixá che regge il principio del generare.

[...] Oxum é confundida com Yemanjá, e vice-versa, pelas pessoas leigas quanto ao Candomblé, visto que não dominam conhecimento suficiente e necessário para distinguirem as posições hierárquicas em que ambas estão posicionadas no panteão iorubá; tal confusão decorre do fato de ambas representarem o elemento água e possuirem traços em comum. [...] Além disso, elas carregam o arquétipo de mulheres poderosas com relação à fertilidade, fecundidade [...] (MARTINS, 2008, p.60)65

In Brasile, e in specifico nella città di Salvador Bahia, la popolarità di questo

Orixá è talmente grande che è possibile trovare il suo nome in moltissimi negozi,

bar, palazzi, farmacie, ristoranti, ecc. Questo fatto, secondo Suzana Martins, rivelerebbe da un lato, un modo di onorare la regina delle acque e, dall’altro il

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“[...] Oxum viene scambiata con Yemanjá e, viceversa, dalle persone che non conoscono il Candomblé; questo perchè non hanno conoscenze sufficienti per appunto distinguere le loro posizioni nella gerarchia del pantheon iorubá; tale errore viene dal fatto che tutte e due le entità rappresentano lo stesso elemento, l’acqua [...] Inoltre, esse rappresentano l’archetipo delle donne potenti collegate al principio di generare, alla fecondità e alla fertilità [...]” [n.t.]

riconoscimento del potere del nome di Yémanja come pure la fedeltà dei suoi devoti nei suoi doni di prosperità e successo (MARTINS, 2008, p.62).

L’azzurro chiaro (celeste), il bianco-trasparente del cristallo, l’argento e il verde- acqua sono i colori che rimettono alla presenza incorporata della Rainha do mar, la regina del mare, Yémanja. Il suo oggetto simbolico principale è l’Abebe, il ventaglio argentato, che Yémanja tiene nella mano durante l’esecuzione della sua danza estatica. Inoltre, è possibile identificare altri oggetti simbolo che possono cambiare secondo le caratteristiche principali della Yémanja incorporata nel sacerdote, cioè in corrispondenza con le sette manifestazioni che essa può assumere. Tuttavia, occorre dire che queste sette rappresentazioni non indicherebbero altri entità sovrannaturali, anzi rivelerebbero, soltanto, delle qualità che appartengono a uno stesso principio della Rainha do mar. Secondo Verger, è possibile trovare, nello Stato di Bahia, le seguenti manifestazioni di

Yémanja:

[...] Yemowo, che in Africa, è la moglie di Oshala; Yamase, la madre di Shango; Yewa, che è un fiume il cui corso, in Africa, è parallelo a quello del fiume Ogùn, ma che, in certe leggende, è confuso spesso con

Yémanja; Olòosa, la laguna Africana dove sfociano diversi fiumi; Yemoja Ogunte, sposata con Ogun Alaàgbede; Yémoja Saba, claudicante, sta

sempre a filare cotone; Yémoja Sesu, molto volitiva e rispettabile. [n.t.] (VERGER, 1982, p.189)

Yémanja, d’altronde come àná Buruku e Oxum, fa parte dello stesso gruppo

degli Orixás femminili, o meglio, delle Yabas, cioè delle madri del pantheon del

Candomblé. Anche se, tutte tre sono manifestazioni dell’ase (della forza)

femminile degli elementi acqua e terra, ogni entità sovrannaturale possiede la sua qualità energetica e il suo carattere specifico. Infatti, non a caso, l’antropologa Juana Elbein dos Santos, afferma che “Yémánjá condividerà con l’orixá Oxum quasi tutte le sue caratteristiche [...]” [n.t.] (SANTOS, 2008, p.91). Di conseguenza, è possibile identificare negli schemata di danza di queste yabas la “ripetizione” di determinati gesti e azioni; tuttavia, questi movimenti che si “ripetono” non sono uguali poiché sono eseguiti da forze energetiche e

architetture corporee diverse. Inoltre, gli stessi gesti e azioni non sono uguali perché servono da supporto narrativo di storie mitiche specifiche.

La Rainha do mar Yemanja, quando è incorporata nel sacerdote, si muove ad onde. La sua danza è un’onda e, il suo corpo manifestato è come se fosse il mare che la rappresenta. Con dei piccoli movimenti oscillanti delle sue mani Yemanja, che è il mare e, contemporaneamente, il principio femminile che lo rappresenta, esegue una mimesi delle onde del mare. Oltre i movimenti oscillanti delle sue mani, si notano i suoi gesti di tuffarsi e nuotare, che rinforzano il suo rapporto e la sua identità col mare. Tuttavia, i movimenti ondeggianti, fluttuanti e oscillanti del corpo che incorpora il principio di generare, soprattutto i piccoli movimenti del bacino, non dovrebbero rinviarci soltanto alla figura delle onde del mare; essi infatti dovrebbero informarci, soprattutto, sulla capacità di Yemanja di generare. Dunque, le piccole onde del bacino della Rainha do mar rivelano il potere di generare della madre delle acque. I movimenti ondeggianti di Yemanja possono anche presentarsi leggermente diversi, a seconda della sua manifestazione energetica. Per esempio, quando il sacerdote incorpora la manifestazione belligerante di Yemanja Ogunté è possibile identificare sia i movimenti fluttuanti e oscillanti delle onde del mare, sia i movimenti pieni di vigore, come se fosse una guerriera in combattimento.

A maioria dos movimentos do corpo de Yemanja Ogunté é circular e sinuoso, ao representar o seu aspecto feminino, mas, em alguns movimentos da coreografia, embora o corpo esteja executando movimentos circulares, Yemanja Ogunté se locomove em linhas retas no espaço do barracão. Um dos movimentos que simbolizam Yemanja

Ogunté “guerreando” [...] envolve o corpo todo, que é irradiado pela

força do foco no espaço direto, executando movimentos cortados, usando o peso forte num tempo acelerado e com fluxo controlado. [...] (MARTINS, 2008, p.138)66

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“La maggior parte dei movimenti del corpo di Yemanja Ogunté, quando rappresenta il suo aspetto femminile, sono circolari e ondeggianti; ma, in altri momenti della coreografia, anche se il corpo ancora esegue dei movimenti circolari, Yemanja Ogunté si muove nello spazio del terreiro, in linee rette. Uno dei movimenti che simbolizza Yemanja Ogunté “combattendo” [...] coinvolge tutto il suo corpo e, si irradia nello spazio diretto con movimenti spezzati, il peso forte, tempo accelerato e flusso controllato. [...]” [n.t.]

Di conseguenza, nella stessa architettura corporea del sacerdote che esegue gli

schemata di Yemanja Ogunté, è possibile trovare due serie di azioni mitiche che

rivelano la manifestazione sia della madre, il principio femminile delle acque, sia della guerriera in combattimento. Tuttavia, indipendentemente dalla manifestazione incorporata e dalle caratteristiche della Rainha do mar, è possibile riconoscere degli schemata, gesti e azioni che si ripetono sia nella sua rappresentazione belligerante di madre-guerriera che combatte con la sua spada argentata, sia nella manifestazione claudicante di Yemanja Saba. Troveremo dunque, 1) la sequenza di azioni che descrivono il bagno di Yemanja e, 2) la sequenza dei giri che disegnano, con molta intensità, un vortice di aria e acqua nello spazio. Nella prima serie di azioni: il bagno di Yemanja; la Yaba scende a terra, eseguendo dei movimenti lenti con molta delicatezza per comporre, appunto, l’immagine che manifesta la sua femminilità. Il suo bagno, anche se lo possiamo considerare analogo a quello eseguito dalla figura di àná Buruku, è molto più ondeggiante e ampio, inoltre esiste una forte differenza nel flusso del movimento e nella posizione del tronco di Yemanja che simula, diverse volte, un tuffo nelle acque. Diversamente dalla prima sequenza di azioni, che si svolge a terra, senza spostamenti del corpo nello spazio, i giri di Yemanja sono mobili ed estremamente agili. Queste rotazioni, che sono eseguite con tutto il corpo del sacerdote, in un ritmo abbagliante, sono motivi di grande festa e piacere visuale nelle cerimonie pubbliche, durante le danze degli Orixás. Dunque, le sue azioni giranti sono forme traces che rappresentano e rivelano nello spazio il mulinello d’acqua, simbolo che ci rimette alle caratteristiche emozionali, tondeggianti e vorticose della Rainha do mar Yemanja. E’ come se i giri della Rainha do mar portasse l’aria rinfrescante del mare dentro il rituale.

Allo stesso modo in cui si può verificare, nella città di Salvador, la forte presenza dell’immagine di Yemanja, tramite l’uso del suo nome in un grande numero di negozi, ristoranti, bar, ecc., é possibile anche percepire un tipo di popolarità analoga dell’Orixá Yemanja in ambito artistico. In questo caso, l’immagine di

Yemanja viene popolarizzata grazie ai suoi giri abbaglianti, ai suoi movimenti

ondeggianti e sensuali, frequentemente adoperati nei processi creativi, soprattutto, nell’ambito della danza. Questi movimenti fluttuanti della Rainha do mar che ho potuto osservare nelle prove e coreografie del Ballet Folclorico da Bahia e, in altre lezioni di Danza Afro che ho frequentato nella scuola di danza dell’Universidade Federal da Bahia – UFBA, sono stati adoperati anche da Augusto Omolu nel suo seminario di educazione attoriale. Nell’occasione della 14ª sessione dell’University of Eurasian Theatre: Poetry and Improvisation a Bologna, nell’ottobre 2006, Omolu si è servito soprattutto della seconda sequenza di azioni, ossia, i giri di Yemanja che riprendono l’immagine del mulinello d’acqua. Oltre ai movimenti vorticosi della Rainha do mar, egli ha adoperato altri

schemata tondeggianti come, per esempio, gli schemata delle mani che si

“trasformavano” in pesciolini oppure in onde del mare che si sbattevano sugli scogli. Dunque, la scelta del ballerino pedagogo è stata quella di evidenziare la sinuosità sensuale dell’Orixá e, inoltre, di rinforzare l’immagine abbagliante che normalmente colpisce l’occhio e il corpo di colui che si muove, soprattutto, in questo caso, dei partecipanti stranieri che, nella maggior parte, non conoscevano le energie degli Orixás. Essi infatti, hanno potuto, durante tre giorni, provare e ripetere la sequenza coreografica ma purtroppo, non hanno avuto il tempo sufficiente per sperimentare nel loro corpo le possibilità espressive degli schemata e, neanche, per studiare i principi energetici dell’Orixá. Si potrebbe dire che nel contesto educativo della 14ª sessione dell’University of Eurasian Theatre: Poetry

and Improvisation, il tempo non è stato sufficiente per svolgere un’attività di

ricerca corporea che permettesse ai soggetti del processo educativo di sperimentare l’atto creativo, quindi rielaborare le informazioni corporee e le forme sacre tradizionali degli Orixás. Si potrebbe anche asserire che il ballerino

pedagogo nonché i partecipanti del seminario si sono fermati alla struttura coreografica delle danze degli Orixás, cioè nell’aspetto spettacolare della danza. Di conseguenza, l’invocazione danzata eseguita tramite e nel corpo umano viene considerata e studiata soltanto come una sequenza di passi, ritmi che compongono una determinata coreografia, non necessariamente come “partiture” fisiche e vocali efficaci nei processi di comunicazione e diffusione di immagini visive.

Yemanjá. Acquerello di Carybé: tratto dal libro “Iconografia dos deuses africanos no Candomblé da Bahia”. Bahia,