L’intervista con Greta, la mamma di John si è svolta nel salotto di casa il giorno 28 giugno 2012. Nell’abitazione erano presenti i due figli Sebastiano e John e il marito Giacomo. La conversazione è stata interrotta in un’occasione per esigenze familiari.
A. : Alessandra, intervistatrice. G. : Greta, intervistata. Età del bambino: 14 anni. Sesso del bambino: maschio. Classe: III media.
Luogo in cui vive: Treviso.
Con chi vive: Giacomo (53 anni, padre), Greta (50 anni, madre), Sebastiano (18 anni). Altri adulti che si occupano di lei: madre e padre.
Livello di studi di madre e padre: laureati.
Professione dei genitori: padre insegnate, madre casalinga.
A.: Chi si occupa di tuo figlio? Tu?
G. : mah, entrambi, io e mio marito, ci siamo sempre occupati dei figli, la gestione a livello educativo è proprio paritario, nel senso che c’è la condivisione totale dell’educazione dei figli, a livello poi pratico, a seconda del momento, di chi è disponibile... abbiamo sempre condiviso sia l’educazione, sia la gestione proprio fisica dei figli, compatibilmente con i nostri impegni.
A.: Certo. Ci sono anche i nonni., baby sitter?
G. : no, nell’accudimento dei figli abbiamo sempre pensato io e mio marito. A.: Ok.
G. : anche perché io sono rimasta a casa dal lavoro proprio per gestire la famiglia e ho ripreso il lavoro quando loro erano un po’ più grandicelli e comunque facevo il part time per cui facevo di mattina, quando loro erano a scuola, ho ripreso a lavorare, ecco.
A.: Certo.
G. : Quindi non mi sono mai appoggiata. Mi è capitato magari qualche volta, magari quando avevo qualche riunione a scuola di chiedere a mia mamma, quando erano piccoli, glieli portavo lì, quell’oretta magari, però.
A.: Ai nonni.
G. : Si, ma proprio come supporto di emergenza, insomma, perché solitamente ho sempre gestito io e mio marito insomma.
A.: ... partendo dalla questione del tempo: tuo figlio la mattina va a scuola. G. : Si.
A.: Faceva dal lunedì al venerdì?
G. : faceva anche il sabato, adesso andrà al liceo e farà comunque anche il sabato. A.: ... durante la settimana lui fa sport?
G. : nota dolente! È un pigrone da quel punto di vista, ha sempre un po’ rifiutato l’attività fisica, ha fatto per un po’ da bambino nuoto, poche cose, adesso stiamo premendo perché da settembre
A.: Dovrebbe.
G. : Faccia qualcosa, perché è in crescita, lo sport fa bene, anche per la postura, per tante cose, ma anche per scaricare le tensioni, è utile. Però, è un pò
A.: dura la questione.
G. : Si, perché quando lui vuole, quando ha le idee molto radicate, di quello che vuol fare o non vuol fare non è facile.
A.: Farlo spostare!
G. : No, dal suo punto di vista, è un po’ cocciuto, poi probabilmente c’è anche una forte componente di pigrizia, per cui
A.: lo sport non lo interessa.
G. : Ma non lo ha mai neanche interessato più di tanto neanche in tv, quindi non è neanche una cosa che lo ha mai coinvolto più di tanto, nemmeno da bambino. Lui preferisce leggersi un libro, altre cose, il cinema, ma non lo sport.
A.: ... quindi ha altri interessi diciamo. G. : Si, si.
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A.: Quindi lui, oltre che andare a scuola cosa fa? Quali interessi ha? Il pomeriggio cosa fa?
G. : non è molto socievole, come ragazzo, così. O vede qualche amico, oppure, l’anno scorso aveva fatto un corso di fotografia, sempre con la scuola, ca al cinema, qualche volta, e poi, lui ha la passione per il cinema, allora magari riprende, fa qualcosa lui con la videocamera, poi al computer, per montaggio, per...
A.: beh, è anche bravo.
G. : Si, si, sa usarlo molto bene il computer, per cui riesce. Poi magari gioca anche a computer, poi magari quando c’è anche il fratello stanno anche assieme, abbastanza, sono molto uniti.
A.: hanno anche interessi comuni?
G. : mah, quando giocano, quando ascoltano musica, qual cosina si. Chiaramente c’è n divario d’età, quattro anni e mezzo, anche se non si è mai sentita moltissimo, sono uniti da questo punto di vista, dopo anche i tempi, il più grande andava alle superiori, lui invece andava alle medie, per cui anche a livello di tempo di studio era diverso, insomma.
A.: Certo.
G. : Però nei momenti liberi giocano anche assieme. Ecco, rispetto a due femmine, diciamo, due fratelli maschi giocano di più per lungo tempo.
A.: Ho capito, ma quando mi dici: “Giocano” che cosa intendi?
G. : giocano con il computer, ma giocano anche così, tra di loro, fisicamente. A.: quindi c’è ancora molto di corporeo... ?
G. : si, si, fanno ancora la lotta, questo gioco, limitato nel tempo, circoscritto nel tempo, però hanno ancora questo rapporto fisico. Penso che in una coppia di sorelle sia meno, dopo una certa età c’è più distacco insomma. Invece loro hanno ancora...
A.: magari hanno altri interessi, quello si.
G. : Poi guardano i film assime, ascoltano la musica, quando il fratello è a casa, perché il fratello è anche spesso via, quindi.
A.: A scuola lui andava da solo... ?
G. : Si... quando c’era bel tempo andava in bicicletta, altrimenti lo accompagnavo io in macchina, o mio marito al mattino, e poi o lo andavo a prendere o si arrangiava al ritorno. Ma in genere lo accompagnavamo noi, d’inverno quando c’era freddo o brutto tempo, altrimenti primavera o estate va in bici.
A.: Comunque lui è abituato a muoversi da solo, a piedi, con la bicicletta e anche i mezzi pubblici? G. : non li usa molto i mezzi pubblici, pur avendo l’autobus sotto casa.
A.: Per sua volontà o per vostra volontà?
G. : ma perché magari, per dove deve andare non è poi così comodo. A.: Non è servito.
G. : Perché lui non va molto in centro, se va si muove più verso Santa Bona, perché andava a scuola alle medie a Santa Bona, quindi dove ha gli amici, i compagni di classe, quindi magari l’autobus non raggiunge le zone dove lui vuole andare, quindi si muove in giro o lo accompagno io insomma.
A.: Certo. Quindi lui magari se vuole uscire chiede a voi
G. : Si, beh, lui chiede sempre se può uscire. Se va in centro, va magari a piedi o in bici, a piedi perché è più comodo a piedi da qua, sinceramente. Perché l’autobus poi magari fa il giro esterno, magari lui deve andare al Duomo, qui ci metti cinque minuti.
A.: Fa prima a piedi.
G. : si, fa prima a piedi e anche per una questione di costi, che non ne val la pena, quando sei così comodo, nemmeno a pagar il biglietto, e a essere vincolato agli orari dell’autobus anche.
A.: Certo.
G. : Si, usa ma non tanto, il mezzo pubblico... quasi mai. Lo usa più con la scuola, quando magari devono fare degli spostamenti.
A.: ... invece il fine settimana, lui cosa fa?
G. : o si trova con gli amici, o, è abbastanza un ragazzo solitario in questo senso. Individualista, proprio e legge, o fa le sue cose, i suoi interesse, guarda film, non ha la compagnia ecco.
A.: Ha degli amici che frequenta.
G. : Con cui si trova, che frequenta però sono anche simili a lui, quindi s li sceglie, è molto selettivo. Non fa cose particolari ecco.
A.: Quindi immagino che anche le richieste di uscita la sera, o il sabato sera siano relativamente poche. G. : Ma se ha qualche festa, a casa di qualche amico, ma se no no, poco.
A.: ... e le feste sono più che altro G. : magari compleanni
A.: di ragazzi maschi?
G. : si, ma ci sono magari anche invitate le ragazzine per quello. Ma si lui ha più amici maschi... poi adesso i ragazzi usano anche Facebook, comunicano anche tra di loro tramite quello. Lui ha anche delle amicizie
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femminili, anche con Rossella si sente, ha mantenuto qualche contatto, ma così, non di uscire e fare cose assieme.
A.: ,,per esempio se la domenica voi uscite in famiglia, vi segue anche lui?
G. : eh, con molta difficoltà, a venire con noi. Adesso ha iniziato, non da molto, a creare problemi. A.: Quindi nell’ultimo anno?
G. : si, nell’ultimo anno, anno e mezzo. Poi un po’ anche, vede suo fratello, perché oramai è un pezzo che suo fratello con noi non esce più, e quindi magari ha anticipato questa cosa, rispetto al fratello.
A.: Questa autonomia.
G. : Eh, si, che non vuol venire, piuttosto sta a casa, ma con noi non esce, a meno che non glielo imponiamo, che non sia una cosa per la quale noi ci impuntiamo e gli diciamo: “No, tu fai quello che diciamo noi, e basta!”. Ma se no no, tenderebbe a non volere. A meno che non si vada al cinema, ecco, quello, ma perché quelle sono cose che
A.: lo interessano.
G. : Anche ieri è andato a vedere un film che lo interessava con suo papà, perché i suoi amici sono via in questi giorni, in questo periodo...
A.: quindi il papà andava bene?
G. : si. Ma non è che lui ci esclude. Non ha piacere se andiamo via con amici, se andiamo via da qualche parente, così, non ha piacere a venire con noi, perché si annoia anche, capisco io anche, questa cosa, quindi. Però se gli proponiamo di andare al cinema, si, viene, anche perché, tante volte certi film che a lui interessa vedere, magari ai suoi amici non interessano e quindi. Si lui va al cinema con gli amici quando ci sono dei film che accontentano tutti... però se è un film che vuol vedere, magari chiede anche a noi di andare, perché non lo vuol perdere.
A.: Ma chiede più al fratello? Al papà? A tutti quanti?
G. : mah, al papà. Al fratello glielo chiede, ma sa già la risposta. Che il fratello ha la ragazza, per cui magari alla sera esce con la ragazza, con i suoi amici. Hanno due modalità di rapportare, l’altro è molto estroverso, è sempre fuori, lui è molto più solitario, individualista. Proprio due caratteri molto diversi, però vanno d’accordo, proprio per questo.
A.: Ma ha sempre avuto questo tipo di carattere?
G. : si, sempre avuto. Lui è proprio molto selettivo nelle amicizie, sin da piccolino. E non gli stava bene stare con tutti per dire ‘ho qualcuno con cui stare’. Per lui se esco, esco perché mi interessa uscire con quella persona.
A.: Durante il tempo libero mi hai detto che legge un libro, guarda un film, monta qualcosa, traffica con il computer, diciamo.
G. : Si, oppure qualche volta esce con gli amici. Ma non è uno che fa molta vita sociale, ecco... si limita molto, ecco. È l’opposto di Rossella, per dire, che è sempre fuori. Lui ha bisogno anche dei suoi tempi, dei suoi spazi.
A.: ... lui sta volentieri anche a casa da solo? G. : si, si, non ha problemi.
A.: ... ma da quant’è che lo lasciate a casa da solo?
G. : mah, oramai anche, beh, di sera è da un po’, che se ci capita di andar fuori con amici, noi, così, lo lasciamo da qualche mese di sera. Di giorno è già da un pezzo che sta da solo, anche senza problemi. A.: Non ci sono problemi.
G. : E anche di sera, non è che, beh, ci aspetta in piedi anche, non è che approfitta per andare a dormire presto. Ma normalmente durante l’anno scolastico, anche noi, durante la settimana non è che facciamo queste grandi cose, se usciamo, usciamo il fine settimana, quindi. Però lui non ha paura, quindi, mi fido anche. È un ragazzino responsabile, quindi mi fido anche a lasciarlo da solo. Naturalmente siamo sempre raggiungibili telefonicamente, qualsiasi cosa.
A.: Certo, vi può raggiungere senza problemi. G. : Si e non ha paura a stare da solo.
A.: Lui per esempio invita spesso compagni, magari per fare i compiti o per passare qualche ora il pomeriggio a casa, oppure è una cosa saltuaria?
G. : no, è una cosa saltuaria, non spesso. Anche perché fino a poco tempo fa se io non c’ero, adesso gli permetterei di stare con i ragazzini da solo, ma fino a poco tempo fa gli dicevo: “Se io non ci sono non so le mamme se han piacere che siate da soli in casa”, per una questione mia.
A.: Si, una limitazione più tua!
G. : Si, perché magari avevo paura che si facessero più male e la responsabilità. Perché magari loro non dicono alla mamma: “Vado da John, ma siamo a casa da soli!”, e così. Quindi per una questione mia
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personale, mi facevo più problemi io. Adesso che è più grande, insomma si spera sempre che non facciano gli stupidini, che non si facciano male, adesso. E quindi si, adesso lo lascerei. Anche il prossimo anno, se avrà bisogno di far venire i compagni per studiare, anche se è abbastanza che fa da solo. Se deve studiare studia da solo.
A.: Non adora fare le cose insieme?
G. : No, se fa venire l’amico è magari per fare delle cose assieme, o giocare a computer o fare, si, hanno i videogiochi, hanno quelle cose lì. Si trovano tra amici anceh per fare questo alle volte.
A.: Certo.
G. : Sono una generazione telematica.
A.: ... per quanto riguarda invece il discorso dei libri, dvd, giornali, cosa ti chiede di solito? Cosa comperi tu e cosa compera lui?
G. : Ah, lui si arrangia, cioè, nel senso, magari andiamo in libreria e si sceglie lui, o magari chiede al papà, perché magari ha libri di fantascienza di, più interessato a cose, ecco di queste cose condivide più con il papà che con me.
A.: Diciamo come genere. G. : Perché abbiamo gusti diversi.
A.: Hanno un genere che li accomuna anche.
G. :Si, si, di più. Però tante volte si arrangia, nel senso che andiamo assieme, oppure ci dice cosa vuole, ma la scelta è sempre sua. Alle volte gli proponiamo anche noi delle cose, ma lui ha le idee molto chiare, molto maturo da questo punto di vista.
A.: Sa cosa vuole. G. : Si, sa cosa vuole.
A.: Il più delle volte siete voi che glieli comperate o lui che magari vi chiede i soldi e va a comperarseli da solo?
G. : Mah, tante volte se usciamo ci dice: “Se andate in libreria, prendetemi questo!”. Poi adesso anche i dvd per i giochi, cose così, se li ordinano con il computer anche.
A.: Quindi è autonomo anche in questo.
G. : Si , magari chiede al papà, di fare l’ordine perché usa la carta di credito mio marito per il pagamento, quindi, utilizzano il supporto del papà in questo senso. Sia lui che il più grande, perché noi, si, gestiamo noi quell’aspetto.
A.: Il lato economico.
G. : Si, si, nel senso, anche per una questione di sicurezza, quando vanno su internet, che non... però loro si scelgono, si fanno. Poi avendo il fratello più grande su certe cose si confronta con lui, nella scelta di determinati libri, dvd, riviste. Si, parla di più con il fratello che non con me, sinceramente.
A.: In questo il fratello è un punto di riferimento? G. : si, si, si confronto abbastanza, si.
A.: Riviste, che tipo di riviste usa? G. : Mah, lui...
A.: legge!
G. : legge delle cose che riguardano il cinema, delle cose così... ogni tanto prende qualcosa, qualche gumetto anche Tex, ma non. Riviste si, specifiche del cinema, fotografia, coì, poi se c’è qualche rivista di musica di suo fratello la guarda, la legge, ma non è che...
A.: e quelle le ordina su internet o va in edicola?
G. : ma quelle si arrangia suo fratello., le prende in edicola, o... si ma neanche tanto, perché hanno anche dei costi, quindi.
A.: ... che voi vagliate, dopo.
G. : Si, si. Loro ci chiedono se possono prendere, poi noi A.: la regola è che prima vi chiedono se possono prendere?
G. : bah, il più piccolo si, il più grande si pone in maniera diversa: ‘voglio prendere’, ‘mi prendete’. E ha un atteggiamento... l’altro ancora, ogni tanto, si sta anche... lui modificando nella modalità di approccio con noi, però il ‘posso’ c’è ancora nel suo vocabolario, non sarà ancora per molto però.
A.: intanto si apprezza che c’è.
G. : Invece il più grande no, decide, ‘faccio’, dopo ‘mi date’... ancora per poco, perché insomma, spero che crescendo, andando all’università, capisca che anche si deve creare un’autonomia, darsi da fare per trovare le modalità di soddisfare i suoi capricci... per ora era anche perché lui ha finito, ha fatto la maturità quest’anno, ma è giovane, compie gli anni a dicembre... anche la scorsa estate aveva provato a vedere se trovava da lavorare, così, ma minorenni non ne prendono... e John, sta, vedo che assorbe molto i modi di fare del fratello, i modi di relazionare con noi.
A.: Quindi, diciamo che lo utilizza un po’ come un modello? G. : si, è il suo modello.