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Gli strumenti bancari di raccolta ammessi dalla Sharia’ah

Nel documento La finanza etica islamica (pagine 55-58)

Possibile utilizzazione in contesto non

2.6 Gli strumenti bancari di raccolta ammessi dalla Sharia’ah

La specificità della banca islamica non si concentra solo sul fronte degli impieghi, in cui il rischio operativo assume lo status di rischio a pieno titolo, al pari dei rischi finanziari, ma anche sul fronte della raccolta (Porzio, 2009).

La raccolta bancaria avviene secondo due canali16:

1. depositi in conto corrente senza alcuna remunerazione,

2. depositi di investimento che posso essere ricondotti alla funzione svolta dai depositi a termine delle banche occidentali.

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Studio effettuato su 10 delle principali banche islamiche operanti soprattutto nel Medio Oriente e nei paesi del Golfo Persico.

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“In termini generali, la politica di incetta fondi si pone come obiettivo la conservazione o l’espansione della base monetaria a disposizione della banca, fattore determinante dell’equilibrio finanziario della gestione e della sua capacità di intermediazione, e presuppone la fissazione di obiettivi in termini di tasso di sviluppo, di costo e di composizione della raccolta, oltre che di istaurazione di stabili relazioni di clientela. Tali obiettivi dovranno essere coerenti con i vincoli di liquidità e di solvibilità della gestione, con il grado di trasformazione delle scadenze e con il rischio di interesse che la banca è disposta ad assumere in un dato orizzonte temporale” (Ruozi & Ferrari, 2005).

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I depositi in conto corrente soddisfano i bisogni della clientela legati alla gestione dei pagamenti e assolvono la funzione fondamentale di gestione. Alla raccolta si accompagnano una serie di servizi aggiuntivi quali le possibilità connesse all’utilizzo di carte di debito, traveler’s cheque, cash dispenser, oltre alla possibilità di ottenere una lista movimenti e di effettuare dei controlli sul livello delle disponibilità.

L’ente, da parte sua, ha l’obbligo di rimborsare in qualsiasi momento il deposito e deciderà a sua discrezionalità se pagare ai depositanti periodicamente parte dei profitti calcolati tenendo conto dei profitti generati dagli investimenti. I clienti possono essere compensati con doni in natura o in denaro, oppure usufruendo di condizioni vantaggiose per l’acquisto rateale o per il sostegno di piccoli progetti. Queste forme di raccolta non sono contrarie a precetti religiosi per due ragioni:

1. un versamento di una parte dei profitti ottenuto dalla banca islamica non è condizione necessaria affinché non si configuri un conto risparmio, poiché esso configura un elemento accessorio del conto;

2. il suo ammontare non è mai predefinito ma variabile in relazione ai guadagni ottenuti dalla banca.

I depositi in conto corrente si suddividono in due costruzioni contrattuali: il wadiah wad- dhamanah riconducibile al deposito garantito e il qard identificabile nel deposito gratuito. La prima forma è quella più utilizzata perché consente di usufruire di servizi che altrimenti non potrebbero essere forniti dal deposito gratuito. L’utilizzo di queste due strutture è comunemente effettuato solo attraverso le carte di debito poiché non è possibile servirsi delle carte di credito (per il divieto di riba) a meno che non vengano utilizzate per tipologie di contratti che prevedono sottostanti reali.

I conti di investimento (Qira o anche PSIA, Profit Sharing investment Account) consistono in una forma di raccolta per la quale non è prevista alcuna forma di remunerazione certa o di garanzia di restituzione del capitale, ma che beneficia periodicamente di una parte del profitto. Inoltre hanno un vincolo temporale che impone di non prelevare le somme di denaro versate prima che non sia scaduto17 il termine. Il cliente infatti mette a disposizione della banca, per un determinato periodo, i fondi che possono essere utilizzati per qualunque finalità attinente

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Secondo S&P tali forme di raccolta non possono essere oggetto di rating causa della quasi impossibilità di determinare i termini di un eventuale default contrattuale. Non risulta, inoltre, ancora univocamente chiarito quale sarebbe il grado di prelazione nel rimborso di tali strumenti in caso di liquidazione della banca.

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all’esercizio d’impresa bancaria. Essi costituiscono la principale forma di raccolta delle istituzioni finanziarie islamiche (Chong e Liu, 2007); secondo uno studio effettuato su un campione di banche islamiche della Malesia, l’80% della raccolta avviene attraverso investment and saving deposits.

I depositi di investimento sono una forma di raccolta che poggia su costrutti contrattuali di equity-based (mudarabah e musharakah) e che può essere ulteriormente distinta in base all’ampiezza del mandato riconosciuto al mudarib: si hanno forme restrittive nelle quali il grado di libertà della banca è massimo, mentre nelle forme non restrittive la banca individua le asset class di riferimento anche se le prime non costituiscono, né contabilmente né economicamente, veri e propri finanziamenti ma dovrebbero essere registrati fra gli impieghi fuori bilancio.

Esisto delle forme di deposito di investimento fondati su mudarabah, in cui la banca assume la veste del gestore, ossia provvede a utilizzare le risorse raccolte al pari delle risorse raccolte a titolo di capitale proprio, senza assumere conseguentemente alcun vincolo di rendimento né obbligo di restituzione al valore nominale, ma con il semplice dovere di gestirle secondo buona fede. Tuttavia almeno sulla carta non ci dovrebbero essere vincoli di rendimento, ma dai bilanci delle banche islamiche poca parte della raccolta è effettivamente effettuata attraverso queste forme (Porzio, 2009). L’assenza di vincoli sul profilo della remunerazione non è compensato dalla possibilità di partecipazione, i depositanti non hanno diritto di voto e a nessuna altra forma di ingerenza sulle modalità di gestione delle risorse raccolte.

Quando questa forma di raccolta si accompagna a forme di impiego della stessa struttura contrattuale in cui la banca assume il ruolo di mudarib, questa opera secondo il modello two- tier mudarabah.

Nel modello two-windows invece a fronte della scelta del cliente della finestra attraverso la quale effettuare il deposito, la banca individua il buffer di risorse da utilizzare per l’attività di impiego: l’opzione “deposito in conto corrente” infatti costringe la banca ad accantonare risorse all’attivo esattamente pari all’importo di tali forme di raccolta senza effettuare alcun tipo di trasformazione neppure temporale (Porzio, 2009).

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I depositi che poggiano sul principio del musharakah sono forme di investimento azionario. I depositanti diventano veri e propri azionisti della banca, partecipando agli utili e alle perdite senza però aver alcuni diritto di partecipazione alla gestione operativa.

Oltre all’interesse è generalmente considerato contrario ai precetti islamici ogni forma di assicurazione sui depositi in quanto potrebbe voler dire che il depositante si trovi di fronte a una forma di incertezza nei confronti dell’investimento che gli è stato offerto; inoltre andrebbe incontro anche alla violazione del principio di condivisione del rischio.

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Confronto tra i prodotti bancari islamici e i prodotti bancari

Nel documento La finanza etica islamica (pagine 55-58)