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4. La gestione pedagogica del Nido

3.2. I Comitati e il Consiglio d’Amministrazione

Accanto alla Martinetti opera per il sostegno del Nido il Comitato Dame o Comitato Femminile.121 Esso è un organo che compare negli Statuti del 1925 e del 1930; sorge in seguito all’inserimento degli uomini nella Lega, prima femminile di fatto, senza bisogno di specificare il genere dei membri del Consiglio direttivo, avendo minori vincoli giuridici.

Forse anche a causa dei conflitti sorti nel rapporto con le FMA, nel 1931 si rende necessaria la stesura di uno Statuto del Comitato, stilato dal presi-dente Vianello. Una sua copia manoscritta riporta in margine la frase: «Al provato zelo della Signorina Bordoni il farlo eseguire!». In effetti, la

signo-no Fassina comunicava che la Civica Amministrazione avrebbe conferito la Medaglia d’Oro per la Pubblica Benemerenza alla Memoria di Maria Martinetti della Lega del Bene con la seguente motivazione: “Fondatrice della Lega del Bene per l’Assistenza ai bambini poveri, orfani e abbandonati. Di sentimenti nobilissimi, diffuse tra i fanciulli abbienti la pratica della beneficenza a favore dei diseredati”». CODINI, Maria Martinetti 38.

119 CONSIGLIO DI PRESIDENZA E COMITATO PATRONESSE, Necrologio, in La Provincia Pavese 7 settembre 1934. Dello stesso tenore commemorativo e riconoscente per l’opera attuata dalla Martinetti è l’articolo necrologico di don Mario Milani. Cf MILANI, Sotto i cipressi.

120 Cf I funerali di Maria Martinetti, in La Provincia Pavese 9 settembre 1934.

121 Il comitato femminile, o comitato dame è una trasformazione, probabilmente so-lo nominale, del comitato di lavoro e dei suoi consiglieri, con la differenza che que-st’ultimo era attivo prima del sorgere del Nido, quindi aveva delle finalità più ampie ri-spetto a quelle del suddetto comitato; inoltre esso era formato non esclusivamente da donne, anche se la presenza femminile era prevalente.

rina Bordoni deve avere tanto zelo perché le suore sentono il suo controllo e la sua “vigile” presenza in modo molto forte.

Statuto del Comitato Dame

1. È istituito in seno all’Opera Pia Lega del Bene di Pavia un comitato fem-minile composto da un numero indeterminato di membri, per coadiuvare il Consiglio di Amministrazione nella propaganda e nella raccolta di fondi e per provvedere a quelle mansioni inerenti all’esercizio del Nido Vitt. Em.

III che gli verranno specificatamente delegate.

2. Tale comitato è retto da una Presidente, una vice Presid., una Segretaria, nominata dal Consiglio di Amministrazione dell’opera Pia, coadiuvate da un consiglio di 4 membri, nominato dall’Assemblea del Comitato.

3. La Presidenza del Comitato ne nomina i membri, convoca le sedute di Consiglio e di Assemblea, determina la quota d’iscrizione e, d’accordo con il proprio consiglio, amministra i fondi raccolti dal comitato, erogandoli ai fini previsti dal Regolamento, nei termini del bilancio preventivo del-l’opera Pia, alla cui amministrazione presenterà ad ogni richiesta il libro Entrate e uscite per visione e, a fine d’anno, il proprio bilancio consultivo insieme col preventivo per l’anno futuro, per l’approvazione.

4. Il Consiglio del Comitato Dame è investito di funzioni ispettive sul fun-zionamento del Nido. Gli è però fatto esplicito divieto di comunicare diret-tamente le proprie osservazioni alla Direttrice o al personale dipendente.

L’esito delle ispezioni deve essere deliberato in seno al Consiglio del Co-mitato Dame, per l’appello nominale e comunicato per iscritto alla Presi-denza dell’Opera Pia con le risultanze della votazione nominativa e con gli eventuali pareri di minoranza.

5. Il Comitato Dame normalmente dovrà provvedere al rifornimento della biancheria del Nido, alla guardaroba dei ricoverati, al materiale didattico, alle spese per l’assistenza religiosa. Compatibilmente con i propri mezzi, provvederà anche alle spese di riscaldamento e alle cure climatiche.

6. Il Comitato dovrà far approvare dall’Amministrazione dell’Opera Pia i progetti delle manifestazioni che vorrà indire.

7. I residui attivi del bilancio consultivo del Comitato dovranno essere versati a fine dell’esercizio nella Cassa dell’Opera Pia.122

Prima della stesura di questo regolamento, il Comitato Dame aveva già il compito di svolgere una funzione di aiuto e di controllo sulle FMA. Ciò parrebbe evincersi non solo dalla cronaca, ma anche dalla minuta di una

let-122 ANIDO, Regolamento del Comitato Dame dell’Opera Pia Lega del Bene di Pa-via, [s.l.] 21 maggio 1931. [Ms. orig., f.a. [Vianello], 1 p., int.//, prot. n. 39].

tera, scritta dal presidente d’amministrazione alla superiora della comunità e conservata al Nido, in cui si trova l’aggiunta manoscritta «già spedita Dame». Nella lettera sono segnalate alcune indicazioni pratiche sulla vita dell’istituto,123 e il fatto di averla «già spedita» ai membri del comitato fa presumere che esse dovessero vigilare sulla sua attuazione. Talvolta, però, l’esercizio di tali «funzioni ispettive» deve apparire eccessivo e non sempre le dame riescono a trattenersi dal «comunicare direttamente le loro osserva-zioni» alle religiose, per cui il presidente è costretto a richiamarle al-l’ordine. Si comprende allora l’insorgere di disaccordi e di conflitti tra le dame e le religiose.

Alla morte della Martinetti la carica di presidente del comitato sarà as-sunta da Maria Antonelli nobile De Portis, che l’aveva affiancata nella be-neficenza fin dalle origini della Lega.124 L’anno successivo il presidente Vianello indice una riunione per la «costituzione definitiva [del comitato] e per le nomine delle Signore Vice Presidente e Segretaria». La scelta dei nomi del «Comitato delle Signore Dame, assistenti alla beneficenza a favo-re dell’Opera Pia sotto la Pfavo-residenza della Signora De Portis Maria Ved.

Antonelli», proviene dal Consiglio di Amministrazione del Nido.125

Tale comitato è comunque assoggettato fortemente al Consiglio di Am-ministrazione dell’ente morale: oltre alle mansioni di propaganda e di rac-colta dei fondi non può svolgere altra attività se non riceve la delega dal consiglio. Presidente, vice e segretaria sono nominate da esso, quindi la loro libertà risulta fortemente vincolata; lo stesso libro del bilancio “entrate e uscite” deve essere a disposizione per qualsiasi controllo, e i bilanci con-suntivi e preventivi devono essere approvati dall’amministrazione. Il com-pito delle Dame, come si ricava dal Codini, è di procurare «aiuti al Nido con offerte personali o raccolte presso persone da loro conosciute o ricavate

123 Cf Lettera di Carlo Antonio Vianello alla superiora della comunità del Nido, Mi-lano 8 maggio 1931.

124 «Il Consiglio, in sostituzione della compianta Sig. Martinetti, delibera per copta-zione, di nominare Consigliera la Sig. Maria Antonelli nob. De Portis, quale Consigliera in rappresentanza dei soci». ANIDO, Estratto del verbale di adunanza del Consiglio di Amministrazione. Pavia 22 dicembre 1934-XIII. Ms. orig., f.a. (Vianello), 1 p. int.//, prot. n. 6 (13.1.1935-XIII). Sono presenti all’adunanza di consiglio anche Antonio Ca-brini, Cesare Pezzali, Mario Milani e Paola Ferrari. Cf l. cit.

125 Cf ANIDO, Minuta di Carlo Antonio Vianello, [s.l.] 30 novembre 1935-XIV.

[Dat. orig., fto., copia semplice, 2 pp., int.//, prot. //]. La seconda pagina contiene nomi ed indirizzi delle destinatarie dell’invito. Tra esse primeggia la signorina Ester Bordoni.

Altre appartengono non solo alla città di Pavia, ma qualcuna proviene addirittura da Mi-lano: forse invitate da Vianello? O conoscenze della Martinetti?

da spettacoli teatrali e da trattenimenti musicali».126

Il Consiglio di Amministrazione assume un peso centrale nel corso degli anni. Già nel 1925, quando alla Lega femminile si aggiungono gli uomini, essi acquisiscono rilievo crescente nei ruoli decisionali. Dal 1930, poi, la nomina del presidente di amministrazione è prefettizia e gli altri consiglieri sono eletti «uno dal Rettorato provinciale, due dal Podestà di Pavia, e tre dall’Assemblea dei Soci»,127 differentemente da quanto previsto nello Sta-tuto del 1925, che contemplava l’elezione di tutto il Consiglio di Ammini-strazione da parte dell’assemblea dei soci, e l’unica clausola era che, su un-dici, sette dovevano avere la residenza a Pavia.128 Nello Statuto del 1930 si prevede che almeno un membro del consiglio sia donna, per non cancellare l’impronta originaria.

Alle donne viene affidata l’educazione dei bambini nella persona delle suore, o l’integrazione di tale attività – attraverso il Comitato Dame –, men-tre agli uomini spetta la gestione del Consiglio di Amministrazione, con compiti deliberativi, amministrativi e burocratici. A riprova della naturalez-za con cui viene recepita l’evoluzione basti notare che le FMA non espri-mono apertamente disagio o disapprovazione per l’operato dei responsabili, mentre non hanno risparmiato i toni critici verso la Martinetti e le altre Da-me.