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L’accentramento delle indagini presso la procura distrettuale combina unitarietà e specializzazione, ma al contempo questo non significa che non vi possano essere contrasti positivi o negativi circa la legittimazione a procedere tra uffici distrettuali, o ufficio distrettuale e altro sito nel medesimo distretto di corte di appello86.

Il legislatore del Codice del 1988 non aveva contemplato la possibilità che tra uffici del pubblico ministero potessero sussistere rivendicazioni di “competenza”, avendo fatto affidamento sull’operatività di quella “regolamentazione volontaria” prevista dall’art. 371 c.p.p.; ma l’inoperatività della norma e la mancanza di un organo preposto a dirimere tali conflitti87, permise la

sovrapposizione tra plurime indagini pendenti, conseguendo un

86 Si veda, G.P. VOENA, Soggetti, op. cit., p. 73 ss.

87 Si veda, M. M. BARILLARO, Le modifiche al cod. proc. pen. Del 1992 dopo le stragi. La disciplina della connessione dei reati e delle indagini collegate, op. cit., p. 87.

inevitabile pregiudizio all’efficienza delle stesse.

A risolvere la questione intervenne il d.l. 367 del 1991 (convertito con l. n. 8 del 1992) che ha introdotto nell’impianto codicistico l’art. 54-bis c.p.p. (sui contrati positivi tra uffici del pubblico ministero) e l’art. 54-ter c.p.p., che ha armonizzato la disciplina a seguito dell’introduzione – ad opera dello stesso decreto del '91 – della direzione nazionale antimafia e delle direzioni distrettuali antimafia.

L’art. 54-ter c.p.p. dispone che: quando il contrasto ex artt. 54 (contrasto negativo) e 54-bis (contrasto positivo), riguarda i reati analiticamente individuati all’art. 51, commi 3-bis e 3-quater c.p.p. (reati associativi e di matrice terroristica), se la decisione spetta al procuratore generale presso la Corte di Cassazione, questi provvede sentito il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo; se spetta al procuratore generale presso la corte di appello, questi informa il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo dei provvedimenti adottati.

“Il ruolo del procuratore nazionale antimafia è, dunque, diverso a seconda del carattere interdistrettuale o distrettuale del conflitto: ciò è dovuto non già dal dato meramente territoriale, bensì alla

diversità delle questioni sottintese al contrasto”88.

Nel caso di contrasti distrettuali, la divergenza sorge tra la procura distrettuale e taluna delle procure della Repubblica afferenti al distretto. In questa ipotesi l’oggetto della discussione è incentrato sul carattere associativo/mafioso o di matrice terroristica del reato (se questa ipotesi è soddisfatta la legittimazione spetta alla procura distrettule). “La decisione è demandata al procuratore generale presso la corte di appello che, esaminati gli atti, determina con provvedimento inoppugnabile (nel silenzio della legge deve ritenersi che il provvedimento abbia la forma di decreto), sulla base delle ordinarie regole di attribuzione della competenza applicate alla luce dei dati fattuali desumibili dagli atti del procedimento, quale ufficio del pubblico ministero deve procedere e ne dà comunicazione agli uffici interessati”89.

Il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo è privato della facoltà di essere preventivamente consultato, ad esso residua una mera informazione ex post del provvedimento adottato dal procuratore generale. Si è voluto evitare che l’ufficio, specializzato in materia mafiosa e terroristica, possa influire sulla

88 L. SURACI, Il sistema del doppio binario nell’ambito delle indagini preliminari, op. cit., p. 262.

89 L. SURACI, Il sistema del doppio binario nell’ambito delle indagini preliminari, op. cit., p. 261.

determinazione della natura del reato oggetto delle indagini90.

Il conflitto interdistrettuale, invece, vede coinvolte diverse procure distrettuali; in questo caso, la discussione non ha ad oggetto l’appartenenza del reato al novero dell’art. 51 comma 3-bis e 3- quater c.p.p, bensì entro quale distretto il reato è stato commesso, o la consumazione è iniziata in caso di reato permanente.

La decisione spetta al procuratore generale presso la Corte di Cassazione, analogo è l’iter procedimentale seguito e la forma del provvedimento, mentre diverso è il ruolo svolto dal procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo che, deve essere preventivamente consultato. Si tratta di un parere obbligatorio, ma non vincolante al fine della decisione91; facoltà riconosciuta, a

quest’ultimo che, “in ragione delle proprie funzioni di impulso e coordinamento, può fornire un importante contributo alla risoluzione del conflitto anche con riguardo alle evenienze discendenti dall’una o dall’altra delle decisioni adottate ed alle motivazioni sottese al contrasto”92.

Importanti sono anche le previsioni dell’art. 54-quater c.p.p., “norma finalizzata a tutelare il diritto della persona sottoposta alle

90 Si veda, L. SURACI, Il sistema del doppio binario nell’ambito delle indagini preliminari, op. cit., p. 263.

91 Si veda, L. SURACI, Il sistema del doppio binario nell’ambito delle indagini preliminari, op. cit., p. 263.

92 E. CESQUI, Pubblico ministero, in Cmm. C.p.p. Lattanzi-Lupo, Milano, 1998, I, p. 338.

indagini e della persona offesa alla legalità dell’azione del pubblico ministero nel corso della fase investigativa”93; l’art. 54-

quater c.p.p. riconosce all’indagato, alla persona offesa e ai rispettivi difensori, dal momento in cui abbiano avuto conoscenza del provvedimento, ai sensi dell’art. 335 c.p.p. (iscrizione nel registro delle notizie di reato) o dell’art. 369 c.p.p. (informazione di garanzia) il potere qualora ritengano che il reato appartenga alla competenza di un giudice diverso da quello presso il quale il pubblico ministero che procede esercita le sue funzioni, di chiedere la trasmissione degli atti al pubblico ministero presso il giudice competente con l’obbligo di enunciare pena l’inammissibilità, le ragioni che sorreggono la richiesta della parte94.

Questo istituto permette alle parti private di operare un controllo sulla competenza territoriale, incidendo sul “monopolio” della pubblica accusa nell’individuare – anche in ragione alla disponibilità dei dati dell’indagine e al titolo di reato – il giudice per le indagini preliminari competente, presso il quale esercita le proprie funzioni, almeno fin quando quest’ultimo non viene

93 F. CASSIBBA, Investigazioni ed indagini preliminari, in Dig, disc. Pen., Torino, 2004, agg. II, p. 520.

94 L. SURACI, Il sistema del doppio binario nell’ambito delle indagini preliminari, op. cit., p. 263.

investito degli atti processuali e possa operare una propria valutazione95.

La richiesta deve essere depositata presso la segreteria del pubblico ministero procedente e dovrà essere indicato il giudice che si ritiene competente, a pena di inammissibilità la richiesta non può essere riproposta, salvo il caso in cui si basi su fatti nuovi e diversi.

Il pubblico ministero dispone di un termine di dieci giorni per la decisione, decorrenti dal giorno del deposito della richiesta; in caso di accoglimento, gli atti vengono trasmessi all’ufficio del pubblico ministero presso il giudice competente, con contestuale comunicazione al richiedente.

Se il pubblico ministero non provvede in questo senso, la parte richiedente negli ulteriori dieci giorni ha la facoltà di chiedere che sulla questione si pronunci il procuratore generale presso la corte di appello o il procuratore generale presso la Corte di Cassazione, nel caso in cui il giudice ritenuto competente faccia parte di un diverso distretto.

“Il procuratore generale, assunte le necessarie informazioni, dispone di un termine di venti giorni (decorrenti dal deposito della

95 In merito si veda: L. SURACI, Il sistema del doppio binario nell’ambito delle indagini preliminari, op. cit., p. 264.

richiesta) e procede a determinare il giudice competente con decreto motivato, dandone comunicazione alle parti e agli uffici interessati”96.

Qualora la richiesta sia inerente a reati ex art. 51 commi 3-bis e 3- quater c.p.p., deve essere osservato quanto disposto dall’art 54-ter c.p.p.: se la pronuncia spetta al procuratore generale presso la corte di appello, il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo viene informato ex post del provvedimento adottato; nel caso in cui la decisione spetti al procuratore generale presso la Corte di Cassazione, la pronuncia deve essere anticipata dal parere obbligatorio (ma non vincolante), del procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo.