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4. La gestione pedagogica del Nido

2.1. La provenienza dei bambini

Negli Statuti…1930 si legge che la Lega si propone di ricoverare bam-bini poveri, orfani e abbandonati materialmente o moralmente; nel 1932 in una relazione morale e statistica al presidente della Cassa di Risparmio del-le Province Lombarde di Milano si indica, descrivendo l’attività dell’opera, la provenienza dei bambini: «Si prodigano ad essi tutte quelle cure che non possono avere in famiglia, dalla quale furono tolti per i cattivi trattamenti o perché abbandonati dai genitori».80

Circa le informazioni sui bambini ospitati al Nido, non si è trovata alcu-na traccia in riferimento ai primi anni – dal 1928 al 1930 –, se non il loro numero: 16 all’apertura dell’istituto e 18 all’arrivo delle FMA.81 Per gli

an-79 Cf ANIDO, Bilancio di Previsione anno 1937, «Onorevole Consiglio di Ammini-strazione» [minuta ms., 4 pp., s.d.]. Il bilancio consuntivo del 1937 risulta regolare. Cf ivi, Decreto di approvazione del conto consuntivo del 1937 da parte del Consiglio di Prefettura, Pavia, 11 novembre 1938-XVII [ms. orig. e dat. su modulo a stampa, 3 pp.].

80 ANIDO, Breve relazione morale e statistica da [presidente Nido] al presidente del-la Cassa di Risparmio delle Province Lombarde di Midel-lano, [Pavia] 4 luglio 1932. [Ms.

orig., copia semplice, 2 pp., int.: Nido Vittorio Emanuele Infanzia Abbandonata, prot. n.

85 (4.7.1932)].

81 Cf Relazione…1928-1933, Cronaca…1930. Alcuni bambini vengono affidati al

ni successivi, invece, c’è una documentazione diversificata dovuta anche al-la mobilità dei bambini. La loro permanenza al Nido, infatti, varia da pochi giorni ad anni interi, per cui il computo risulta eterogeneo e impedisce l’elaborazione di statistiche significative. Si assiste in ogni modo ad un cre-scendo numerico, a riprova del consolidamento interno e del radicamento sul territorio.

Dalla corrispondenza in entrata e uscita dall’ente e dai documenti con-servati risulta che i bambini, di età compresa tra uno e otto anni, provengo-no da diversi enti, pubblici e privati, e da famiglie socialmente disagiate ed economicamente povere. Tra i componenti delle famiglie dei bambini si re-gistrano casi di genitori carcerati, vedovi, o ammalati ed impossibilitati a lavorare o disoccupati, comunque incapaci di provvedere al sostentamento e all’educazione dei propri figli. Alcuni bambini non hanno famiglia, in quan-to non sono riconosciuti da uno od entrambi i geniquan-tori o sono orfani di en-trambi. Alcuni sono affidati al Nido in via temporanea e questo soprattutto avviene per i figli di lavoratori stagionali, tra cui soprattutto mondariso.

Nella breve relazione del 1932 al presidente della Cassa di Risparmio delle Province Lombarde, già citata, si descrivono così i destinatari: «I bambini si ricoverano fino ad un anno e si trattengono fino a sette».82

Le provenienze sono principalmente il brefotrofio della città di Pavia e di Vigevano, l’ospedale policlinico San Matteo, l’ONMI locale e provincia-le, il consorzio antitubercolare della città. Vi sono anche altre istituzioni della provincia che indirizzano al Nido i loro assistiti, tra esse: la

Congrega-Nido dall’ONMI già all’inizio del funzionamento dell’ente, e qualcuno solo in via prov-visoria. Cf ANIDO, Copia del decreto di ricovero temporaneo (1.6-31 dicembre 1929), dal presidente federale provinciale ONPMI Angelo Majoli al segretario della federazio-ne provinciale ONPMI A. Panitti, alla presidenza del comitato di patronato ONPMI di Pavia. Pavia, 18 giugno 1929-IX. [Dat. orig., fto. Majoli, f.a. Panitti, 1 p., int. ONPMI, federazione provinciale di Pavia, prot. n. //]. Nel 1930 viene anche accettato un minore, orfano a causa del terremoto e inviato dalla Regia Prefettura della provincia di Pavia. Cf ANIDO, Lettera del prefetto al presidente dell’istituto Lega del Bene Vittorio Emanuele III: ringraziamento per accettazione, Pavia 22 settembre 1930-VIII. [Dat. orig., f.i., 1 p., int.: Regia Prefettura della provincia di Pavia, prot. n. 28 (22.9.1930)]. Il Nido comincia ad essere conosciuto anche nei paesi vicini a Pavia, per questo alcuni podestà richiedono al presidente dell’istituto gli statuti per un’eventuale avvalenza. Cf ANIDO, Lettera del podestà di Voghera al presidente dell’istituto Lega del Bene Vittorio Emanuele III: ri-chiesta statuto, Voghera 1 agosto 1930. [Dat. orig., f.a., 1 p., int.: Comune di Voghera.

Ufficio 1° Segreteria, prot. n. 26 (1.8.1930)].

82 Breve relazione morale e statistica da [presidente Nido] al presidente della Cassa di Risparmio delle Province Lombarde di Milano, [Pavia] 4 luglio 1932.

zione della Carità, il Patronato Pasquale del Giudice-pro liberati dal carcere e per la redenzione dei minorenni, il consorzio provinciale antitubercolare, l’Istituto Derelitti di Vigevano, il comitato di patronato dell’ONMI e l’Asilo infantile di Mortara, l’ONPMI provinciale di Pavia, il comitato di patronato dell’ONMI di Stradella, di Pieveportomorone, di Miradolo, di Fossarmato e di Pavia. Vi sono, però, oltre enti e comuni della provincia, anche altri comuni come Milano, o istituzioni come il Preventorio “Umber-to Savoia” di Cannobio, l’Istitu“Umber-to Nazionale Fascista Previdenza Sociale.83

Una volta superati i limiti d’età, i bambini o sono riconsegnati alle fami-glie, o sono trasferiti in altre istituzioni analoghe, come per esempio nel-l’orfanotrofio maschile o femminile di Voghera, nell’Istituto Infanzia Ab-bandonata di Casteggio, nella Pia Casa Figlie Derelitte per le bambine, l’Istituto Pavoniano Artigianelli per i bambini, entrambi a Pavia, nel-l’Orfanotrofio S. Luigi in Carpignago.

Il numero dei bambini è in progressivo aumento nel corso degli anni84 e dal 1932, con l’accoglienza dei divezzi, era mutata anche l’età, con la con-seguente necessità di un nuovo ambiente.85 L’ONMI provinciale, nel so-pralluogo del 1931, aveva riconosciuto impropria la denominazione “Asilo Nido” con cui si era cercato di attirare i contributi, specificando che doveva trattarsi di una sezione dell’ente. Il presidente del Nido, scrivendo al presi-dente del comitato dell’ONMI, annunciava: «Teniamo a vostra disposizione la sezione divezzi, capace di 8 letti (e ciò in via di esperimento) per ricove-rati dai 12 ai 24 mesi di età».86 Tale locale, per esigenze di spazi, sarà

am-83 Tra i comuni pavesi, spiccano alcuni di cui si trova indicazione nei protocolli en-trata-uscita e nella documentazione varia. Soprattutto i podestà della provincia di Pavia indirizzano i minori al Nido. Tra essi quelli dei comuni di: Carbonara Ticino, Mortara, Miradolo, Sommo, Mezzana Bigli, Certosa, Scaldasole, Bastida Pancarana, Giussago, Cava Manara, Vellezzo Bellini, Candia Lomellina, Sartirana Lomellina, Varzi, Travacò Siccomario, Gambolò, Broni, Chignolo Po. Altri vengono anche da luoghi molto lontani come Montesilvano in provincia di Pescara.

84 Cf tabella n. 3 - Prospetto bambini del Nido (1930-1936), XIII.

85 Nel 1932 l’ONMI provinciale «prima di provvedere in merito all’istanza di sov-venzione della Lega del Bene “Vittorio Emanuele III°” di Pavia a favore dell’Asilo Nido da essa gestito […] ha ritenuto opportuno un sopralluogo». In tale sopralluogo, vista l’età dei bambini si giudica giustamente impropria la denominazione “Asilo Nido”, per cui si suggerisce di procurarsi «di istituire al più presto una Sezione per lattanti e divezzi secondo le direttive impartite dall’On. Sede centrale, dopo di che potrà chiedere un con-tributo economico». Lettera di Graziani al presidente della federazione provinciale Ma-ternità ed Infanzia, Roma 7 settembre 1931-IX.

86 ANIDO, Lettera di Carlo Antonio Vianello al Comitato ONMI della federazione provinciale di Pavia, Pavia 14 aprile 1932. [Ms. orig., f.a., 1 p., int.//, prot. n. 80

pliato tanto da costruire un nuovo padiglione completato nel 1937, a riprova dell’accettazione da parte delle religiose.87