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Hezbollah agli occhi di Israele.

Israele ed Hezbollah a confronto.

4.1 Hezbollah agli occhi di Israele.

Nel 2013 il giornale israeliano Israel Hayom ha pubblicato un rapporto sui cambiamenti avvenuti nella struttura militare di Hezbollah dalla guerra del 2006. La relazione è una panoramica risultato della vigilanza militare israeliana sul partito, le loro armi ed i loro effettivi.

Secondo l’opinione del quotidiano israeliano una “ guerra futura” tra Hezbollah ed Israele potrebbe verificarsi, ma senza una stima temporale. Israele è consapevole di dover affrontare un’organizzazione che allo stato attuale costituisce una minaccia da punto di vista strategico per lo stato sionista. Il giornale, continuando nella sua relazione, scrive che l’organizzazione del movimento di liberazione libanese conosciuta negli anni 2000 ha subito così tante mutazioni da riconoscere alla stessa di essere molto più indipendente, più militarizzata e più audace.

Nel rapporto viene spiegato come Hezbollah si è preparato in questi anni di calma, nei quali ha incrementato il suo armamento e reclutato milizie al fine di sorprendere Israele1.

Una delle priorità a cui il gruppo terrorista libanese si è dedicato con particolare attenzione è stato l’approvvigionamento silenzioso del suo arsenale balistico, che comprende circa 60.000 missili. Secondo le stime israeliane la maggioranza dei missili componenti l’arsenale, è a corto raggio con portata di circa una decina di chilometri, mentre 5000 missili hanno una gittata media di circa 250 km con capacità, in termini di distanze, di raggiungere Tel Aviv e qualsiasi altro territorio israeliano.

Secondo fonti dell’agenzia di sicurezza israeliana, Hezbollah, durante il conflitto del 2006, è stato in grado di lanciare centinaia di missili con testate del peso di circa 300 kg contro la regione Gush Dan vicino Tel Aviv. Oggi sarebbe in grado di lanciare un numero di missili decuplicato che nel 2006 contro il centro del paese2.

Quello che preoccupa gli Ufficiali superiori dell’Esercito Israeliano non è il numero dei missili, ma la loro elevata precisione : in passato i “funzionari israeliani’’ dicevano che i missili in possesso di Hezbollah godevano di scarsa precisione.

1Militarmente parlando la pericolosità di Hezbollah è mille volte superiore a quella di Hamas e la guerra in Siria

rischia seriamente di rafforzare ulteriormente il gruppo terrorista sciita. A dimostrarlo è stato l’ennesimo attacco missilistico alla base militare siriana di Latakia dove erano concentrati missilistici balistici russi SA-8 destinati ad Hezbollah. www.righsreporter.org/israele-la-priorità-e-hezbollah-non-hamas/.

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Nel corso degli ultimi anni l’organizzazione terroristica ha ricevuto missili precisi come l’M-600 prodotto in Siria che risultano essere meno mortali dei missili Fateh 110 di fabbricazione iraniana. L’arsenale balistico hezbollah è dotato inoltre di missili Scud-D considerati di media precisione. La precisione missilistica del movimento sciita preoccupa oltre misura Israele in quanto potenzialmente idoneo a distruggere con efficacia le infrastrutture nazionali e militari israeliane nonché aeroporti, centri di reclutamento e di comando e controllo militare.

L’ex capo della divisione di intelligence militare Amos Yadlin ha dichiarato che non è possibile sottovalutare la forza militare di Hezbollah.

Sempre secondo il quotidiano “Israel Hayom”, Hezbollah è l’unica entità non statale che possiede arsenali militari di una certa consistenza.

Il capo di Stato Maggiore israeliano Beni Ganz ha dichiarato che l’organizzazione di Nasser Nasdrallah sta cercando di ottenere sistemi di armamento sofisticati da Siria e Iran, come i missili terra-mare.

Per quanto riguarda il numero delle forze, il rapporto israeliano”Hezbollah 2013’’ ha stimato la presenza di un numero di combattenti che oscilla tra le 20.000 e le 40.000 unità.

Gli analisti dell’intelligence israeliana hanno affermato che i combattenti hezbollah sono divisi in varie specialità ovvero gruppi antiaerei, comandi professionali, forza aerea, forze di controllo ed intelligence. Il terrorista libanese ha imparato l’ebraico ed utilizza sofisticati dispositivi per attività di guerra elettronica (ascolto delle conversazioni nemiche) provenienti dall’Iran.

Attualmente , quando i combattenti hezbollah non sono in territorio siriano, gli stessi effettuano attività di formazione ed esercitazioni.

Le forze da combattimento sono integrate da migliaia di cittadini che fungono da forze di riserva. Il giornale israeliano aggiunge inoltre affermando che Hezbollah concentrerà per la prossima battaglia tutti gli sforzi militari possibili nell’utilizzo offensivo dei droni ( aerei radiocomandati ), specializzati nella distruzione di un aereo e nave da guerra israeliani o attacchi all’interno del territorio israeliano.

Una migliore comprensione dello sviluppo militare del gruppo terroristico sciita si può desumere da quanto il leader sciita Nasdrallah ha dichiarato durante un’ intervista del maggio 2005 nella quale affermava che il ritiro delle truppe siriane ha creato un vuoto politico che andava urgentemente coperto. Le responsabilità di Hezbollah sul piano della sicurezza del territorio libanese sono molto più grandi rispetto a prima e quindi il movimento di liberazione libanese fiancheggia esclusivamente l’esercito nazionale libanese, ma non ne diventa un corpo in quanto alla prima scaramuccia con il nemico israeliano quest’ultimo risponderebbe in maniera determinante bombardando le postazioni, attaccando il quartier generale e le infrastrutture dello

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stato libanese. Il giorno in cui Hezbollah dovesse rispondere agli ordini del governo libanese, la sua efficacia sul territorio sarebbe nulla3.

Il crescente coinvolgimento di Hezbollah nel territorio palestinese è un altro fattore che preoccupa i servizi segreti israeliani per gli effetti negativi che si riflettono sulla sicurezza interna di Israele. Secondo le stime israeliane, nel 2002 sette gruppi palestinesi erano guidati da Hezbollah , diventando 14 nel 2003 e salendo a 51 nel 2004.

Gran parte delle ultime cellule armate legate ad Hezbollah, operanti per la maggior parte in Cisgiordania, erano associate ad Al Fatah; nel 2004 dei 68 attacchi promossi da Hezbollah hanno perso la vita 24 israeliani, fra militari e civili.

L’Iran, da parte sua, sta incanalando attraverso la resistenza libanese molte risorse da impiegare contro lo stato sionista: nel 2004 sono affluiti 9 milioni di dollari nei Territori occupati. Considerando che un attacco terroristico costa una media di circa 5 mila nuovi shekel israeliani (circa 1.150 dollari), è evidente che parte dei 9 milioni di dollari sono finiti nelle tasche delle cellule che si trovano nei Territori occupati. Il premio attuale per un israeliano ferito è di 4 mila nuovi shekel ( 900 dollari).

Bisogna tener presente che la principale fonte di sostegno per i terroristi libanesi è la Siria4. Anche se per anni la legittimazione ideologica e il sostegno politico, economico e propagandistico e militare era di produzione iraniana, l’aiuto siriano, in particolare dal punto di vista politico e militare, ha creato forti pressioni su Beirut affinchè lasciasse mano libera ad Hezbollah di raggiungere l’attuale posizione di movimento di guerriglia che detiene il controllo del Sud del Libano5.

Israele, ed in modo particolare per Benjamin Netanyahu, non ha timore di Bashar al-Assad, ma la preoccupazione israeliana è che l’Iran possa ritrattare nel consegnare i suoi missili al leader siriano per dirottarli alle milizie di Hezbollah.

Lo stato sionista sa che la guerra avvenuta in Libano nel 2006, è soltanto l’inizio di un scontro che attende il suo esito finale. Dal 2006 Nasdrallah si è rafforzato in armi e peso politico. Da tempo i miliziani di Hezbollah combattono in terra siriana, alterando gli equilibri della guerra civile siriana come i fragili equilibri libanesi ed alimentando il continuo conflitto tra sciiti e sunniti.

Per lo stato israeliano i raid aerei contro i convogli di missili non significano una scesa in campo di Tsahal (esercito israeliano) a fianco del fronte di opposizione a Bashar al-Assad; al contrario Israele non si fida di coloro che vorrebbero sostituirsi al leader siriano e gli attacchi aerei sono un monito per il movimento hezbollah.

3 Intervista rilasciata da Nasdrallah a” Le Monde” il 15 aprile 2005.

4 G.Gambill., Z.Abdelnour – Hezbollah: Between Tehran and Damascus-in Middle East Intelligence Bulletin,

n.2/2002 ,www.meib.org/articles/0202_11.htm.

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Immagine 14 Percezioni israeliane della minaccia ( fonte: http://temi-repubblica.it/limes/israele-bombarda-la-siria-mirando-a- hezbollah-e-iran/46267jpg.

A partire da Gerusalemme si vive in un clima di un “paese in trincea’’: la paura che la Siria che possa frantumarsi in tanti piccoli Stati a favore dei paesi vicini preoccupa ancora di più per gli effetti negativi che potrebbero ripercuotersi sulla sicurezza dello Stato sionista e per il maggior campo di manovra che Hezbollah riceverebbe dai nuovi potentati quali la Fratellanza musulmana egiziana.

Secondo un portavoce di Hezbollah, Hussayn Nabulsi, una minaccia israeliana potrebbe invece verificarsi se Hezbollah decidesse di ritirarsi o comunque assumere un ruolo passivo verso i gruppi armati ed estremisti palestinesi che, nel loro credo, vedono Israele come un nemico.

Gli analisti israeliani erano già nel 2005 molto preoccupati di questa possibile evenienza poichè il ritiro siriano dal Libano avrebbe garantito ad Hezbollah di armarsi attraverso forniture dirette dall’Iran al Libano ed agire, senza alcun tipo di restrizione dalla Siria, contro lo stato sionista. Gli stessi studiosi ebraici concordano sui pericoli cui potrebbero trovarsi il Libano, lo Stato ebraico e la comunità internazionale in seguito alla posizione centrale di Hezbollah nell’arena libanese. Non si può, a parere degli esperti israeliani, permettere a questo movimento di rimanere l’unica forza armata non governativa nel paese in cui opera; sarebbe quindi necessario sfruttare l’attuale sommovimento politico libanese per spezzare l’asse armato Hezbollah-Iran.

Concentrando l’attenzione su questa organizzazione la comunità internazionale dovrebbe agire sulle sue vulnerabilità e costringerla a rinunciare al terrorismo e al disarmo.

Un analista israeliano, Yossi Alpher, ha dichiarato apprensione per il rafforzamento dei movimenti islamici coinvolti in azioni terroristiche come Hezbollah in Libano e Hamas in Palestina.

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Secondo lui questi movimenti non abbandoneranno facilmente il loro atteggiamento totalmente negativo verso Israele e il suo diritto all’esistenza.

Per gli israeliani e palestinesi la vicinanza del Libano alla Palestina lo rende potenzialmente il più fertile terreno di scontro tra le forze moderate e quelle radicali6.

Martin Kramer, uno dei piu attenti studiosi israeliani sul fenomeno Hezbollah, ha osservato che il movimento di liberazione libanese considera la politica come parte inscindibile della religione7. Quando ricorre alla violenza lo fa per scopi politici al fine di riavvicinarsi al potere. Nel corso della sua storia, Hezbollah ha dimostrato in modo inequivocabile di essere un movimento ideologicamente ispirato dotato di un core (nucleo) dirigenziale fortemente determinato ed esperto nel campo del terrorismo e della guerriglia.

Ma Hezbollah è anche consapevole delle sue difficoltà: elabora di conseguenza dei piani per superare l’empasse momentanea dovuta a vincoli strategici o politici e utilizza in modo oculato i suoi mezzi violenti necessari per il perseguimento dei suoi fini.

Considerato quanto detto, se fosse stretto in una morsa, Hezbollah con una strategia a breve termine potrebbe triplicare i suoi effetti letali ovvero cercare un sabotaggio dei negoziati fra israeliani e palestinesi e il ritiro di Gaza, organizzando, sotto copertura palestinese, un grande attacco terroristico in Israele; sostenere l’iniziativa siriana , o autonoma , volta a destabilizzare il Libano attraverso il terrorismo; sfruttare l’escalation nucleare dell’Iran qualora i negoziati tra Teheran, gli Stati Uniti e l’Europa non andassero a buon fine , per far scatenare una crisi regionale lungo il confine libanese-israeliano.

Oggi Israele persegue Hezbollah combattendo il regime di Assad e confida nel sempre più continuo stato conflittuale di Damasco: infatti l’idea di stati arabi indeboliti e frammentati tra loro è parte del pensiero sionista e dell’ideologia espansionistica d’Israele finalizzata al raggiungimento di status di potenza regionale. Il piano Yinon, che prende il nome dal ministro degli esteri del 1982, postulava infatti, la tattica del divide-et-impera, per ottenere l’estensione delle frontiere sioniste.

Hezbollah, nella persona del suo leader Nasdrallah, ha dichiarato in uno dei suoi ultimi discorsi tenuti nella capitale libanese, che il terrorismo esprime la volontà israeliana nella militarizzazione della regione libanese. Soffermandosi sul fatto che Israele è il nemico principale, le divisioni interne che esistono all’interno dello stato libanese sono un’opportunità per lo stato israeliano per schiacciare Hezbollah.

6 Y.Alpher - On Hizbullah and Hamas- in Lebanon, Syria and Conflict,bitterlemons.org, 21 marzo 2005,

www.bittermons.org/previous/bl2103205ed11.html

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I recenti attentati8 verificatisi in Libano non sarebbero secondo il leader una ritorsione siriana alla presenza di Hezbollah in Siria in quanto i gruppi estremisti e legati al radicalismo salafita, responsabili di questi avvenimenti, avrebbero iniziato ad attaccare il Libano prima delle operazioni di Hezbollah in Siria. La minaccia, che fa capo al movimento 14 marzo, riguarderebbe un aggregazione di forze politiche che fondamentalmente fa capo a leaders sunniti e che quindi supporta, con parole e con fatti, i terroristi che insanguinano la Siria e che ogni tanto colpiscono il Libano per destabilizzarlo ed indebolire il potere di Hezbollah9. Per Nasdrallah i finanziatori o manovratori sarebbero Arabia Saudita, Qatar ed USA ( questi ultimi sotto la supervisione israeliana). Il risultato di questo tragico momento post primavere arabe, è anche dovuto ad un inasprimento dei gruppi estremisti islamici che con queste azioni terroristiche puntano all’instaurazione di un califfato islamico e vedono nel “Partito di Dio” il nemico sciita da combattere insieme al regime siriano di Assad. La strategia qaedista sembra esser chiara: Hezbollah non deve sentirsi più al sicuro nemmeno nei suoi quartieri perché con l’intervento a fianco di Assad ha trasformato il movimento di liberazione libanese in una resistenza settaria di carattere sciita.

Israele da parte sua preme per creare una guerra contro l’Iran ed alcuni paesi arabi, tra i quali l’Arabia Saudita, sono concordi nella destabilizzazione politica siriana ed a qualsiasi accordo internazionale. La soddisfazione israeliana sui conflitti nel mondo islamico è oltretutto motivata, perché avere una regione divisa ed in conflitto come si sta verificando in parte anche in Libano, è utile per poter dominare ed esser così circondata, geograficamente parlando, da nazioni deboli e divise per questioni confessionali o etniche.

Il primo ministro israeliano Netanyahu, dopo l’orrendo attacco terroristico compiuto all’aeroporto di Burgas il 18 luglio 2012, che è costato la vita a 5 turisti israeliani, ha chiesto all’UE di inserire Hezbollah nella lista nera dei gruppi terroristici internazionali perché a suo avviso ritenuto responsabile dell’attentato. Il confronto tra le due parti continua, non dando segni di collaborazione e stabilità in termini diplomatici e politici.

8 Riguarderebbe in particolare il duplice attentato avvenuto il 19 febbraio nella parte sud di Beirut contro il Centro

culturale iraniano e rivendicato da un gruppo qaedista. http://it.radiovaticana.va/news/2014/02/19libano.

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Hezbollah e Libano tra destabilizzazioni interne e preparative per una grande guerra, in Osservatorio Globale, 15 gennaio 2014, www.osservatorioglobale.it.

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