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4. La gestione pedagogica del Nido

1.4. Le nuove opere

Nel settembre del 1931 l’ispettrice, suor Francesca Gamba,44 riceve

dal-42 L’invito ad aprire una sezione per bambini divezzi sarà proposto anche da Zamo-rani, direttore della clinica pediatrica della regia università di Pavia, mandato al Nido per una visita ispettiva. Nella sua relazione si legge «riterrei opportuno di spostare i limiti di età dei bimbi ivi ricoverati, riducendo il limite massimo agli anni 6, ed abbassando di un anno quelli minimo di accettazione». Il presidente dell’ONPMI, Gino Acconci, aggiun-ge: «Le conclusioni cui giunge il Prof. Zamorani trovano consenziente questa Federa-zione che nel Nido d’Infanzia vede la sistemaFedera-zione di tanti piccini in tenera età, biso-gnosi di ricovero in adatto istituto. È noto alla S. V. che tale argomento ha formato og-getto di precedenti comunicazioni, anche da parte della Sede Centrale dell’Opera».

ANIDO, Lettera di V. Zamorani a Gino Acconci, per conoscenza da quest’ultimo a Via-nello, Pavia 19 febbraio 1932-X. [Dat. orig., f. a., 2 pp., (Pavia, 29.2.1932-X, prot. n.

1279/IV), int.: Clinica pediatrica della R. Università di Pavia (Opera Nazionale per la Prot. della Maternità e dell’Infanzia), prot. n. 143 (19.2. 1932)].

43 Cf Verbale…14 gennaio 1933: «Si indugia a dare le dimissioni nell’unica speran-za che da un giorno all’altro approdino lietamente le nostre ricerche per ottenere un ca-seggiato da adibirsi pensionato ove ricevere ed alloggiare per conto nostro le Studenti dell’Università e degli altri Corsi Scolastici, oppure aprire un Asilo Infantile per i bam-bini degli Operai addetti alla “Snia Viscosa”, tanto per non abbandonare una città dove si potrebbe fare tanto bene». Verbale…18 marzo 1933.

44 Francesca Gamba (1865-1948) completa a Nizza gli studi come maestra elementa-re. Nel 1884, dopo due anni di insegnamento nella scuola del paese natio, Viarigi, divie-ne postulante. Fino al 1891 insegna divie-nella scuola elementare privata di Nizza; divie-nel 1892 consegue all’università di Genova il diploma per l’insegnamento di lettere italiane; nel 1894 ritorna a Nizza come insegnante della scuola Normale. Nel 1903 è a Roma per conseguire l’abilitazione per l’insegnamento della storia e della geografia nei corsi supe-riori. Nel 1905 diventa preside/direttrice della scuola e dell’educandato di Nizza, poi an-che in quello di Bordighera in Vallecrosia. Dopo cinque anni diviene superiora del-l’ispettoria ligure-toscana. I trasferimenti tengono conto del suo carattere e delle sue competenze: è inviata in comunità dove è necessario spirito di adattamento, capacità re-lazionale, sostegno per le opere, diplomazia, tatto, linearità, semplicità. Nel 1931, finito il primo sessennio di governo, passa all’ispettoria novarese, dove si rivela “organizzatri-ce geniale e instancabile”. Don Calogero Gusmano, segretario generale della congrega-zione salesiana, dice di lei: «Ho pensato più volte come sia possibile accoppiare tanta semplicità, tanto ingenuo candore a una cultura così ampia e a un sapere così elevato».

la Martinetti l’invito ad accettare bambini e bambine di età inferiore ai due anni, per accedere ai contributi statali. L’ispettrice «risponde con una riso-luta negativa appellandosi alle convenzioni firmate ed accettate da entrambi le parti, in cui si fa riferimento ai limiti d’età».45

Ella inoltre, essendo scaduto il termine del contratto, si dimostra dispia-ciuta perché «se la cosa stessa fosse stata proposta a tempo debito, noi a scadenza di Convenzione, si sarebbe potuto trattare».46 In mezzo c’era stata la visita del regio commissario, in settembre, che avallava la proposta ante-riore in tal senso del presidente della Federazione provinciale ONPMI, per rispondere alle direttive centrali e assicurare le sovvenzioni richieste, sog-gette a precise condizioni dell’opera.47

Il tono della lettera, che suor Gamba fa giungere alla direttrice pochi giorni dopo, è molto forte. Scrive, infatti: «Non posso pensare che persone ben educate possano insistere a voler far derogare da ciò che forma Con-venzione regolarmente accettata da ambo le parti contraenti, dopo ben lunga ponderazione e discussione formale».48 Come se non bastasse, aggiunge Cf SECCO Michelina, Suor Gamba Francesca, in Facciamo Memoria. Cenni biografici delle FMA defunte nel 1948, Roma, Figlie di Maria Ausiliatrice 1997, 155-169.

45 ANIDO, Lettera di suor Francesca Gamba alla direttrice del Nido, Novara 10 set-tembre 1931. [Dat. orig., f.a., 1 p., int.//, prot. n. 103 (10.9.1931).Una copia fto è presen-te anche in AGFMA 15(930)31 e in AINO].

46 Lettera di suor F. Gamba alla direttrice del Nido. Novara, 10 settembre 1931. Nel consiglio ispettoriale dell’ottobre del 1931 si segnalano, allo scadere della convenzione, alcune proposte dell’ispettrice e si giunge a deliberare una richiesta scritta in modo da poter prendere delle decisioni e, ponderate le condizioni, stabilire se sia conveniente riti-rarsi. Cf Verbale…30 ottobre 1931.

47 Già il 7 settembre 1931 in una relazione di un regio commissario si legge: «La Di-rezione ha in animo - qualora possa trovare i mezzi e le opportunità - di sistemare e far funzionare una sezione per lattanti o per fanciulli di età superiore agli anni 8 (ved. Art. 3 dello Statuto)». ANIDO, Lettera di Graziani (Regio commissario) al presidente della fe-derazione provinciale Maternità ed Infanzia, e per conoscenza alla presidenza del Nido e alla presidenza comitato di patronato ONPMI, Roma 7 settembre 1931-IX (Pavia 17.9.1931). [Dat. orig., f.a., 3 pp., int.: Opera Nazionale per la Prot. della Maternità e dell’Infanzia (Opera Nazionale per la Prot. della Maternità e dell’Infanzia, Federazione Prov.le Pavia), prot. n. 90 (17.9.1931)]. Acconci, presidente della federazione Provincia-le ONPMI, suggeriva per ottenere fondi per l’opera: «Codesto Asilo si procuri di istitui-re al più pistitui-resto una sezione per lattanti e divezzi secondo le diistitui-rettive impartite dall’On.

Sede Centrale». Lettera di Gino Acconci (Presidente della Federazione Provinciale ONPMI) alla Presidenza del comitato di patronato ONPMI, Pavia est, e per conoscenza alla sezione est del municipio e alla Direzione del Nido, Pavia 20 marzo 1931-IX.

48 ANIDO, Lettera di suor F. Gamba alla direttrice del Nido, Novara 17 settembre 1931. [Dat. orig., f.a., 1 p., int.//, prot. n. 104 (17.9.1931)]. La motivazione per cui

come motivazione che anche se tali bambini fossero accuditi da personale esterno, comunque «disturberebbero certo meno nel Brefotrofio, ove ora vi allogano [sic], che presso i cari Bimbetti costì ricoverati che sarebbero di-sturbati non solo nei loro sonni, ma anche durante la giornata e nelle ore di studio».49 Si coglie chiaramente la preferenza delle FMA per l’aspetto edu-cativo verso i bimbi più grandicelli e il disagio verso quelli troppo piccoli.

Ciò nonostante, nell’ottobre 1931 Vianello si reca al Nido per prendere visione di un locale da destinare «per iniziare subito una sezione di bimbi piccini, appena di un anno», accompagnato dalla Martinetti, dalla Bordoni, segretaria, e da una certa Pergani, «impiegata nell’Opera Nazionale». Solo dopo aver preso accordi con quest’ultima, informa l’ispettrice.50 Chia-ramente, l’essere informate solo a decisione avvenuta suscita nelle FMA ancora una reazione negativa per la violazione dell’intesa pattuita. In verità la convenzione non prevede esplicitamente l’età dei bambini, ma si ritiene implicita per gli accordi verbali. Suor Gamba risponde «in merito alla nuo-va ed inaspettata proposta» che il rifiuto non è solo dovuto alla convenzione stipulata, ma anche al fatto che la sezione dei divezzi «non risponde affatto allo scopo [… dell’] Istituto che è quello di occuparsi, non della sola assi-stenza, ma dell’educazione della gioventù». Il rifiuto delle FMA è «incre-scioso, ma definitivo» e l’unico compromesso cui si può giungere, a dire dell’ispettrice, è «solo nel caso che l’Opera sorgesse in ambiente appartato, e che alle Suore non spettasse altra incombenza che quella dell’alta sorve-glianza sul personale addettovi».51

l’ispettrice comunica con la direttrice e non direttamente con la Martinetti è l’assenza di quest’ultima.

49 L. cit. Come si vedrà in seguito i bambini che frequentano la scuola elementare, ogni giorno al rientro dalla scuola, sono tenuti a un’ora di studio.

50 Cf Cronaca…27 ottobre 1931.

51 AINO, Lettera di suor F. Gamba alla Presidente del Comitato Dame, Novara 12 novembre 1931. [Dat. orig., fto., 1 p., int.//].

L’esperienza dell’ispettrice suor Gamba, maturata nella sua giovinezza in casa madre, a Nizza Monferrato con le suore della prima ora dell’Istituto, e da professa con incarichi di autorità, fanno presupporre che gli intenti educativi e il carisma salesiano fossero in lei connaturali e ben assimilati.

La forza della sottolineatura educativa che ella esige e che rimane inalterata in tutti i documenti stipulati con la direzione del Nido fa emergere la priori-tà indiscutibile dello spirito salesiano.

Sempre nei primi mesi e anni di presenza delle FMA si stabiliscono altre opere nei locali del Nido: un refettorio materno, un asilo per i bambini del quartiere e un laboratorio per le bambine. Il refettorio materno, a carico del-l’ONMI dal principio del 1931,52 è a favore delle mogli dei disoccupati del-la zona e dei propri figli. Questo nuovo innesto non sembra creare problemi alle religiose, anche se non era stato pattuito preventivamente con il presi-dente della Lega. Ne è prova il fatto che esigendo la nuova opera l’aumento di personale, l’ente richiede e ottiene l’invio di un’altra suora.53

All’inizio il numero delle donne che possono usufruire della mensa am-monta solo a sette. Esse portano con sé i propri figli, e viene loro «ceduta metà veranda essendo comoda per l’entrata e l’uscita, senza alcun disturbo nei locali interni della casa».54 La durata del refettorio materno coincide più o meno con quella dell’anno scolastico. Il 16 aprile del 1934 si chiude nor-malmente il refettorio materno, ma non si ha più notizia di una sua riapertu-ra, pur mancando documentazione che attesti una sua motivata chiusura de-finitiva.55

Un’altra opera che nel maggio del 1931 si vorrebbe istituire al Nido è una sezione di asilo per i bimbi del rione, oltre a quella già presente per gli

52 In un articolo della Provincia Pavese si legge: «Non è abbastanza nota l’attività sempre più vasta che esplica l’Opera Maternità ed Infanzia, attraverso il centro d’as-sistenza materna ed infantile di Pavia, in favore della donna, nel delicato e veramente in-teressante periodo della gravidanza e del puerperio, e del tenero e prezioso frutto delle sue viscere. […] A Pavia presso l’Asilo Infantile di S. Mauro e presso il Nido Vittorio Emanuele III della Lega del Bene funzionano i due Refettori materni, uno per il Comita-to di PatronaComita-to Est ed uno per il ComitaComita-to Ovest. […] Ai RefetComita-tori materni sono ammes-se le gestanti bisognoammes-se di particolare assistenza dal 3.° meammes-se di gravidanza e le madri nutrici fino al 12.° mese di allattamento, in seguito a dichiarazione medica di sana costi-tuzione». L’assistenza alle madri e agli infanti. Due refettori materni e tre consultori in città, in La Provincia Pavese 4 marzo 1931.

53 Cf Cronaca…19 dicembre 1930.

54 Cronaca…14 gennaio 1931.

55 Cf Cronaca…16 aprile 1934.

interni,56 «ma la retta un po' alta, data la crisi del tempo, ha trattenuto i pa-renti dal mandarli». Le religiose commentano: «Noi tanto occupate lascia-mo correre senza far premura per la nuova opera, rimettendo la cosa a tem-po più propizio».57 Questa novità non solleva problematiche, a differenza dell’accoglienza dei divezzi, perché una suora è già impegnata nell’asilo per i bambini interni, quindi non avrebbe richiesto una nuova dispersione di energie. L’età dei bambini e le consuetudini delle comunità delle FMA age-volano l’accettazione della sezione esterna dell’asilo, in quanto i destinatari sono ritenuti educabili e non solo bisognosi di assistenza. L’apertura del-l’asilo avviene nel settembre del 1931, come emerge dalla relazione di un sopralluogo: «L’Istituto svolge oggi la sua attività […] provvedendo al ri-covero permanente dei bambini e bambine dai due ai sei anni (quarantacin-que posti) e assistendo durante il giorno, in una sezione Asilo, i bambini esterni di età prescolastica».58

Sempre nel giugno del 1931 le religiose della comunità di Pavia decido-no di iniziare un laboratorio, «senza aspettare il permesso delle Rev.de Supe-riori [sic]» essendo state richieste «con insistenza» dalle famiglie, come an-nota la cronaca, ed avendo ottenuto il permesso dal presidente. Le prime bambine sono otto e pagano una retta mensile di L. 8, che però «ai parenti sembra un po’ troppo»,59 in epoca di depressione economica. L’apertura di questo laboratorio può essere interpretata come l’espressione spontanea del-le FMA a favore dello sviluppo dello spirito sadel-lesiano, attraverso un’opera che le avvicina alle ragazze dei ceti popolari. Dopo pochi mesi dal-l’inserimento a Pavia, il laboratorio è frutto della loro iniziativa secondo una consuetudine radicata. In altri termini, ritagliano uno spazio più conso-no, in un’opera che risponde poco alle loro attese.

Nel 1933 la situazione sembra meno tesa, forse per effetto del

trasferi-56 Quando la Martinetti scrive a suor Villa per la richiesta delle suore al Nido espli-cita in particolare: «Presentemente abbiamo bisogno di una maestra d’asilo, perché non voglio che i bambini prendono freddo e malanni d’inverno, uscendo». Lettera di Maria Martinetti a suor Maddalena Villa (ispettrice), Pavia 6 agosto 1930-VIII.

57 Cronaca…15 maggio 1931.

58 Lettera di Graziani al presidente della federazione provinciale Maternità ed Infan-zia, Roma 7 settembre 1931-IX. In una lettera al Segretario Federale il presidente del Nido presentando l’opera «che rientra nelle luminose finalità del regime» scrive:

«Quest’anno cominciamo a funzionare anche come asilo esterno per i bimbi delle fami-glie del rione». ANIDO, Lettera di Carlo Antonio Vianello al Segretario Federale, Pavia 15 giugno 1931. [Ms. orig., f.a., 1 p., int.//. prot. n. 39 (16.6.1931)].

59 Cronaca…15 giugno 1931.

mento della direttrice, suor Carolina Utili, dopo un triennio,60 e del tempe-ramento meno energico della sostituta, suor Aida Bojleau. Nell’anno 1933-34 diminuisce notevolmente la registrazione di situazioni di tensione o di contrasto nella cronaca della casa e nei verbali del consiglio ispettoriale.

Ciò però potrebbe essere giustificato anche da altri fattori: già da qualche tempo si è presa la determinazione di accettare le decisioni, quasi imposte, della sezione dei divezzi; la Martinetti è malata, pertanto impossibilitata ad intervenire come in precedenza; anche suor Bojleau non gode di ottima sa-lute, tanto che l’anno successivo sarà trasferita in un’altra sede, e l’inizio del suo breve periodo di governo è segnato dalla scarlattina tra i bambini,61 per cui l’attenzione delle suore è concentrata sulla loro cura.

Sta di fatto che nel 1934, con la scomparsa della Martinetti, sembrano svanire tutti i problemi e nello stesso tempo le attività promosse dalla co-munità delle FMA sono ridotte alle esigenze degli ospiti del Nido,62 quasi che assestamento e concentrazione interna coincidano.