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Prato città del tessuto

Capitolo 2: Pratiche turistico-ricreative esistenti in loco

2.2 Città di Prato

2.2.1 Prato città del tessuto

Prato è famosa fin dal Medioevo per la lavorazione del tessile. Nell’Ottocento era considerata la più importante città industriale dell’Italia centro-meridionale, anche se l’industria pratese era ancora arretrata rispetto a quella straniera. Nel 1870 fu istallato il primo telaio meccanico e nel 1890, finanziato da due famiglie tedesche, fu fondato il “Fabbricone”, il più grande stabilimento tessile pratese. L’uomo simbolo della rivoluzione industriale della cittadina fu però Giovan Battista Mazzoni, studioso e tecnico meccanico che perfezionò le macchine di filatura e ne progettò di nuove. Ma il vero boom del distretto inizia nel secondo dopoguerra, tra il 1950 e il 1981, in cui il numero degli addetti tessili passa da 22.000 a 60.000 e Prato diventa uno dei pilastri del Made in Italy. Questo sviluppo avviene in un periodo critico per il settore in tutta Europa, dove si registrano cali occupazionali notevoli, cosa che accade in città negli anni 80’, in cui i lavoratori scendono ad un totale di 45.000. La crisi del ramo si propaga sia per la diffusione di poli industriali nel nord Europa, diretti concorrenti, ma anche a causa della diffusione dei nuovi stili di vita che ne determinano un notevole cambiamento di vestiario. La lana cardata, punto di forza di Prato, viene sostituita da capi di lino, cotone e poliestere. Gli imprenditori hanno dovuto cambiare i materiali di lavorazione ed ampliare i loro rapporti con terzisti di aree diverse al di fuori del comune.

Figura 29: Foto storiche dell'industria tessile. Nell'immagina a sinistra abbiamo una veduta interna di una fabbrica di tessuti mentre a destra abbiamo una foto che ritrae delle Cenciaiole a lavoro.

Foto tratte dai libri A cura di S. Franceschini, S. Lusini, S. Trinca, Qui allora. Prato nelle fotografie di Renato Bencini 1955-1992, Prato, Italia Grafiche, 2003 e A cura di S. Lusini, Prato. Immagini per una città 1943-1971, Prato, Italia

Grafiche, 1999.

Nonostante le modifiche apportate dalle industrie, non tutte sono state capaci di combattere il fantasma del fallimento ed il ciclo recessivo. Durante gli anni 90’ molte delle imprese storiche chiudono, lasciando spazio ai nuovi concorrenti. Gli opifici, un

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tempo legati all’asta fluviale, vengono spostati lontani dal centro storico della città, senza nessun piano regolatore del territorio. In pochi anni ogni spazio libero viene colmato da ditte tessili di piccole-medie dimensioni, che cambiano notevolmente l’assetto cittadino. Oggi le industrie, quasi tutti passate in mano a stranieri, specialmente cinesi, per i costi minori di manodopera e dei materiali rispetto al Made in Italy, sono situate in distretti industriali dislocati in periferia108. Questa zona composta dal

Macrolotto Industriale n.1 e dal Macrolotto Industriale n.2109, è situata nella campagna a sud di Prato, comportando un notevole degrado del paesaggio, interrotto dai capannoni e della fabbriche che coprono la visuale dei colli di Poggio a Caiano e di Carmignano. L’area interessata confina con le zone di Tavola, dove si trovano le cascine, Iolo, San Giusto e Cafaggio.

Dell’arte tessile pratese sono molti i siti di Heritage industriali presenti ancora oggi, dislocati lungo il corso del Bisenzio o inseriti armoniosamente all’interno dell’urbanizzazione della città. Percorrendo la pista ciclabile, che affianca parte del fiume, troviamo molti resti di mulini idraulici abbandonati, un tempo motore di vita e lavoro nel settore tessile, ma anche canali di scolo delle industrie che gettavano direttamente le loro acque di scarico nel fiume. Canali, viadotti, raffinerie, cartiere e industrie tessili sono gli involucri un tempo fulcro di lavoro e che oggi sono spesso riutilizzati per fini culturali o sportivi110.

Un esempio è il Museo del Tessuto111, uno dei pochi esemplari in Europa, allestito all’interno dell’ex fabbrica Campolmi. Il sito che ospita il museo è un elemento di Heritage industriale tessile ottocentesco all’interno delle mura medievali della città. Il complesso architettonico è occupato per i suoi 4000 mq, degli 8500 mq totali, dal Museo, mentre il rimanente dalla Biblioteca Comunale “A. Lazzerini”. L’Ex Cimatoria Campolmi è situata in pieno centro storico, in cui già dal Medioevo si effettuavano lavorazioni tessili. Si attesta che prima della sua costruzione fosse presente una gualchiera, ossia un edificio per la follatura dei panni. Successivamente acquisito dalla

108 Guanci G., I luoghi storici della produzione nel pratese, Campi Bisenzio, NTE edizioni, 2011

109 Il Macrolotto industriale n.2 è una delle prime lottizzazione private in Italia. L’area, di circa 150 ettari, si

presenta come un unicum di circa 400 micro e piccole imprese, che interrompono la campagna a sud della città di Prato.Informazioni disponibili nel sito web: http://macrolotto2.startit.it/

110 Informazioni reperite dal sito web: http://www.comune.vaiano.po.it/

111 Le informazioni sulla sua fondazione, le tipologie di visita, le mostre temporanee e le sue collezioni fisse

sono reperibili dal sito web del museo http://www.museodeltessuto.it/, aggiornato in tempo reale. Un portale ben organizzato che fa immergere il turista, già da casa, in un museo ricco di storia ed arte, uno spazio espositivo particolare, unico in Toscana.

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Chiesa fu trasformato in mulino attivo per tutto il 700’ e poi, passando in mano a privati, adibito ad impresa. Al termine del 800’ la fabbrica raggiunge la dimensione attuale con una vasca per la raccolta delle acque e una ciminiera, presenti ancora oggi. Grazie ad un restauro puramente conservativo, l’involucro industriale è stato trasformato, conservandone il carattere iniziale, in un contenitore culturale. Il museo gode di un allestimento cronologico storico che permette ai visitatori di comprendere l’importanza dell’arte tessile nello sviluppo dell’economia della città di Prato. Sono molti i campioni di tessuti ed i vestiti conservati all’interno del sito espositivo, di origine italiana ed europea, risalenti dal III secolo fino ai giorni nostri.

Figura 30: Veduta storica dell'Ex fabbrica Campolmi, oggi sede del Museo del Tessuto e una locandina di promozione del Museo, con gli antichi macchinari della vecchia fabbrica tessile. Immagini tratte dai siti web

www.polistampa.com e wwww.gogofirenze.it

2.2.2 Turismo responsabile: trekking e speologia alla scoperta delle