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182 16 Intervista a John (26 luglio 2012).

L’intervista con John, figlio di Greta, si è svolta nel salotto di casa il giorno 19 maggio 2012. Nell’abitazione erano presenti anche la madre, il padre il fratello, ma non hanno preso parte alla conversazione. La stessa è stata interrotta in un occasione per esigenze familiari.

A. : Alessandra, intervistatrice. J. : John, intervistato.

A. : ... quanti anni hai? J. : 14.

A. : già compiuti? J. : si, 7 giugno.

A. : Hai fatto la III media, giusto? J. : si, l’anno prossimo inizio le superiori. A. : Cosa hai scelto di fare?

J. : scientifico. A. : E come mai?

J. : perché, diciamo che la a anche mio fratello e quindi so già com’è fatto. E poi abbiamo fatto anche un processo di orientamento a scuola... e mi è sembrata la scuola più valida, e più adatta a me diciamo. A. : Ma cosa ti hanno fatto vedere? Lo scientifico, il classico?

J. : si... l’alternativa era il classico, perché non andavo a fare scuole professionali, perché sono molto bravo a scuola, un talento sprecato se no.

A. : Non ti dai al professionale?

J. : No. E quindi alla fine ho scelto lo scientifico.

A. : Ma ti piacciono le materie scientifiche? O semplicemente non avevi voglia di fare greco e latino? J. : no, c’erano due indirizzi allo scientifico uno con il latino e uno senza. io ho scelto quello con il latino perché mi è stato consigliato anche da mio fratello, che lo fa e dice che apre la mente. E penso che mi faccia anche bene!... però il classico non mi piaceva tanto l’ambiente, perché anche qualche mio amico, cioè, i fratelli di qualche mio amico dicono che sono tutti un po’ snob là.

A. : ... hai percepito questa cosa? che non è, diciamo, proprio il tuo modo di fare, di essere? J. : no.

A. : Ti sei anche un po’ informato, hai chiesto ad amici vari.

J. : Si, si e mi hanno detto un po’ tutti che comunque il classico è buono, ma le persone non sono tanto. A. : ma sei andato a vederla la scuola in cui andrai?

J. : si, si, ma ci sono stato già un sacco di altre volte, quindi. A. : ... finirai con qualche tuo compagno di classe, oppure nessuno?

J. : io, mi trovavo in una classe, diciamo con un livello abbastanza basso. Tutti molto simpatici, ma un po’ basso, quindi io sono l’unico che va al liceo, della mia classe.

A. : ... questa cosa ti da fastidio, oppure?

J. : no, è anche un’opportunità per ampliare le mie conoscenze, diciamo. A. : Ma tu sei uno che fa amicizia facilmente, sei uno selettivo nelle amicizie?

J. : no, io faccio amicizia facilmente, se la persona diciamo mi piace, cioè io vado a gonfie vele nel rapporto di amicizia, ma se magari il carattere non mi piace tanto... oppure così insomma, lascio perdere, cioè, rimaniamo comunque in contatto, però non ci vediamo tanto spesso.

A. : ... quindi non vai tanto a prima impressione, quanto a persona che ti trovi davanti? J. : si.

A. : Sia con le ragazze che con i ragazzi? O hai due modi di fare diversi, di trattare gli amici maschi e le amiche femmine?

J. : mah, io tratto tutti, più o meno, allo stesso modo, diciamo... quindi... A. : ... alla fin fine tu hai più amici maschi che femmine?

J. : si, ho abbastanza amici maschi, ma ho anche amiche femmine, diciamo.

A. : Come ti trovi, sia con i ragazzi che con le ragazze? Ti trovi magari meglio a fare determinate cose con i ragazzi e con le ragazze a farne altre?

J. : si, diciamo che tu con i ragazzi esci, vai in giro, così insomma, chiacchieri liberamente. Mentre con le ragazze devi stare un po’ attento, perché si offendono facilmente.

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A. : ok.

J. : sono permalose.

A. : ... devi un po’ più stare attento! J. : si.

A. : Tu hai una compagnia di ragazzi e ragazze, che vedi sempre? Oppure esci singolarmente con qualche amico?

J. : no, di solito diciamo che... io frequento compagnie diverse, perché... ho un amico che frequenta certe compagnia, allora io frequento questo amico, ma non frequento tanto le sue compagnie, poi frequento un altro amico che conosce quest’altro amico, che frequentano però compagnie diverse, loro due, per cui frequento un po’ i rappresentanti, diciamo, delle compagnie. Sono caratteri anche molto diversi... è bello perché è un’esperienza molto completa diciamo.

A. : Ma sono anche ragazzi molto diversi tra loro, oltre che avere compagnie molto diverse? Per cui hai anche attività con loro diverse, e fai anche attività con loro, molto diverse, oppure fai cosa simili?

J. : no, diciamo che in sostanza le attività sono sempre quelle... andiamo in giro, così. A. : Ma tu hai amici molto simili a te anche per interessi oppure no?

J. : diciamo di no, perché, come posso dire, ad un amico piace tanto il rap, che io non è che ascolto tantissimo.

A. : Anche vedendoti non si direbbe!

J. : no, infatti, non è che lo ascolti tantissimo, però quando lo ascolta lui magari, non so, ci parliamo un po’. Perché a lui, è anche una brava persona perché mi ascolta, ascolta la mia opinione, che è un’opinione di un esterno, io non sono fan di nessun rapper, si, insomma, io non ho pregiudizi. Lui mi chiede spesso consigli, opinioni, così... mentre ad un altro piace tanto il basket, così, che io non

A. : non pratichi?

J. : non pratico, mi piace guardarlo in tv, così, però non lo pratico... si, insomma, più o meno, abbiamo interessi molto diversi, ma per questo c’è, c’è molta intesa tra di noi. Perché se ci sono due persone troppo uguali tra di loro non, non penso che possano essere amici, perché tu, quello che trovi nel tuo amico, lo trovi già in te stesso, quindi.

A. : Dici che proprio questa vostra diversità vi rende un po’ complici? J. : si, si, ecco.

A. : magari ti trovi anche con i tuoi amici per fare qualche sport o no? J. : io non sono un grande praticante di sport, diciamo.

A. : Ma nel senso che ne fai proprio zero, perché non ti piace assolutamente, o magari se ti coinvolgono in una partita a pallone ci stai?

J. : ah, si una partita a pallone al campetto o in strada si... qualche volta vado, comunque non pratico sport in cui, si con impegni settimanali.

A. : non ti piace, non ti interessa? J. : si, diciamo di si.

A. : E cosa ti piace fare? ... le tue attività preferite, quali sono? Se hai una giornata a disposizione, cosa ti matti a fare?

J. : bah, diciamo che io mi interesso molto di cinema, e anche di videogiochi, però mi tengo molto, nel senso che non sono un ossessionato, ecco.

A. : Ti dai dei limiti tu?

J. : non è che mi do dei limiti, però non gioco per esempio ai videogiochi a cui giocano tutti gli altri, magari faccio qualche partita, ma cerco di variare comunque al massimo.

A. : Cerchi di variare, quindi? Non vai sui giochi di massa?

J. : no, mi piacciono anche i giochi di massa, solo quelli originali, non quelli fatti solo per far soldi, perché se no... anche perché non me la sentirei di dare i miei soldi a chi non li investe, non li usa per fare un gioco migliore, ma solamente per, giusto per guadagnare di più.

A. : Quindi sei uno che guarda anche la qualità del gioco. J. : Soprattutto la qualità!

A. : ed è un interesse che riesci magari a condividere anche con un tuo amico, con qualcuno? J. : si, io mi trovo spesso con un mio amico, che però lui gioca ai giochi di massa.

A. : ... quindi è un po’ l’opposto di te?

J. : eh, si, però con lui ci gioco lo stesso insieme, perché qualche partita cosi, insomma. A. : La fai, non è che proprio sei schizzinoso, da dire: “Non ci giocherò mai!”.

J. : no, e a parte questo, questo è un ragionamento, si insomma, anche da ignoranti, perché se uno non prova una cosa, insomma, non può sapere.

A. : ... invece di cinema, dimmi un po’? Vai a vedere film? Fai film? J. : io, allora, sono da, da quando ho memoria, mi piace tanto il cinema. A. : Ma cinema anche impegnativo?

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J. : si, soprattutto un cinema impegnativo. A. : Non cartoni animati... ?

J. : no, diciamo di no.

A. : Cioè, li guardi, ma non è che...

J. : si, ogni tanto, quando giro, mi fermo a guardare una puntata di qualche cosa, ma non è che proprio. A. : Ok.

J. : Mi piace il cinema di qualità, ma come dire, non il cinema, diciamo che... non mi piace tanto il cinema europeo, diciamo... perché per esempio le rassegne che anno al Cinema Edera, che è un cinema, dove mandano spesso film d’autore, io non li guardo, non li vado a vedere, perché sono spesso film italiani. A. : Non ti piacciono?

J. : non mi piacciono tanto i film italiani, a meno che non siano carini, si insomma. Perché, spesso, dato che a mia mamma piacciono molto i film italiani, io ne guardo qualcuno e mi basta, perché sono film... molto tristi, una visione molto pessimistica della vita... e per questo diciamo, non mi piacciono... perché nei film va ben il pessimismo, però diciamo che bisogna far capire la realtà dura, ma anche , diciamo, dare un messaggio di speranza.

A. : Questo per te è il cinema? Il buon film è si rappresentare la realtà, però anche dare speranza? J. : si, ecco.

A. : e secondo te, chi è che riesce a fare questo tipo di film? J. : il regista in particolare?

A. : si, dimmi un regista, un film, qualcuno che secondo te è in grado di fare, e che dici: “Se potessi diventare un regista, vorrei diventare come lui!”.

J. : Diciamo, che se io potessi diventare un regista vorrei diventare come Christopher Nolan... non so se lo conosce.

A. : Si, si.

J. : Ecco, diciamo che i suoi film mi piacciono molto, perché è riuscito a rendere un argomento molto banale, come quello di un film di supereroi com’è Batman, in un film di successo, che è anche molto bello. A. : beh, hanno anche delle visioni molto particolari, pur essendo dei film banali, nel senso che le storie non è che siano...

J. : infatti a me non è che siano mai piaciuti particolarmente i film di supereroi... ho trovato però questo, come un film da vedere, perché è rappresentativo del genere, e lui, questo regista, riesce anche a dare una visione sua della realtà... ed è anche una cosa molto buona, una qualità.

A. : Quindi, lo stimi anche, come personaggio? J. : si.

A. : Quindi ti interessi anche, diciamo cos’, della figura del regista, oltre che del film? J. : si, anche , anche al regista mi interesso... però, come dire.

A. : Se lo reputi valido?

J. : si, ecco, perché comunque sono capaci tutti di fare qualche inquadratura, di metterla insieme e di dire che è un film, però devi anche saper dare un senso alle inquadrature, per far si che venga fuori un film, diciamo.

A. : E tu ogni quanto vai al cinema? ... con frequenza settimanale, una volta al mese? J. : diciamo, che...

A. : dipende dai periodi?

J. : eh, dipende dai periodi, perché ci sono stagioni molto ricche, di film e stagioni povere, oppure di film che non mi interessano... per cui quando c’è un film bello che io voglio andare a vedere io lo vado a vedere, però, se no, non è che ho una cadenza.

A. : ... quindi molto dipende dalla stagione. J. : E molto anche dal film in sé.

A. : Sei uno che riguarda i film più volte, per studiarli?

J. : si, diciamo che io riguardo molte volte i film che mi piacciono, diciamo infatti che alcuni li so anche quasi a memoria. Per esempio ‘Guerre stellari’ ma perché quello lo guardavo anche da piccolo... so quasi tutte le scene... si, li riguardo spesso, se sono film che mi piacciono li riguardo spesso.

A. : Tu giri anche qualche film? Hai girato qualche film?

J. : ... a me piace fare cortometraggi. Infatti ho in programma di girare un piccolo film, tra due settimane, con un paio di amici.

A. : Bene.

J. : Si, solo che diciamo, sono film che io, cerco di farli molto bene, sia dalla qualità dell’immagine che dalla qualità della storia... diciamo... fino a poco... fino a quando ero, avevo, cioè quando ero più piccolo giravo si film, ma che se li riguardo adesso io mi metto a ridere perché sono

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J. : 10, 11. Ma se li riguardo adesso mi metto a ridere, perché sono involontariamente comici. Perché in teoria dovevano essere dei film d’azione, però ti metti a ridere... quindi si , insomma cerco anche di trasmettere dei messaggi attraverso i miei film adesso. Una volta invece

A. : giravi, giusto per dire ‘ho girato un film’? J. : si e poi sparatorie e basta insomma. A. : ... bello movimentato.

J. : si, ma senza senso e con frasi ad effetto, quindi.

A. : e adesso, quello che vuoi girare, ti farai aiutare da un paio di amici a girare? Loro cosa faranno? J. : loro faranno gli attori sostanzialmente, sono io che faccio il lavoro sporco, diciamo.

A. : E come li hai scelti questi amici?

J. : mah, uno semplicemente, ho fatto un corso di recitazione ed eravamo in classe assieme, l’altro è un mio amico d’infanzia, che mi aveva chiesto più volte se

A. : ... di unirlo? J. : si.

A. : ... e hai già deciso su cosa lo farai? J. : si, sto finendo di scrivere la sceneggiatura.

A. : quindi scrivi tu e riprendi tu, loro mettono solo il fisico. J. : le facce diciamo.

A. : E su cosa lo fai?

J. : diciamo che ho un tema un po’ forte, perché riguarda la mancanza di senso e la brutalità della guerra diciamo.

A. : ... impegnato, però.

J. : si, abbastanza impegnativo, si.

A. : E da che cosa ti è venuto in mente di fare un film su questa cosa?

J. : semplicemente perché diciamo, nell’ultimo periodo, cioè in questi ultimi mesi, diciamo, ho avuto modo di guardare spesso film di guerra e ho riconosciuto generalmente due filoni: quelli retorici, diciamo, delle grandi imprese eroiche, così, insomma, filo americani, così. E altri che denunciano la guerra, così e fanno capire che è senza senso e la casualità in cui uno muore e vive, insomma. Questo mi incuriosiva e quindi voglio provare a fare anche una cosa tutta mia.

A. : e loro ci sono stati? Ti hanno detto: “Tu scrivi e noi ripetiamo”?

J. : si, ma tanto la ripresa, le riprese durano poche ore, quindi basta trovare un’ora libera e si gira. A. : Ma poi, tu sei capace, tramite pc, di crearti e montarti il film?

J. : ... si, diciamo di si.

A. : quindi sei molto bravo anche con i pc, perché io non lo saprei fare!

J. : no, ma, sono bravo, a fare queste cose, ma non troppo. C’è molta gente, non che io conosca, ma sul Web, che sa fare molto più di me, diciamo.

A. : Quindi ti confronti anche su vari blog, sui forum? Cerchi qualcuno che ne sappia? J. : no, diciamo che io non frequento forum, però, sa che cosa sono i tutorial?

A. : si.

J. : ecco, guardo spesso tutorial su internet per, diciamo , diventare più bravo, nel montaggio, così, insomma.

A. : ... anche per confrontarti... con quello che gli altri sanno, pur non aderendo, però cerchi di capire. J. : Si, si. Guardo anche altri cortometraggi su internet per vedere anche come fanno loro, diciamo. A. : Ma hai mai pensato di partecipare a qualche concorso con qualche tuo cortometraggio, oppure no? J. : diciamo che penso ceh sia ancora, magari, troppo presto... che penso di non essere ancora pronto. Penso che il film non possa essere, diciamo, compreso, perché un tema così, fatto da un quattordicenne, la giuria potrebbe dire: “Ha fatto un film solo per fare qualche sparatoria, per fr vedere che sa usare effetti speciali, e basta!”. E non trovo giusto venga fatto questo.

A. : Quindi ti blocca più il fatto di quello che possano pensare gli altri, che non di come possa venire il tuo film?

J. : diciamo di si. Io li pubblico su internet e non ho un gran responso, ma comunque li pubblico. I commenti sono spesso molto positivi, però comunque penso che non sia il genere di cortometraggio che si presenti ai concorsi diciamo... perché quelli che vengono presentati ai concorsi, spesso Durano pochi minuti e non sono, sono più degli spot che dei mini film, non hanno una trama in se. E questo, diciamo, non mi piace tanto dei concorsi.

A. : ... e per quanto riguarda invece, l’utilizzo del pc, tu sei uno di quelli che tranquillamente senza l’aiuto dei genitori usa internet?

J. : si, si, diciamo di si. I miei genitori non sanno molto. A. : Sei tu che insegni a loro?

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A. : Da quanto è che usi il computer?

J. : diciamo da tanto tempo, ma comunque mai in eccesso, non sono un nerd, ecco.

A. : ... può essere che ci siano giorni che non tocchi il computer? ... oppure magari lo usi due ore, un’ora al giorno?

J. : ... diciamo che tutti i giorni lo uso, che qualche volta non lo uso, però generalmente lo uso quasi tutti i giorni, e

A. : non sei dipendente, questo volevi dire?

J. : diciamo di no, perché infatti quando andiamo in vacanza non ci portiamo dietro il computer e quindi io sto bene anche senza, ecco-

A. : ... non è che non vivi! J. : no, no.

A. : ... la posta elettronica, immagino che tu ce l’abbia il tuo indirizzo!

J. : si, ma io non guardo mai la posta elettronica, guardo Facebook direttamente. A. : ... il tuo profilo su Facebook ce l’hai.

J. : ... s, si c’è.

A. : e lo usi Facebook, oppure la trovi una cosa da non utilizzare?

J. : ... faccio l’acceso quasi ogni giorno, spesso, quando lo utilizzo il computer, la prima cosa che faccio. A. : in automatico.

J. : Si, si.

A. : Per cosa lo usi?

J. : diciamo, sembra quasi una cosa ovvia. Per mantenermi in contatto diciamo. Anche con i miei amici vecchi, delle elementari, su questo Facebook ti aiuta magari a non perderli di vista. Poi mi aiuta anche a capire la personalità di certe persone e anche si, come la pensano certe persone, insomma.

A. : Ma perché, secondo te, è più facile tenersi in contatto utilizzando Facebook, che non vedendosi? O perché magari non hai voglia di vederli, però magari ti interessa sapere che cosa hanno fatto?

J. : no, diciamo che Facebook è più immediato, perché tu fai l’accesso e vedi chi è on line, e dici ”Oh, questo vecchio amico!” e magari gli scrivi un messaggio e lui ti risponde. Poi magari ci si ritrova anche visivamente, però si insomma, ci si ritrova principalmente là.

A. : ... tu di altre passioni oltre a quella del cinema, sostanzialmente, non ne hai? J. : no, diciamo di no.

A. : A livello di libri, di film? Tu ne comperi tanti?

J. : allora, diciamo che i libri ne compero tanti, però se mi piacciono li leggo, se no A. : non li finisci?

J. : non li finisco, esatto.

A. : ... ti fidi di qualcuno che te li consiglia? Lo vedi in libreria e lo comperi?

J. : diciamo che i miei amici non sono gran lettori... quindi io mi fido di più dell’autore. A. : ... come per i film ti fidi dell’autore, del personaggio?

J. : si. E poi magari, io leggo principalmente gialli e fantascienza. E di fantascienza leggo principalmente Asimov, non so se conosce.

A. : Si, assolutamente... comunque è un autore anche impegnato, nel senso che non fa una fantascienza alla Harry Potter.

J. : eh, di fatti, è un po’... e poi mi piace anche il suo modo di scrivere. Perché non c’è tanta azione, non ci sono sparatorie, ne cose del genere e le battaglie spaziali, sono quasi completamente assenti. Si concentra molto sulla storia, magari trascurando il fattore azione, però mi piace questa sua qualità: che ti tiene concentrato anche senza un ritmo serrato, ecco.

A. : Di solito succede che dici alla mamma: “Intanto che esci, comperami questo”, oppure vai tu in libreria perché ti piace andare a scegliertelo, li ordini su internet, dimmi com’è.

J. : diciamo che quando vado in libreria, vedo magari qualche libro che mi piace e lo compero, ma non commissiono mai, diciamo, l’acquisto di un libro ai miei genitori.

A. : neanche se gli dai titolo e autore? Neanche così?

J. : più che altro sono io che non glieli do, vado io direttamente. A. : Per i dvd pure?

J. : si, diciamo che non commissiono mai, anche per i dvd. A. : Vai tu direttamente... ma scarichi o li comperi?