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I cambiamenti nella struttura dei flussi commerciali

Nel documento Volume Rapporto 1995 (.pdf 2.4mb) (pagine 105-114)

5. GLI SCAMBI CON L’ESTERO

5.2. I cambiamenti nella struttura dei flussi commerciali

Le tendenze evidenziate per il totale dei prodotti agroalimentari, sia per l’Italia nel complesso che per l’Emilia-Romagna, risultano più di-versificate se l’analisi scende ad un dettaglio maggiore dal punto di vi-sta merceologico. Anzitutto a livello nazionale sono soprattutto i

pro-dotti del settore primario a contribuire al disavanzo agroalimentare:

nel 1994 il deficit per questi prodotti è stato di oltre 11.900 miliardi, contro un passivo di poco superiore ai 6.900 miliardi per quelli dell’industria alimentare (tab. 5.2). Nei primi nove mesi del 1995, con-trariamente a quanto avvenuto lo scorso anno, il saldo normalizzato1 del settore primario è peggiorato di ben 2,2 punti percentuali, mentre per i prodotti dell’industria alimentare il valore di questo indicatore è migliorato significativamente (+5,4 punti percentuali), grazie ad un aumento delle esportazioni che è stato ben superiore rispetto a quello delle importazioni: 25% contro un 12%.

Anche a livello regionale si è registrato un deficit commerciale sia per i prodotti dell’industria alimentare che per quelli dell’agricoltura, ed il loro rapporto è sostanzialmente simile rispetto a quello nazionale:

495 miliardi contro 1.050 miliardi nel 1994, e 310 miliardi contro 890 miliardi nei primi nove mesi del 1995. Anche in questo caso l’industria alimentare ha segnato un importante miglioramento dei propri scambi con l’estero, mentre il settore agricolo ha subito un pe-sante peggioramento: nel primo caso, infatti, il saldo normalizzato è migliorato di 3,8 punti mentre nel secondo è peggiorato di ben 7,8 punti. Le esportazioni di prodotti dell’industria alimentare infatti, sono aumentate nel 1995 quasi del 26% mentre le importazioni solo del 16,6%; le vendite sui mercati esteri dei prodotti del settore primario sono invece diminuite, seppure solo dello 0,9%, mentre le importazio-ni sono cresciute ad un tasso del 17%. I risultati deludenti del settore primario sono da attribuire alle produzioni vegetali sia con riferimento alla realtà regionale che a quella nazionale.

In proposito sono i prodotti destinati ad uso alimentare quelli che determinano i risultati più negativi; se infatti si distingue tra queste due diverse destinazioni, si osserva che la componente non alimentare migliora il suo saldo normalizzato nei primi nove mesi del 1995 sia a livello nazionale che regionale, e sia per i prodotti del settore primario

1. Il saldo normalizzato è ottenuto dal rapporto tra il saldo commerciale (espor-tazioni - impor(espor-tazioni) ed il valore dell'interscambio (espor(espor-tazioni + impor(espor-tazioni);

se l'indice, come in questo caso, è moltiplicato per 100, può assumere valori com-presi tra -100 (esportazioni nulle) e +100 (importazioni nulle).

Tab. 5.2 - Scambi con l’estero di prodotti agroalimentari in Italia e in Emilia-Romagna per principali aggregati nel 1994-95 (miliardi di lire a prezzi correnti)

1994 1995 (a) Var. 95/94 (a) Import Export Saldo Import Export Saldo Import Export S.N.

ITALIA

Produzioni vegetali 9.053 5.638 -3.416 8.191 4.686 -3.505 30,3 13,0 -6,7 Produzioni zootecniche 4.909 108 -4.801 3.697 115 -3.582 10,2 64,4 1,9 Prodotti della selvicoltura 1.494 121 -1.372 1.354 68 -1.286 27,8 47,9 1,2 Prodotti della pesca e della caccia 2.657 331 -2.326 2.169 294 -1.875 10,8 28,6 3,0 Totale prodotti del Settore Primario 18.113 6.198 -11.915 15.411 5.163 - 10.249 21,8 15,0 -2,2 - di cui prodotti non alimentari 4.376 843 -3.533 3.785 796 -2.989 20,6 31,6 2,4 Totale prodotti dell’Industria Alimentare 22.217 15.310 -6.906 17.872 13.460 -4.412 11,8 25,0 5,4 - di cui prodotti non alimentari 6.001 495 -5.507 4.847 440 -4.407 12,6 22,2 1,2 Totale bilancia agroalimentare 40.329 21.509 -18.821 33.283 18.622 -14.661 16,2 22,0 2,2 Totale bilancia alimentare 29.952 20.171 -9.781 24.651 17.387 -7.265 16,2 21,6 2,2 Bilancia Commerciale 270.063 305.479 35.416 243.248 275.202 31.955 25,9 24,9 -0,4

EMILIA-ROMAGNA

Produzioni vegetali 1.255 1.184 -71 1.085 945 -140 22,6 -3,9 -12,2 Produzioni zootecniche 628 23 -605 454 31 -423 6,5 106,0 6,0 Prodotti della selvicoltura 90 6 -84 74 4 -70 18,9 41,4 1,5 Prodotti della pesca e della caccia 328 37 -291 294 37 -257 15,5 51,0 4,8 Totale prodotti del Settore Primario 2.301 1.250 -1.050 1.907 1.017 -890 17,1 -0,9 -7,8 - di cui prodotti non alimentari 216 13 -203 134 13 -121 -22,5 30,3 6,7 Totale prodotti dell’Industria Alimentare 2.810 2.315 -495 2.393 2.083 -310 16,6 25,8 3,8 - di cui prodotti non alimentari 674 164 -510 485 145 -340 -0,4 25,8 7,7 Totale bilancia agroalimentare 5.110 3.565 -1.545 4.300 3.100 -1.200 16,8 15,6 -0,5 Totale bilancia alimentare 4.220 3.388 -832 3.681 2.942 -739 21,8 15,1 -2,8 Bilancia Commerciale 17.612 33.918 16.306 16.946 30.865 13.919 35,9 23,6 -4,3

che per quelli dell’industria manifatturiera.

Il saldo normalizzato a prezzi correnti relativo al totale agroalimen-tare e alle sue due componenti principali, quella agricola e quella dell’industria alimentare, in Emilia-Romagna è ad un livello che è cir-ca la metà, in valore assoluto, di quello raggiunto dal dato nazionale, indicando quindi, una situazione di squilibrio commerciale assai più contenuto (tab. 5.3). L’analisi dell’evoluzione dei saldi normalizzati degli ultimi anni consente poi di evidenziare una tendenza abbastanza Tab. 5.3 - Saldi normalizzati percentuali della bilancia agroalimentare dell’Italia e dell’Emilia-Romagna nel periodo 1988-95

Bilancia

(a) Dati riferiti ai primi 9 mesi.

(b) Differenza semplice rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Fonte: nostre elaborazioni su dati Istat.

chiara verso un miglioramento di questo indicatore, a livello nazionale, sia per i prodotti dell’industria alimentare che, seppure in minor misu-ra, per quelli del settore primario: si è passati, infatti, in quest’ultimo caso, da valori di -59 per il biennio 1988-89 a valori inferiori, che va-riano attorno a -49 per gli ultimi due anni. Per l’Emilia-Romagna gli stessi miglioramenti sembrano parzialmente riscontrabili in entrambi i casi, anche se i dati sono assai più fluttuanti.

Un aspetto particolarmente interessante dell’analisi dell’evoluzione della bilancia agroalimentare è quello connesso con lo studio delle va-riazioni delle componenti quantità e prezzi degli scambi con l’estero;

questi aspetti sono divenuti ancor più importanti a causa della forte svalutazione della nostra moneta che, a partire dal quarto trimestre 1992, ha modificato sostanzialmente i livelli dei cambi e la loro stabi-lità con evidenti effetti sugli scambi. A seguito della svalutazione, co-me è noto, le nostre esportazioni sono avvantaggiate rispetto alle pro-duzioni dei paesi clienti o rispetto ad altri esportatori concorrenti; que-sti benefici possono tradursi in una capacità di esportazione maggiore in termini di quantità (a parità di prezzo in lire) e/o nella capacità di spuntare un prezzo in lire superiore; il contrario può avvenire dal lato delle importazioni.

In termini di quantità si rileva (tab. 5.4), con riferimento all’Emilia-Romagna e ai primi nove mesi del 1995, una diminuzione (-2,4%) del-le esportazioni agroalimentari ed un vistoso aumento deldel-le relative im-portazioni (+6,9%); il dato negativo delle esim-portazioni è determinato dalla drammatica riduzione delle vendite all’estero, in quantità, dei prodotti del settore primario, diminuite di quasi il 23% nei primi nove mesi del 1995 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. A con-ferma di ciò il grado di copertura2 è peggiorato di quasi il 27% per l’agricoltura regionale, mentre è migliorato, anche se solo marginal-mente (+1,4%) per l’industria alimentare. Gli stessi indicatori riferiti alla realtà nazionale evidenziano una situazione complessivamente migliore, da questo punto di vista: il grado di copertura relativo ai pro-dotti del primario è peggiorato “solo” del 5,1%, mentre quello dell’industria alimentare è migliorato di oltre 7 punti percentuali.

2. Il grado (o tasso) di copertura è ottenuto dal rapporto (percentuale) tra esporta- zioni ed importazioni in quantità.

Andamento diametralmente opposto è quello che si riscontra nell’analisi delle variazioni della componente prezzo. La ragione di scambio3, ad esempio, è migliorata di ben 15,6 punti per il settore a-gricolo, a livello di analisi regionale, mentre il miglioramento si è

atte-3. La ragione di scambio è data dal rapporto tra il prezzo medio in lire delle esportazioni e quello delle importazioni.

Tab. 5.4 - Variazione (%) della componente prezzo e quantità nella bilancia agroalimentare in Italia e in Emilia-Romagna nel 1994-95

Emilia-Romagna Italia

1994 1995(a) 1994 1995(a)

Componente prezzo

Esportazioni bilancia commerciale 5,57 17,26 11,76 26,18 Esportazioni settore primario 2,63 28,37 6,21 18,99 Esportazioni industria alimentare 7,29 15,03 5,03 16,77 Esportazioni agroalimentare 6,09 18,37 5,29 17,50 Importazioni bilancia commerciale 2,81 18,21 10,48 19,77 Importazioni settore primario 8,64 11,07 10,91 19,58 Importazioni industria alimentare 7,77 8,09 9,76 11,75 Importazioni agroalimentare 7,96 9,25 10,33 15,20

Ragione scambio (b)

Esportazioni bilancia commerciale 9,14 5,42 3,11 -0,98 Esportazioni settore primario 16,91 -22,79 11,14 -3,39 Esportazioni industria alimentare -1,85 9,35 6,03 7,04 Esportazioni agroalimentare 3,71 -2,35 7,52 3,87 Importazioni bilancia commerciale 14,16 14,96 5,28 5,12 Importazioni settore primario 1,08 5,47 1,58 1,81 Importazioni industria alimentare 4,23 7,84 4,01 0,01 Importazioni agroalimentare 2,98 6,93 2,87 0,84

(a) Dati riferiti ai primi 9 mesi.

(b) Differenza semplice rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Fonte: nostre elaborazioni su dati Istat.

stato sui 6,4 punti per l’industria alimentare. Meno positivi, in questo caso, gli indicatori relativi agli scambi nazionali: leggero peggiora-mento della ragione di scambio per l’agricoltura (-0,5%) e migliora-mento più contenuto per l’industria alimentare (+4,5%).

Questo andamento così fortemente diversificato tra i due grandi comparti dell’agroalimentare, deriva sia dalle diverse strategie degli operatori che dal loro potere contrattuale nei confronti dei venditori o degli acquirenti determinato anche dalla struttura dei diversi mercati;

se si considera che a causa delle note caratteristiche strutturali del set-tore, i venditori di prodotti agricoli hanno minori possibilità di control-lare il prezzo di vendita rispetto a quanto avviene per i produttori dell’industria alimentare, il risultato appena descritto sembra del tutto logico.

Rinviando ad altre parti del rapporto per l’analisi congiunturale dei dati relativi ai singoli prodotti agroalimentari o ai particolari gruppi merceologici, si è ritenuto utile analizzare brevemente la composizione merceologica degli scambi agroalimentari regionali al fine di fornire un quadro d’insieme nel quale cogliere e descrivere meglio il ruolo dei singoli comparti nel sistema produttivo regionale e in quello nazionale.

A tal fine nelle tabelle 5.5 e 5.6 sono presentati i flussi relativi agli ul-timi due anni per i quali si hanno i dati completi (1993 e 1994), e ai primi 20 gruppi merceologici per importanza sulle importazioni e sulle esportazioni regionali rispettivamente; di ogni prodotto si riporta il pe-so percentuale sulle importazioni/esportazioni agroalimentari regionali e la sua quota rispetto ai flussi nazionali relativi al particolare prodot-to.

Con riferimento alle importazioni si conferma il ruolo di preminen-za delle carni fresche e congelate, i cui acquisti esteri, superiori ai 1100 miliardi sia nel 1993 che nel 1994, hanno rappresentato una quo-ta del 22-24% delle imporquo-tazioni agroalimenquo-tari regionali e del 21%

circa rispetto alle importazioni nazionali di questi prodotti. Il latte (e gli altri prodotti zootecnici), i panelli e le farine di semi e frutti oleosi e i semi e frutti oleosi, pur contribuendo in misura assai inferiore alla formazione delle importazioni agroalimentari regionali (tra il 5,9 e l’8,6% nei due anni considerati), rappresentano quote di assoluto rilie-vo sulle importazioni nazionali di questi prodotti: circa il 30% per il latte (il 32% nel 1993 diminuito al 28% nel 1994), dal 41% al 53% per

panelli e farine di semi e frutti oleosi e quasi il 50% per i semi e frutti oleosi.

Dal lato delle esportazioni si evidenzia, ancora una volta, il ruolo determinante delle produzioni ortofrutticole: le esportazioni di frutta, cresciute dai 730 miliardi del 1993 ai 910 del 1994, contribuiscono al-la formazione di una quota delle esportazioni agroalimentari totali re-gionali comprese tra un quinto ed un quarto, e rappresentano quasi un terzo (dal 32,3% del 1993 al 32,7% del 1994) delle esportazioni na-zionali di questi prodotti. Dall’Emilia-Romagna proviene, inoltre - tan-Tab. 5.5 - Importanza dei primi 20 prodotti sulle importazioni agroalimen-tari dell’Emilia-Romagna

(a) Peso percentuale delle importazioni regionali sul totale nazionale di ogni singo-lo prodotto.

Fonte: nostre elaborazioni su dati Istat.

to per citare gli esempi più significativi - il 28% circa delle conserve e dei succhi di frutta venduti all’estero dall’Italia, un terzo circa delle carni, il 10% dei vini, il 20% delle conserve di pomodoro, il 16-17%

della pasta, e una quota compresa tra l’11% (del 1993) ed il 14% (del 1994) dei formaggi duri e semiduri.

Complessivamente, se si tiene conto della circostanza che sia dal lato delle importazioni che da quello delle esportazioni, il primo pro-dotto ha una quota sul totale regionale di poco superiore al 20% e gli altri prodotti che seguono hanno quote simili tra loro, almeno tra i primi 5-10 prodotti, cui corrispondono anche contributi generalmente Tab. 5.6 - Importanza dei primi 20 prodotti sulle esportazioni agroalimen-tari dell’Emilia-Romagna

Prodotto 1993 1994

miliardi % (a) miliardi % (a) Altre frutta fresche 732,2 22,6 32,3 912,5 25,6 32,7 Conserve e succhi di frutta 247,8 7,6 27,6 290,5 8,1 28,4 Carni preparate 250,3 7,7 32,8 269,5 7,6 34,6

Vini 236,4 7,3 11,2 262,9 7,4 9,8

Conserva di pomodoro e pelati 201,8 6,2 19,5 205,9 5,8 19,8 Paste di frumento 180,7 5,6 16,1 204,4 5,7 17,1 Altri prodotti destinati all'alimen. 164,1 5,1 19,4 202,8 5,7 19,7 Altri prodotti non destinati all'alimen. 186,5 5,8 44,1 145,1 4,1 35,3 Carni fresche e congelate 148,4 4,6 26,7 135,9 3,8 22,2 Formaggi di pasta dura e semidura 92,5 2,9 11,4 125,4 3,5 13,9 Estratti di carne, brodi e minestre 76,3 2,4 43,8 93,8 2,6 42,9 Semi e frutta da sementa 85,4 2,6 66,4 91,4 2,6 61,0 Acquaviti e liquori 82,2 2,5 17,8 76,8 2,2 14,6 Prodotti della panetteria 65,0 2,0 10,0 76,4 2,1 9,4 Legumi e ortaggi freschi 58,7 1,8 5,8 69,5 1,9 6,1 Frumento tenero 33,6 1,0 30,2 52,2 1,5 30,2 Oli altri e grassi per uso alimentare 63,8 2,0 31,8 49,0 1,4 20,9 Altri prodotti saccariferi 83,4 2,6 30,7 39,4 1,1 22,2 Pesce fresco e congelato 37,3 1,2 14,3 36,9 1,0 11,4 Alcool etilico 16,0 0,5 25,3 19,8 0,6 29,5

Cacao - 0,0 0,0 - 0,0 0,0

Ovini e caprini - 0,0 0,0 - 0,0 0,0

Sughero greggio 0,1 0,0 4,5 - 0,0 0,0

(a) Peso percentuale delle importazioni regionali sul totale nazionale di ogni singo-lo prodotto.

Fonte: nostre elaborazioni su dati Istat.

rilevanti agli scambi nazionali, il quadro che emerge, o meglio che si conferma come caratterizzante l’Emilia Romagna, è quello di una a-gricoltura forte, sufficientemente diversificata, quasi sempre di relati-vo successo.

Nel documento Volume Rapporto 1995 (.pdf 2.4mb) (pagine 105-114)