1.2 Bisenzio: caratteri geostoric
1.2.5 I castelli sul Bisenzio
Fin dall’antichità furono costruiti numerosi presidi fortilizi e avamposti per la protezione dei territori e dei popoli del fondo valle. Di tali edificati abbiamo
fino a Poggio a Caiano, dove era scaricata in un magazzino, esistito fino al 1835, della Magona ducale. Questo era utilizzato principalmente per contenere il “ferraccio” che proveniva dalla Maremma. Successivamente il viaggio procedeva con muli o cavalli attraverso la Val Bisenzio per arrivare direttamente nella pianura padana. Informazioni disponibili nel Pit- Piano di indirizzo territoriale della Toscana. 3. Quadro conoscitivo. Allegato al testo n1. Regione Toscana, 4 Dicembre 2006 disponibile nel sito web:
http://www.regione.toscana.it/ e G. Mori, L’industria del ferro in Toscana dalla restaurazione alla fine del granducato (1815-1859), Torino, ILTE, 1966
42 Centauro, Ciardi, Gei, Guanci, Tazioli, Bisenzio, …op.cit., pag. 214-215
43 Il Comitato pratese per la navigazione interna, creato ad inizi ‘900, si occupò dell’attuazione dei progetti
di realizzazione di opere idrauliche sulla piana fiorentina, in collaborazione con gli altri comitati locali. In particolar modo tutte quelle che interessavano la creazione di vie fluviali di rilievo per l’economia industriale pratese. Il responso fu la creazione di un canale alternativo e parallelo all’Arno, poiché risultava meno costoso che renderlo nuovamente navigabile e la costruzione di vie artificiali interne, per il deflusso delle acque ed il trasporto delle merci.
U. Breschi, Comitato pratese per la navigazione interna- Memoria al congresso toscano, Prato, Tipografia Giacchetti, 1908
G. De Luca, L. Bortolotti, Come nasce un’area metropolitana: Firenze, Prato, Pistoia, 1848-2000, Firenze, Alinea Editrice, 2000
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testimonianza fin dagli anni Mille, ma persero la loro importanza nel momento in cui la famiglia Medici espanse i propri domini al di là della Val di Bisenzio. Così i castelli che prima ricoprivano un ruolo fondamentale di protezione furono trasformati inizialmente in presidi militari e successivamente abbandonati al degrado.
Figura 12: Veduta della Rocca di Cerbaia, nell’alta Val Bisenzio, e del Castello dell'Imperatore, nel centro storico della città di Prato. Immagini prese dai siti web www.geosearch.it e www.comune.prato.it
Il più importante castello posto a protezione della valle è la Rocca di Cerbaia, costruita a 400 metri di altezza sul livello del mare ed il cui nome deriva sia dalla posizione interna nei boschi sia dalla presenza di molti cervi. La rocca fu costruita intorno al XII secolo, per volere della famiglia Alberti, per proteggere la via di comunicazione tra la Toscana e le zone transappenniniche. L’edificio fu utilizzato come baluardo da numerose famiglie tra cui i Conti Rabbiosi44, la famiglia Novellucci nel Seicento e la
famiglia Edelmann nel ‘800. Dal 1999 la Rocca divenne un bene pubblico, e si mostra ancora tutt’oggi sotto forma di rudere in cima alla collina che sovrasta il Bisenzio45.
Scendendo lungo il corso del fiume arriviamo ad un altro importante fortilizio, il
Castello dell’Imperatore46, posto proprio al centro della città. Questa rocca risale al periodo del dominio feudale della famiglia Alberti, inizi anni Mille. Successivamente sotto il potere dell’imperatore Federico II, si procedette alla trasformazione del castello in residenza imperiale, circondandolo con fossati e collegandolo direttamente alle carceri della città, da cui deriva il nome del santuario al lato, ancora oggi presente. Il castello, già collegato alla seconda cinta muraria della città, fu unito anche alla terza agli inizi del 300’ attraverso un collegamento coperto e inaccessibile detto Cassero, che
44 Una leggenda molto diffusa nel XV secolo e ripresa nel XX secolo, narra di un Dante Alighieri, che in una
notte del 1285, chiese ospitalità ai Conti Rabbiosi, senza però essere ospitato. Infatti la famiglia proibì di alzare il ponte levatoio, e così il famoso poeta fu costretto a scendere a valle ed a cercare un alloggio in una capanna.
45 G. Centauro, L. Ciardi, F. Gei, G. Guanci, R. Tazioli, Bisenzio, …op. cit., pag. 120-135 46 G. Agnello, Il Castello svevo di Prato, Roma, L'Erma di Bretschneider, 1954
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permetteva così la fuga dal fortilizio al di fuori delle mura. Nel Settecento ospitò i veterani dell’esercito e successivamente prese la funzione di carcere. Solo nel 1932 divenne proprietà del comune di Prato, e due anni dopo si attuarono molti procedimenti di restauro che lo riportarono all’aspetto originale, ossia a quello visibile ancora oggi. Tale edificio rappresenta l’unico esempio di architettura sveva dell'Italia centro- settentrionale.
Spostandoci verso sud-est, percorrendo il corso del fiume, troviamo l’antico
agglomerato urbano di Capalle47, caratteristico per la sua origine medioevale. Il castello conserva, oltre ad alcuni tratti delle mura, anche la torre di guardia e la torre campanaria, la chiesa parrocchiale dei Santi Quirico e Giulitta e l'ex Palazzo Vescovile detto "Il Palagio". Lo status giuridico di Capalle dipendeva direttamente dall’Arcivescovo, per cui fu per un lungo periodo indipendente dal resto della zona.
A pochi chilometri, sempre sul lato destro del Bisenzio, sorge la Rocca Strozzi, costruita dalla famiglia Mazzinghi nel XI secolo, a protezione del castello di Campi Bisenzio. Successivamente passò sotto il possesso della Repubblica Fiorentina, che utilizzò la roccaforte per proteggere la città di Firenze da possibili nemici. Nel Cinquecento, quando venne meno l’impiego militare della Rocca, questa fu comprata dalla famiglia Strozzi, che la trasformò in fattoria, modificandone l’aspetto originale.
Infine prima che il Bisenzio sfoci nell’Arno, abbiamo un ultimo baluardo che vigila sul tratto finale del fiume, il Castello di Signa. Grazie alla sua posizione strategica in
47 M.S. Quercioli, Capalle Tradizioni e innovazioni di una comunità, Campi Bisenzio, Idest, 2004
Figura 13: Veduta di Rocca Strozzi, a Campi Bisenzio, al lato del fiume Bisenzio. Foto reperita dal sito
web www.comune.cam
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prossimità dell’Arno, si permise la costruzione di un porto fluviale che permetteva di trasportare le merci fino a Pisa e di conseguenza al mare. Oltre alla sua azione commerciale il castello fu utilizzato anche come fortilizio militare per proteggere le zone tra Firenze e Pisa da possibili invasori48.